sabato 19 luglio 2014

MONZA: FUGGETTA (M5S) CRITICA IL BILANCIO APPROVATO (e torna il crematorio)

per inciso l'intervento di Fuggetta ci informa del  fatto che torna il "CREMATORIO"!
 
 
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10 motivi per non votare il bilancio di previsione 2014.
Il secondo bilancio della giunta guidata dal Sindaco targato PD Roberto “the king” Scanagatti è stato approvato, a maggioranza, a mezzanotte di giovedì 17 luglio. Per parte nostra, come gruppo consiliare M5S Monza abbiamo convintamente e coscientemente votato contro. Si tratta di una bocciatura politica e di merito, maturata dopo l’analisi dei documenti, 6 commissioni comunali, 5 consigli di cui l’ultimo a oltranza e il confronto con gli attivisti, in rete e de visu.
Durante la campagna elettorale avevamo detto “valuteremo caso per caso e proposta per proposta”. E allora vediamo insieme come l’amministrazione monzese in carica ha deciso di reperire e spendere le risorse nel 2014.
1) Approvare un bilancio di previsione a luglio è una contraddizione evidente e un pregiudizio all’attività del consiglio comunale e alla sua funzione di organo di controllo e d’indirizzo. Di fatto, più che di previsione si tratta di un assestamento. Da gennaio gli uffici e la giunta stanno spendendo in dodicesimi del 2013. Ciò significa discutere di determine e delibere già fatte, di programmi e di progetti già iniziati. Per il prossimo esercizio finanziario ci aspettiamo un processo di costruzione partecipato, che cominci per tempo fin da dopo l’estate, che sia aperto e trasparente. Si doveva e si poteva fare prima. Sono tanti i comuni che hanno approvato il bilancio ad aprile. Non ha senso aspettare i tempi, ma più che altro i comodi, del governo romano, alle prese con i cambi d’etichetta e gli equilibrismi di maggioranza. E la questione non è tanto politica, quanto più di dare risposte celeri e certe alla cittadinanza.
2) A proposito di tasse, questo bilancio previsionale 2014 passerà alla storia come il più “gabellaro” di sempre. Perché contiene una corposa manovra tributaria che in un sol colpo aumenta l’addizionale comunale all’IRPEF, la TOSAP, l’imposta sulle pubbliche affissioni e introduce la TARI, la TASI e l’imposta di soggiorno. Il refrain per giustificare il tutto è un campionario di motivazioni da manuale: “il continuo taglio dei trasferimenti statali”, “il buco ereditato dalla precedente amministrazione”, “la necessità di garantire lo stesso livello dei servizi”, “lo impone la legge” e così sia… Insomma sembra quasi stato di necessità dettato dal destino cinico e baro. Sembra quasi che il partito di maggioranza relativa in Consiglio sia diverso, altro, da quello che sostiene e anzi oggi guida il governo centrale da quasi tre anni e altrettanti governi: Monti, Letta e Renzi. Cosa succeda nel percorso da Monza a Roma è un vero mistero. Ma resta il fatto che a Roma così come a Monza governa il PD che non trova mai soluzione migliore che aumentare la pressione fiscale. Ed è strano e curioso. Perché tutti parlano sempre di riqualificare la spesa, sostenere la domanda, migliorare il welfare, garantire investimenti e poi giunti al punto di fare…giù botte ai cittadini con la mazza, -scusate- con la leva fiscale.
