16/11/2021 |
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· Nel 2020, anno nero segnato dalla
pandemia, nonostante la flessione dei controlli effettuati (-17%) i reati
ambientali toccano quota 34.867 (+0,6% rispetto al 2019), con una media di
4 ogni ora. Cresce l’impatto nelle regioni a tradizionale presenza mafiosa
(46,6% del totale) e aumentano sia le persone denunciate (+12%) che gli arresti
(+14,2%)
Ambiente
sotto attacco:
codice
rosso per boschi e fauna. 4.233 i reati relativi agli incendi boschivi (+8,1%).
8.193 quelli contro gli animali, poco meno di uno ogni ora. Illeciti in calo ma
più arresti (+15,2%) nel ciclo dei rifiuti e più persone denunciate
in quello del cemento (+23,1%)
Ci
riserviamo di presentare 10 proposte per rendere più efficace l’azione dello
Stato: “Fondamentale non abbassare la guardia contro gli ecocriminali,
completare e rafforzare il sistema normativo e alzare il livello
qualitativo dei controlli pubblici ambientali in tutta Italia, a partire dal
Centro-Sud, soprattutto ora che il Paese spenderà le ingenti risorse
pubbliche previste dal PNRR”
Parte
la campagna di raccolta fondi per sostenere noi e gli avvocati dei Centri di azione
giuridica per chiedere giustizia nei processi penali e nei ricorsi
amministrativi
(Info e tabelle su noecomafia.it – Video scheda >> https://mega.nz/file/ooYQzT4I#_Txc7S0wzx4Tj1Vt3s1YPSnEQLds7y8llnEHrfQHck8 –
Video commento >> clicca qui)
Nel 2020,
anno nero segnato dalla pandemia Covid-19, l’Ecomafia non conosce lockdown e
pause, né risparmia l’ambiente. A fotografare la situazione è il nuovo rapporto
Ecomafia 2021, realizzato con il sostegno di COBAT E NOVAMONT e edito da
Edizioni Ambiente. In Italia nel 2020 sono 34.867 i reati ambientali
accertati (+0,6% rispetto al 2019), alla media di oltre 95 reati al giorno, 4 ogni ora.
Aumentano le persone denunciate: 33.620 (+12% rispetto al 2019), le ordinanze
di custodia cautelare eseguite 329 (+14,2%), i sequestri effettuati 11.427
(+25,4%), ma cala il numero complessivo dei controlli passati da 1.694.093 del
2019 a 1.415.907 del 2020, con una flessione del 17% rispetto al 2019. Sempre
alta l’incidenza dei reati ambientali accertati nelle quattro regioni a
tradizionale presenza mafiosa (ossia Sicilia, Campania, Puglia e Calabria),
esattamente 16.262, il 46,6% del totale nazionale, con 134 arresti, nel 2019
erano stati “soltanto” 86. Il mercato illegale è di 10,4 miliardi di euro
(- 0,9% sul 2019). Crescono gli investimenti a rischio: 11,2 miliardi di euro
(+2,6 sul 2019). Nella classifica regionale, Campania, Sicilia, Puglia sono le
regioni più colpite da illeciti ambientali. Al quarto posto quest’anno sale il
Lazio con 3.082 reati, con un incremento del 14,5% sul 2019, superando così la
Calabria. La Lombardia
resta la regione con il maggior numeri di arresti. Preoccupante
anche il numero dei comuni commissariati per ecomafia sino a oggi, ben 32, dei
quali 11 sono stati sciolti nei primi nove mesi del 2021.
