martedì 26 novembre 2019

ASFALTI BRIANZA - LA (BRUTTA) STORIA AD OGGI




L'AUA (autorizzazione unica ambientale) rilasciata ad AB nel 2016 ha autorizzato ad usare un impianto vecchissimo con filtri a manica che per definizione non possono trattenere sostanze gassose cancerogene (Idrocarburi policiclici aromatici, Aldeidi ossigenati ecc.). Sostanze cancerogene emesse per ammissione della stessa Asfalti Brianza e confermate da analisi fatte da "Le Iene". Una licenza di uccidere.
La stessa AUA era stata concessa, ci pare, senza alcuna preliminare VAS (Valutazione ambientale strategica) e senza valutare che  l'impianto urbanistico e abitativo e il quadro di inquinamento complessivo sono radicalmente mutati dal 1954 (anno di insediamento della azienda originaria).

La normativa regionale offre come strumento di contrasto alle "molestie olfattive" la DGR 3018. Strumento di per sé poco efficace in presenza, come nel nostro caso, di emissioni di sostanze cancerogene.
Il sindaco Borgonovo di Concorezzo, di fronte alle vibranti proteste da parte di cittadini di Concorezzo, Monza, Brugherio e Agrate, anziché attivare le procedure previste dalla suddetta DGR ha preferito, nel 2017, concertare con l'azienda degli interventi di mitigazione. Questo l'ha detto il  vicesindaco di MonzaVilla in assemblea pubblica il 2/8/2019. I tavoli di concertazione si sono trascinati senza utilità fino a luglio 2019. Anche questo l'ha detto Villa. Monza si è limitata inizialmente a suggerire l'attivazione delle procedure della DGR. Poi ha rapidamente rinunciato. Arpa, non essendo investita secondo le procedure della stessa DGR si è tolta fin dal 2° tavolo. ATS MB si è limitata a dire che dai dipendenti non risultavano segnalazioni di tipo sanitario. Non si sa sulla base di quali indagini. L'azienda, grazie a tecnici indicati da membri di un comitato composto da alcune persone di Concorezzo (che forse proprio ora si è sciolto) ha proposto modifiche impiantistiche di mitigazione. Il 4 Luglio 2019 il nuovo  sindaco Capitanio impegna l'azienda a svolgere questi interventi e rassicura che ad agosto i lavori verranno fatti e che il disagio dei cittadini cesserà. Da fine luglio e per tutto agosto 2019 una vasta area delle 4 cittadine (Concorezzo ma  soprattutto Agrate, Monza e Brugherio) viene ammorbata da miasmi terribili che procurano malesseri perfino a molti animali domestici. La provincia intanto si riserva di verificare ed eventualmente  autorizzare l'installazione di un nuovo bruciatore. Il 13 agosto il sindaco Capitanio emette una ordinanza che sollecita tale installazione (senza aggiungere  nulla rispetto alla necessità di adottare  filtri adeguati ed altre misure per la tutela della salute). Il nuovo bruciatore ha maggiore potenza o comunque per qualche motivo  non valutato allarga moltissimo l'area colpita dalle emissioni. Il Comitato Sant'Albino raccoglie in  un mese e mezzo 900 segnalazioni (da Torazza a Baraggia, a Triante, a Cederna, a San Damiano e fino ad Agrate e Concorezzo).
Intanto la  Procura della Repubblica indaga su Ab.
Forse (non) casualmente nei giorni antecedenti il sequestro veniamo invasi da miasmi terrificanti. Intanto le Iene fanno una incursione in azienda documentando condizioni di lavoro  a rischio. Intervistano il responsabile di ARPA MB che ammette che i  controlli sono sempre avvenuti a camino spento. Per sfortuna, dice. Inoltre attribuisce la mancanza di interventi più seri a responsabilità dei sindaci di Concorezzo (quello nuovo, dice, non lo conosco neppure). Le analisi de "Le Iene"" confermano che vi sono emissioni cancerogene con concentrazioni assai più elevate di quanto contenuto nella relazione autoprodotta da AB a marzo del 2018.
La procura sequestra l'impianto (25/9/2019) per stoccaggio illecito di rifiuti. Durante il sopralluogo ordinato dalla Procura prima del sequestro, voci riportano che siano stati trovati rifiuti non pericolosi e pericolosi stoccati in modo non adeguato e del percolato nei pozzetti. Rispetto ai  quattro dipendenti scritti sulla visura camerale di AB vengono trovate una decina di persone e una "azienda fantasma" collocata negli stessi spazi di AB.
Per inciso, sempre da visura camerale, AB risulta avere un capitale sociale di soli 10.000 euro e 4 soli dipendenti. In compenso da un DURC che anonimi ci hanno recapitato nella posta abbiamo rilevato che ha 117.00 euro circa di debiti con INPS e 34.000 circa con Inail (mancato versamento contributi) per cui dovrebbe risultare fallita secondo le nuove normative.
La Procura dispone che i rifiuti vengano smaltiti e "caratterizzati" e che si ripristini una situazione coerente con i dettami dell' AUA. Rispetto alla caratterizzazione sappiamo solo che il sindaco Capitanio ha affermato che una prima analisi fatta da un laboratorio di Brescia (ma non abbiamo maggiori dettagli su modi, quantitativi e percentuali) avrebbe rassicurato rispetto alla pericolosità.
Secondo le indicazioni della Procura lo smaltimento da parte dell'azienda andrebbe monitorato 24 ore su 24 dai vigili di Concorezzo ma ciò non avviene e ci si limita ad imporre ad AB di segnalare e registrare gli orari di smaltimento. In quegli orari i vigili si impegnano a fare dei controlli a campione. Una procedura di scarsa garanzia.
Intanto l'azienda chiede di poter riprendere il lavoro e "promette" una mitigazione dell'impatto odorigeno mediante additivi. Tecnici, pare, corroborano la tesi e l'azienda riapre sia pure a regime ridotto (di notte, così le attività rischiano di esere ancor meno trasparenti e monitorabili). La riapertura è in qualche modo appoggiata dalle Amministrazioni che nel frattempo sono convenute tutte sull'idea di attivare le procedure della DGR 3018 ed il lavoro degli "annusatori". Alcune lo fanno in buona fede. Altre strumentalmente. L'avvio delle procedure e degli annusatori impone infatti la ripresa della produzione. Così il  Procuratore delibera la riapertura e AB ora emette alle stesse condizioni di prima (con filtri inadeguati) le stesse sostanze di prima. Anzi una variabile è data dagli additivi che se "mascherano" le puzze (infatti da  stamattina un sacco di gente segnala un diffuso odore simile al cacao) consentono di utilizzare al 100% fresato riciclato  che nella prassi senza additivi non può superare il 20% del  composto. Inoltre sulla nocività di tali additivi l'Istituto Superiore di Sanità mantiene forti riserve. Potremmo avere aggiunto ulteriori porcherie. 
Unico impegno che potrebbe avere un segno positivo è che dal gennaio prossimo L'AUA forse non verrà più confermata (come finora) sulla base di autocertificazioni ma con un regime di controlli più serio.

