Nessuna info sui lavori in Autodromo. Pessime prospettive per il rinnovo della concessione al Golf Club. Il nostro Comitato si associa alle proteste dei Comitati di Monza.
CQSASD
COMUNICATO STAMPA
Cosa sta succedendo all’Autodromo e al Golf nel Parco Reale di Monza?
È quanto si chiedono i cittadini e i frequentatori del Parco allarmati dai grandi movimenti di terra, cemento, asfalto e tagli di alberi per la ristrutturazione dell’autodromo e dal silenzio sulla concessione dei quasi 95 ettari dati in fruizione esclusiva al Golf Club Milano, scaduta e prorogata più volte.
Le scarse notizie apparse sui giornali riportano per lo più le dichiarazioni, ripetitive e unilaterali, del Sindaco Pilotto, Presidente del Consorzio e del Presidente dell’Aci nazionale, Angelo Sticchi Damiani; dichiarazioni che vogliono essere rassicuranti e ottimistiche ma che non sono suffragate da dati certi circa le autorizzazioni, i procedimenti, gli obiettivi, le ragioni e le conseguenze delle scelte effettuate su un’area che complessivamente occupa tutta la parte Nord e si estende sino al Roccolo e alla Gerascia, pari a circa 1/3, del Parco storico protetto dal Codice dei Beni Culturali.
La stessa possibilità di avere dati certi attraverso il diritto ad accedere agli atti amministrativi da parte di cittadini e associazioni, previsto dalla legge, spesso non trova risposta e questo preclude la possibilità di sapere con sicurezza quanto sta accadendo e di agire di conseguenza. Si parla di diritto alla partecipazione attiva dei cittadini attraverso la trasparenza degli atti amministrativi, ma in realtà non la si garantisce per il timore che possano non condividere scelte che contrastano con la tutela del complesso monumentale. È successo molte volte: basti pensare ai recenti Rally e Trame di Luci.
Tra le tante vicende che lo dimostrano, quelle delle concessioni dell’Autodromo e del Golf sono esemplari.
Con riferimento ai lavori in autodromo, non è dato di sapere pressoché nulla oltre le consuete rassicurazioni di Angelo Sticchi Damiani sul fatto che si arriverà comunque in tempo per il gran premio. Si apprende quasi per caso che i lavori in corso sono solo un primo lotto di un intervento ancor più massiccio e impattante che ne prevede un secondo di copertura del paddock con l’innalzamento di un piano sopra i box, e un terzo destinato al rifacimento delle tribune. Complessivamente una colata di asfalto e cemento senza che non si sappia nulla circa le autorizzazioni, la valutazione dell’impatto sull’area protetta, persino le indicazioni obbligatorie relative al cantiere.
Per quanto riguarda, in particolare, la concessione del Golf, il Consiglio di Gestione del Consorzio, presieduto dal Sindaco, ha deciso di accettare per la quasi totalità la proposta avanzata dal gestore attuale Golf Club Milano così riassumibile secondo le dichiarazioni stampa, le uniche di cui dispone il pubblico:
• canone annuo di 700mila €, solo 100mila € in più rispetto al precedente; il canone basso sarebbe giustificato, secondo il proponente Golf Club Milano, dall’impegno alla valorizzazione della Club House interna all’impianto, i cui introiti vanno alla società medesimae che è a uso esclusivo degli iscritti al Golf;
• durata della concessione di 7+7 anni, complessivamente pari alla precedente;
• manutenzione e riqualificazione del patrimonio arboreo con obbligo di impianto annuale di alberi per almeno 30mila €, analogo a quanto previsto dall’art. 10 della precedente concessione, disatteso nei fatti visto che, per dichiarazione del concessionario, le piantine sono tutte morte - a differenza di quelle piantate in altre zone della città che sono belle e rigogliose - e non sono state sostituite;
• impegno a ottenere la certificazione di sostenibilità ambientale GEO, la cui mancanza, già in base alla concessione precedente (art.12), avrebbe costituito di per sé motivo di decadenza del contratto fin dal secondo anno;
• fruibilità del complesso anche a soggetti non giocatori nei giorni stabiliti dal concessionario;
• forma di governance peggiorativa della concessione consistente in un cosiddetto “partenariato speciale pubblico-privato” che abolisce sostanzialmente la distinzione tra l’ente pubblico concedente come decisore strategico e tutore dell’interesse pubblico, e il concessionario privato, lasciato libero di scambiare per valorizzazione la tutela dei propri interessi: non è un caso che il suggerimento del partenariato speciale pubblico-privato sia venuta da quest’ultimo.
