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sabato 18 dicembre 2021

Ecomafia 2021 – Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia (Legambiente)

16/11/2021


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·       Nel 2020, anno nero segnato dalla pandemia, nonostante la flessione dei controlli effettuati (-17%) i reati ambientali toccano quota 34.867 (+0,6% rispetto al 2019), con una media di 4 ogni ora. Cresce l’impatto nelle regioni a tradizionale presenza mafiosa (46,6% del totale) e aumentano sia le persone denunciate (+12%) che gli arresti (+14,2%)

 

Ambiente sotto attacco:

codice rosso per boschi e fauna. 4.233 i reati relativi agli incendi boschivi (+8,1%). 8.193 quelli contro gli animali, poco meno di uno ogni ora. Illeciti in calo ma più arresti (+15,2%) nel ciclo dei rifiuti e più persone denunciate in quello del cemento (+23,1%)

Ci riserviamo di presentare 10 proposte per rendere più efficace l’azione dello Stato: “Fondamentale non abbassare la guardia contro gli ecocriminali, completare e rafforzare il sistema normativo e alzare il livello qualitativo dei controlli pubblici ambientali in tutta Italia, a partire dal Centro-Sud, soprattutto ora che il Paese spenderà le ingenti risorse pubbliche previste dal PNRR”

 Parte la campagna di raccolta fondi per sostenere noi e gli avvocati dei Centri di azione giuridica per chiedere giustizia nei processi penali e nei ricorsi amministrativi

(Info e tabelle su noecomafia.it –  Video scheda >>  https://mega.nz/file/ooYQzT4I#_Txc7S0wzx4Tj1Vt3s1YPSnEQLds7y8llnEHrfQHck8 – Video commento >> clicca qui)

Nel 2020, anno nero segnato dalla pandemia Covid-19, l’Ecomafia non conosce lockdown e pause, né risparmia l’ambiente. A fotografare la situazione è il nuovo rapporto Ecomafia 2021, realizzato  con il sostegno di COBAT E NOVAMONT e edito da Edizioni Ambiente. In Italia nel 2020 sono 34.867 i reati ambientali accertati (+0,6% rispetto al 2019), alla media di oltre 95 reati al giorno, 4 ogni ora. Aumentano le persone denunciate: 33.620 (+12% rispetto al 2019), le ordinanze di custodia cautelare eseguite 329 (+14,2%), i sequestri effettuati 11.427 (+25,4%), ma cala il numero complessivo dei controlli passati da 1.694.093 del 2019 a 1.415.907 del 2020, con una flessione del 17% rispetto al 2019. Sempre alta l’incidenza dei reati ambientali accertati nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (ossia Sicilia, Campania, Puglia e Calabria), esattamente 16.262, il 46,6% del totale nazionale, con 134 arresti, nel 2019 erano stati “soltanto” 86. Il mercato illegale è di 10,4 miliardi di euro (- 0,9% sul 2019). Crescono gli investimenti a rischio: 11,2 miliardi di euro (+2,6 sul 2019). Nella classifica regionale, Campania, Sicilia, Puglia sono le regioni più colpite da illeciti ambientali. Al quarto posto quest’anno sale il Lazio con 3.082 reati, con un incremento del 14,5% sul 2019, superando così la Calabria. La Lombardia resta la regione con il maggior numeri di arresti.  Preoccupante anche il numero dei comuni commissariati per ecomafia sino a oggi, ben 32, dei quali 11 sono stati sciolti nei primi nove mesi del 2021.

