domenica 4 settembre 2022

IN RICORDO DI GIANCARLO FERRARI









E' morto Giancarlo Ferrari. Era molto anziano e recentemente versava in condizioni di salute precarie. Fino a non tantissimo tempo fa frequentava il nostro spazio di "Scambio libri" e le sue testimonianze ci hanno  molto colpito. 

Da ragazzino, dalla propria finestra dovette assistere ad un rastrellamento dei tedeschi sulla "Piazzetta". Urla in tedesco che ricordava scolpite nella memoria (anche perché poi ha imparato il tedesco per motivi professionali in quanto tecnico meccanico). Se ricordiamo bene, un suo  fratello negli ultimi tempi della guerra era nascoso. I tedeschi e i fascisti allora arrestarono il padre e lo riempirono di botte imponendo al figlio di presentarsi pena la deportazione del padre. Altri vicini di casa operai furono arrestati e torturati. Uno tornò malconcio e con le caviglie tagliate dal filo di ferro. Morì giovane anche per le conseguenze delle torture. Un altro suo vicino di casa era Luigi Montrasio, deportato per un caso di omonimia e morto a Gusen. Una vicenda drammatica che lo aveva colpito profondamente.   

Giancarlo fu a lungo consigliere del Circolo De Amicis. Fu impegnato in molte vicende riguardanti la nostra comunità (un tempo tutti dicevamo il nostro "paese"). Tra le altre realizzazioni ricordava con fierezza di aver suggerito una soluzione efficace ed economica per l'interramento della Roggia Gallarana all'attraversamento di Via Adda. Fu anche uno degli organizzatori della "Cooperativa unitaria" che ha costruito le case in Via Memeli. 

Ci raccontò anche molti aneddoti di un mondo ormai scomparso. Purtroppo ne ricordiamo solo alcuni perché non sempre si è coscienti del fatto che quando muore un anziano brucia una biblioteca e non c'è più modo di recuperarla.  Ci raccontò, per esempio, di un vecchio contadino che refrattario ad ogni novità di tanto in tanto si radeva, ma con un frammento di specchio rotto, riportando ferite sanguinanti cui però non dava alcun peso. Di un ladro locale che dietro l'Arengario rubò una carrozzina (senza l'infante) ma fu presto preso dalle guardie perché...era alto più di due metri in un'epoca in cui l'altezza media era di un metro e mezzo. Della Bambina di Managia che indefessa contava e ricontava i sassi del cortile dell'attuale Centro civico e delle imprese del suo Gidin. Di due fratelli che erano in costante conflitto. Uno dei due aveva una vigna verso il mulino, custodita da un cane maremmano ferocissimo. L'altro fratello scommise che sarebbe andato a prendere il maremmano inavvicinabile e che lo avrebbe portato "in casina". E in effetti ad un certo punto entrambi coperti di sangue arrivarono in paese, ed era difficile distinguere l'animale dall'umano. 

E poi ci ha raccontato della sua passione per la politica e il sindacato. Ora si era messo, Giancarlo, a scrivere una storia di Sant'Albino in rima. Era un'opera geniale. Chissà se l'avrà lasciata tra le sue carte...Ciao Giancarlo.


PS: se qualcuno avesse dei ricordi personali è pregato di farceli avere.