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lunedì 3 agosto 2020

Asfalti Brianza: 7 domande ancora senza risposta al Prefetto e al Sindaco di Concorezzo. E p.c alla Procura della Repubblica di Monza. Comunicato del comitato di Quartiere Sant'Albino




Asfalti Brianza: 7 domande ancora senza risposta al Prefetto e al Sindaco di Concorezzo.  E p.c alla Procura della Repubblica di Monza. 


Comunicato Stampa del comitato di Quartiere Sant’Albino.

1) Non è vero che “i dati sono rassicuranti”: le emissioni sono cancerogene. Perché l’ansia di dire che va tutto bene?
I dati a cui si riferisce il Sindaco di Concorezzo Mauro Capitanio sono relativi ai campionamenti passivi effettuati prevalentemente in epoca di “lockdown”, con produzione ridotta a 4 ore e fino al 50% dello standard. Da mesi come comitato avevamo anticipato che quelle rilevazioni non sarebbero state indicative. 
Nell’unico giorno di controlli al camino in regime “quasi normale” (il 30/6/2020) ARPA ha rilevato che in 9 casi su 14 c’è stato sforamento dei limiti e che in particolare è fuori scala soprattutto il Benzene, sostanza cancerogena e mutagena che può produrre (Fonte: Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, IARC) oltre ai tumori, malformazioni genetiche, leucemie, gravi irritazioni a naso, occhi, gola, pelle. Insieme al Benzene risultano fuori norma anche altri Composti Organici Volatili come Toluene e Xilene. Ricordiamo che la notte tra il 2 e 3 luglio, a controlli al camino oramai terminati (ARPA lascia il sito il 30/06), si è registrato un picco nel numero di segnalazioni per aria irrespirabile da parte dei cittadini, riscontrate ufficialmente in sede Asfalti Brianza dai Vigili del Fuoco del Comando Provinciale MB e riportate nel verbale acquisito da ARPA.

2) Dentro la sede di Asfalti Brianza c’è una montagna illegale e pericolosa di rifiuti da spostare. Subito. Ma nessuno l’ha vista crescere? AB è in grado di sostenere i costi di smaltimento? 
Anche qui potremmo scrivere pagine e pagine sulla qualità e l’efficacia dei controlli effettuati fino al mese scorso. Asfalti Brianza aveva un’autorizzazione AUA per stoccare fino a 1200 mc di fresato. Nessuno ha visto in questi anni trasformarsi il piccolo deposito in una montagna nera di 25.141 mc (venticinquemilacentoquarantuno metri cubi, dati ARPA), alta circa 14 metri? Siamo a 20 volte oltre i permessi.  
Non solo. Di questo fresato non si conosce la provenienza e la composizione, perché l’azienda non dimostra – secondo la perizia ordinata dal Sindaco di Concorezzo - di avere i completi registri di carico e scarico. E perché avere tutto quel fresato? Già lo scorso 4 settembre 2019, nel verbale ARPA si legge che il gestore (AB) dichiara di usare il solo fresato proveniente dai propri cantieri per immetterlo nel ciclo di produzione di nuovo conglomerato bituminoso. Ma l’azienda non è autorizzata a farlo. Il fresato è a tutti gli effetti un rifiuto e va smaltito in centri specializzati. Questo però è molto oneroso: lo stesso Sindaco di Concorezzo Mauro Capitanio, quasi a giustificazione dell’azienda, nell’ultimo servizio de “Le Iene” dichiara che per rimuovere completamente la montagna di fresato servirebbero una quindicina di camion al giorno per 60/90 giorni e più di una milionata di Euro. Asfalti Brianza, che non ha ottemperato all’impegno di effettuarne lo smaltimento entro fine gennaio 2020 sottoscritto in Conferenza dei Servizi, ha le risorse per farlo? Qualcuno è in grado di verificare questo aspetto prima di un possibile fallimento dell’azienda? Ricordiamo inoltre che AB nella richiesta di modifica dell’AUA aveva richiesto di utilizzare il fresato nel ciclo produttivo e il Comune di Concorezzo aveva dato parere favorevole salvo poi revocarlo. 
Secondo l’ultimo verbale Arpa del 13/7 non risulta inoltre ancora essere stata completamente liberata dal deposito di fresato la fascia di rispetto di 200 metri dal pozzo di acqua potabile di Brianzacque. 
Ultimo dato. AB lamenta il fatto che il fresato accumulato si è ormai così compattato da diventare una roccia tale da mettere in difficoltà le ruspe. Un’altra, ennesima scusa per non rispettare gli impegni? 