3) Rimanendo sempre in tema di tributi (perché poi è così, finisce che la discussione sul bilancio si risolve in una discussione sulle tasse) ed entrando più nel merito la situazione è ancor più grave. Perché nonostante la sbandierata spending review, la spesa corrente si attesta al livello più alto del triennio a 127, 6 milioni di euro (erano 119,8 nel 2013 e 125,7 nel 2012); perché la pressione tributaria pro capite passa dai 599 euro del 2013 a 813 euro del 2014; perché il monzese si deve districare tra una giungla di oltre 10 tributi diversi. Ricordarne il nome è già un’impresa. Capire quanto, quando e come pagare è una vera chimera. Ora il punto vero è che dei 90,9 milioni di gettito tributario previsto, solo i 14,4 di addizionale IRPEF rispettano pienamente il principio costituzionale della progressività dell’imposizione con scaglioni, aliquote, detrazioni e una soglia d’esenzione sancito dall’art 53 della Costituzione. La maggior parte dei tributi si paga a prescindere dal reddito. Questo vale per l’IMU che ha natura patrimoniale e per la TASI, che si giustifica con i fenomenali servizi indivisibili ed in realtà non è altro che l’IMU sulla prima casa travestita. La TARI merita un capitolo a parte. Noi chiediamo l’abbandono di questo discutibile metodo di tassazione per passare alla tariffazione puntuale. Lo abbiamo chiesto a più riprese anche con una bella iniziativa, una campagna di pressione a livello provinciale. Abbiamo presentato una mozione ad inizio anno e non ancora discussa. Comunque, a seguito dell’inchiesta Clean City che ha scoperchiato un giro di corruzione legato all’appalto rifiuti del comune di Monza, la spesa complessiva scende quest’anno di 1,2 milioni di euro. Nonostante questo, abbiamo votato contro l’adozione del regolamento TARI e abbiamo presentato un’interpellanza con una serie di chiarimenti tecnici sul calcolo delle tariffe perché a noi i conti non tornano.
4) Siamo lontanissimi dalla tanto auspicata semplificazione che secondo noi dovrebbe essere ispirata a questi tre semplici principi: 1) è il comune che chiede e non il cittadino che deve autoliquidare, dichiarare, denunciare o che so altro; 2) si paga un solo tributo con scaglioni e detrazioni, sulla base del reddito calcolato con coefficiente famigliare; 3) a fine anno il sindaco deve dire come ha gestito i tuoi denari in maniera sintetica e facilmente comprensibile. E’ in sintesi l’introduzione del diritto a conoscere la destinazione d’uso delle mie tasse. E speriamo che in sede di assestamento di bilancio non siano necessarie manovre di correzione visto che le nuove aliquote dell’addizionale IRPEF sono state simulate su dati del 2011. Strano ma vero, il MEF non ha ancora messo a disposizione dati sulla situazione reddituale più aggiornati. Incrociamo le dita e stiamo a vedere.
5) Per concludere il capitolo sul reperimento delle risorse, noi del M5S siamo delusi perché ci aspettavamo molto di più da una giunta così esperta. Troppo facile garantire spesa corrente, investimenti e servizi se si aumentano le tasse, si svaluta del 25% il patrimonio comunale da alienare e si mettono oneri di urbanizzazione che mai verranno incassati. E a proposito di quest’ultima voce i casi sono due: o questa giunta mente quando dichiara la propria lotta al cemento, oppure il dato degli oneri, in linea con i consuntivi degli anni precedenti, è falso! Il Sindaco sostiene di aver tagliato il tagliabile: in particolare si risparmia 1 milione di euro all’anno sul personale rispetto al 2012. Sono state azzerate le spese di rappresentanza e diminuite drasticamente le collaborazioni. Ma noi non crediamo che l’aumento delle tasse sia la strada giusta, ma al contrario il comune deve levare le mani dalle tasche dei monzesi! E’ la spesa che va riqualificata scegliendo un welfare per tutti e più coerente. Non è più tollerabile l’inerzia verso evasori fiscali e truffaldini dei servizi sociali. E’ giusto aiutare gli ultimi e nessuno deve rimanere in dietro, ma gli altri, la classe media in via d’estinzione non va affossata a colpi di tasse. E soprattutto, il risparmio si ottiene con politiche abitative, energetiche, di mobilità nuove, magari usando come volano la strategia Rifiuti Zero che noi promuoviamo. Per chi non lo avesse capito la nostra è una crisi di domanda interna, non di produzione.