Un quadro
nel complesso preoccupante, se si considera che una parte molto significativa
degli illeciti analizzati nel rapporto Ecomafia ha a che fare con la violazione
di normative connesse ad attività delle imprese, che pure hanno dovuto subire,
in diversi settori, la sospensione delle produzioni, causata, appunto, dai
lockdown. A confermare la pressione sostanzialmente inalterata
dell’eco-criminalità nel nostro paese è anche l’applicazione dei delitti
contro l’ambiente, introdotti nel Codice penale dalla legge 68 del 2015: 883
i procedimenti aperti (in leggera flessione rispetto al 2019, quando erano
stati 894), con 2.314 soggetti denunciati e 824 arresti. E il numero più alto
di procedimenti, ben 477, ha riguardato il delitto
di inquinamento ambientale. Nota positiva: il numero crescente di
Procure che hanno risposto all’appello del ministero per monitorare
l’applicazione della legge 68: è stato superato l’88% degli uffici competenti
(l’anno precedente l’80%), la percentuale più alta di sempre, segno evidente di
una sensibilità crescente verso i crimini ambientali anche all’interno
dell’ordinamento giudiziario.
Il rapporto
Ecomafia, presentato oggi in conferenza stampa a Roma, ha analizzato i dati
frutto dell’intensa attività svolta da forze dell’ordine, Capitanerie di porto,
magistratura, insieme al lavoro del Sistema nazionale per la protezione
dell’ambiente nato dalla sinergia tra Ispra e Agenzie regionali per la
protezione dell’ambiente e dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli. A questi
dati, se ne affianca uno emblematico, quello del Global Witness: in un mondo
quasi paralizzato dalla pandemia sono state uccise 227 persone, dalla Colombia
alle Filippine, dal Brasile alla Repubblica Democratica del Congo, a causa del
loro impegno nella difesa della natura, contro le deforestazioni, le attività
estrattive e lo sfruttamento selvaggio delle risorse idriche. Non sono mai
state così tante dal 2012, primo anno di pubblicazione del report sugli
ambientalisti uccisi nel mondo. A loro è dedicato questo rapporto Ecomafia 2021
che per noi è anche l’occasione per ricordare a Parlamento e Governo l’urgenza
e l’importanza di completare e rafforzare il quadro normativo e aumentare i
controlli.
“Non si deve
assolutamente abbassare la guardia contro i ladri di futuro – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di
Legambiente – a maggior ragione in un momento storico in cui
dovremo spendere ingenti risorse pubbliche previste dal Piano nazionale di
ripresa e resilienza (Pnrr). Va scongiurato in ogni modo il rischio di
infiltrazioni ecomafiose nei cantieri per la realizzazione di opere ferroviarie
e portuali, impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e di riciclo
dei rifiuti, depuratori, interventi di rigenerazione urbana, infrastrutture
digitali, solo per fare qualche esempio delle opere che servono alla
transizione ecologica del paese. Il lavoro di repressione ha avuto un’impennata
grazie ai delitti contro
l’ambiente, che siamo riusciti a far inserire nel Codice penale nel 2015,
dopo 21 anni di lavoro incessante. Ora è fondamentale un deciso cambio di passo
che porti a completare il sistema normativo inserendo i delitti ambientali e di
incendio boschivo tra i reati per cui è possibile, vista la loro particolare
gravità e complessità, prorogare i termini di improcedibilità previsti dalla
riforma della giustizia, approvata dal Parlamento. Va aggiornato il Codice
penale inserendo tra i delitti anche le agromafie, il traffico di opere d’arte
e di reperti archeologici e il racket degli animali. È poi fondamentale – continua Ciafani – alzare il livello qualitativo
dei controlli pubblici ambientali in tutta Italia, a partire dal Centro-Sud.
Servono nuove risorse finalizzate all’aumento del personale per le valutazioni
e le ispezioni e all’acquisto della strumentazione innovativa per effettuare i
monitoraggi. Si deve procedere speditamente all’approvazione dei decreti
attuativi della legge 132 del 2016, che ha istituito il Sistema nazionale per
la protezione dell’ambiente”.
Attacco
all’ambiente:
Nel 2020 in
Italia è codice rosso per boschi e fauna. Sono 4.233 i reati relativi agli incendi boschivi (+8,1%
rispetto al 2019). 8.193 gli illeciti contro gli animali, poco meno di uno ogni ora.