Il Consiglio di Gestione ha fatto proprio l’indirizzo del concessionario avanzando solo timide richieste fra le quali quella di una maggiore fruizione pubblica che contempli il libero accesso al fontanile della roggia Pelucca, oggetto della richiesta da più parti, di scorporo dalla concessione per motivi di interesse pubblico e di studio.
Da tempo si chiede, anche attraverso la raccolta di migliaia di firme, alle Amministrazioni che si sono succesute di NON rinnovare la concessione liberando quasi 95 ettari di Parco sottratti all’uso pubblico e concessi in uso esclusivo a qualche centinaio di soci paganti l’iscrizione alla societò di gestione. Una delle motivazioni addotte è la riscossione del canone, il cui introito potrebbe essere sostituito cercando soluzioni meno vergognose di quella di alienare una porzione significativa del monumento per alimentare le entrate, ad esempio impegnando il Ministero alla destinazione di un finanziamento stabile al bilancio di Villa e Parco, almeno pari a quello già concesso agli autodromi di Monza e di Imola.
La fine della concessione avrebbe potuto essere l’occasione preziosa e unica per restituire i 95 ettari del golf al Parco storico e alla libera fruizione pubblica; la possibilità di ri-piantumare un grande bosco colpevolmente raso al suolo; la fine di un enorme e inutile spreco di acqua e dell’uso di sostanze chimiche per tenere in vita un sedime artificiale; la possibilità di partecipare da protagonisti alle politiche europee e globali per il risanamento ambientale e la riduzione delle disuguaglianze; la via da battere per l’inserimento del monumento tra i beni patrimonio dell’umanità dell’Unesco, obiettivo di grande spessore culturale, ambientale, sociale ed economico. Sarebbe stata la scelta di libertà da un inquilino esclusivo e invadente.
A oggi non si sa se il disegno congiunto di concedente e concessionario andrà in porto e quali saranno i termini di un bando di assegnazione della concessione formalmente aperto, ma che, per il fatto stesso di essere stato suggerito dal concessionario attuale, legittima qualche sospetto sulla sua predestinazione.
La proposta che noi e altri cittadini abbiamo avanzato in occasione dei rinnovi precedenti e che abbiamo ribadito nel documento del 18 dicembre 2023 Il futuro del Golf nel Parco: riflessioni e proposte, è quella:
• di restituire il verde storico del Parco di Monza occupato dal Golf all’uso pubblico aperto a tutti, dando al concessionario attuale un periodo massimo di 2-3 anni non prorogabile allo scadere del quale diventerà irrevocabile la definitiva dismissione e il rilascio dell’area e delle strutture al Consorzio;
• di aggiornare il canone annuo tenendo conto del valore storico e paesaggistico dell’area;
• di provvedere nel frattempo, da parte del Consorzio, alla realizzazione di un progetto di rinaturalizzazione dell’area volta a una sua riqualificazione ispirata al disegno originario.
La concessione non è stata ancora rinnovata. C’è solo da augurarsi che la sua assurdità autolesionista emerga, anche tra l'opinione pubblica, e la faccia finire nel nulla. Un nulla aperto però a grandi prospettive.
Comitato per il Parco Antonio Cederna
Comitato La Villa Reale è anche mia
Adesioni al documento del 18 dicembre 2023: Centro Culturale Ricerca-Gruppo Ambiente e Territorio, Legambiente Monza, Comitato Aria Pulita Monza, Comitato Blandoria, Comitato San Fruttuoso Bene Comune, Comitato Sant’Albino, Comitato Saicosavorremmo, Comitato Salvaguardia del Buon Pastore, Comitato Monteverdi, Osservatorio Antimafie di Monza e Brianza, Presidio ex-Macello, Pro Buon Pastore, Salviamo l’Ospedale Umberto 1°.