6) Il piano delle alienazioni fa davvero rabbia. Si comincia con l’immobile di via Appiani, già sede dei servizi sociali che viene messo sul mercato con una svalutazione del 40%. Che dire? Si stanno tutelando gli interessi cittadini o si sta venendo incontro a qualche soggetto con fame di spazi in centro città? Per i meno informati, l’immobile è parte di un lascito di Bartolomeo Zucchi. Appartiene ai monzesi da centinaia di anni. E quando l’ex sindaco leghista Mariani decise di venderlo per la prima volta, l’altro ex sindaco Faglia produsse addirittura in un celebre intervento in consiglio comunale niente meno che il testamento di Bartolomeo Zucchi che dichiarava l’immobile in questione “inalienabile”. Oggi, ironia della sorte, l’allora vice sindaco e assessore al bilancio, oggi borgomastro della città lo svaluta pur di disfarsene e fare cassa. E poi c’è l’Ex INAM di via padre Reginaldo Giuliani. Acquistata a 5,5 milioni di euro, neanche tanto tempo fa e oggi sul mercato a 3,6 milioni con una svalutazione del 30 %. E l’elenco prosegue con l’area industriale dismessa della ex Fossati-Lamperti, la ex sede della TPM e della fiera di Monza. Ma ci domandiamo: davvero con tutte le problematiche della città non si riesce a trovare di meglio che svendere questo patrimonio? Non si potrebbe usare piuttosto come opportunità di scambio con arre libere così da ottenere la possibilità di tutelare il suolo e riqualificare in collaborazione coi privati il costruito esistente?
7) E la rabbia monta ancora maggiore pensando agli sprechi: la sede provinciale dei vigili del Fuoco in via cavallotti, nuova di zecca e mai inaugurata per la falsa cancellazione delle province, così come inutilizzata è la nuova sede di TPM. E che dire del disastroso accordo di programma sull’area della ex caserma IV Novembre? Oltre il danno la beffa. Della cittadella istituzionale è stata realizzata solo la inutile nuova sede della provincia, costata 22 milioni di euro, ed il centro commerciale del rondò dei pini che deturpa il paesaggio e il cannocchiale storico della villa reale sul Monte Rosa, mentre del resto non vi è traccia. Così il risultato è che ancora oggi paghiamo per quell’accordo. Per esempio, non ha senso avere così tanti immobili di proprietà in vendita e sostenere dei canoni di affitto a botte di centinaia di migliaia di euro per la sede della GDF.
8) Passando all’esame della spesa ci sono luci e ombre. Per quanto riguarda la parte corrente il conto è presto fatto. Le spese principali riguardano il personale (32,5 MLN), il servizio di smaltimento rifiuti, la gestione del verde e dell’urbanistica (27,4), il funzionamento della macchina burocratica comunale (19,2 MLN), i servizi sociali (18, 6 MLN), istruzione (10 MLN), trasporti e mobilità (10 MLN) e a seguire Polizia locale, cultura e turismo, sport, giustizia e servizi produttivi.
