Il titolo sopra è nostro. Nella testa degli ideatori la Consulta di quartiere è spazio per insegnare alla associazioni locali la partecipazione. Tale ruolo "pedagogico" è affidato ad una facilitatrice. Noi abbiamo abbastanza osteggiato questa visione un po' paternalistica. Tuttavia la nostra facilitatrice, Monica Piva, è stata un'utile mediatrice fra le istanze concrete del quartiere e le rigidità dell'istituzione. Da giugno è in pensione e la Consulta, come ovvia conseguenza dell'impianto di cui sopra, non è più riconosciuta come voce istituzionale. Noi però continuiamo a riunirci come "Consulta autoconvocata" e stiamo dimostrando che anche se non così "educati" abbiamo tutti a cuore soprattutto l'interesse collettivo.