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Alessandro Ruggiero A rischio di essere impopolare, è un progetto che non mi piace molto.
Sergio Citelli tranquillo
Alessandro, a volte è meglio essere impopolari ma dire veramente come
la si pensa, non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca: le
priorità in questo momento non sarebbero certo queste. esmpio: si
aspetta da 20 anni di asfaltare i marciapiediv i
Sergio Citelli via
Fieramosca ma potrei compilare un elenco lunghissimo di lavori di
manutenzione che non si fanno (si dice) per mancanza di soldi,per tutta
un'altra serie di cose non certo prioritarie i soldi si trovano.sono
semplicemente scelte politiche.
Alessandro Ruggiero La
mia in realtà non è una critica costruita sulle priorità. Se un
progetto è buono, bene che sia realizzato. Solo che non trovo
particolarmente pregevole l'idea di parcellizzare le aree agricole che
potrebbero servire a coltivazioni "professionali" e remunerative
riempiendole di interferenze infrastrutturali.
Sergio Citelli hai ragione Alessandro, il mio è un'altro discorso che peraltro non esclude tutte queste iniziative benemerite.
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Paola Sacconi Dite entrambi molte cose ragionevoli ma: già tre anni fa il Comitato di quartiere raccolse tutte le segnalazioni dei piccoli interventi necessari a S.Albino passandoli poi agli assessorati competenti; il risultato fu ottenere la creazione del marciapiede sulla curva di via Sant'Albino (pericolosa per i pedoni) ma non molto di più; il progetto City Farmers dovrebbe servire a creare un luogo di aggregazione per il quartiere ed ha dunque una valenza che va oltre quello della coltivazione: dovrebbe coinvolgere anziani e bambini della scuola elementare con i loro genitori; la collocazione non è delle più felici perché è un po' decentrata ma, oltre a essere l'unica area di proprietà comunale, è l'occasione per avviare concretamente il "Parco agricolo di S.Albino" (da inserire nel PLIS est delle cave di Brugherio o in quello della Cavallera); la strada è lunga e faticosa ma prima o poi ce la faremo.
Paolo Teruzzi Quella di Paola Sacconi è la posizione del Comitato di quartiere S.Albino e dunque anche la mia. Resta il fatto che il progetto in qalche modo è "caduto dall'alto" e non è nato da una pressante richiesta della comunità locale. E' anche vero che si trattava di un'area già coltivata e che a mio avviso è un po' troppo fuori paese (nessuno ha poi parlato del rischio di 'inquinamento elettromagnetico; non ne so nulla e rimando il tema a persone più qualificate). Tutti i motivi di cui sopra alimentano in me un certo timore per la riuscita. Occorrerà molto impegno da parte degli aderenti ma anche un approccio che apra l'area non solo ai coltivatori ma anche alle associazioni, alle scuole e che renda parte dell'area aperta tutti i cittadini (visitatori, anziani, persone sole, genitori con figli) e ricca di proposte socializzanti (panche, emeroteca, book crossing, area cani, incontri, feste ecc ecc). Ricordandoci anche che S.Albino esce da decenni di vuoto, dopo che "Circolo dei compagni" e oratorio hanno perso via via e per motivi diversi il loro forte ruolo aggregativo senza che sorgessero altri poli....