3) Non ci sono registri di manutenzione e procedure di emergenza. È possibile consentire ad un’azienda insalubre di agire così nel 2020?
Secondo la perizia ordinata dal Sindaco di Concorezzo, l'azienda non ottempera a diverse prescrizioni previste nell'AUA, quali la tenuta del registro manutenzioni degli impianti di aspirazione e abbattimento oltre alla mancata predisposizione di procedure di emergenza! Questo non può essere consentito: AB è azienda insalubre di prima classe che opera in un contesto urbano. Quale responsabilità per Enti e Istituzioni e i loro vertici che conoscono la situazione ma non intervengono?

4) Aree di impianti a cielo libero: emissioni intollerabili anche da qui.
Ci sono ancora aree dell’impianto non compartimentate e non dotate di aspiratori e impianti di abbattimento che permettano il trattamento delle sostanze organiche. Ancora una volta in spregio all’AUA.  

5) Nastro trasportatore non autorizzato ma collegato alla rete elettrica e pronto all’uso. Va immediatamente smantellato. 
È stato rinvenuto – vedi perizia Comune di Concorezzo - un nastro trasportatore collegato alla rete elettrica che collega la montagna di fresato all’impianto di produzione. Non dovrebbe esserci perché non autorizzato. Perché si trova lì, pronto all’uso?

6) La concorrenza sleale di Asfalti Brianza ai produttori onesti. Produce con un impianto vetusto e fuori controllo, non si preoccupa della salute e dell’ambiente. Risultano ancora debiti con gli enti previdenziale e assistenziali? Pochi mesi fa erano oltre centomila euro. Ecco come Asfalti Brianza abbatte i costi e vince gli appalti pubblici con le società dello stesso gruppo. Cosa ci potrebbe dire la Guardia di Finanza, il NOE o l’ANAC? PS: IMU e TASI sono regolarmente pagate?
Le società dello stesso gruppo che si appoggiano per la produzione agli impianti di Asfalti Brianza, gestiti nel modo che abbiamo visto, riescono a fare prezzi concorrenziali vincendo così gli appalti delle amministrazioni pubbliche, a scapito dei produttori onesti, dell’ambiente e della salute dei cittadini. Pochi mesi fa risultavano decine di migliaia di euro di debiti con Inps e Inail. Avete mai verificato a quanto ammontino oggi? La Guardia di Finanza, il NOE o l’ANAC, i centri di appalto pubblico... non hanno nulla da dire? Sono stati informati? Sono state regolarmente pagate le imposte comunali?

7) Asfalti Brianza via per sempre dai centri abitati, Concorezzo intervenga ora sul PGT in discussione. Non si perda questa occasione straordinaria.
Già classificata azienda insalubre di Prima Classe, Asfalti Brianza non può stare dove si trova ora. Secondo la Legge dovrebbe essere insediata in zone non urbanizzate, lontana da centri abitati e attività umane. AB, con i suoi impianti vetusti e fuori norma, si trova invece a meno di 100 metri dall’abitato di Rancate (Concorezzo) e da attività commerciali e altre aziende. E in più, in tutti questi anni, l’azienda ha più volte disatteso e procrastinato le prescrizioni degli Enti e gli impegni sottoscritti: comportamenti incompatibili con la gestione di un’attività già di per sé pericolosa e nociva.
L’amministrazione comunale di Concorezzo sta per approvare il nuovo PGT: è l’occasione per dare un segnale inequivocabile di cambiamento per il futuro dell’area interessata che ricade, tra l’altro, nella “Rete Verde di Ricomposizione Paesaggistica del PTCP della Provincia di Monza e Brianza. Anche Arpa invita il Comune a verificare la compatibilità dell’attività con i vincoli derivanti dal PGT nella sua ultima relazione.