Un quadro nel complesso preoccupante, se si considera che una parte molto significativa degli illeciti analizzati nel rapporto Ecomafia ha a che fare con la violazione di normative connesse ad attività delle imprese, che pure hanno dovuto subire, in diversi settori, la sospensione delle produzioni, causata, appunto, dai lockdown. A confermare la pressione sostanzialmente inalterata dell’eco-criminalità nel nostro paese è anche l’applicazione dei delitti contro l’ambiente, introdotti nel Codice penale dalla legge 68 del 2015: 883 i procedimenti aperti (in leggera flessione rispetto al 2019, quando erano stati 894), con 2.314 soggetti denunciati e 824 arresti. E il numero più alto di procedimenti, ben 477, ha riguardato il delitto di inquinamento ambientale. Nota positiva: il numero crescente di Procure che hanno risposto all’appello del ministero per monitorare l’applicazione della legge 68: è stato superato l’88% degli uffici competenti (l’anno precedente l’80%), la percentuale più alta di sempre, segno evidente di una sensibilità crescente verso i crimini ambientali anche all’interno dell’ordinamento giudiziario.

Il rapporto Ecomafia, presentato oggi in conferenza stampa a Roma, ha analizzato i dati frutto dell’intensa attività svolta da forze dell’ordine, Capitanerie di porto, magistratura, insieme al lavoro del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente nato dalla sinergia tra Ispra e Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente e dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli. A questi dati, se ne affianca uno emblematico, quello del Global Witness: in un mondo quasi paralizzato dalla pandemia sono state uccise 227 persone, dalla Colombia alle Filippine, dal Brasile alla Repubblica Democratica del Congo, a causa del loro impegno nella difesa della natura, contro le deforestazioni, le attività estrattive e lo sfruttamento selvaggio delle risorse idriche. Non sono mai state così tante dal 2012, primo anno di pubblicazione del report sugli ambientalisti uccisi nel mondo. A loro è dedicato questo rapporto Ecomafia 2021 che per noi è anche l’occasione per ricordare a Parlamento e Governo l’urgenza e l’importanza di completare e rafforzare il quadro normativo e aumentare i controlli.

“Non si deve assolutamente abbassare la guardia contro i ladri di futuro – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – a maggior ragione in un momento storico in cui dovremo spendere ingenti risorse pubbliche previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Va scongiurato in ogni modo il rischio di infiltrazioni ecomafiose nei cantieri per la realizzazione di opere ferroviarie e portuali, impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e di riciclo dei rifiuti, depuratori, interventi di rigenerazione urbana, infrastrutture digitali, solo per fare qualche esempio delle opere che servono alla transizione ecologica del paese. Il lavoro di repressione ha avuto un’impennata grazie ai delitti contro l’ambiente, che siamo riusciti a far inserire nel Codice penale nel 2015, dopo 21 anni di lavoro incessante. Ora è fondamentale un deciso cambio di passo che porti a completare il sistema normativo inserendo i delitti ambientali e di incendio boschivo tra i reati per cui è possibile, vista la loro particolare gravità e complessità, prorogare i termini di improcedibilità previsti dalla riforma della giustizia, approvata dal Parlamento. Va aggiornato il Codice penale inserendo tra i delitti anche le agromafie, il traffico di opere d’arte e di reperti archeologici e il racket degli animali. È poi fondamentale – continua Ciafani – alzare il livello qualitativo dei controlli pubblici ambientali in tutta Italia, a partire dal Centro-Sud. Servono nuove risorse finalizzate all’aumento del personale per le valutazioni e le ispezioni e all’acquisto della strumentazione innovativa per effettuare i monitoraggi. Si deve procedere speditamente all’approvazione dei decreti attuativi della legge 132 del 2016, che ha istituito il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente”.

