Asfalti Brianza: 7 domande ancora senza risposta al Prefetto e al Sindaco di Concorezzo. E p.c alla Procura della Repubblica di Monza.
Comunicato Stampa del comitato di Quartiere Sant’Albino.
1) Non è vero che “i dati sono rassicuranti”: le emissioni sono cancerogene. Perché l’ansia di dire che va tutto bene?
I dati a cui si riferisce il Sindaco di Concorezzo Mauro Capitanio sono relativi ai campionamenti passivi effettuati prevalentemente in epoca di “lockdown”, con produzione ridotta a 4 ore e fino al 50% dello standard. Da mesi come comitato avevamo anticipato che quelle rilevazioni non sarebbero state indicative.
Nell’unico giorno di controlli al camino in regime “quasi normale” (il 30/6/2020) ARPA ha rilevato che in 9 casi su 14 c’è stato sforamento dei limiti e che in particolare è fuori scala soprattutto il Benzene, sostanza cancerogena e mutagena che può produrre (Fonte: Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, IARC) oltre ai tumori, malformazioni genetiche, leucemie, gravi irritazioni a naso, occhi, gola, pelle. Insieme al Benzene risultano fuori norma anche altri Composti Organici Volatili come Toluene e Xilene. Ricordiamo che la notte tra il 2 e 3 luglio, a controlli al camino oramai terminati (ARPA lascia il sito il 30/06), si è registrato un picco nel numero di segnalazioni per aria irrespirabile da parte dei cittadini, riscontrate ufficialmente in sede Asfalti Brianza dai Vigili del Fuoco del Comando Provinciale MB e riportate nel verbale acquisito da ARPA.
2) Dentro la sede di Asfalti Brianza c’è una montagna illegale e pericolosa di rifiuti da spostare. Subito. Ma nessuno l’ha vista crescere? AB è in grado di sostenere i costi di smaltimento?
Anche qui potremmo scrivere pagine e pagine sulla qualità e l’efficacia dei controlli effettuati fino al mese scorso. Asfalti Brianza aveva un’autorizzazione AUA per stoccare fino a 1200 mc di fresato. Nessuno ha visto in questi anni trasformarsi il piccolo deposito in una montagna nera di 25.141 mc (venticinquemilacentoquarantuno metri cubi, dati ARPA), alta circa 14 metri? Siamo a 20 volte oltre i permessi.
Non solo. Di questo fresato non si conosce la provenienza e la composizione, perché l’azienda non dimostra – secondo la perizia ordinata dal Sindaco di Concorezzo - di avere i completi registri di carico e scarico. E perché avere tutto quel fresato? Già lo scorso 4 settembre 2019, nel verbale ARPA si legge che il gestore (AB) dichiara di usare il solo fresato proveniente dai propri cantieri per immetterlo nel ciclo di produzione di nuovo conglomerato bituminoso. Ma l’azienda non è autorizzata a farlo. Il fresato è a tutti gli effetti un rifiuto e va smaltito in centri specializzati. Questo però è molto oneroso: lo stesso Sindaco di Concorezzo Mauro Capitanio, quasi a giustificazione dell’azienda, nell’ultimo servizio de “Le Iene” dichiara che per rimuovere completamente la montagna di fresato servirebbero una quindicina di camion al giorno per 60/90 giorni e più di una milionata di Euro. Asfalti Brianza, che non ha ottemperato all’impegno di effettuarne lo smaltimento entro fine gennaio 2020 sottoscritto in Conferenza dei Servizi, ha le risorse per farlo? Qualcuno è in grado di verificare questo aspetto prima di un possibile fallimento dell’azienda? Ricordiamo inoltre che AB nella richiesta di modifica dell’AUA aveva richiesto di utilizzare il fresato nel ciclo produttivo e il Comune di Concorezzo aveva dato parere favorevole salvo poi revocarlo.
Secondo l’ultimo verbale Arpa del 13/7 non risulta inoltre ancora essere stata completamente liberata dal deposito di fresato la fascia di rispetto di 200 metri dal pozzo di acqua potabile di Brianzacque.
Ultimo dato. AB lamenta il fatto che il fresato accumulato si è ormai così compattato da diventare una roccia tale da mettere in difficoltà le ruspe. Un’altra, ennesima scusa per non rispettare gli impegni?
3) Non ci sono registri di manutenzione e procedure di emergenza. È possibile consentire ad un’azienda insalubre di agire così nel 2020?