Riteniamo che per le evidenze sopra riportate Asfalti Brianza sia sottoposta a chiusura definitiva. Ci attendiamo che tutti gli enti preposti, ciascuno nell’ambito delle proprie responsabilità, vogliano agire con coscienza a tutela della salute e dell’ambiente, ponendo fine a comportamenti illeciti da parte di un’azienda che non ha mai dimostrato di voler assolvere agli adempimenti in materia ambientale: emissioni in atmosfera (secondo filone di indagine della Procura), recupero acque reflue (v. diffida ATO), smaltimento rifiuti (primo filone di indagine della Procura). I dati oggettivi sono ormai tali e tanti da non ammettere alcun tipo di inerzia da parte delle istituzioni tutte: noi cittadini siamo pronti a far valere i nostri diritti nelle sedi opportune.

COMITATO: COSA C'E' SCRITTO DAVVERO NELLA RELAZIONE ARPA (31/7/2020)


C'è chi non la racconta giusta!
CQSASD




RELAZIONI ARPA: CONSIDERAZIONI DEL COMITATO DI QUARTIERE SANT’ALBINO  – 31/07/2020

E dopo la Perizia Tecnica commissionata dal Sindaco di Concorezzo, anche le relazioni Arpa attese per la fine di luglio, confermano le evidenze che da almeno un anno stiamo portando all’attenzione di tutte le amministrazioni coinvolte, degli Enti, delle Istituzioni e della cittadinanza.
  •       Partiamo dal peccato originale di tutta questa vicenda: in quanto azienda insalubre di Prima Classe AB non può stare dove ora si trova, a meno di 100 metri dall’abitato di Rancate (Concorezzo) e da attività commerciali e altre aziende. ARPA invita il Comune di Concorezzo a verificare la compatibilità dell’attività con i vincoli derivanti dalla pianificazione del territorio. Anche noi chiediamo al Comune di Concorezzo e alla Provincia di rivalutare l’autorizzazione all’esercizio dell’attività, alla luce, non solo della tipologia di attività svolta dall’azienda, già classificata fra quelle più inquinanti e nocive dalla legge (dovrebbe essere insediata in zone non urbanizzate, lontana da centri abitati ed attività umane), ma anche in virtù del livello di vetustà dell’impianto ben rappresentato dai Tecnici chiamati dal Sindaco Capitanio, nonché del comportamento dell’azienda che ha più volte disatteso le prescrizioni degli Enti, procrastinando gli interventi richiesti: un comportamento incompatibile con la gestione di un’attività già di per sé pericolosa. Ci domandiamo come sia possibile che, date le condizioni al contorno, l’attività non sia mai stata sottoposta, in questi anni, a Valutazione di Impatto Ambientale, limitandosi gli enti preposti a un parere di conformità con la destinazione produttiva dell’area. Destinazione ora rivedibile nell’ambito della revisione generale del Piano di governo del territorio, considerando che l’area ricade nella “Rete verde di ricomposizione paesaggistica” del PTCP Monza e Brianza. Ci attendiamo che il Comune di Concorezzo assuma una posizione chiara nelle prossime votazioni sul PGT, dando un segnale inequivocabile di cambiamento per il futuro prossimo dell’area interessata, gettando le vere basi di una coscienza sostenibile per il bene della cittadinanza tutta
  •       Le emissioni non sono solo odorigene ma anche nocive. I cittadini che hanno segnalato negli anni sintomi diversi derivanti dai fumi acri provenienti dall’impianto, testimoniati anche dal Caposquadra dei VVFF in data 2 luglio 2020 e ripresa nella relazione ARPA, non hanno subito solo un disagio. Non si trattava solo di “puzza” che ammorbava l’aria della propria casa; si trattava di emissioni cancerogene. I composti organici volatili totali (COVT), durante le analisi effettuate da ARPA in sito, superano in modo costante il limite imposto dall’Autorizzazione Unica Ambientale (AUA) rilasciata dalla Provincia nel 2016. I Tecnici ARPA rilevano inoltre una concentrazione di benzene, toluene e xilene tali da superare le limitazioni imposte all’azienda dalla Provincia per l’esercizio della sua attività. Cosa provocano queste sostanze? Lo spiegavano in modo dettagliato i Tecnici incaricati dal Comune che hanno consegnato a Capitanio la loro relazione lo scorso 15 giugno.  