Abbiamo recentemente sentito la denuncia della Croce Rossa di Monza la cui pagina è stata bloccata da Facebook per le segnalazioni di "contenuti segnalati come offensivi da altri utenti". Ebbene al Comitato di quartiere Sant'Albino e San Damiano ciò accade regolarmente e anche oggi (per l'ennesima volta) non possiamo linkare i nostri post neppure sulla nostra pagina Facebook e su quella del gruppo "Sei di Sant'Albino e San Damiano" da noi creata. Ovviamente noi non pubblichiamo mai post dai contenuti offensivi. Certo denunciamo (tramite carte e documentazioni inoppugnabili) l'inquinamento e il disagio prodotti da aziende come Asfalti Brianza e CEM e chiediamo ai politici di prendere posizioni a tutela della salute dei cittadini. Evidentemente Facebook non fa alcuna reale verifica dei contenuti dei post segnalati e neppure della credibilità dei segnalatori. Dunque le regole di Facebook si adattano meglio alle esigenze di inquinatori, malaffare, politici di dubbia morale e segnalatori prezzolati che alla tutela dei diritti dei cittadini.
Chiediamo a tutti gli amici di aiutarci copiando i link dei nostri post e incollandoli sulle pagine e sui gruppi Facebook che frequentano. Grazie
Una notizia poco diffusa ma molto importante. I social media come strumento di manipolazione dell'informazione e della politica! Siamo di fronte ad una sovversione autoritaria planetaria veicolata silenziosamente da Facebook and company. Una sovversione cui anche l'Italia è soggetta.
La giornalista ha dimostrato che Fb ha profilato 87 milioni di profili del Regno Unito e ha ceduto illegalmente tali informazioni ad una società che poi ha bombardato le persone di fake news e pubblicità occulte dirette a favorire la Brexit. E il bello è che tale materiale è incontrollato così come incontrollabile è la provenienza delle enormi somme che hanno finanziato tali operazioni illegali.
CQSA
Parola per parola, il formidabile discorso della giornalista che ha inchiodato Facebook
Al TED di Vancouver Carole Cadwalladr, la cronista dell'Observer che ha scoperchiato lo scandalo di Cambridge Analityca (e che è stata bannata a vita da Facebook per questo), ha spiegato come i social hanno influito sulla Brexit. E come stanno facendo del male alle democrazie di tutto il mondo
Quest'anno non sono riuscito ad andare al TED di Vancouver. Ma ho seguito qualcosa in rete. E mi hanno colpito due cose, collegate fra loro. La prima è il talk della giornalista dell'Observer che ha scoperchiato lo scandalo di Cambridge Analityca (e che è stata bannata a vita da Facebook per questo). La seconda il fatto che uno degli sponsor principali di questa edizione del TED di Vancouver fosse proprio Facebook. Ce lo vedete un evento in Italia dove lo speaker principale è quello che attacca lo sponsor principale. O anche solo il giornale, la radio, la tv, l'agenzia di stampa....
Carole Cadwalladr ha fatto un lavoro giornalistico memorabile (per il quale è stata fra i finalisti del premio Pulitzer appena assegnato). Nel suo TED Talk ripercorre la vicenda e pone delle domande molto serie "agli dei della Silicon Valley" e a noi utenti dei social, sul futuro della democrazia. Per questo abbiamo ritenuto di tradurre subito in italiano il suo intervento.
Riccardo Luna
Carole Cadwalladr, TED 2019, Vancouver
*Lo speech integrale di Carole Cadwalladr al TED
aprile 2019
Il giorno dopo il voto sulla Brexit, quando la Gran Bretagna si è svegliata con lo choc di scoprire che stavamo davvero lasciando l’Unione Europea, il mio direttore al quotidiano Observer, mi ha chiesto di tornare nel Galles meridionale, dove sono cresciuta, e scrivere un reportage. E così sono arrivata in una città chiamata Ebbw Vale.