Secondo la perizia ordinata dal Sindaco di Concorezzo, l'azienda non ottempera a diverse prescrizioni previste nell'AUA, quali la tenuta del registro manutenzioni degli impianti di aspirazione e abbattimento oltre alla mancata predisposizione di procedure di emergenza! Questo non può essere consentito: AB è azienda insalubre di prima classe che opera in un contesto urbano. Quale responsabilità per Enti e Istituzioni e i loro vertici che conoscono la situazione ma non intervengono?
4) Aree di impianti a cielo libero: emissioni intollerabili anche da qui.
Ci sono ancora aree dell’impianto non compartimentate e non dotate di aspiratori e impianti di abbattimento che permettano il trattamento delle sostanze organiche. Ancora una volta in spregio all’AUA.
5) Nastro trasportatore non autorizzato ma collegato alla rete elettrica e pronto all’uso. Va immediatamente smantellato.
È stato rinvenuto – vedi perizia Comune di Concorezzo - un nastro trasportatore collegato alla rete elettrica che collega la montagna di fresato all’impianto di produzione. Non dovrebbe esserci perché non autorizzato. Perché si trova lì, pronto all’uso?
6) La concorrenza sleale di Asfalti Brianza ai produttori onesti. Produce con un impianto vetusto e fuori controllo, non si preoccupa della salute e dell’ambiente. Risultano ancora debiti con gli enti previdenziale e assistenziali? Pochi mesi fa erano oltre centomila euro. Ecco come Asfalti Brianza abbatte i costi e vince gli appalti pubblici con le società dello stesso gruppo. Cosa ci potrebbe dire la Guardia di Finanza, il NOE o l’ANAC? PS: IMU e TASI sono regolarmente pagate?
Le società dello stesso gruppo che si appoggiano per la produzione agli impianti di Asfalti Brianza, gestiti nel modo che abbiamo visto, riescono a fare prezzi concorrenziali vincendo così gli appalti delle amministrazioni pubbliche, a scapito dei produttori onesti, dell’ambiente e della salute dei cittadini. Pochi mesi fa risultavano decine di migliaia di euro di debiti con Inps e Inail. Avete mai verificato a quanto ammontino oggi? La Guardia di Finanza, il NOE o l’ANAC, i centri di appalto pubblico... non hanno nulla da dire? Sono stati informati? Sono state regolarmente pagate le imposte comunali?
7) Asfalti Brianza via per sempre dai centri abitati, Concorezzo intervenga ora sul PGT in discussione. Non si perda questa occasione straordinaria.
Già classificata azienda insalubre di Prima Classe, Asfalti Brianza non può stare dove si trova ora. Secondo la Legge dovrebbe essere insediata in zone non urbanizzate, lontana da centri abitati e attività umane. AB, con i suoi impianti vetusti e fuori norma, si trova invece a meno di 100 metri dall’abitato di Rancate (Concorezzo) e da attività commerciali e altre aziende. E in più, in tutti questi anni, l’azienda ha più volte disatteso e procrastinato le prescrizioni degli Enti e gli impegni sottoscritti: comportamenti incompatibili con la gestione di un’attività già di per sé pericolosa e nociva.
L’amministrazione comunale di Concorezzo sta per approvare il nuovo PGT: è l’occasione per dare un segnale inequivocabile di cambiamento per il futuro dell’area interessata che ricade, tra l’altro, nella “Rete Verde di Ricomposizione Paesaggistica del PTCP della Provincia di Monza e Brianza. Anche Arpa invita il Comune a verificare la compatibilità dell’attività con i vincoli derivanti dal PGT nella sua ultima relazione.
Riteniamo che per le evidenze sopra riportate Asfalti Brianza sia sottoposta a chiusura definitiva. Ci attendiamo che tutti gli enti preposti, ciascuno nell’ambito delle proprie responsabilità, vogliano agire con coscienza a tutela della salute e dell’ambiente, ponendo fine a comportamenti illeciti da parte di un’azienda che non ha mai dimostrato di voler assolvere agli adempimenti in materia ambientale: emissioni in atmosfera (secondo filone di indagine della Procura), recupero acque reflue (v. diffida ATO), smaltimento rifiuti (primo filone di indagine della Procura). I dati oggettivi sono ormai tali e tanti da non ammettere alcun tipo di inerzia da parte delle istituzioni tutte: noi cittadini siamo pronti a far valere i nostri diritti nelle sedi opportune.