 

Attacco all’ambiente: 

Nel 2020 in Italia è codice rosso per boschi e fauna. Sono 4.233 i reati relativi agli incendi boschivi (+8,1% rispetto al 2019). 8.193 gli illeciti contro gli animali, poco meno di uno ogni ora. Da soli, i reati contro la fauna rappresentano il 23,5% del totale dei reati ambientali, con 6.792 persone denunciate, oltre 18 al giorno, 5.327 sequestri effettuati e 33 arresti. Numeri sicuramente in difetto rispetto alla realtà, sia per l’esiguità dei controlli effettivi (principalmente nelle aree interne e naturali), sia, soprattutto, per la scarsa efficacia del sistema sanzionatorio, ancora privo di delitti adeguati alla gravità dei fatti. La flessione più significativa, probabilmente riconducibile ai periodi di chiusura di molte attività produttive durante i lockdown, è quella relativa al ciclo dei rifiuti, che in termini di illeciti accertati registra un -12,7% rispetto al 2019, ma più arresti (+15,2%). Reati in leggera flessione anche nel ciclo del cemento (-0,8%), con una crescita, però, delle persone denunciate (13.083, con un +23,1% rispetto al 2019). Le inchieste sviluppate contro i traffici organizzati di rifiuti (quelli più gravi, sanzionati ai sensi dell’articolo 452-quaterdecies del Codice penale) non hanno subito flessioni: sono state 27 nel 2020, in crescita rispetto al 2019, a cui se ne devono aggiungere altre 23 registrate da Legambiente dal 1° gennaio al 15 settembre di quest’anno. Dati che si riflettono anche sul valore complessivo del fatturato illegale, stimato da Legambiente nel 2020 in 10,4 miliardi di euro (-09 sul 2019), mentre aumenta quello sugli investimenti a rischio nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, dagli appalti alla gestione dei rifiuti urbani, che ha toccato quota 11,2 miliardi di euro.

Gli abbattimenti degli abusi edilizi, infine, sono al palo: dal 2004 al 2021 emesse 57.250 ordinanze di demolizione, ma ne sono state eseguite solo il 32,9%, con significative differenze tra Nord e Sud. La Puglia ha il record negativo con il 4%.

 

Archeomafie: 

aumentano i controlli (11.801, una media di 32 al giorno, con una crescita, rispetto all’anno precedente, del 32%) e diminuiscono i furti (-18%), le persone denunciate e gli arresti. Il Lazio, con il 14,7% del totale nazionale, è la regione dove si registra il maggior numero di furti, seguita da Puglia (11,6%), Toscana (10,6%) e Campania, con il 9%.

 

Agromafia: 

in un anno caratterizzato dalla diminuzione dei controlli (-10,8%), che ha sicuramente inciso, vista la tipologia delle attività da svolgere sul campo, sulla riduzione dei reati e degli illeciti amministrativi (-37%) fa da contraltare il primo posto per numero di infrazioni accertate relativo alle importazioni di prodotti alimentari, ben 8.786, seguito da quello sui prodotti ittici in generale (6.844 reati commessi), che è anche quello dove è stato svolto il maggior numero di controlli, con oltre 106mila ispezioni. Nel corso del 2020, infine, sono stati 293 i reati di caporalato accertati, ossia 0,80 al giorno, sabato e domenica compresi, 254 le denunce penali e amministrative presentate e 43 gli arresti.

 

Shopper fuori legge: 

nel 2020, secondo i dati dell’Osservatorio di Assobioplastiche, un quarto delle borse di plastica consumate in Italia non sarebbero ancora a norma. Nello stesso anno, nonostante le restrizioni dovute al COVID-19 e i mercati per buona parte del tempo chiusi o ridimensionati, sono finite sotto sequestro più di 15 tonnellate di shopper prodotte con materiali non rispondenti ai requisiti di legge.

 

Commercio illegale dei cosiddetti F-gas,

ossia i gas refrigeranti più utilizzati nel mercato, non pericolosi per l’ozono come i gas Cfc, da tempo ormai al bando, ma lo stesso dannosi per il loro effetto serra. Solo nell’ambito di due operazioni, svolte entrambe nel mese di febbraio 2021 dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli, la prima a Varese, la seconda a Milano, sono state intercettate oltre 14,5 tonnellate di F-gas provenienti dalla Turchia ma prodotti in Cina. Secondo gli investigatori, l’Italia sarebbe al centro dei flussi illegali di gas refrigeranti introdotti in Europa, provenienti soprattutto dai corridoi dell’Est.

