E sopra S. Albino arrivano due nuovi supermercati...
Il titolo è nostro. L'articolo è di Lorenzo Citterio
La politica è complice e artefice nello stesso tempo dello spreco alimentare che la grande distribuzione produce.
I dati presi in modo superficiale dicono che solo il 5% del cibo viene sprecato nella grande distribuzione. Si omettono però i prodotti "svalorizzati" ovvero quelli in scadenza o danneggiati che vengono conteggiati diversamente così come i freschi prodotti giornalmente come pane, dolci, gastronomia.
Il campione è riferito a soli 3 ipermercati di distribuzione in Italia, che producono 43 tonnellate di cibo sprecato ovvero 15 kg.annui x mtr/q di superficie impiegata nella vendita. Allargando la stima alla totalità dei 668 grandi ipermercati italiani le tonnellate di spreco alimentare si aggirano dalle 25 mila alle 39 mila tonnellate annue, cifre impressionanti.
I prodotti "svalorizzati" di cui sopra oltretutto spingono a consumare e a sprecare sempre di più, con offerte a prezzi stracciati.
All' ipotetico 5% di spreco della grande distribuzione va aggiunto un 42% di spreco a carico del consumatore che con le offerte dei prodotti in scadenza tende ad acquistare anche ciò che probabilmente non si potrà consumare. E' il circolo vizioso settimanale di ogni famiglia 2.0. Eliminare i negozi alimentari di quartiere per favorire la costruzione di centri commerciali ha cambiato così le abitudini dei consumatori che una volta compravano sotto casa ciò che serviva al fabbisogno giornaliero, abbattendo gli sprechi di consumo alimentari, gli sprechi di energia per produrli , ecc. ecc..
Chi fa finta di non capire è complice, l'era del consumismo ci ha portati a sottovalutare gesti e scelte, che possono fare la differenza e la politica ancora una volta è assente e non fa nulla x invertire la tendenza e il declino della società.
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