Eccola (mostra la cartina geografica). È nelle valli del Galles meridionale, che è un posto abbastanza speciale. Aveva questa sorta di cultura di classe operaia benestante, ed è celebre per i cori di voci maschili gallesi, il rugby e il carbone. Ma quando ero adolescente, le miniere di carbone e le fabbriche di acciaio chiusero, e l’intera area ne è rimasta devastata. Ci sono tornata perché al referendum della Brexit era stata una delle circoscrizioni elettorali con la più alta percentuale di voti per il “Leave”. Sessantadue per cento delle persone qui hanno votato per lasciare l’Unione Europea. E io volevo capire perché.
Quando sono arrivata sono rimasta subito sorpresa perché l’ultima volta che era stata ad Ebbw Vale era così (mostra la foto di una fabbrica chiusa). E ora è così. (mostra altre foto). Questo è un nuovissimo college da 33 milioni di sterline che è stato in gran parte finanziato dall’Unione Europea. E questo nuovo centro sportivo fa parte di un progetto di rigenerazione urbana da 350 milioni di sterline, finanziato dall’Unione Europea. E poi c’è questo tratto stradale da 77 milioni di sterline, e una nuova linea ferroviaria e una nuova stazione, tutti progetti finanziati dall’Unione Europea. E non è che la cosa sia segreta. Perché ci sono grossi cartelli ovunque a ricordare gli investimenti della UE in Galles.
Camminando per la città, ho avvertito una strana sensazione di irrealtà. E me ne sono davvero resa conto quando ho incontrato un giovane davanti al centro sportivo che mi ha detto di aver votato per il Leave, perché l’Unione Europea non aveva fatto nulla per lui. E ne aveva abbastanza di questa situazione. E in tutta la città le persone mi dicevano la stessa cosa. Mi dicevano che volevano riprendere il controllo, che poi era uno degli slogan della campagna per la Brexit. E mi dicevano che non ne potevano più di immigranti e rifugiati. Erano stufi.
Il che era abbastanza strano. Perché camminando per la città, non ho incontrato un solo immigrato o rifugiato. Ho incontrato una signora polacca che mi ha detto di essere l’unica straniera in paese. E quando ho controllato le statistiche, ho scoperto che Ebbw Vale ha uno dei più bassi tassi di immigrazione del Galles. E quindi ero un po’ confusa, perché non riuscivo a capire da dove le persone avessero preso le informazioni su questo tema. Anche perché erano i tabloid di destra a sostenere questa tesi, ma questo è una roccaforte elettorale della sinistra laburista.
Ma poi, quando è uscito il mio articolo, questa donna mi ha contattato. Mi ha detto di abitare a Ebbw Vale e mi ha detto di tutto quella roba che aveva visto su Facebook durante la campagna elettorale. Io le ho chiesto, quale roba? E lei mi ha parlato di roba che faceva paura, sull’immigrazione in generale, e in particolare sulla Turchia. Allora ho provato a indagare, ma non ho trovato nulla. Perché su Facebook non ci sono archivi degli annunci pubblicitari o di quello ciascuno di noi ha visto sul proprio “news feed”. Non c’è traccia di nulla, buio assoluto.
Questo referendum avrà un profondo effetto per sempre sulla Gran Bretagna, lo sta già avendo: i produttori di auto giapponesi che vennero in Galles e nel nord est offrendo un lavoro a coloro che lo avevano perduto con la chiusura delle miniere di carbone, se ne sono già andati a causa della Brexit. Ebbene, l’intero referendum si è svolto nel buio più assoluto perché si è svolto su Facebook. E quello che accade su Facebook resta su Facebook. Perché soltanto tu sai cosa c’era sul tuo news feed, e poi sparisce per sempre, ma così è impossibile fare qualunque tipo di ricerca. Così non abbiamo idea di quali annunci ci siano stati, di quale impatto hanno avuto, o di quali dati personali sono stati usati per profilare i destinatari dei messaggi. O anche solo chi li ha pagati, quanti soldi ha investito, e nemmeno di quale nazionalità fossero questi investitori.
Noi non lo possiamo sapere ma Facebook lo sa. Facebook ha tutte queste risposte e si rifiuta di condividerle. Il nostro Parlamento ha chiesto numerose volte a Mark Zuckerberg di venire nel Regno Unito e darci le risposte che cerchiamo. Ed ogni volta, lui si è rifiutato. Dovete chiedervi perché. Perché io e altri giornalisti abbiamo scoperto che molti reati sono stati compiuti durante il referendum. E sono stati fatti su Facebook.