Secondo l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) vi è sufficiente evidenza che il benzene sia cancerogeno per l’uomo e in particolare causi: leucemia mieloide acuta e leucemia non linfocitica acuta. L’esposizione al benzene e’ stata inoltre positivamente associata a leucemia linfocitica acuta, leucemia linfocitica cronica, mieloma multiplo, linfoma non-Hodgkin. Inoltre, il benzene è riconosciuto come tossico per lo sviluppo e la riproduzione degli individui di sesso maschile dal California Environmental Protection Agency. La presenza di Benzene oltre i limiti autorizzati era già stata evidenziata nel 2018 da una relazione tecnica commissionata dalla stessa AB e consegnata al Comune, nonché agli Organi competenti. Allora l’hazard index totale era 756 (Il valore nettamente più alto era benzene), quindi l'aria doveva essere diluita 756 volte per non risultare nociva. Era ragionevole supporre che tale condizione era rispettata ad una distanza minima di 500 mt dal camino. Questi dati si riferivano alla produzione svolta con il precedente bruciatore che aveva una portata inferiore del 30% rispetto all' attuale.
  •       Lo stoccaggio di rifiuti presente in sito è ben 20 volte superiore al quantitativo ammesso dall’Autorizzazione (25.141 m3 rispetto ai 1.250 autorizzati dai rilievi dell’Arpa luglio 2020); non se ne conosce la provenienza e la composizione, perché l’azienda non dimostra di avere i registri di carico e scarico. Perché avere tutto quel fresato? Già lo scorso 4 settembre, nel verbale ARPA si legge che il gestore (AB) dichiara di usare il solo fresato proveniente dai propri cantieri per immetterlo nel ciclo di produzione di nuovo conglomerato bituminoso. Ma l’azienda non è autorizzata a farlo! Il fresato è a tutti gli effetti un rifiuto e va smaltito in centri specializzati. Questo però è molto oneroso: lo stesso Capitanio, quasi a giustificazione dell’azienda, nell’ultimo servizio de “le Jene” dichiara che per rimuovere completamente la montagna di fresato servirebbero una quindicina di camion al giorno per 60/90 giorni e "più di una milionata". Meglio utilizzarlo nel ciclo produttivo senza autorizzazione! Arpa indica  la presenza di altre 2 tramogge che alimentano direttamente il mescolatore ed ipotizza che possa essere usato per vari tipi di asfalto (fonoassorbente, o colorato x piste ciclabili), lavorazioni che implicano l'aggiunta di polimeri a base di gomma, non presenti come materiali autorizzati da AUA. Per questo punto ARPA chiede documentazione scritta non fornita il giorno del sopralluogo. Dopo il sequestro disposto dalla Procura di Monza, AB doveva liberare il sito entro la fine di gennaio. Dall’ultimo sopralluogo di ARPA il 13/07/2020, i Tecnici denunciano una “non oculata visione dell’azienda di reperimento di una pluralità di siti di destino al fine di poter garantire con continuità le operazioni di allontanamento dei rifiuti e periodi di fermo smaltimenti prolungati”. Nonostante le richieste di adempimento agli atti delle Conferenze di Servizi susseguitesi dallo scorso inverno fino all’ultima dell’8 luglio 2020, il 13/07/2020 non risulta ancora essere stata completamente liberata la fascia di rispetto del pozzo di acqua potabile, così come non è stato fatto il controllo per verificare l'effettivo stato del fondo permeabile sotto il cumulo di fresato che dovrebbe contenere e convogliare le acque di prima pioggia in appositi pozzi di decantazione.