Da soli, i reati contro la fauna rappresentano il 23,5%
del totale dei reati ambientali, con 6.792 persone denunciate, oltre
18 al giorno, 5.327 sequestri effettuati e 33 arresti. Numeri sicuramente in
difetto rispetto alla realtà, sia per l’esiguità dei controlli effettivi
(principalmente nelle aree interne e naturali), sia, soprattutto, per la scarsa
efficacia del sistema sanzionatorio, ancora privo di delitti adeguati alla
gravità dei fatti. La flessione più significativa, probabilmente riconducibile
ai periodi di chiusura di molte attività produttive durante i lockdown, è
quella relativa al ciclo dei rifiuti,
che in termini di illeciti accertati registra un -12,7%
rispetto al 2019, ma più arresti (+15,2%). Reati in
leggera flessione anche nel ciclo del cemento (-0,8%),
con una crescita, però, delle persone denunciate (13.083, con un +23,1%
rispetto al 2019). Le inchieste sviluppate
contro i traffici organizzati di rifiuti (quelli più gravi, sanzionati ai sensi
dell’articolo 452-quaterdecies del Codice penale) non hanno subito flessioni:
sono state 27 nel 2020, in crescita rispetto al 2019, a cui se ne devono
aggiungere altre 23 registrate da Legambiente dal 1° gennaio al 15 settembre di
quest’anno. Dati che si riflettono anche sul valore complessivo del fatturato
illegale, stimato da Legambiente nel 2020 in 10,4 miliardi di euro (-09 sul 2019),
mentre aumenta quello sugli investimenti a rischio nelle quattro regioni a
tradizionale presenza mafiosa, dagli appalti alla gestione dei rifiuti urbani,
che ha toccato quota 11,2 miliardi di euro.
Gli abbattimenti degli abusi edilizi, infine, sono al palo:
dal 2004 al 2021 emesse 57.250 ordinanze di demolizione, ma ne sono state
eseguite solo il 32,9%, con significative
differenze tra Nord e Sud. La Puglia ha il record negativo con il 4%.
Archeomafie:
aumentano i
controlli (11.801, una media di 32 al giorno, con una crescita, rispetto
all’anno precedente, del 32%) e diminuiscono i furti (-18%), le persone
denunciate e gli arresti. Il Lazio, con il 14,7% del totale nazionale, è la
regione dove si registra il maggior numero di furti, seguita da Puglia (11,6%),
Toscana (10,6%) e Campania, con il 9%.
Agromafia:
in un anno
caratterizzato dalla diminuzione dei controlli (-10,8%), che ha sicuramente
inciso, vista la tipologia delle attività da svolgere sul campo, sulla
riduzione dei reati e degli illeciti amministrativi (-37%) fa da contraltare il
primo posto per numero di infrazioni accertate relativo alle importazioni di
prodotti alimentari, ben 8.786, seguito da quello sui prodotti ittici in
generale (6.844 reati commessi), che è anche quello dove è stato svolto il
maggior numero di controlli, con oltre 106mila ispezioni. Nel corso del 2020,
infine, sono stati 293 i reati di caporalato accertati, ossia 0,80 al giorno,
sabato e domenica compresi, 254 le denunce penali e amministrative presentate e
43 gli arresti.
Shopper
fuori legge:
nel 2020,
secondo i dati dell’Osservatorio di Assobioplastiche, un quarto delle borse di
plastica consumate in Italia non sarebbero ancora a norma. Nello stesso anno,
nonostante le restrizioni dovute al COVID-19 e i mercati per buona parte del
tempo chiusi o ridimensionati, sono finite sotto sequestro più di 15 tonnellate
di shopper prodotte con materiali non rispondenti ai requisiti di legge.