Questo è accaduto perché nel Regno Unito noi abbiamo un limite ai soldi che puoi spendere in campagna elettorale. Esiste perché nel diciannovesimo secolo le persone andavano in giro con letteralmente carriole cariche di soldi per comprarsi i voti. Per questo venne votata una legge che lo vieta e mette dei limiti. Ma questa legge non funziona più. La campagna elettorale del referendum infatti si è svolto soprattutto online. E tu puoi spendere qualunque cifra su Facebook, Google o YouTube e nessuno lo saprà mai, perché queste aziende sono scatole nere. Ed è esattamente quello che è accaduto.
Noi non abbiamo idea delle dimensioni, ma sappiamo con certezza che nei giorni immediatamente precedenti il voto, la campagna ufficiale per il Leave ha riciclato quasi 750 mila sterline attraverso un’altra entità che la commissione elettorale aveva giudicato illegale, e questo sta nei referti della polizia. E con questi soldi illegali, “Vote Leave” ha scaricato una tempesta di disinformazione. Con annunci come questi (si vede un annuncio che dice che 76 milioni di turchi stanno per entrare nell’Unione Europea). E questa è una menzogna. Una menzogna assoluta. La Turchia non sta per entrare nell’Unione Europea. Non c’è nemmeno una discussione in corso nella UE. E la gran parte di noi, non ha mai visto questi annunci perché non eravamo il target scelto. E l’unico motivo per cui possiamo vederli oggi è perché il Parlamento ha costretto Facebook a darceli.
Forse a questo punto potreste pensare, “in fondo parliamo soltanto di un po’ di soldi spesi in più, e di qualche bugia”. Ma questa è stata la più grande frode elettorale del Regno Unito degli ultimi cento anni. Un voto che ha cambiato le sorti di una generazioni deciso dall’uno per cento dell’elettorato. E questo è soltanto uno dei reati che ci sono stati in occasione del referendum.
C’era un altro gruppo, che era guidato da quest’uomo (mostra una foto), Nigel Farage, quello alla sua destra è Trump. E anche questo gruppo, “Leave EU”, ha infranto la legge. Ha violato le norme elettorali e quelle sulla gestione dei dati personali, e anche queste cose sono nei referti della polizia. Quest’altro uomo (sempre nella stessa foto), è Arron Banks, è quello che ha finanziato la loro campagna. E in una vicenda completamente separata, è stato segnalato alla nostra Agenzia Nazionale Anticrimine, l’equivalente del FBI, perché la commissione elettorale ha concluso che era impossibile sapere da dove venissero i suoi soldi. E anche solo se la provenienza fosse britannica. E non entro neppure nella discussione sulle menzogne che Arron Banks ha detto a proposito dei suoi rapporti segreti con il governo russo. O la bizzarra tempestività degli incontri di Nigel Farage con Julian Assange e il sodale di Trump, Roger Stone, ora incriminato, subito prima dei due massicci rilasci di informazioni riservate da parte di Wikileaks, entrambi favorevoli a Donald Trump. Ma quello che posso dirvi è che la Brexit e l’elezione di Trump sono strettamente legati. Ci sono dietro le stesse persone, le stesse aziende, gli stessi dati, le stesse tecniche, lo stesso utilizzo dell’odio e della paura.
Questo è quello che postavano su Facebook. E non riesco neanche a chiamarlo menzogna perché ci vedo piuttosto il reato di instillare l’odio (si vede un post con scritto “l’immigrazione senza assimilazione equivale a un’invasione”).
Non ho bisogno di dirvi che odio e paura sono stati seminati in rete in tutto il mondo. Non solo nel Regno Unito e in America, ma in Francia, Ungheria, Brasile, Myanmar e Nuova Zelanda. E sappiamo che c’è come una forza oscura che ci collega tutti globalmente. E che viaggia sulle piattaforme tecnologiche. Ma di tutto questo noi vediamo solo una piccola parte superficiale.
