La vicenda di Asfalti Brianza non può ridursi solo (si fa per dire) a problematiche di natura ambientale, considerando la storia dei soggetti implicati e l'atteggiamento degli amministratori coinvolti.
In questi giorni procederanno con un test odorigeno. Test fatto da Azienda scelta da Asfalti Brianza, anche se in presenza di ARPA.
C'è da chiedersi come lo si possa autorizzare in queste condizioni visto che ARPA il 30/6/2020 ha finalmente riconosciuto le emissioni oltre soglia di sostanze cancerogene e in seguito a ciò la Procura ha provveduto a sequestro.
Sia ARPA che ATS tra l'altro hanno (finalmente) riconosciuto che l'attuale filtro a maniche non è in grado di contenere tali emissioni e Asfalti Brianza ha un impianto obsoleto ancora tale e quale, cui ha aggiunto solo dei nebulizzatori (degli "spruzzini") che la stessa Perizia del Comune di Concorezzo ha giudicato non in grado di apportare sostanziali vantaggi.
E perché ancora e ancora si cerca di far passare per problema olfattivo quello che invece è oggettivamente un rischio cancerogeno?
Tra le altre cose chiariamo una volta per tutte (lo ha detto lo stesso Sindaco Capitanio alle "Iene") che un'azienda come questa (insalubre di prima classe per cui non dovrebbe mai stare in un abitato) è dotata di un filtro a maniche perché così è previsto e se usasse solo le materie prime prescritte dall'AUA non produrrebbe puzze e men che meno emissioni cancerogene. E allora come si spiega che dal 2014 ad oggi ci si lamenta di puzze ed emissioni cancerogene? Evidentemente la montagna di supposto "fresato" (di origine e contenuto non meglio identificati) non serve solo come arma di ricatto contro il Comune di Concorezzo (se mi crei problemi fallisco e tu ti ritrovi con "la milionata" di Euro da pagare per la bonifica) ma è finita a più riprese nella produzione, come ha ammesso lo stesso proprietario durante un sopralluogo ARPA del settembre 2019.
E come hanno fatto gli amministratori di Concorezzo e gli altri addetti al controllo a non accorgersi per anni di questa montagna illegittima che lievitava a dismisura tanto da essere visibile da tutte le strade circostanti?
Come riesce una piccola azienda del tutto fuori norma, con 5 soli dipendenti, un capitale sociale di 10.000 euro, debiti per versamenti INPS ed INAIL non effettuati, una diffida ATO per scarichi fognari illeciti, due sequestri tuttora vigenti da parte della Procura della Repubblica rispettivamente per illecita gestione dei rifiuti e per emissioni illegali, una montagna di rifiuti indifferenziati che a tutto oggi eccede di 20 volte il quantitativo stoccabile, che ha ricevuto migliaia di segnalazioni di inquinamento da parte dei cittadini negli ultimi due anni, ad ottenere continue dilazioni invece di essere costretta ad ottemperare a quanto richiesto pena la chiusura?
Non ci vuole troppa fantasia e neppure tanta malizia ad ipotizzare qualche risposta. Ma noi non molliamo e qualcuno dovrà assumersi le sue responsabilità.
CQSASD
Anche sul web la gente si lamenta!