lunedì 16 giugno 2014

PROSEGUONO LE POLEMICHE SULLA DISCARICA: MARCO LAMPERTI RISPONDE AL COMITATO



DA MARCO LAMPERTI 



Caro Ivo, 

leggo da un e-mail inoltrata la tua perplessità riguardo alcune mie posizioni sull'impianto della Crimo. 

Su Twitter non si può mai essere precisi e ho spiegato in sintesi perché non si può annullare il contratto con la Crimo. Ora cercherò di essere più preciso in questa e-mail, così da non essere frainteso. 

Vado per punti. 

1) Vivo a meno di 800 mt in linea d'aria rispetto all'area in questione.

2) Sono assolutamente contrario alla realizzazione di quell'impianto. L'ho detto e l'ho ripetuto. Lo siamo tutti in maggioranza. 

3) Esiste, però, un problema legale non da poco. L'atto è illegittimo (non "illegale") - come si legge nella determina - perché qualcuno gestì male le cose in Comune durante la precedente amministrazione. Questo però non tutela il Comune da cause milionarie in caso di annullamento del contratto (la Crimo non c'entra nulla con una gestione sbagliata negli uffici di una sua richiesta). 

4) Piccolo inciso: fui io a convocare due sedute della Commissione Territorio - che presiedo - (circa un anno fa), per fare luce sulla legittimità di quel documento. Tutti atti poi acquisiti dalla Procura della Repubblica, vista l'indagine in corso. 

4) Fattori legati alla salute, però, non sussistono: il permesso concesso dalla Provincia non può bypassare le norme in tema di salute e sicurezza ambientale. Possiamo chiedere ulteriori verifiche eventualmente, ma sostenere che quell'impianto porterà problematiche legate alla salute è scorretto. Se fosse così la Provincia avrebbe la strada spianata per revocare il permesso, peccato però che l'Assessore all'Ambiente Sassoli abbia scaricato sul Comune questa patata bollente: evidentemente può poco. 

5) Con questo non significa che ci arrenderemo, ma ad oggi non possiamo praticare questa strada (l'annullamento del contratto), mettendo a rischio le risorse pubbliche in una situazione in cui già fatichiamo a chiudere i bilanci. Ci perderebbe la città non noi. 

In sintesi: si potesse annullare quel contratto senza conseguenze economiche per il Comune lo faremmo volentieri. 

Penso di essermi spiegato più chiaramente.

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Marco Lamperti
marco.lamperti-8307@postacertificata.gov.it


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Cara Paola, 

La parola "vittima" non l'ho usata perché pensassi alla Crimo come vittima di questa situazione, ma nel contesto di una potenziale richiesta di risarcimento danni potrebbe configurarla come tale e portare il Comune a dover ripagare cospicue somme all'azienda sopraccitata. 
Ci tengo a chiarire questo punto. 

Sulla Cascinazza era una cosa profondamente diversa: non si trattava di un contratto di locazione, ma di pretese edificatorie su diritti inesistenti (il regime dei suoli lo determinano i comuni). 

Il fatto che la Crimo debba rispettare le regole ed evitare i disagi ai cittadini è un elemento imprescindibile. 
Assolutamente imprescindibile. 

Altra cosa è la revoca di quel contratto che porterebbe con sé le problematiche suddette. Quindi comprendo la scelta dell'amministrazione di muoversi con una certa attenzione su questo fronte. 

Per sgombrare una volta per tutte il campo da eventuali dubbi: 

a) anche noi siamo assolutamente contrari a quell'impianto; 

b) pur fidandoci di ARPA e ASL, se dovesse essere riscontrato il mancato rispetto dei parametri, saremo i primi a batterci perché si trovi un'immediata soluzione;

c) quella determina non è assolutamente frutto della volontà di mantenere l'introito di circa 65mila euro di affitto (che sono decisamente pochi) che il Comune percepisce annualmente dalla Crimo. Questo deve essere molto chiaro. 

Detto questo anche noi cercheremo di vederci ancora più chiaramente sulla faccenda e visto che il 23 giugno - probabilmente - verrà trattata la Mozione di Villa in consiglio, vi invito a partecipare. 

Ti ringrazio per i documenti e ti auguro una buona serata. 
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Marco Lamperti
marco.lamperti-8307@postacertificata.gov.it

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