Nella notte dello scorso 27 dicembre grossi fiocchi di neve hanno cominciato a cadere su tutta la pianura. La mattina successiva la città era imbiancata. E paralizzata. I mezzi spazzaneve non sono usciti, o non erano abbastanza almeno. I cittadini sono rimasti bloccati, le lamentele sono arrivate da ogni parte.
Disagi che si potevano evitare. Sarebbe bastato scegliere con attenzione l'azienda a cui affidare la pulizia delle strade. Sarebbe servito gestire diversamente l'appalto. Sarebbe stato necessario leggere le carte della magistratura. Niente di tutto questo è stato fatto e i risultati si sono visti. Adesso, in tutta fretta, l'amministrazione ha deciso di licenziare l'azienda a cui si era affidato. Rimane il fatto che il bando sia stato fatto tardi, assegnato in modo quantomeno incauto e sia costato ai cittadini in termini di soldi, danni e disservizi.
Per mettere un po' di ordine occorre rifarsi alle carte.
La giunta ha messo il cosiddetto piano neve nelle mani della monzese Fratelli Grignola, una s.a.s, con sede in via Botticelli: tenete a mente la via, tornerà. Il Comune aveva chiamato – perché il bando era a invito – cinque aziende. L'unica a presentarsi è stata la vincitrice, con un ribasso dello 0,1 per cento. Per chi è avvezzo agli appalti una percentuale talmente irrisoria da destare più di un sospetto.
In plancia di comando, nell'azienda, siede Cristian Grignola, classe '93, che nell'aprile del 2019 è stato raggiunto da un'ordinanza di misura cautelare firmato dalla dottoressa Raffaella Mascarino, Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano. L'uomo era finito nell'inchiesta che vedeva qualche decina di imprenditori – alcuni dei quali in odore di criminalità organizzata – fare cartello per spartirsi gli appalti delle pubbliche amministrazioni. Un patto di non belligeranza per fare cartello e dare una fetta a tutti. Per i coinvolti le accuse, a vario titolo, erano di associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione.
Dalle indagini era risultato che a capo dell'organizzazione c'era l'imprenditore Renato Napoli, attivo nel settore edilizio, il cui nome era finito nell'inchiesta Infinito, che aveva scoperchiato la fitta rete di connivenze tra amministrazione e 'ndrangheta sul territorio brianzolo.
Gli imprenditori finiti in questa nuova indagine, dice la Procura, si avvalevano di informazioni privilegiate, in altre parole soffiate dall'interno, per concorrere e vincere gli appalti, spartendoseli con largo anticipo, decidendo preventivamente chi doveva partecipare e per quale gara. Un sistema collaudato che aveva portato il cartello a fare man bassa di appalti. Oltreché di profitti.
I carabinieri hanno anche documentato un incontro in piazza Kennedy, a Milano, tra i maggiorenti dell'organizzazione. Ci sono anche numerose intercettazioni in cui il nome di Grignola esce con una certa regolarità. Ad esempio, siamo nel luglio 2017, Sergio Napoli viene avvisato che Grignola insieme ad altri si è presentato nel suo ufficio per visionare i documenti per l'assegnazione di un appalto per lo sgombero neve e che non solo ha intenzione di parteciparvi, ma anche di aggiudicarsi tutti i lotti. Grignola, in quell'occasione è con “Malacrida, che son cugini, insomma...li han presi tutti, ha voluto la presa visione di tutti”, riferisce l'uomo a Sergio Napoli. Ci sono in ballo parecchi soldi, e nascono dissidi, dissapori, che si cercano di appianare. Il 27 luglio, quindi pochi giorni dopo quella telefonata, lo stesso Sergio Napoli organizza un incontro a cui oltre a lui partecipano Cristian Grignola e Pierluigi Malacrida. Il summit si consuma al McDonald della Milano-Meda e sembra dare i suoi frutti: i militari registrano come in quell'occasione le diverse cordate di imprenditori trovino la quadra per spartirsi gli appalti.
Pierluigi Malacrida è il suo l'altro nome che torna nelle carte. Nato a Monza nel maggio del 1976, dagli atti risulta amministratore di fatto della Malacrida Ambiente Viabilità Costruzioni, con sede in via Botticelli. Dirimpettaio di Grignola, quindi. Che negli anni passati lo aveva preceduto come aggiudicatario dell'appalto neve a Monza.
Nell'inchiesta il suo nome è accostato – per un incontro in cui si decideranno come spartirsi successivi appalti, tra ditte che invece dovrebbero essere concorrenti – a quello della W. Bau. Azienda riconducibile alla famiglia Bianchi, proprietaria di Asfalti Brianza.