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venerdì 11 novembre 2016
S.ALBINO CONTRO GLI ECOMOSTRI
giovedì 10 novembre 2016
COLOMBO, NON CHIEDIAMO L'AMERICA! (Ecomostro 2)
Ieri sera la Consulta
di quartiere ha incontrato l’Assessore Colombo. L’incontro è stato promosso
dal nostro Comitato.
IL NUOVO ECOMOSTRO
La questione primaria riguardava l’ennesimo ecomostro che
sorgerà a nord della piscina, troppo a ridosso delle ultime abitazioni di Via
Ferrucci.
PROMEMORIA
A fine
giugno in Consiglio Comunale si discute sulla variante generale del Piano di
Governo del Territorio (PGT). Il 7 luglio 2016 il nuovo PGT viene approvato.
Esso prevede una fascia di rispetto a
verde tra zona industriale e quartiere S.Albino. Non solo! Un emendamento
proposto dal segretario del PD
Alberto Pilotto in Consiglio Comunale e fatto proprio dalla stessa Giunta
assegna alla previsione a verde di questa area, individuata nel Documento di
Piano come “rete della naturalità diffusa”, una valenza prescrittiva. In poche parole la Giunta decide che quest’area
è e deve restare a verde.
Il 30 giugno
2016 però, in modo un po' schizofrenico, nel pieno della discussione sul PGT e
pochi giorni prima della sua approvazione, la stessa Giunta dà l’ok alla costruzione di un capannone industriale che
cade per metà nella stessa area a verde. (Progetto del 2012 dello studio
Architettura Battistoni Associati - schema di convenzione urbanistica del lotto F3
del Piano Particolareggiato Pompei Ercolano della “Soc. Imm. Bavaria ’79
s.r.l.” - presentato in data 8 giugno
2016, solo 22 giorni prima).
Già i tempi
della approvazione ci parlano di una operazione quantomeno frettolosa e
contraddittoria rispetto alle stesse linee guida tanto enfatizzate dalla Giunta
(la famosa ma piuttosto teorica “riduzione del consumo di suolo”). E’ poi sotto
lo sguardo di tutti il fatto che in questa fase di crisi il proliferare di
capannoni risponde a logiche di speculazione più che al rilancio
dell’occupazione. Il capannone che incombe sull’unico parchetto giochi di
Sant’Albino, ormai conosciuto in quartiere come “ecomostro”, è a tutt’oggi
semivuoto e rischia di diventare un’area dismessa ancora prima di diventare
produttiva.
LA NOSTRA PROPOSTA/MEDIAZIONE
Il nostro
Comitato cerca (già ai primi di ottobre) di fare comunque una proposta costruttiva. In poche parole (vedi
l’immagine sotto) chiediamo di unificare i lotti F2 e F3 e di far slittare il capannone verso nord, cioè
più lontano dalle case, spostando le superfici a standard (parcheggio e
aree verdi) verso sud, cioè verso le case e il quartiere.
La linea verde indica il margine al di sotto del quale
è prevista dal Pgt adottato la fascia a verde di rispetto verso il quartiere
S.Albino
LA RISPOSTA
DELL’ASSESSORE
L’Assessore
Colombo giustifica l’operazione dicendo che la responsabilità
dell’approvazione era in carico al
dirigente e non all’Assessore e che doveva rispondere solo al rispetto delle
norme vigenti. Dice esplicitamente di non comprendere le preoccupazioni degli
abitanti rispetto ad impatto visivo e ambientale della nuova costruzione. A suo
avviso la distanza dalle case è più che sufficiente. Argomenta che la legge tutela la proprietà privata (dell’immobiliare). In compenso Colombo mostra poca sensibilità alla
salvaguardia di proprietà più immateriali ma inestimabili. Non è la stessa cosa,infatti,
avere di fronte alle finestre un muro di cemento al posto della abituale
visione di Grigna e Resegone!
Anzi alla
fine Colombo ritiene ingenerose le nostre osservazioni perché a suo avviso in
questo caso l’Amministrazione ha rinunciato a monetizzare ottenendo un
ampliamento dell’area verde.
Il Comitato
e alcuni cittadini presenti chiedono allora che la politica svolga il proprio
compito di reale tutela del territorio e della comunità, al di là delle anguste
visioni tenico-normative. Insomma che l’Assessore ascolti la gente e che cerchi
di rimediare. Si chiede che almeno contatti l’immobiliare per proporre una
permuta con terreni comunali più a nord. Tale soluzione allontanerebbe un po'
dalle case le costruzioni e anche l’accesso viabilistico al capannone da Viale
Industrie, altro elemento che potrebbe avere ricadute critiche e che è stato
del tutto ignorato in via di programmazione.
Solo dopo lunghe insistenze nostre e obiezioni sue
l’Assessore ha detto che ci proverà. Lo attendiamo alla prova dei fatti.
