COMUNICATO STAMPA DEL
COMITATO DI QUARTIERE S.ALBINO E SAN DAMIANO A PROPOSITO DEI MONITORAGGI FATTI
DA ARPA PRESSO ASFALTI BRIANZA
Dal 2014 i cittadini
lamentano forte inquinamento. Dal 2016 avanzano dubbi rispetto alla
cancerogenicità delle emissioni.
Da Novembre 2017 il
Comune di Concorezzo organizza un tavolo cui partecipano l’Azienda e tutti gli
Enti di controllo per “concertare” con Asfalti Brianza interventi risolutivi.
Nel 2018 Asfalti
Brianza presenta una relazione di parte che è costretta a riconoscere che (almeno
nel raggio di 500 m., dice lei) le emissioni sono nocive e potenzialmente cancerogene.
Ad agosto 2019 il
Sindaco Capitanio consente con propria ordinanza la sostituzione del
bruciatore. L’inquinamento esplode.
La Procura della
Repubblica indaga su una gestione illegale dei rifiuti e il 25/9/2019 sequestra
l’azienda.
A novembre 2019 la
Procura concede una ripresa ridotta della produzione per consentire lo
smaltimento della montagna di fresato illegalmente stoccata. Riprende l’inquinamento
e la Prefettura organizza un proprio tavolo chiedendo in particolare ad ARPA e
ad ATS (sempre presenti ma senza alcun risultato ai tavoli di Concorezzo) di
presentare finalmente un piano di monitoraggio.
Il 30/6/2020, unico
giorno di controllo delle emissioni al camino con impianto “quasi” a regime
(così dice ARPA) su 14 rilevamenti effettuati per ben 9 volte le emissioni superano
le soglie definite dall’AUA (l’Autorizzazione unica ambientale il cui mancato
rispetto impone la sospensione dell’attività). In particolare la principale sostanza
in eccesso è il benzene, sostanza cancerogena che può causare vari linfomi ecc. (vedi in proposito la perizia commissionata dal Comune di Concorezzo). ARPA ovviamente segnala l'anomalia alla
Procura della Repubblica che dispone immediatamente un nuovo sequestro (22/7/2020).
La Provincia (altro
convitato di pietra dei 3 anni di tavoli concorezzesi) a questo punto non può
che sospendere l’AUA ma rilancia ancora un salvagente a questa Azienda
perennemente fuori regola. Asfalti Brianza, decreta la Provincia, potrà fare
nuove fantasiose proposte entro il 14 Agosto 2020 (come ha già fatto un anno fa
con esiti disastrosi).
Insomma ARPA in giorno
solo ha fatto quanto ripetiamo da un anno: controllo al camino con impianto (quasi)
a massimo regime e subito sono emerse le irregolarità nell’abbattimento delle
emissioni gassose e cancerogene che hanno portato al nuovo sequestro. Inoltre
ARPA ha definito nuovi e più rigidi protocolli per le emissioni qualora l’Azienda dovesse
riprendere l’attività.
Ora il Sindaco
Capitanio e gran parte della stampa ci ripetono quotidianamente che ARPA avrebbe
rassicurato tutti sulla salubrità dell’aria. Si tratta di una grande
mistificazione in perfetta sintonia con questi sei anni di vergognosi rimpalli
di responsabilità, omissioni, tentennamenti e accondiscendenza nei confronti
dell’Azienda sempre inadempiente.
ARPA ci spiega anche che
dal 18 dicembre 2019 al 16 giugno 2020 ha posizionato dei campionatori passivi in
un’area piuttosto vasta e ha usato (due sole volte) il famoso "naso elettronico". Ma era un periodo di produzione ferma o ridotta, di
lockdown ecc. Scelta che abbiamo subito criticato e che ovviamente non poteva dare alcun risultato
probante. Lo avevamo ampiamente preannunciato. ARPA ora si lancia addirittura in
una dichiarazione apodittica dicendo che “si evidenzia che i dati risultano
allineati a quelli rilevati durante la campagna di monitoraggio svolta in viale
Libertà a Monza tra il 2017 e il 2018 - in un periodo di piena operatività
dell'impianto - su richiesta dell'amministrazione comunale”. A parte che i voli pindarici non fanno parte del bagaglio corrente dello scienziato ribadiamo che in
mezzo, tra le altre cose, c’è stato lo spaventoso inquinamento dell’estate 2019
e, per dirne solo una, il cambiamento di bruciatore che ha ora una portata 4
volte superiore.
Ci permettiamo ora di
commentare quanto ARPA aggiunge in calce:
“Le attività di Arpa hanno visto l'impegno significativo
di 11 persone tra tecnici e dirigenti, 1896 ore di campionamento per il
monitoraggio della qualità dell'aria, 672 ore di campionamento all'emissione,
18 sopralluoghi in azienda, 113.068 dati acquisiti di COVT (composti organici
volatici totali) e 120.960 dati di concentrazioni di inquinanti
"gassosi" (CO, NOx, SO2, CH4), oltre a quelli per la
caratterizzazione fluidodinamica dell'emissione”.
E il commento è: ma se
è bastato (come da noi sempre richiesto) un solo giorno di controllo al camino
con impianto “quasi” a regime (il 30/6/2020) per rilevare emissioni gassose e
cancerogene fuori norma tanto che la Procura ha sequestrato di nuovo l’Azienda
perché avete buttato inutilmente tanto impegno e tanti soldi dei contribuenti?
E perché sminuite
tanto questi vostri risultati definendoli en passant “delle criticità” ed
invece enfatizzate la buona qualità dell’aria circostante? A noi cittadini non
ce ne può fregar di meno che l’aria di Via Giovanni delle Bande Nere a Sant’Albino
non sia dissimile da quella di Viale Marche a Milano. A noi (e a quanto pare
anche alla Procura di Monza) interessa che avete scritto nella vostra relazione che dal
camino di Asfalti Brianza esce roba cancerogena non adeguatamente abbattuta.