“I dati del Rapporto Ecomafia – dichiara Enrico Fontana, responsabile osservatorio ambiente e legalità di Legambiente – confermano l’urgenza di completare il quadro normativo a tutela dello straordinario patrimonio ambientale e culturale del nostro paese, della salute dei cittadini e della buona economia e di rimediare quanto prima a due errori: quello commesso dal governo e dal Parlamento nell’approvazione della riforma del Codice penale, avvenuta a settembre del 2021, a causa della quale, nonostante i forti appelli lanciati a più riprese da Legambiente, Libera, WWF, Greenpeace e Focsiv, scatterà la tagliola dell’improcedibilità per i delitti contro l’ambiente, per i quali deve invece essere garantito tutto il tempo necessario per fare giustizia; l’interpretazione restrittiva da parte del ministero dell’Interno della norma che introduce il potere sostitutivo dei prefetti di fronte all’inadempienza dei comuni, che emettono ma non eseguono ordinanze di demolizione di immobili abusivi, la cui applicazione riguarderebbe solo le ordinanze di demolizione emesse dopo l’approvazione della legge 120/2020, il cosiddetto decreto Semplificazioni entrato in vigore il 15 settembre del 2020”.

 

Le nostre proposte

Per questo tra le 10 proposte che proponiamo, chiediamo: di inserire, come primo provvedimento utile, i delitti ambientali previsti dal titolo VI-bis del Codice Penale e il delitto di incendio boschivo tra quelli per cui non scatta l’improcedibilità; approvare delle leggi contro agromafie e saccheggio del patrimonio culturale, archeologico e artistico e introduzione nel Codice penale dei delitti contro gli animali; ripristinare, se necessario con una modifica legislativa, la corretta attuazione da parte delle prefetture di quanto previsto dall’articolo 10-bis della legge 120/2020, che ne stabilisce il potere sostitutivo in tutti i casi, anche antecedenti all’approvazione della norma, di mancata esecuzione da parte dei comuni delle ordinanze di demolizione di immobili abusivi; inasprire le sanzioni previste contro i traffici illegali di rifiuti; emanare i decreti attuativi della legge 132/2016 che ha istituito il Sistema Nazionale per la protezione per l’ambiente; garantire l’accesso gratuito alla giustizia da parte delle associazioni, come Legambiente, iscritte nel Registro unico nazionale del Terzo settore e impegnate di fronte a qualsiasi autorità giudiziaria in qualsiasi grado di giudizio nel perseguimento dei propri fini statutari.

Il Rapporto Ecomafia 2021 si può acquistare nelle migliori librerie, nei principali bookstore online, o direttamente sul sito shop.edizioniambiente.it — Info su noecomafia.it

 

Siamo da sempre in prima linea contro le mafie che distruggono l’ambiente. Denunce, dossier, testimonianze. Tra il 2020 e il 2021 gli avvocati dei Centri di Azione giuridica sono stati impegnati in 40 procedimenti penali di particolare gravità dove ci siamo costituiti parte civile e 40 cause di grande rilievo, tra ricorsi ai Tar e al Consiglio di Stato.

Sostieni l’associazione con una donazione:  http://sostieni.legambiente.it/noecomafia

 

martedì 4 giugno 2019

VIA OFFELERA - LEGAMBIENTE ESULTA MA LANCIA L'ALLARME

Condividiamo con Legambiente la speranza (e la preoccupazione) che il suolo non sia stato inquinato, che l'area venga riqualificata e che entri a far parte di un unico parco agricolo che vada da Increa a Offelera e più a nord si congiunga al PANE (Parco agricolo Nord Est Milano) di Vimercate.
CQSA




sabato 25 maggio 2019

COMUNICATO DEL COMUNE SU VIA OFFELERA - DIAMO (ANCHE) A CESARE QUEL CHE E' DI CESARE

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VIA DELL’OFFELERA, IL RUOLO DELLA POLIZIA LOCALE
Il sequestro dell’area disposto dalla Procura della Repubblica è partito da un’azione di controllo e monitoraggio del territorio da parte degli agenti del Comando di via Marsala

