La seduta del
Consiglio comunale del 16/11/2017 è stata caratterizzata dalla discussione
su Consulte e Centri civici.
Interessante visionare la seduta ed in particolare l’intervento del Sindaco Allevi.
Il sindaco sulla questione consulte e centri civici ha
esordito citando il Regolamento stesso elaborato dalla giunta precedente.
All’Art. 2 lettera E, ha ricordato, si precisa che esiste anche un tema di “sostenibilità economica” per cui si
potrà anche intervenire allorché “gli
oneri siano superiori ai benefici”. Ha osservato che 10 centri civici sono lo stesso numero della città di Milano e che
in una analisi dei costi si potrà anche considerare la riduzione di tale numero magari convertendo qualche centro
civico a sede di associazioni meritorie. Allevi si è chiesto: ”Ci possiamo
permettere 10 centri civici? …E i facilitatori esterni? “. Sempre in materia di
costi ha affermato che i facilitatori esternalizzati delle consulte hanno un
costo di 200.000 euro l’anno e cioè un costo totale x il triennio di 600.000
euro. Ha annunciato che già nel bilancio
previsionale del 2018 tale voce di spesa è azzerata
A corroborare l’idea di un cambio di rotta, ha estratto anche
i verbali di parecchie riunioni della Consulta di San Fruttuoso per notare il
numero bassissimo di presenze di cittadini “normali”.
A questo punto ci consentiamo qualche commento. Tutti possono verificare che a suo tempo
abbiamo rivolto critiche abbastanza ferme all’impianto della Consulta come
concepita dalla Giunta precedente. Abbiamo sempre detto che era solo
consultiva, con competenze assai limitate (no urbanistica, no PGT ecc.). Il
regolamento stesso è stato approvato prima di analizzare le nostre
osservazioni.
Tuttavia onestà intellettuale impone di dire che, come ha
osservato Longoni in Consiglio, per un lungo tratto le Consulte non hanno
previsto la partecipazione dei cittadini ”normali” per cui farne la conta dai verbali
ha poco senso. Come non è giusto passare sotto silenzio le centinaia di
progetti e le migliaia di voti partoriti a Monza da Bipart. Un lavorio che ha
prodotto lo sviluppo di un primo tessuto di socializzazione, relazioni e reti
che, come nel caso di Sant’Albino, ha favorito l’incontro di associazioni
diverse per storia e statuto attorno ad un progetto comune per il quartiere.
Anche i dati sui costi dei facilitatori esterni citati dal
Sindaco non risultano corretti. Ci risulta infatti che 200.000 euro erano
l’impegno di spesa per tre anni,
quindi l’importo sarebbe stato di 66.000 euro all’anno. Oltre al fatto che da
noi gran parte del lavoro è stato svolto dalla segretaria del Centro civico.
Le affermazioni sui Centri
civici sono poi le più preoccupanti. Sembrano scaturire da una visione assai
povera del decentramento amministrativo. I centri civici sembrano intesi solo
come centri di spesa. Anche in questo caso ci sembra assai più interessante e
utile la visione descritta da Longoni e suffragata da esperienze già rodate a
Monza. I Centri civici infatti possono divenire, anche a costi assai ridotti, luoghi
gestiti dal volontariato, dal terzo settore, da cooperative sociali e in grado
di portare ai cittadini servizi di prossimità, esperienze sociali innovative ma
anche start up e opportunità di lavoro. Tutte cose che a Sant’Albino sono
appena in nuce ma che non possiamo neppure concepire senza un Centro civico, per
l’apertura del quale, ricordiamo tra parentesi, i cittadini di Sant’Albino si
sono battuti per anni . Ora confidiamo che nel corso dei prossimi incontri con
la Giunta le nostre preoccupazioni possano rivelarsi infondate. Perché comunque
indietro non si torna.
Riportiamo nuovamente anche la MOZIONE APPROVATA DALLA CONSULTA DI QUARTIERE SANT'ALBINO in merito:
http://comitatosantalbino.blogspot.it/2017/11/mozione-della-consulta-di-quartiere.html
Riportiamo nuovamente anche la MOZIONE APPROVATA DALLA CONSULTA DI QUARTIERE SANT'ALBINO in merito:
http://comitatosantalbino.blogspot.it/2017/11/mozione-della-consulta-di-quartiere.html