Io ho potuto scoprire qualcosa solo perché ho iniziato a indagare sui rapporti fra Trump e Farage, e su una società chiamata Cambridge Analytica. E ho passato mesi per rintracciare un ex dipendente, Christopher Wiley. E lui mi ha rivelato che questa società, che aveva lavorato sia per Trump che per la Brexit, aveva profilato politicamente le persone per capire le paure di ciascuno di loro, per meglio indirizzare dei post pubblicitari su Facebook. E lo ha fatto ottenendo illecitamente i profili di 87 milioni di utenti Facebook. C’è voluto un intero anno per convincere Christopher a uscire allo scoperto. E nel frattempo mi sono dovuta trasformare da reporter che raccontava storie a giornalista investigativa. E lui è stato straordinariamente coraggioso, perché Cambridge Analytyca è di proprietà di Robert Mercer, il miliardario che ha finanziato Trump, e che ci ha minacciato moltissime volte per impedire che pubblicassimo tutta la storia. Ma alla fine lo abbiamo fatto lo stesso.
E quando eravamo al giorno prima della pubblicazione abbiamo ricevuto un’altra diffida legale. Non da Cambridge Analytica stavolta. Ma da Facebook. Ci hanno detto che se avessimo pubblicato la storia, ci avrebbero fatto causa. E noi l’abbiamo pubblicata.
Facebook, stavate dalla parte sbagliata della storia in questa vicenda. E lo siete quando vi rifiutate di dare le risposte che ci servono. Ed è per questo che sono qui. Per rivolgermi a voi direttamente, dei della Silicon Valley… Mark Zuckerberg…. E Sheryl Sandberg, e Larry Page e Sergey Brin e Jack Dorsey, ma mi rivolgo anche ai vostri dipendenti e ai vostri investitori. Cento anni fa il più grande pericolo nelle miniere di carbone del Galles meridionale era il gas. Silenzioso, mortale e invisibile. Per questo facevano entrare prima i canarini, per controllare l’aria. In questo esperimento globale e di massa che stiamo tutti vivendo con i social network, noi britannici siamo i canarini. Noi siamo la prova di quello che accade in una democrazia occidentale quando secoli di norme elettorali vengono spazzate via dalla tecnologia.
La nostra democrazia è in crisi, le nostre leggi non funzionano più, e non sono io a dirlo, è un report del nostro parlamento ad affermarlo. Questa tecnologia che avete inventato è meravigliosa. Ma ora è diventata la scena di un delitto. E voi ne avete le prove. E non basta ripetere che in futuro farete di più per proteggerci. Perché per avere una ragionevole speranza che non accada di nuovo, dobbiamo sapere la verità.
Magari adesso pensate, “beh, parliamo solo di alcuni post pubblicitari, le persone sono più furbe di così, no?”. Se lo faceste vi risponderei: “Buona fortuna, allora”. Perché il referendum sulla Brexit dimostra che la democrazia liberale non funziona più. E voi l’avete messa fuori uso. Questa non è più democrazia - diffondere bugie anonime, pagate con denaro illegale, dio sa proveniente da dove. Questa si chiama “sovversione”, e voi ne siete gli strumenti.
Il nostro Parlamento è stato il primo del mondo a provare a chiamarvi a rispondere delle vostre azioni, ma ha fallito. Voi siete letteralmente fuori dalla portata delle nostre leggi. Non solo quelle britanniche, in questa foto nove parlamenti, nove Stati, sono rappresentati, e Mark Zuckerberg si è rifiutato di venire a rispondere alle loro domande.
Quello che sembrate ignorare è che questo storia è più grande di voi. È più grande di ciascuno di noi. E non riguarda la destra o la sinistra, il Leave o il Remain, Trump o no. Riguarda il fatto se sia possibile avere ancora elezioni libere e corrette. Perché, stando così le cose, io penso di no.
E così la mia domanda per voi oggi è: è questo quello che volete? È così che volete che la storia si ricordi di voi? Come le ancelle dell’autoritarismo che sta crescendo in tutto il mondo? Perché voi siete arrivati per connettere le persone. E vi rifiutate di riconoscere che la vostra tecnologia ci sta dividendo.