Monza, 24 maggio 2019. È partita da un’operazione della Polizia Locale l’indagine della Procura della Repubblica di Monza che ieri ha portato al sequestro preventivo di una vasta area verde in via dell’Offelera, nel quartiere di Sant’Albino sul confine con Agrate, Brugherio e Concorezzo.

Da area agricola a deposito. L’area agricola sequestrata di circa 8 mila mq. fa parte di una più vasta di oltre 50 mila mq. acquistata nel 2017 all’asta da due imprenditori del settore dei trasporti che l’avevano trasformata in un parcheggio/deposito per autocarri in contrasto con lo strumento di pianificazione urbanistica che prevede il mantenimento della destinazione agricola dell’area stessa e la realizzazione di una pista ciclabile su via dell’Offelera. Tra il maggio 2018 e il febbraio 2019 l’area è stata recintata, dotata di impianti idrici, elettrici e fognari e di un sistema di videosorveglianza, inoltre sono stati costruiti due prefabbricati a uso ufficio e magazzino e sono state collocate due cisterne per erogare gasolio ai mezzi. I due proprietari sono stati indagati per reati urbanistico-edilizi, ambientali connessi a inquinamento del suolo e per disturbo della quiete pubblica.

Il ruolo della Polizia Locale. L’azione di controllo e monitoraggio dell’area da parte della Polizia Locale era iniziata, su segnalazione dei residenti, nella primavera dello scorso anno. Il Comando di via Marsala, a seguito di numerosi sopralluoghi sull’area, aveva trasmesso una notizia di reato alla Procura della Repubblica lo scorso 8 giugno. Poi il 22 febbraio di quest’anno la Polizia Locale aveva provveduto a un sequestro di natura probatoria di una parte dell’area a causa della presenza di una cisterna di gasolio.

Azione comune contro l’illegalità. Il Sindaco, che ha voluto ringraziare il Procuratore della Repubblica, i magistrati e i componenti del Dipartimento Tutela Ambiente e Edilizia della Procura per il lavoro svolto, ha sottolineato che questa operazione conferma che l’unico modo per combattere la criminalità è portare avanti un’azione sinergica tra istituzioni e magistratura. Il contrasto all’illegalità non si fa a parole o a colpi di polemiche sui giornali. Ma portando avanti azioni concrete, monitorando costantemente il territorio, prevenendo e reprimendo tutti i comportamenti fuori legge.

La Procura della Repubblica ha affidato l’area in custodia al Comune di Monza.

venerdì 24 maggio 2019

OFFELERA - PARCHEGGIO ABUSIVO SEQUESTRATO!

Cogliamo l'occasione per ringraziare Legambiente per il suo impegno.  A breve dettagli sull'intera operazione.

CQSA



mercoledì 23 gennaio 2019

LEGAMBIENTE: I DATI SULL'INQUINAMENTO

Questa mattina in Regione Lombardia l’Assessore all'Ambiente Raffaele Cattaneo ha replicato ai dati contenuti nel dossier nazionale Mal'aria 2019 presentato ieri da Legambiente Onlus sviando l'attenzione sui trend di decrescita dei parametri. Non inganniamo i cittadini! I dati sono chiari: rispetto ai 35 gg di superamento concessi dalle norme europee di pm10, 8 capoluoghi lombardi su 12 sono fuori limite. Il ritardo della Lombardia ad attuare le politiche che in altri Paesi europei hanno consentito di raggiungere livelli di qualità dell'aria incomparabilmente migliori, è indubbio. Chi non fa corretta informazione? Ecco l'analisi dei valori presi in considerazione: http://lombardia.legambiente.it/contenuti/comunicati/malaria-2019-replica-allassessore-regionale-cattaneo