ASSESSORE COLOMBO: NON CHIEDIAMO L'AMERICA! (Ecomostro 2)
Ieri sera la Consulta
di quartiere ha incontrato l’Assessore Colombo. L’incontro è stato promosso
dal nostro Comitato.
IL NUOVO ECOMOSTRO
La questione primaria riguardava l’ennesimo ecomostro che
sorgerà a nord della piscina, troppo a ridosso delle ultime abitazioni di Via
Ferrucci.
PROMEMORIA
A fine
giugno in Consiglio Comunale si discute sulla variante generale del Piano di
Governo del Territorio (PGT). Il 7 luglio 2016 il nuovo PGT viene approvato.
Esso prevede una fascia di rispetto a
verde tra zona industriale e quartiere S.Albino. Non solo! Un emendamento
proposto dal segretario del PD
Alberto Pilotto in Consiglio Comunale e fatto proprio dalla stessa Giunta
assegna alla previsione a verde di questa area, individuata nel Documento di
Piano come “rete della naturalità diffusa”, una valenza prescrittiva. In poche parole la Giunta decide che quest’area
è e deve restare a verde.
Il 30 giugno
2016 però, in modo un po' schizofrenico, nel pieno della discussione sul PGT e
pochi giorni prima della sua approvazione, la stessa Giunta dà l’ok alla costruzione di un capannone industriale che
cade per metà nella stessa area a verde. (Progetto del 2012 dello studio
Architettura Battistoni Associati - schema di convenzione urbanistica del lotto F3
del Piano Particolareggiato Pompei Ercolano della “Soc. Imm. Bavaria ’79
s.r.l.” - presentato in data 8 giugno
2016, solo 22 giorni prima).
Già i tempi
della approvazione ci parlano di una operazione quantomeno frettolosa e
contraddittoria rispetto alle stesse linee guida tanto enfatizzate dalla Giunta
(la famosa ma piuttosto teorica “riduzione del consumo di suolo”). E’ poi sotto
lo sguardo di tutti il fatto che in questa fase di crisi il proliferare di
capannoni risponde a logiche di speculazione più che al rilancio
dell’occupazione. Il capannone che incombe sull’unico parchetto giochi di
Sant’Albino, ormai conosciuto in quartiere come “ecomostro”, è a tutt’oggi
semivuoto e rischia di diventare un’area dismessa ancora prima di diventare
produttiva.
LA NOSTRA PROPOSTA/MEDIAZIONE
Il nostro
Comitato cerca (già ai primi di ottobre) di fare comunque una proposta costruttiva. In poche parole (vedi
l’immagine sotto) chiediamo di unificare i lotti F2 e F3 e di far slittare il capannone verso nord, cioè
più lontano dalle case, spostando le superfici a standard (parcheggio e
aree verdi) verso sud, cioè verso le case e il quartiere.
La linea verde indica il margine al di sotto del quale
è prevista dal Pgt adottato la fascia a verde di rispetto verso il quartiere
S.Albino
LA RISPOSTA
DELL’ASSESSORE
L’Assessore
Colombo giustifica l’operazione dicendo che la responsabilità
dell’approvazione era in carico al
dirigente e non all’Assessore e che doveva rispondere solo al rispetto delle
norme vigenti. Dice esplicitamente di non comprendere le preoccupazioni degli
abitanti rispetto ad impatto visivo e ambientale della nuova costruzione. A suo
avviso la distanza dalle case è più che sufficiente. Argomenta che la legge tutela la proprietà privata (dell’immobiliare). In compenso Colombo mostra poca sensibilità alla
salvaguardia di proprietà più immateriali ma inestimabili. Non è la stessa cosa,infatti,
avere di fronte alle finestre un muro di cemento al posto della abituale
visione di Grigna e Resegone!
Anzi alla
fine Colombo ritiene ingenerose le nostre osservazioni perché a suo avviso in
questo caso l’Amministrazione ha rinunciato a monetizzare ottenendo un
ampliamento dell’area verde.
Il Comitato
e alcuni cittadini presenti chiedono allora che la politica svolga il proprio
compito di reale tutela del territorio e della comunità, al di là delle anguste
visioni tenico-normative. Insomma che l’Assessore ascolti la gente e che cerchi
di rimediare. Si chiede che almeno contatti l’immobiliare per proporre una
permuta con terreni comunali più a nord. Tale soluzione allontanerebbe un po'
dalle case le costruzioni e anche l’accesso viabilistico al capannone da Viale
Industrie, altro elemento che potrebbe avere ricadute critiche e che è stato
del tutto ignorato in via di programmazione.
Solo dopo lunghe insistenze nostre e obiezioni sue
l’Assessore ha detto che ci proverà. Lo attendiamo alla prova dei fatti.
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