Riteniamo che per le evidenze sopra riportate l'Azienda vada sottoposta a chiusura definitiva. Ci attendiamo che tutti gli enti preposti, ciascuno nell’ambito delle proprie responsabilità, vogliano agire con coscienza a tutela della salute e dell’ambiente, ponendo fine a comportamenti illeciti da parte di un’azienda che non ha mai dimostrato di voler assolvere agli adempimenti in materia ambientale: emissioni in atmosfera (secondo filone di indagine della Procura), recupero acque reflue (v. diffida ATO), smaltimento rifiuti (primo filone di indagine della Procura). I dati oggettivi sono ormai tali e tanti da non ammettere alcun tipo di inerzia da parte delle istituzioni tutte: noi cittadini siamo pronti a far valere i nostri diritti nelle sedi opportune.

giovedì 11 giugno 2020

ASFALTI BRIANZA - LE RICHIESTE DEL COMITATO AL CONSIGLIO COMUNALE DI MONZA ED AI SINDACI DI AGRATE, MONZA E BRUGHERIO


 In vista del Consiglio comunale di Monza riproponiamo le nostre richieste: 


-          La Commissione consiliare del 10/2/2020 aveva già deciso che il Sindaco di Monza chiedesse di partecipare al Tavolo organizzato a novembre 2019 dalla Prefettura. Chiediamo che d’ora in poi il Sindaco di Monza partecipi assieme anche ai sindaci di Agrate e Brugherio al tavolo della Prefettura ma anche a quelli della Provincia. Chiediamo che il Sindaco si adoperi perché anche il nostro Comitato presenzi ai tavoli come rappresentante dei cittadini più colpiti dall’inquinamento. Dopo l’accesso agli atti il nostro Comitato ha informazioni importanti da condividere con le autorità istituzionali.
-          Chiedere che la Giunta di Monza si esprima in modo fermo contro la vergognosa lettera con cui Asfalti Brianza ha comunicato di non voler più ottemperare al piano di smaltimento dei rifiuti (gestione illegale, come accertato dalla Procura ) imposto dal Tavolo della Prefettura. Fare in modo che non sia consentito ad Asfalti Brianza di chiedere una nuova AUA per modifica non sostanziale. Con tale autorizzazione Asfalti Brianza mira a utilizzare la montagna di fresato nella produzione. Cosa che, come da relazione ARPA del settembre 2019, ha già fatto, violando l’AUA e ogni normativa. Oltretutto di tale materiale la stessa relazione ARPA dice che non è stata prodotta alcuna documentazione per cui potrebbe trattarsi di rifiuti ancor più pericolosi. Tra le altre cose il fresato alcuni anni fa conteneva catrame e non bitume con un potere inquinante assai maggiore.
-          Non si può delegare la presenza ai tavoli e la relativa comunicazione al solo sindaco di Concorezzo che, ricordiamo, con vari incarichi è in giunta da più di dieci anni, per molti dei quali la vicenda Asfalti Brianza si è trascinata in improduttive concertazioni con l'azienda.
-          A parte le responsabilità del passato (sopralluoghi ad impianto fermo; centraline metereologiche ARPA, indispensabili per la valutazione delle scie dell’inquinamento, non funzionanti dal 2013; la centralina più vicina, quella di Agrate, non funziona dal 2016, anno dell’AUA di AB ma anche anno in cui si sono intensificate emissioni e proteste dei cittadini) le valutazioni di ARPA promosse dal tavolo prefettizio non potranno dare risultati probanti perché i campionamenti sono stati concordati con l’azienda e con impianto che opera al 30%.
-          ATS fin dall’inizio dei tavoli promossi dal Comune di Concorezzo nel 2017 si è limitata ad argomentare che non risultano segnalazioni di malori da parte di lavoratori di AB, disattendendo completamente alla responsabilità di tutelare la salute dei cittadini, responsabilità cui era stata richiamata dalla stessa ARPA che aveva dichiarato che le molestie olfattive rimandano sempre anche ad approfondimenti sanitari che sono in capo all’ATS.
-          Chiediamo che nelle sedi opportune il Sindaco di Monza ricordi a Procura, Prefettura e Provincia che dal 13/8/2019 Asfalti Brianza opera con un bruciatore nuovo che ha prodotto un aumento dell’inquinamento e dell’area investita. Bruciatore che nessuno ha autorizzato né messo a regime, senza alcuna valutazione delle emissioni né ulteriori misure di contenimento. Una situazione che rende non più valida l’AUA vigente e configura gravi responsabilità per le autorità che non hanno provveduto in alcun modo a tali controlli indispensabili per legge.  


ps : Nonostante produzione ridotta, additivi profumati e finestre ben chiuse le segnalazioni di inquinamento proseguono.

Anche se negli ultimi giorni si avverte meno puzza notturna e in compenso sembra ci sia una certa "riconversione": si vede un lato della montagna che viene rosicchiato e poi macinato (ma perché macinare materiale che va conferito a pagamento in discariche specializzate? E qualcuno sa dove va a finire il materiale rosicchiato visto che non può finire nella produzione ?). E si vedono uscire camion scoperti ma non più fumanti e puzzolenti ma con un materiale macinato e nero. Uno lo abbiamo visto verso la una di notte a Sant'Albino e c'era presente anche il Sindaco Capitanio. Ma quali cave sono aperte all'una di notte? Qualcuno dovrebbe darci qualche risposta anche su questa "nuova gestione" dei rifiuti.