giovedì 17 gennaio 2019

Monza, variante al Pgt: secondo Legambiente potrebbe essere una perdita di tempo

In epoca di "sboom" economico è inutile (oltre che ingiusto) regalare terra e sconti agli speculatori immobiliari. Basta supermercati in cambio di soldi! Occorre una visione diversa, mirante a una qualità della vita migliore, allo sviluppo di attività sostenibili, energie rinnovabili, green economy, ecologia, riqualificazione e  valorizzazione del  territorio. Siamo d'accordo con Legambiente.

CQSA



Monza, variante al Pgt: secondo Legambiente potrebbe essere una perdita di tempo
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giovedì 1 novembre 2018

ECOSTEMA URBANO: IL RAPPORTO 2018 SULLE PERFORMANCE AMBIENTALI DELLE CITTA'

Monza e Brianza non stanno affatto bene.



Anche per il 2018 Legambiente e Ambiente Italia hanno elaborato ECOSISTEMA URBANO , rapporto sulle performance ambientali delle città.
Il rapporto analizza le 104 città capoluogo di Provincia prendendo in esame 17 parametri raggruppati in 6 macroaree o componenti ambientali presenti in una città: aria, acque, mobilità, ambiente urbano, energia, rifiuti.
Per la qualità dell'aria sono stati considerati quali indicatori i giorni di superamento per il Biossido di Azoto (NO2), l'Ozono (O3) e le Polveri sottili (PM 10).
Per l'acqua, i consumi idrici domestici di acqua potabile (litri /abitante), le perdite in rete e la capacità di depurazione.
Al capitolo mobilità, il numero di viaggi all’anno sul trasporto pubblico per ogni cittadino residente, l'offerta del trasporto pubblico calcolata come i chilometri percorsi annualmente dalle vetture pubbliche per ogni abitante residente, il Tasso di motorizzazione (n° auto ogni 100 abitanti), gli incidenti mortali e l'indice equivalente di mt di piste ciclabili realizzate comprensive di zone con moderazione di velocità a 20 e 30 km/h.
Per l'ambiente urbano e l'energia i parametri considerati sono: i mq per abitante (mq/ab) di Isole Pedonali,  la dotazione di alberi per ogni abitante (alb/ab), la potenza complessivamente installata per impianti solari (termici e fotovoltaici) realizzati su edifici di proprietà comunale ogni 1.000 abitanti residenti (KW/1000ab) e l' Uso efficiente del suo che comprende anche il consumo di suolo.
Nel campo rifiuti,  la produzione annua pro capite di rifiuti urbani e la percentuale di raccolta differenziata.
Ci sono anche raffronti sullo stato dei corpi idrici presenti pressochè ovunque, sul rumore, sul clima, sul dissesto idrogeologico e sulle criticità sociali quali le diseguaglianze, le case vuote e gli sfratti.
Non manca un paragrafo sugli animali domestici in città.

Nella classifica finale, Monza - Brianza perde 4 posizioni e scivola ancora di più in fondo, con evidenti criticità nell'inquinamento atmosferico, negli elevati consumi idrici, nelle scarse isole pedonali, nell'alto numero di incidenti mortali sulle strade e nell'insufficienza di piste ciclabili.


leggi tutto qui:



Sinistra e Ambiente: ECOSISTEMA URBANO: IL RAPPORTO 2018 SULLE PERFORMANCE AMBIENTALI DELLE CITTA'

domenica 7 ottobre 2018

A SANT'ALBINO UN BOSCO DI QUARTIERE

ARTICOLO DI MARTINO AGOSTONI - IL GIORNO 7/10/2018
























Visita il sito di AzzeroCO2 (incaricata della realizzazione)

https://www.azzeroco2.it/