Oggi (26/11/19) è stata convocata la Conferenza di servizi per la revisione dell'AUA sulle proposte di modifiche impiantistiche fatte da Ab. I protagonisti sono Provincia, Arpa, Ats, Ato , sindaco di Concorezzo e Vincenzo Bianchi, proprietario di AB. I sindaci di Monza, Brugherio e Agrate sono invitati solo come uditori.
La seduta del Consiglio comunale di Monza di ieri ha palesato che dal Comune di Monza ci possiamo aspettare solo una formale adesione alle procedure della DGR 3018. Procedure che a questo punto possono essere usate come arma di distrazione di massa. Infatti AB lavora intensivamente solo col caldo. Ora le finestre sono chiuse e le emissioni odorano di cacao. Le segnalazioni diverranno poche ed attribuibili a qualche pasticceria.
Del risultato della Conferenza dei servizi non sappiamo molto. Sappiamo che il buon Vincenzo Bianchi non si è presentato di persona. Non eravamo troppo ottimisti. Sembra che non si sia concluso molto e rinviato per ulteriori valutazioni tecniche al 10 gennaio 2020. Intanto però l'attività e le emissioni proseguono (legittimati).

Ieri il cosigliere comunale Mariani di Grande Nord ha osservato che per l'apertura di qualsiasi nuova attività manifatturiera anche piccolissima è necessario fare dei carotaggi per verificare se l'area va bonificata. Egidio Longoni del PD ha detto che in ogni caso la spesa dei controlli può essere suddivisa per i quattro comuni.
Oltretutto la legge afferma che chi inquina paga. Per cui evitiamo che i falliti poi se ne vadano lasciando a carico della collettività le spese ben più gravose di una bonifica!
Anzi, visti i precedenti di taluni personaggi in gioco, qualcuno ipotizza già che con contributi pubblici e promessi investimenti con pagamenti a futura memoria ci si possa trovare con un impianto rinnovato ma con una società che si dichiara (ipotizziamo da gennaio) fallita. Resterebbe però una montagna di fresato da smaltire a carico del Comune. A questo punto miracolosamente potrebbe farsi avanti una nuova società "araba fenice" pronta a rilevare il tutto ben  rinnovato ma ovviamente ad un prezzo assai ribassato. Ma chi teme ciò evidentemente è un malfidente.


A noi sembrerebbe più logico sospendere l'attività almeno fino al 10 gennaio Ma quantomeno si dia il via a un monitoraggio serio. Basterebbero controlli delle emissioni al camino, carotaggi per almeno un chilometro lungo la linea del vento (almeno fin all'Orto giardino condiviso del Comune di Monza i cui partecipanti chiedono controlli a gran voce), monitoraggi del sottosuolo e della falda almeno nel perimetro dell'azienda.
Stiamo anche valutando di passare alle denunce per gli amministratori che non tutelano la salute dei cittadini.

A QUESTO PUNTO CONFIDIAMO FORTEMENTE NEL PREFETTO CHE PER PRIMO, DOPO CINQUE ANNI DI CHIACCHIERE,  HA CHIESTO AD ATS ED ARPA CHE FORNISCANO RAPIDAMENTE UN SERIO PROGETTO DI LAVORO.


CQSA