DA MARCO LAMPERTI
Caro Ivo,
leggo da un e-mail inoltrata la tua perplessità riguardo alcune mie posizioni sull'impianto della Crimo.
Su
Twitter non si può mai essere precisi e ho spiegato in sintesi perché
non si può annullare il contratto con la Crimo. Ora cercherò di essere
più preciso in questa e-mail, così da non essere frainteso.
Vado per punti.
1) Vivo a meno di 800 mt in linea d'aria rispetto all'area in questione.
2)
Sono assolutamente contrario alla realizzazione di quell'impianto. L'ho
detto e l'ho ripetuto. Lo siamo tutti in maggioranza.
3)
Esiste, però, un problema legale non da poco. L'atto è illegittimo (non
"illegale") - come si legge nella determina - perché qualcuno gestì
male le cose in Comune durante la precedente amministrazione. Questo
però non tutela il Comune da cause milionarie in caso di annullamento
del contratto (la Crimo non c'entra nulla con una gestione sbagliata
negli uffici di una sua richiesta).
4)
Piccolo inciso: fui io a convocare due sedute della Commissione
Territorio - che presiedo - (circa un anno fa), per fare luce sulla
legittimità di quel documento. Tutti atti poi acquisiti dalla Procura
della Repubblica, vista l'indagine in corso.
4)
Fattori legati alla salute, però, non sussistono: il permesso concesso
dalla Provincia non può bypassare le norme in tema di salute e sicurezza
ambientale. Possiamo chiedere ulteriori verifiche eventualmente, ma
sostenere che quell'impianto porterà problematiche legate alla salute è
scorretto. Se fosse così la Provincia avrebbe la strada spianata per
revocare il permesso, peccato però che l'Assessore all'Ambiente Sassoli
abbia scaricato sul Comune questa patata bollente: evidentemente può
poco.
5)
Con questo non significa che ci arrenderemo, ma ad oggi non possiamo
praticare questa strada (l'annullamento del contratto), mettendo a
rischio le risorse pubbliche in una situazione in cui già fatichiamo a
chiudere i bilanci. Ci perderebbe la città non noi.
In sintesi: si potesse annullare quel contratto senza conseguenze economiche per il Comune lo faremmo volentieri.
Penso di essermi spiegato più chiaramente.
Marco Lamperti
marco.lamperti-8307@postacertificata.gov.it
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Marco Lamperti
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Cara Paola,
La
parola "vittima" non l'ho usata perché pensassi alla Crimo come vittima
di questa situazione, ma nel contesto di una potenziale richiesta di
risarcimento danni potrebbe configurarla come tale e portare il Comune a
dover ripagare cospicue somme all'azienda sopraccitata.
Ci tengo a chiarire questo punto.
Sulla
Cascinazza era una cosa profondamente diversa: non si trattava di un
contratto di locazione, ma di pretese edificatorie su diritti
inesistenti (il regime dei suoli lo determinano i comuni).
Il fatto che la Crimo debba rispettare le regole ed evitare i disagi ai cittadini è un elemento imprescindibile.
Assolutamente imprescindibile.
Altra
cosa è la revoca di quel contratto che porterebbe con sé le
problematiche suddette. Quindi comprendo la scelta dell'amministrazione
di muoversi con una certa attenzione su questo fronte.
Per sgombrare una volta per tutte il campo da eventuali dubbi:
a) anche noi siamo assolutamente contrari a quell'impianto;
b)
pur fidandoci di ARPA e ASL, se dovesse essere riscontrato il mancato
rispetto dei parametri, saremo i primi a batterci perché si trovi
un'immediata soluzione;
c)
quella determina non è assolutamente frutto della volontà di mantenere
l'introito di circa 65mila euro di affitto (che sono decisamente pochi)
che il Comune percepisce annualmente dalla Crimo. Questo deve essere
molto chiaro.
Detto
questo anche noi cercheremo di vederci ancora più chiaramente sulla
faccenda e visto che il 23 giugno - probabilmente - verrà trattata la
Mozione di Villa in consiglio, vi invito a partecipare.
Ti ringrazio per i documenti e ti auguro una buona serata.
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Marco Lamperti
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