Fioccano articoli, video, notiziari ecc. che lanciano news quotidiane sulla delinquenza giovanile, il vandalismo, la diffusione di droga. Il taglio è solitamente allarmistico e le soluzioni proposte sono essenzialmente di tipo repressivo. Ad agitare questi spettri sono soprattutto le forze politiche al governo che in compenso nulla fanno per una vera soluzione. Ma questo approccio superficiale è ampiamente condiviso anche al di fuori delle forze di governo.
Purtroppo nessuno ascolta gli appelli che da decenni provengono da chi lavora su questi fronti ed ha la preparazione culturale e professionale per proporre percorsi seri per la prevenzione e la presa in carico di queste problematiche. Tutti costoro sottolineano con forza la necessità e l'importanza di presidi educativi territoriali per i giovani e di luoghi di socializzazione per tutti, con un'attenzione particolare agli anziani.
Per quanto riguarda i giovani, è cruciale sviluppare politiche giovanili che promuovano centri di aggregazione e spazi educativi non solo scolastici, in cui i ragazzi possano trascorrere il tempo libero in attività educative e ricreative. Questi presidi territoriali aiutano a combattere la povertà educativa, favoriscono la socializzazione e contribuiscono allo sviluppo di capacità sociali, partecipative e di inserimento nella comunità. Occorre la responsabilità condivisa di famiglie, territorio e soprattutto delle istituzioni per promuovere e sostenere questi spazi che possono favorire comunità più inclusive e consapevoli.
Per gli anziani, la socializzazione è una vera e propria "terapia di benessere", essenziale per la salute mentale e fisica. Attività di gruppo come laboratori creativi, ginnastica dolce, eventi sociali e iniziative intergenerazionali sono strumenti fondamentali per mantenere vivi i legami sociali e prevenire la solitudine, facilitando un senso di appartenenza e inclusione.
A S. Albino probabilmente sarebbe già straordinario che il nostro centro civico potesse divenire uno spazio in cui ogni giorno ci si possa incontrare a bere un caffè, giocare a carte, sferruzzare, chiacchierare e leggere il giornale. E che per qualche ora al giorno educatori preparati potessero far fare i compiti ai bambini che spesso hanno entrambi i genitori al lavoro. Ma di tutto ciò, finora, nonostante le promesse elettorali, non abbiamo visto praTicamente nulla.
Finora l'antico tessuto "di paese" ha mantenuto qualche relazione. Ma il prossimo futuro è quello delle (peggiori) periferie milanesi.