Nei giorni scorsi è apparso su "Il giornale di Monza" un articolo cui intendiamo rispondere con qualche precisazione. Già il titolo è alquanto discutibile. Sembrerebbe che la Consulta si stia rimangiando le decisioni prese con un lungo lavorio di discussioni pubbliche e di incontri con gli Assessori. Il tutto in nome di un presunto "rischio spaccio" nelle aree verdi da realizzare come compensazioni per l'ampliamento dell' Elesa. Come dire: chiudiamo il Parco di Monza perché troppo vasto e incontrollabile e vi si potrebbero annidare degli spacciatori. Solo a fine articolo salta fuori che i dubbi sono proposti solo da due membri della Consulta. Uno di loro, da pochissimo aggregato ai lavori della Consulta ha autonomamente avviato sul gruppo Faceboook della Consulta un sondaggio per raccogliere i voti di quanti si opporrebbero al progetto della Consulta stessa. Già la procedura è del tutto inconsueta in quanto in questi anni di solito tutte le discussioni sono avvenute in presenza. In ogni caso anche se con riluttanza e non condividendo la procedura molti alla fine hanno votato e la votazione ha visto finora una vittoria schiacciante dei favorevoli al progetto della Consulta (al momento sono 14 si al progetto contro 4 no).
Facciamo in ogni caso un po' di chiarezza:
In primo luogo ricordiamo per l'ennesima volta a tutti che le compensazioni Elesa sono molti soldi (circa 950.000 euro) che abbiamo chiesto vengano tutti usati in quartiere. Per legge le compensazioni possono riguardare solo interventi appunto a compensazione del verde consumato per ampliare Elesa. Dunque ci si possono fare solo: ciclabili, aree verdi, piantumazioni ecc. Non interventi manutentivi di strade e marciapiedi e men che meno opere come una biblioteca. Se si rinuncia al progetto già in qualche modo delineato dovremmo semplicemente rassegnarci a tenerci un' area industriale direttamente a contatto con le case e terreni incolti ricettacolo di rovi e di rifiuti. E i soldi delle compensazioni troverebbero sicuramente altre destinazioni magari in quartieri meno privi di servizi del nostro. Ormai il momento per ribaltare le decisioni è passato da tempo. C'è chi in questi anni per la Consulta ha speso tempo, fatica e fior di riunioni. Specifichiamo ancora che quei soldi possono essere spesi solo in certi contesti. Ci piacerebbe usarli anche per riqualiificare l'area presso Via Offelera ma l'assessore Lamperti ha già detto che alcune di quelle aree sono di competenza del consorzio Villoresi e che non si possono fare opere "urbanistiche", ma solo compensazioni. Tutto quanto sopra è scritto a chiare lettere nei verbali della Consulta di S. Albino che ognuno può leggere sul sito del comune di Monza.
Aggiungiamo ancora per rispondere alle poco comprensibili critiche :
1) la ciclabile in oggetto non passa sui terreni dei Fedeli; passerebbe (da ovest verso est) sull'area che il proprietario dell'ecomostro (Comini) deve cedere al Comune (sistemata a parco) fino ad arrivare al sentiero Mambretti, dove si dirama verso sud (sentiero Mambretti, attrezzato con panchine, illuminazione e percorso in calcestre) e verso est entrando nel parco giochi tra i due filari di alberi (idem come sentiero Mambretti), per poi sbucare sull'altra area di proprietà Comini (anch'essa da sistemare a parco) fino a ricongiungersi alla ciclabile prevista da Elesa nella sua proprietà (che Elesa farà comunque per collegarsi a via Fontana) e attraversare via Adda per ricongiungersi alla ciclabile esistente;
2) di giorno questo percorso sarà fruibile dalla piscina fino a via Adda mentre di notte, con la chiusura del parco giochi, si girerà sul sentiero Mambretti verso via Guardini e via Marco d'Agrate.
3) troveremmo veramente "curioso" avere due pezzi di ciclabile uno dalla piscina al parco giochi e l'altro da via Adda a via Fontana (previsto già da Elesa) che per poche decine di metri non si congiungono, visto tra l'altro che è un percorso previsto da anni anche dal Pgt e ci sono finalmente i soldi per realizzarlo.
Piuttosto una questione urgente da sollevare con il Comune è per noi quella dell'autolavaggio su via Adda, per il quale si ventila un uso da parte dei camion, che oltre a essere su area agricola, lungo una strada che vorremmo sgravata dal passaggio dei mezzi pesanti, sta proprio in corrispondenza del passaggio ciclopedonale previsto da Elesa.
Tenete conto che è stato appena adottato il PUMS (piano urbano mobilità sostenibile) e si possono presentare osservazioni. Il gruppo viabilità di Consulta cercherà di occuparsene.
ed ecco l'articolo di cui abbiamo parlato sopra:
CQSASD