Come potrete notare il carattere "sospeso" della comunità sandamianese (e santalbinese) parte da molto lontano...
Storia
La località di San Damiano appare, per la prima volta, nel pieno dell'
età carolingia, come borgo edificatosi intorno ad un monastero dipendente da quello di
Sant'Ambrogio a
Milano[2]. Più esattamente, in un documento dell'
853, si viene a sapere che a San Damiano vi si trova una chiesa dedicata ai santi
Cosma e Damiano[3]. Nel corso dei secoli basso-medievali, non si ebbero importanti eventi in questa località: si sa che esisteva ancora nel
XIV secolo, in quanto citata negli
Statuti delle acque e delle strade del contado di Milano fatti nel 1346 come ''San Damian di Baraza''
[4].
Il piccolo borgo agricolo fece sentire la sua presenza due secoli dopo,
in occasione della creazione della parrocchia brugherese ad opera di
san Carlo Borromeo (
1578),
allorché San Damiano si rifiutò di aderire alla nuova circoscrizione
religiosa, in quanto si sarebbe ritrovata costretta a pagare una tassa
per il mantenimento del
parroco. San Carlo, estenuato, acconsentì ai sandamianesi di rimanere sotto la parrocchia di
San Gerardo di Monza[5]. Nel censimento del
1751 era un
comune autonomo con 75 abitanti amministrato da un solo console eletto dagli stessi abitanti
[6]. Alla proclamazione del
Regno d'Italia, nel
1805, il borgo aveva raggiunto i 178 residenti
[4]. Il governo
napoleonico sperimentò la prima unione con
Moncucco nel
1809, per poi aggregare il tutto a
Monza nel
1811, ma il 12 febbraio
1816[4] gli
austriaci annullarono ogni deliberazione in merito, restituendo a San Damiano lo
status
di comune che aveva avuto nel secolo precedente. Così, nei successivi
cinquant'anni, San Damiano ritornò ad essere un ente autonomo. Di questo
periodo si sa che, alla data del
1853, il paese contava 363 anime
[4]. Nel
1863 venne cambiata la denominazione in
San Damiano di Monza[4], ma nel
1866 fu aggregato definitivamente al nuovo
comune di Brugherio.
Tale atto di unione, bisogna ricordarlo, fu oggetto di un dibattito
ferocissimo presso i sandamianesi, che non volevano perdere la loro
autonomia
[7]. Soltanto la persuasione del sindaco di
Baraggia (e futuro primo cittadino di
Brugherio)
Giovanni Noseda, convinse, attraverso un
referendum, i cittadini di San Damiano a scegliere la fusione nel nuovo ente territoriale.