Certo la questione giovanile non può essere liquidata in modo superficiale. Troppe le componenti da analizzare in un ragionamento serio. Di certo però una amministrazione che non offre mai nulla ai giovani (no biblioteca, no cultura, no centri di aggregazione giovanile, no sale per musica, danza, cinema o teatro ecc.) ha le sue grosse responsabilità. Responsabilità da cui non sono esenti neppure le agenzie educative del territorio (Scuole e oratorio) e in qualche misura tutti noi adulti che non ci attiviamo a sufficienza per contrastare questo fenomeno.
«Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore».
Queste sono parole di Peppino Impastato, che nella sua città natale, Cinisi, ha lottato contro Cosa Nostra fino all’assassinio, il 9 maggio 1978. Lo uccisero alla vigilia delle elezioni, Peppino si era candidato come consigliere comunale.