CQSASD



giovedì 4 giugno 2020

mercoledì 15 gennaio 2020

15/1/2020 - AB VA CHIUSA - UN SENTORE (AROMATIZZATO) DI IRRESPONSABILITA' DIFFUSA



mercoledì 15 gennaio 2020

Asfalti Brianza, dopo la breve tregua natalizia ha ripreso l'attività e molti se ne sono accorti. Pur nella cappa di smog che attanaglia tutta la Pianura Padana e pur essendo l'attività "ridotta e sperimentale" (ma de che?), molti riconoscono l'aroma ormai inconfondibile di Asfalti Brianza: catrame/gomma bruciati più aromi vari (cacao, cioccolato, a volte mentolo). Anche stamane segnalazioni da Sant'Albino, Cederna, Viale Libertà, centro Monza (zona stazione), Brugherio (Dorderio) ecc. ecc.  Segnalazioni che questa volta non intendiamo pubblicare  per non colludere con la furba narrazione dei controlli mediante "annusatori", "nasi elettronici", campionatori ecc.
Ci spiegano che mediante complessi algoritmi verranno localizzati i punti da monitorare. Ma se ARPA  ci ha spiegato testualmente che perfino i carotaggi in questo contesto di inquinamento diffuso e "multifattoriale" non saranno  mai attribuibili in modo incontestabile ad Asfalti Brianza ci spieghino che utilità avranno queste rilevazioni olfattometriche che in sede legale potranno essere attribuite perfino alle emissioni gassose delle mucche dei Giardini!
Continuiamo a ripetere che OCCORRONO CONTROLLI DELLE EMISSIONI NEL CAMINO  CON IMPIANTO A MASSIMO REGIME e che occorre la SUPERVISIONE DEL NOE DEI CARABINIERI perché è impensabile che tanti enti che hanno avuto parte in commedia (o nella farsa) in questi cinque anni intendano fare spontaneo harakiri ammettendo ora che ci sono stati in tutti questi anni rischi gravi per la salute.
Intanto abbiamo avanzato seri dubbi rispetto alla reale distanza del pozzo di Brianza Acque e per tutta risposta Brianza Acque non si è neppure presentata alla Conferenza dei servizi del 10/1/2020. Le abbiamo mandato una PEC per far presente (per l'ennesima volta) i nostri timori per l'inquinamento della falda.
Il Sindaco Allevi e (sua) compagnia bella, dopo un sussulto di attività con cui ha presentato (in extremis, cioè il giorno prima del sequestro) un esposto contro AB, pare che da mesi abbia spento i fari sulla questione. Forse troppo preso dalla preoccupazione dei "nomadi" all' Offelera. Offelera su cui inviteremmo tutte le autorità e i giornalisti d'inchiesta ad indagare, ma non tanto per la presenza dei nomadi. Si è appena conclusa, anche con nostro modesto contributo,  la vicenda del sequestro dell'area abusivamente trasformata in deposito TIR. Chiunque scartabelli in rete può ora trovare un documento del Gip di Varese relativo all'affaire Caianiello. Ebbene nella prima pagina compaiono una cinquantina di nomi di imprenditori di edilizia/rifiuti/asfalti per i quali si chiedono misure cautelari per irregolarità nella acquisizione di appalti. Guarda caso ci sono i nomi di due imprese dell' Offelera. E poco più oltre un'intercettazone cita il nostro buon Bianchi di AB e un'azienda che suona quasi uguale all'altra azienda fantasma del sopralluogo che ha portato al sequestro. Cioè noi conosciamo a malapena tre imprese del settore e tutte e tre risultano in qualche modo citate nell'inchiesta di cui sopra. Se tanto mi da tanto ha ragione chi pensa che vi sia una cappa di malaffare che grava su tutto il comparto in Lombardia e che presiede in qualche modo alla spartizione  degli appalti ma presumibilmente anche alla spartizione degli oneri, magari in forma di rifiuti pericolosi da smaltire.
Ovviamente un teorema così rende quasi pleonastico ipotizzare qualche collusione da parte di soggetti del mondo politico-istituzionale.
Chiediamo solo di essere smentiti, ad esempio  da una coraggiosa decisione dei nostri  Amministratori che il 23/1/2020 si pronuncino in modo chiaro per la chiusura di Asfalti Brianza.