9) Per quanto riguarda le spese in conto capitale, facciamo riferimento al Piano Triennale delle Opere pubbliche che quest’anno prevede 69 MLN di euro di investimenti (18 MLN da alienazioni, 5,6 Milioni da Oneri di Urbanizzazione, 13,5 milioni da mutui, 13 MLN da stato/regione/provincia e il resto da privati e altre voci minori). Andando per macro aree fanno impressione le voci legate alle opere di urbanizzazione (20, 1 MLN), alle strade e infrastrutture (9 MLN) e alla manutenzione degli alloggi comunali (6,5 MLN). Ma scendendo nel dettaglio ci sono anche elementi apprezzabili su cui esortiamo l’attuale giunta ad essere più coraggiosa e ad investire ulteriori risorse certe. 3 esempi su tutti: 1,6 milioni di investimenti per il rinnovo dell’infrastruttura tecnologica relativa ai sistemi informativi cui sia aggiungono altri 250 mila euro per l’aggiornamento dei software; 500 mila euro di intervento per l’efficientamento energetico di edifici pubblici sono un buon segnale. Solo la metà hanno però carattere certo. Speriamo che sia solo l’inizio visto che quest’anno abbiamo preso tutti insieme l’impegno di aderire al patto di sindaci con l’approvazione del PAES. E infine segnaliamo il recupero/restauro della scuola Ex Borsa di via Boccaccio (nella speranza che regione e provincia facciano la loro parte). Ancora troppi soldi vengono impegnati secondo noi, per rifare male le strade e mettere pezze a lavori mal fatti nel passato oppure per la realizzazione di inutili svincoli, sottopassi e rotonde per andare sempre meglio in macchina. Troppo timidi gli interventi per sostenere la mobilitò dolce e sostenibile, la realizzazione e manutenzione di piste ciclabili e di riduzione del traffico privato che rappresenta la vera bestia nera della città. Infine, con rammarico constatiamo che due opere inutili e dannose, già previste per il 2014, sono state riprogrammate per il 2015: il parcheggio interrato di piazza Citterio e il forno crematorio presso il cimitero centrale. E a questo proposito chiediamo se tutte le risorse investite per i cari estinti in questo periodo storico non siano un filino esagerate quando i vivi e vegeti hanno tutte queste difficoltà. Detto con tutto il rispetto parlando.
10) Le società partecipate sono spesso il luogo dove si annidano sprechi di denaro pubblico e vanno costantemente monitorate perché i loro bilanci, a fine anno, vengono consolidati con quelli del comune. Cominciamo da Brianzacque che gestisce il servizio idrico e l’anno scorso ha incorporato, contro il nostro parere, l’ALSI, cioè il nostro acquedotto. Per il 2014 ci aspettiamo di vedere maturare i frutti del “nuovo corso”. Al momento, siamo ancor lontani da una vera svolta rispetto al passato. La società è stata ancora di recente indirettamente coinvolta in scandali e inchieste giudiziarie. Il problema centrale delle puzze del Depuratore di San Rocco non è ancora definitivamente risolto, così come non sono chiari i dettagli del progetto di adeguamento, a quale versione della variante siamo giunti, dove e come verranno reperite le risorse per i necessari investimenti. La gestione delle acque riflette quella dell’amministrazione ed è tutt’altro che limpida. E’ ancora pendente un ricorso al TAR Lombardia presentato dal Comitato Beni Comuni MB e da alcuni consiglieri dl M5S. La sentenza è attesa per quest’autunno. L’oggetto del contendere è proprio l’affidamento del SII in Brianza, il processo di razionalizzazione e se questo sia avvenuto legittimamente e in conformità all’esito del referendum del giugno 2011. Sempre in tema di trasparenza stiamo approfondendo la vicenda della cartella esattoriale da 230 mila euro pagata con soldi pubblici perché siamo insoddisfatti della risposta della società. TPM merita un capitolo a parte. Ci sono almeno due aspetti che ci preoccupano. Il primo è lo stipendio del direttore generale, non in linea con gli standard attuali del comune. Il secondo è la consulenza per il progetto del parcheggio interrato del nuovo ospedale san Gerardo che non si farà. Su questi temi richiediamo attenzione e raccomandiamo interventi per evitare ulteriori sprechi. La vicenda di Scenaperta è purtroppo ancora aperta e nonostante la messa in liquidazione resta il buco da 1 milione di euro da coprire e la questione del teatro Manzoni non è affatto risolta con l’affidamento alla scuola Borsa. Non conosciamo lo stato della liquidazione di Brianzafiere, mentre abbiamo visto l’inversione di rotta su Monza Crea Valore. Già messa in liquidazione dal consiglio comunale nel 2013, la società è stata resuscitata in funzione di expo 2015 anche in questo caso con nostro parere negativo. ACSM AGAM è la gallina dalle uova d’oro del comune, mentre FARMACOM ha risentito probabilmente degli interventi dell’anno scorso.
Potrei continuare ma credo di essermi spiegato. Stay tuned...