Monza - Depuratore di San Rocco: il futuro deciso entro fine mese
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da il Giorno
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Monza - Icar, via la 14esima mensilità. Due giorni di sciopero per i 170 dipendenti
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di Fabio Lombardi da il Giorno
rassegna
Monza - In vista delle elezioni per il governo dell’Autodromo, torna l’idea del Museo (per puffi) sotto la sopraelevata
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di Pier Attilio Trivulzio
Anche Bernie Ecclestone, nel 2003, firmò per la conservazione della sopraelevata dell'Autodromo di Monza. Fu Massimiliano Romeo, allora capogruppo della Lega Nord a Monza, che, intercettatolo nel paddock durante i giorni del Gran premio d'Italia, gli chiese l'adesione.
Nello stesso periodo, Marco Cajani, architetto e presidente della Scuderia del Portello, aveva dato vita all'Associazione per il Museo delle auto e delle moto storiche lanciando l'idea, condivisa da duemila firme raccolte nel corso della “Coppa Intereuropa”, “di costruire il museo negli spazi sotto le curve sopraelevate del circuito con un tapis roulant che, partendo dal paddock, avrebbe portato i visitatori fino al catino d'alta velocità”.
Anche Bernie Ecclestone, nel 2003, firmò per la conservazione della sopraelevata dell'Autodromo di Monza. Fu Massimiliano Romeo, allora capogruppo della Lega Nord a Monza, che, intercettatolo nel paddock durante i giorni del Gran premio d'Italia, gli chiese l'adesione.
Nello stesso periodo, Marco Cajani, architetto e presidente della Scuderia del Portello, aveva dato vita all'Associazione per il Museo delle auto e delle moto storiche lanciando l'idea, condivisa da duemila firme raccolte nel corso della “Coppa Intereuropa”, “di costruire il museo negli spazi sotto le curve sopraelevate del circuito con un tapis roulant che, partendo dal paddock, avrebbe portato i visitatori fino al catino d'alta velocità”.
Monza - Cascinazza, chiesta l'archiviazione per Romani e Paolo Berlusconi
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di Stefania Totaro da il Giorno
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Monza - Per Peppe o’ Curtu e Antonicelli un’inchiesta tira l’altra
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di Stefania Totaro da il Giorno
DA BRIANTENOPEA a Clean City. Il passaggio dalla prima alla seconda inchiesta, che hanno in comune l’ex assessore monzese Pdl al Patrimonio e all’Ambiente Giovanni Antonicelli e Giuseppe Esposito, il pregiudicato soprannominato Peppe o’ Curtu ritenuto boss della Camorra napoletana trapiantato a Monza (oltre che il pm monzese Salvatore Bellomo che le ha coordinate entrambe) è stato al centro dell’udienza di ieri del processo al Tribunale di Monza.
DA BRIANTENOPEA a Clean City. Il passaggio dalla prima alla seconda inchiesta, che hanno in comune l’ex assessore monzese Pdl al Patrimonio e all’Ambiente Giovanni Antonicelli e Giuseppe Esposito, il pregiudicato soprannominato Peppe o’ Curtu ritenuto boss della Camorra napoletana trapiantato a Monza (oltre che il pm monzese Salvatore Bellomo che le ha coordinate entrambe) è stato al centro dell’udienza di ieri del processo al Tribunale di Monza.
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Monza - Nella guerra per l'Autodromo spuntano all'ultimo momento nuove tessere..come nel 2010
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di Pier Attilio Trivulzio
Carlo Edoardo Valli era il re delle maniglie. Per vent’anni alla guida della Valli&Valli di Renate - paese di cui è stato sindaco per un decennio - azienda creata dal padre Pasquale nel 1934, sostenitore della “brianzolità delle imprese”, per coerenza, nel 2008 l’ha ceduta agli svedesi della Assa Abloy.
Sempre per coerenza - dopo quattro anni di presidenza dell’Automobile Club di Milano trascorsi tra furibonde liti in Consiglio, in particolare con il consigliere Michele Nappi, fuggi fuggi di soci, messa in liquidazione di società partecipate con ricollocazione di dipendenti da un Automobile Club al collasso ad una Sias inquisita dalla magistratura perchè da “società senza scopo di lucro” era stata trasformata dai dirigenti in “società con scopo di lucro personale” - lo scorso settembre, Valli aveva spergiurato che non si sarebbe ricandidato alla guida del sodalizio milanese. Un mese fa diceva d’essere “in souplesse come i ciclisti”.
Carlo Edoardo Valli era il re delle maniglie. Per vent’anni alla guida della Valli&Valli di Renate - paese di cui è stato sindaco per un decennio - azienda creata dal padre Pasquale nel 1934, sostenitore della “brianzolità delle imprese”, per coerenza, nel 2008 l’ha ceduta agli svedesi della Assa Abloy.
Sempre per coerenza - dopo quattro anni di presidenza dell’Automobile Club di Milano trascorsi tra furibonde liti in Consiglio, in particolare con il consigliere Michele Nappi, fuggi fuggi di soci, messa in liquidazione di società partecipate con ricollocazione di dipendenti da un Automobile Club al collasso ad una Sias inquisita dalla magistratura perchè da “società senza scopo di lucro” era stata trasformata dai dirigenti in “società con scopo di lucro personale” - lo scorso settembre, Valli aveva spergiurato che non si sarebbe ricandidato alla guida del sodalizio milanese. Un mese fa diceva d’essere “in souplesse come i ciclisti”.
Elezioni Aci, scontro Milano-Monza. La battaglia per la gestione dell’autodromo
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di Riccardo Rosa da il Corriere della sera
MONZA — «Chiamatela Aci Monza e Brianza, non Aci Milano ». Non ha usato giri di parole l’assessore alla Mobilità del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran. A poche ore dalla decisione del vicepresidente dell’Automobile Club, Simonpaolo Buongiardino, di dimettersi dal Cda per denunciare un «golpe» brianzolo in seno agli uffici milanesi di corso Venezia 23, Maran ha scelto la strada della provocazione per sottolineare le dinamiche della guerra di successione in atto.
MONZA — «Chiamatela Aci Monza e Brianza, non Aci Milano ». Non ha usato giri di parole l’assessore alla Mobilità del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran. A poche ore dalla decisione del vicepresidente dell’Automobile Club, Simonpaolo Buongiardino, di dimettersi dal Cda per denunciare un «golpe» brianzolo in seno agli uffici milanesi di corso Venezia 23, Maran ha scelto la strada della provocazione per sottolineare le dinamiche della guerra di successione in atto.
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Autodromo - Elezioni Aci, Milano va all’attacco «La Brianza vuole tagliarci fuori»
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di Marco Galvani da il Giorno
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