CONTRO I MISERABILI, VIVA IL 25 APRILE!
C’è un miserabile tentativo di un gruppo di ex fascisti, che in questi anni hanno persino ricoperto ruoli di governo, che vorrebbero adesso cancellare il significato della celebrazione del 25 aprile.
Ieri Il Fatto Quotidiano ha pubblicato la notizia di una iniziativa di un gruppetto di “meloniani” – La Russa, Rauti, Santanchè – che propone di utilizzare la ricorrenza non per ricordare la Resistenza e la liberazione dal fascismo, bensì “per onorare i morti di tutte le guerre, del coronavirus, cantando non Bella Ciao ma la canzone del Piave”.
Ieri Il Fatto Quotidiano ha pubblicato la notizia di una iniziativa di un gruppetto di “meloniani” – La Russa, Rauti, Santanchè – che propone di utilizzare la ricorrenza non per ricordare la Resistenza e la liberazione dal fascismo, bensì “per onorare i morti di tutte le guerre, del coronavirus, cantando non Bella Ciao ma la canzone del Piave”.
Giustamente, il giornale ricorda agli smemorati il comunicato del Comitato di Liberazione Nazionale dell’Alta Italia, firmato dagli esponenti della DC, Pci, Psi, del Partito liberale e del Partito d’azione, che decise la fucilazione di Mussolini. Di quel Mussolini responsabile dichiarato della uccisione di Giacomo Matteotti, dell’incarcerazione e la morte di Antonio Gramsci, della uccisione di don Minzoni: tutti fatti svoltisi negli anni in cui assunse il potere, e poi lo sterminio di migliaia di antifascisti, incarcerati e uccisi e di partigiani impiccati ed esposti sugli alberi della città di Milano; responsabile delle leggi razziali e della deportazione di ebrei e minoranze nei lager nazisti.
I fascisti che oggi circolano nel nostro Paese minacciano di morte da qualche tempo il direttore de La Repubblica, Carlo Verdelli, reo di fare il suo mestiere e di farlo in un quotidiano di sinistra e antifascista. A mio avviso, in questi anni c’è stata molta tolleranza nei riguardi del neofascismo non applicando la “legge Scelba”. E soprattutto non manifestando, in modi diversi, anche istituzionali, contro atti di minaccia fascista, come quello che oggi prende di mira Verdelli. Questo non è un caso personale. Tocca tutti e non solo il giornalismo. E, forse, sarebbe utile che anche dal Quirinale si dicesse qualche parola dal momento che si minaccia il direttore di un giornale e la libertà di stampa.
Viva il 25 aprile!
Viva il 25 aprile!
(21 aprile 2020)