La mia domanda per tutti gli altri è: è questo che vogliamo? Che la facciano franca mentre noi ci sediamo per giocare con i nostri telefonini, mentre avanza il buio?
La storia delle valli del Galles meridionale è la storia di una battaglia per i diritti. E quello che è accaduto adesso non è semplicemente un incidente, è un punto di svolta. La democrazia non è scontata. E non è inevitabile. E dobbiamo combattere, dobbiamo vincere e non possiamo permettere che queste aziende tecnologiche abbiano un tale potere senza controlli. Dipende da noi: voi, me, tutti noi. Noi siamo quelli che devono riprendere il controllo.
Vi preghiamo di leggerlo tutto almeno la prima volta:
E' uno spazio per raccogliere tutto il materiale storico e contemporaneo che riguarda S.Albino e San Damiano: foto, memorie, articoli ma anche proposte su iniziative sociali, culturali, educative, sportive e ricreative. Ci saranno contributi sulle attività di Consulte di quartiere, Comitato di quartiere S.Albino e San Damiano, City Farmers, Gruppo Vecchie Memorie, Oratorio, Parrocchia, Corpo Musicale e di tutti gli Enti e Associazioni operanti nelle nostre comunità, divise sul piano amministrativo fra Monza e Brugherio ma unite da storia e sangue. Due comunità che stanno divenendo sempre più le periferie povere dei loro rispettivi centri e che solo in un dialogo comune possono riprendere un percorso di rivendicazione e di crescita. Nel mio cuore i due paesi occupano lo stesso spazio x cui penso di invertire l'ordine nel titolo periodicamente (tipo un mese x uno).
In questo gruppo saranno ammesse residualmente (nel senso che non sono ovviamente lo scopo primario del gruppo) anche proposte commerciali che rappresentino un contributo al benessere dei residenti. Ovviamente tali spazi verranno offerti in modo gratuito e sotto la piena responsabilità degli inserzionisti.
Vi sarà reciproco scambio fra il gruppo e il blog del Comitato di quartiere S.Albino che gestisco. Questo blog conta ad oggi circa 250.000 visite e rappresenta dunque un buon ampificatore dei vostri contributi.
Come già precisato altrove chiedo che le segnalazioni relative a problemi complessi quali accampamenti di nomadi, furti ecc vengano proposti in modo costruttivo e umano. Non nascondere i problemi ma cercare soluzioni concrete, senza speculazioni ideologiche di taglio xenofobo o razzista. Non intendo moderare i post.Tutti potranno pubblicare quanto credono.
Unico intervento possibile sarà per cassare post xenofobi o razzisti o post che non rispettano la nostra Costituzione antifascista.
Benvenuti a tutti e e buon lavoro a tutti.
ps: la foto è del Gruppo Vecchie Memorie
Anche sulla scia di varie scelte politiche recenti (rette più alte all'Asilo S.Luigi per i sandamianesi; mancata collaborazione fra Monza e Brugherio sulla discarica di Antonicelli e sulla ciclabile che sbuca alla "rotonda killer" e che noi avremmo voluto lungo il Villoresi ecc. ecc. ) nasce questo gruppo Facebook.
Nel post sull'asilo scrivevamo:" Per ora sappiamo poco più di quanto espresso nel titolo. E' l'ennesima dimostrazione di una politica incapace di comprendere la storia di questa nostra singolare comunità umana. Siamo
due paesi (oggi si parla riduttivamente di "quartieri") divisi dal
Canale Villoresi ma uniti sotto uno stesso campanile. Per la verità vi
sono persino pezzi di S. Albino che dipendono amministrativamente da
Brugherio. Abbiamo una scuola media consortile nata dallo sforzo di
entrambe le comunità e che fu a lungo una scuola d'eccellenza, capace
anche di mettere in campo attività in grado di contrastare la
dispersione scolastica ed il disagio giovanile. Abbiamo un fiorente
Corpo musicale che non a caso si chiama Corpo musicale San Damiano Sant'
Albino (anche se è finanziato solo da Brugherio vista la storica
"cecità" di Monza che non se n'è mai accorta). Società sportive come la
SASD (S.Albino e San Damiano); la Cooperativa Cattolica fondata agli
inizi del 1900 da soci di entrambi i paesi e che ha, tra le altre cose,
dato vita a cooperative edilizie che hanno soddisfatto la domanda di
casa proveniente da entrambi i paesi. La Parrocchia è poi elemento
secolare di unificazione al di là delle demarcazioni amministrative. Il
campo sportivo sta a metà fra i due paesi. Senza citare il gran numero
di famiglie "miste" (con un genitore santalbinese e uno sandamianese).
