Dopo lunghissima preparazione (9 mesi) la Giunta partorisce una bozza di Regolamento per le Consulte. Alle Consulte però concede una decina di giorni per fornire osservazioni.
E' evidente che fin dal 2017 non ci attendiamo molto di buono da questa Amministrazione, specie in termini di partecipazione. Aveva esordito con l'intenzione di chiudere le Consulte e vari Centri civici. Ha dovuto modificare il tiro viste le diffuse proteste. Ora questo regolamento sembra voler svilire ulteriormente il ruolo delle Consulte (già di per sé molto fragile) ingabbiandole con norme rigide e paralizzanti
Elenchiamo solo alcuni aspetti che ci sembrano paradossali.
Il regolamento esordisce elencando i principi di base fra cui il "Rispetto per l'Amministrazione comunale". Premesso che il rispetto va dovuto a tutti (fino a prova contraria) questo paragrafo sembra tratto pari pari dalla Costituzione della Corea del Nord.
Un altro principio fondante è la sostenibilità economica. Giustamente la collaborazione dei cittadini attivi è gratuita. Ma si precisa che l'impegno economico da parte della Amministrazione è "nei limiti delle risorse disponibili”, una formula che abbiamo già sperimentato e che suona anche come "di soldi non ce n'è" (salvo per ruote panoramiche, illuminazioni fantasmagoriche di Arengario e Duomo e altri "circenses").
Il regolamento ribadisce, è pleonastico, che "il cittadino è al centro" ma l'ambito destinato alle Consulte si limita, sulla carta, a : "sociale, cultura, educazione, sport, cura del verde pubblico e opere pubbliche". Sarebbe interessante capire come vengono declinate queste aree di competenza. In ogni caso è evidente che nelle intenzioni della Giunta la Consulta deve occuparsi, una volta l'anno, della "giornata di quartiere" ma è meglio che non si occupi di aspetti critici quali aziende inquinanti, progetti urbanistici preoccupanti, inquinamento, politiche giovanili e altri aspetti critici della vita di quartiere.
Per noi di Sant'Albino, poi, perfino l'organizzazione della "giornata di quartiere" diventa impraticabile perché il Regolamento impone che un Ente capofila si accolli preventivamente tutte le spese (compreso una assicurazione per tutti i cittadini presenti alla festa). E a Sant'Albino, come già varie volte comunicato agli Assessori competenti non ci sono associazioni tipo Rotary o Lions in grado di sostenere spese onerose da far rimborsare in seguito. Anche la questione dell'Assicurazione in capo all'Ente capofila (per organizzare una festa che è del quartiere) ci pare del tutto pretestuosa.
Il Regolamento, abolite le figure dei "facilitatori", sfodera invece un "supervisore" plenipotenziario che governerà tutti i processi e le relazioni con la Giunta. Dalla visione "iperpedagogica" di Egidio Longoni (che avevamo criticato a suo tempo) si passa ad una impostazione autoritaria sicuramente più vicina alla cultura di riferimento dell'Assessore Arbizzoni e del Sindaco.
Altro elemento per noi poco comprensibile è l'apertura alla iscrizione in Consulta anche ad Aziende private. Dopo aver scongiurato (speriamo) l'iscrizione delle varie "branche" associative di Lealtà e Azione e consimili ci aspettiamo ora l'iscrizione di un sacco di immobiliaristi e affaristi vari che, ovviamente, parteciperanno solo per fare beneficenza.
Per chiudere il quadro autoritario del nuovo Regolamento si ribadisce il nuovo istituto della "Mozione di sfiducia del coordinatore" e si conferma il titolo "Possibile scioglimento della Consulta ". In entrambi casi nessun cenno alle fattispecie che possono configurare decisioni così pesanti. Cosa che può aprire scenari molto pericolosi per la vita democratica della Consulta.
Ovviamente in barba alla tanto declamata trasparenza non è possibile capire se questo regolamento raccolga qualcuno dei risultati dei lavori preparatori e formativi di Labsus o se non sia solo farina del sacco della Giunta. Temiamo che la seconda ipotesi sia la più fondata.
In caso di contestazioni rispetto alle procedure, tranquilli, perché spetta alla Giunta definire la "Corretta interpretazione".
CQSASD
ed ecco un altro parere che condividiamo