Asfalti Brianza, il Percolato Mette a Rischio i Pozzi d'Acqua
Il comitato sant'Albino – san Damiano la scorsa settimana ha presentato un esposto in Procura per chiedere che si trovi una soluzione (definitiva) all'affaire Asfalti Brianza.
Classificata come azienda insalubre di prima classe, i residenti della zona chiedono, di fatto, che il bitumificio venga spostato e che nel frattempo si attuino tutte le misure necessarie (e promesse da tempo) per mitigare l'impatto delle lavorazioni. Una richiesta urgente anche alla luce della volontà di Asfalti Brianza di non provvedere allo smaltimento della montagna di fresato. Che, va ricordato, doveva essere rimossa già a gennaio ed era la condizione minima posta per la riapertura dell'attività, che invece ha già ripreso.
Tutto da verificare se quel materiale viene riutilizzato per la lavorazione; quello che è certo, però, è che già in passato (novembre 2019) Asfalti Brianza aveva ricevuto una diffida per la scorretta gestione degli scarichi meteorici e fognari. Il rischio, denuncia il comitato, è che quella montagna di rifiuti sottoposta agli agenti atmosferici possa penetrare nella falda acquifera. Un fatto analogo in realtà era già accaduto nel 2011, quando il pozzo di Brianzacque, a meno di 200 metri da dove si trovavano i rifiuti era stato chiuso per sei mesi perché i rilievi avevano evidenziato la presenza di nitrati.
Ad oggi l'unica misura adottata da parte della famiglia Bianchi, proprietaria dell'impianto, è l'installazione di un nuovo bruciatore che nessuna autorità esterna all'azienda ha mai controllato come è prassi in casi come questi. Per di più, fanno notare i residenti della zona, ancora non è stata installata alcuna cappa di contenimento che dovrebbe poter filtrare le particelle dei residui di lavorazione, in particolare quelle più piccole, che corrispondono anche a quelle più pericolose.
(Foto tratta dal Blog del quartiere sant'Albino)
#asfaltibrianza La Rondine Concorezzo Associazione Minerva #comitatodiquartieresantalbino
Classificata come azienda insalubre di prima classe, i residenti della zona chiedono, di fatto, che il bitumificio venga spostato e che nel frattempo si attuino tutte le misure necessarie (e promesse da tempo) per mitigare l'impatto delle lavorazioni. Una richiesta urgente anche alla luce della volontà di Asfalti Brianza di non provvedere allo smaltimento della montagna di fresato. Che, va ricordato, doveva essere rimossa già a gennaio ed era la condizione minima posta per la riapertura dell'attività, che invece ha già ripreso.
Tutto da verificare se quel materiale viene riutilizzato per la lavorazione; quello che è certo, però, è che già in passato (novembre 2019) Asfalti Brianza aveva ricevuto una diffida per la scorretta gestione degli scarichi meteorici e fognari. Il rischio, denuncia il comitato, è che quella montagna di rifiuti sottoposta agli agenti atmosferici possa penetrare nella falda acquifera. Un fatto analogo in realtà era già accaduto nel 2011, quando il pozzo di Brianzacque, a meno di 200 metri da dove si trovavano i rifiuti era stato chiuso per sei mesi perché i rilievi avevano evidenziato la presenza di nitrati.
Ad oggi l'unica misura adottata da parte della famiglia Bianchi, proprietaria dell'impianto, è l'installazione di un nuovo bruciatore che nessuna autorità esterna all'azienda ha mai controllato come è prassi in casi come questi. Per di più, fanno notare i residenti della zona, ancora non è stata installata alcuna cappa di contenimento che dovrebbe poter filtrare le particelle dei residui di lavorazione, in particolare quelle più piccole, che corrispondono anche a quelle più pericolose.
(Foto tratta dal Blog del quartiere sant'Albino)
#asfaltibrianza La Rondine Concorezzo Associazione Minerva #comitatodiquartieresantalbino