Sotto riportiamo pari pari un articolo da Prima Monza del 6/9/2020. C'è scritto che alle condizioni presenti la Provincia nega l'esecuzione dei test. Ebbene da allora nulla è cambiato. Il filtro è il solito, il bruciatore idem, l'obsoleto impianto pure. Sono stati solo aggiunti dei nebulizzatori (degli "spruzzini") che già la Perizia del Comune di Concorezzo ha giudicato insufficienti a modificare la situazione. Cosa giustifica questo macroscopico cambio di rotta della Provincia?
Come già scritto ieri la vicenda di Asfalti Brianza non può ridursi solo (si fa per dire) a problematiche di natura ambientale, considerando la storia dei soggetti implicati e l'atteggiamento degli amministratori coinvolti.
In questi giorni procederanno con un test odorigeno. Test fatto da Azienda scelta da Asfalti Brianza, anche se in presenza di ARPA.
C'è da chiedersi come lo si possa autorizzare in queste condizioni visto che ARPA il 30/6/2020 ha finalmente riconosciuto le emissioni oltre soglia di sostanze cancerogene e in seguito a ciò la Procura ha provveduto a sequestro.
Sia ARPA che ATS tra l'altro hanno (finalmente) riconosciuto che l'attuale filtro a maniche non è in grado di contenere tali emissioni e Asfalti Brianza ha un impianto obsoleto ancora tale e quale, cui ha aggiunto solo dei nebulizzatori (degli "spruzzini") che la stessa Perizia del Comune di Concorezzo ha giudicato non in grado di apportare sostanziali vantaggi.
E perché ancora e ancora si cerca di far passare per problema olfattivo quello che invece è oggettivamente un rischio cancerogeno?
Tra le altre cose chiariamo una volta per tutte (lo ha detto lo stesso Sindaco Capitanio alle "Iene") che un'azienda come questa (insalubre di prima classe per cui non dovrebbe mai stare in un abitato) è dotata di un filtro a maniche perché così è previsto e se usasse solo le materie prime prescritte dall'AUA non produrrebbe puzze e men che meno emissioni cancerogene. E allora come si spiega che dal 2014 ad oggi ci si lamenta di puzze ed emissioni cancerogene? Evidentemente la montagna di supposto "fresato" (di origine e contenuto non meglio identificati) non serve solo come arma di ricatto contro il Comune di Concorezzo (se mi crei problemi fallisco e tu ti ritrovi con "la milionata" di Euro da pagare per la bonifica) ma è finita a più riprese nella produzione, come ha ammesso lo stesso proprietario durante un sopralluogo ARPA del settembre 2019.
E come hanno fatto gli amministratori di Concorezzo e gli altri addetti al controllo a non accorgersi per anni di questa montagna illegittima che lievitava a dismisura tanto da essere visibile da tutte le strade circostanti?
Come riesce una piccola azienda del tutto fuori norma, con 5 soli dipendenti, un capitale sociale di 10.000 euro, debiti per versamenti INPS ed INAIL non effettuati, una diffida ATO per scarichi fognari illeciti, due sequestri tuttora vigenti da parte della Procura della Repubblica rispettivamente per illecita gestione dei rifiuti e per emissioni illegali, una montagna di rifiuti indifferenziati che a tutto oggi eccede di 20 volte il quantitativo stoccabile, che ha ricevuto migliaia di segnalazioni di inquinamento da parte dei cittadini negli ultimi due anni, ad ottenere continue dilazioni invece di essere costretta ad ottemperare a quanto richiesto pena la chiusura?
Non ci vuole troppa fantasia e neppure tanta malizia ad ipotizzare qualche risposta. Ma noi non molliamo e qualcuno dovrà assumersi le sue responsabilità.
CQSASD
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IL CASO
“Asfalti Brianza”, la Provincia nega il test
La decisione è ufficiale: l'azienda resta chiusa almeno fino al 30 settembre.
“Asfalti Brianza”, la Provincia nega il test. La decisione è ufficiale, l’azienda rimane chiusa almeno fino al 30 settembre.
La situazione
Niente test, “Asfalti Brianza” resta chiusa almeno fino al 30 settembre. Così ha deciso la Provincia di Monza e Brianza, che nei giorni scorsi ha negato all’azienda produttrice di bitume di effettuare test sui nuovi accorgimenti inseriti nel ciclo produttive per limitare i miasmi che da anni ormai rendono impossibile (o quasi) la vita dei numerosi cittadini residenti nelle vicinanze. Una decisione, quella presa dalla Provincia, accolta ovviamente con estremo favore dai cittadini, che tuttavia vedono lo spettro della riapertura dell’azienda farsi sempre più vicino, giorno dopo giorno. Il 30 settembre, infatti, si avvicina e “Asfalti Brianza” ha già presentato un piano di riduzione delle emissioni: resta da capire se il piano si rivelerà efficace o se i disagi per i cittadini rimarranno uguali (se non peggiori, visto quanto accaduto recentemente).
“Le attività resteranno sospese fino alla data del 30 settembre e in ogni caso sino all’avvenuta e completa ottemperanza degli adempimenti richiesti – ha spiegato il sindaco Mauro Capitanio – Tra questi adempimenti c’era la richiesta di presentazione di un piano di intervento entro il giorno 14 agosto sull’impianto di produzione del conglomerato bituminoso, necessario a garantite il rispetto dei valori limite alle emissioni che sono attualmente previsti (piano che l’azienda ha presentato e che è in fase di valutazione). Il Piano di intervento prevede in particolare: la caratterizzazione e il dimensionamento sotto il profilo emissivo dell’impianto, la captazione e il convogliamento delle emissioni diffuse che sono presenti nello stabilimento, il trattamento delle emissioni ai fini del rispetto dei valori limite che sono stabiliti nel provvedimento di AUA e, in ogni caso, sono previsti dalle norme vigenti, il contenimento delle emissioni odorigene e il cronoprogramma di realizzazione degli interventi previsti nel piano di intervento. L’azienda dovrà inoltre presentare allo Sportello Unico delle Attività Produttive (SUAP) di Concorezzo, entro il termine del 15 settembre, la “Comunicazione” o la “Domanda di autorizzazione” per la modifica dell’impianto (conseguente alla presentazione del piano di intervento)”.
Sul tavolo resta poi la questione legata allo smaltimento dei rifiuti.
«”La Ditta deve rientrare nei quantitativi autorizzati (per singola tipologia) entro la data del 30 settembre 2020 dando la priorità al recupero/smaltimento dei rifiuti stoccati all’interno della fascia di rispetto del pozzo di emungimento ad uso potabile sito sulla SP 13 in località Malcantone. Asfalti Brianza ha chiesto nel corso dell’estate una deroga a questo piano smaltimento rifiuti ma la Provincia di Monza e Brianza lo ha confermato in toto”, ha concluso Capitanio.