Commercio
illegale dei cosiddetti F-gas,
ossia i gas
refrigeranti più utilizzati nel mercato, non pericolosi
per l’ozono come i gas Cfc, da tempo ormai al bando, ma lo stesso
dannosi per il loro effetto serra. Solo nell’ambito di due operazioni, svolte
entrambe nel mese di febbraio 2021 dall’Agenzia delle dogane e dei
monopoli, la prima a Varese, la seconda a Milano, sono state intercettate oltre
14,5 tonnellate di F-gas provenienti dalla Turchia ma prodotti in Cina. Secondo
gli investigatori, l’Italia sarebbe al centro dei flussi illegali di gas
refrigeranti introdotti in Europa, provenienti soprattutto dai corridoi
dell’Est.
“I dati del
Rapporto Ecomafia – dichiara Enrico Fontana, responsabile
osservatorio ambiente e legalità di Legambiente – confermano
l’urgenza di completare il quadro normativo a tutela dello straordinario
patrimonio ambientale e culturale del nostro paese, della salute dei cittadini
e della buona economia e di rimediare quanto prima a due errori: quello
commesso dal governo e dal Parlamento nell’approvazione della riforma del Codice
penale, avvenuta a settembre del 2021, a causa della quale, nonostante i forti
appelli lanciati a più riprese da Legambiente, Libera, WWF, Greenpeace e
Focsiv, scatterà la tagliola dell’improcedibilità per i delitti contro
l’ambiente, per i quali deve invece essere garantito tutto il tempo necessario
per fare giustizia; l’interpretazione restrittiva da parte del ministero
dell’Interno della norma che introduce il potere sostitutivo dei prefetti di
fronte all’inadempienza dei comuni, che emettono ma non eseguono ordinanze di
demolizione di immobili abusivi, la cui applicazione riguarderebbe solo le
ordinanze di demolizione emesse dopo l’approvazione della legge 120/2020, il
cosiddetto decreto Semplificazioni entrato in vigore il 15 settembre del 2020”.
Le nostre proposte
Per questo
tra le 10 proposte che proponiamo, chiediamo: di inserire, come primo
provvedimento utile, i delitti ambientali previsti dal titolo VI-bis del Codice
Penale e il delitto di incendio boschivo tra quelli per cui non scatta l’improcedibilità;
approvare delle leggi contro agromafie e saccheggio del patrimonio culturale,
archeologico e artistico e introduzione nel Codice penale dei delitti contro
gli animali; ripristinare, se necessario con una modifica legislativa, la
corretta attuazione da parte delle prefetture di quanto previsto dall’articolo
10-bis della legge 120/2020, che ne stabilisce il potere sostitutivo in tutti i
casi, anche antecedenti all’approvazione della norma, di mancata esecuzione da
parte dei comuni delle ordinanze di demolizione di immobili abusivi; inasprire
le sanzioni previste contro i traffici illegali di rifiuti; emanare i decreti
attuativi della legge 132/2016 che ha istituito il Sistema Nazionale per la
protezione per l’ambiente; garantire l’accesso gratuito alla giustizia da parte
delle associazioni, come Legambiente, iscritte nel Registro unico nazionale del
Terzo settore e impegnate di fronte a qualsiasi autorità giudiziaria in
qualsiasi grado di giudizio nel perseguimento dei propri fini statutari.
Il Rapporto Ecomafia 2021
si può acquistare nelle migliori librerie, nei principali bookstore online, o
direttamente sul sito shop.edizioniambiente.it — Info
su noecomafia.it
Siamo
da sempre in prima linea contro le mafie che distruggono l’ambiente. Denunce,
dossier, testimonianze. Tra il 2020 e il 2021 gli avvocati dei Centri di Azione
giuridica sono stati impegnati in 40 procedimenti penali di particolare gravità
dove ci siamo costituiti parte civile e 40 cause di grande rilievo, tra
ricorsi ai Tar e al Consiglio di Stato.
Sostieni
l’associazione con una donazione: http://sostieni.legambiente.it/noecomafia