Praticamente
tutti i servizi usati dai santalbinesi (posta compresa) sono a san
Damiano (come anche il mercato). In compenso la discarica illegale di
Antonicelli (coi suoi miasmi e rumori) è stata collocata in territorio
di Monza ma a 50 metri dalle sole case di San Damiano.
Tornando al
tema del titolo qui da noi anche i laici si sentono di criticare questa
ultima assurda scelta del Comune di Monza. Paradossalmente un genitore
sandamianese (quindi dipendente dalla amministrazione di Brugherio),
magari anche cattolico praticante, che decida di iscrivere il figlio
alla scuola materna della propria parrocchia (anche perché la scuola
comunale è satura) risulta penalizzato. Ma più probabilmente verranno
penalizzati tutti i residenti dei due paesi perché si presume che la
Direzione poi possa (giustamente) spalmare gli aumenti su tutti gli
utenti della scuola materna. Ma probabilmente anche in questo le due
comunità trovano una ulteriore saldatura. Restano e anzi diventano
sempre più due periferie dimenticate di due amministrazioni che non sanno dialogare fra loro.
E questo è lo scopo del nuivo gruppo Facebook:
"E' uno spazio per
raccogliere tutto il materiale storico e contemporaneo che riguarda
S.Albino e San Damiano: foto, memorie, articoli ma anche proposte su
iniziative sociali, culturali, educative, sportive e ricreative. Ci
saranno contributi sulle attività di Consulte di quartiere, Comitato di
quartiere S.Albino e San Damiano, City Farmers, Gruppo Vecchie Memorie,
Oratorio, Parrocchia, Corpo Musicale e di tutti gli Enti e Associazioni
operanti nelle nostre comunità, divise sul piano amministrativo fra
Monza e Brugherio ma unite da storia e sangue. Due comunità che stanno
divenendo sempre più le periferie povere dei loro rispettivi centri e
che solo in un dialogo comune possono riprendere un percorso di
rivendicazione e di crescita. Nel nostro cuore i due paesi occupano lo
stesso spazio x cui pensiamo di invertire l'ordine nel titolo
periodicamente (tipo un mese x uno). In questo gruppo saranno
ammesse residualmente (nel senso che non sono ovviamente lo scopo
primario del gruppo) anche proposte commerciali che rappresentino un
contributo al benessere dei residenti. Ovviamente tali spazi verranno
offerti in modo gratuito e sotto la piena responsabilità degli
inserzionisti. Vi sarà reciproco scambio fra il gruppo e il blog
del Comitato di quartiere S.Albino. Questo blog conta ad
oggi circa 200.000 visite e rappresenta dunque un buon ampificatore dei
vostri contributi. Come già precisato altrove chiediamo che le
segnalazioni relative problemi complessi quali accampamenti di nomadi,
furti ecc vengano proposti in modo costruttivo e umano. Non nascondere i
problemi ma cercare soluzioni concrete, senza speculazioni ideologiche
di taglio xenofobo o razzista. Non intendiamo moderare i post. Tutti
potranno pubblicare quanto credono. Unico intervento possibile sarà per
cassare post xenofobi o razzisti. Benvenuti a tutti e e buon lavoro.
Tempo fa aprimmo un profilo FB personale del Comitato di quartiere S.Albino che raccolse quasi un migliaio di Amici.
Poi FB decise di eliminare i profili non corrispondenti a persone. Perciò aprimmo una Pagina del Comitato e convertimmo temporaneamente il Profilo personale precedente. Ora vorremmo invitarVi a cliccare "Mi piace" sulla nuova pagina delComitato di Quartiere S.Albino - Monzacosì da chiudere quel profilo un po' confusivo. Ovviamente anche sulla pagina troverete i nostri aggiornamenti quotidiani.