Lasciando perdere il "BOSCO MANGIASMOG DI SANT'ALBINO" di cui abbiamo parlato varie volte pare che la stessa logica informi vari altri interventi della Giunta monzese.
Riportiamo da Facebook:
Anche il Cittadino da la notizia che dietro le abbondanti piantumazioni in via Einstein a ridosso dell’erigendo sottopasso (e prossima Fermata Monza Est?) - circa 1000 piantine stile vivaio (che hanno riempito senza alcuna logica un’intera area verde che già aveva invece una propria vivibilità e un senso urbanistico-ambientale), ci sta la Nespresso.
Il tutto fatto di fretta, senza un vero progetto ben pensato e condiviso, solo per piazzare tante piantine, in numero perfino esagerato, e fare un po’ di propaganda ambientalista.
Senza nulla togliere a questa operazione di marketing dell’Azienda del caffè (sono progetti comuni nelle Aziende per darsi un’immagine di sostenibilità ambientale), è però “curioso” che per sapere cosa sta dietro queste cose ci si debba affidare alla stampa (e meno male che c’è) o ai canali social dell’azienda stessa (che tra l’altro confonde una via con un quartiere intero ) mentre stupisce che l’amministrazione comunale non abbia voluto rivelare chi fosse questo privato “donatore” (così è stato definito quando sì è chiesto di chi si trattasse). Evidente il non voler dire apertamente che si trattava di una vera e propria operazione commerciale. Chissà perché? Forse per “spenderla” meglio con frasi del tipo “continua il nostro impegno sul fronte ambientale”? (come già fatto in altre occasioni, assumendosi meriti altrui)
Evidentemente lo scopo era quello di strappare il plauso della Consulta, un bollino blu come mix di “partecipazione & sensibilità ambientale”, da poter sfoggiare, senza però fornire con la dovuta trasparenza tutte le informazioni. È questo il concetto di Partecipazione di chi ci amministra?
Accettare passivamente qualsiasi operazione, anche la più apparentemente positiva, senza approfondire le reali intenzioni non è certo un buon modo di co-partecipare al bene comune, ma un accondiscendere con leggerezza al volere di chi pensa di amministrare la cosa pubblica snobbando la partecipazione. Bene che non sia stato fatto questo errore di accondiscendenza.
Paolo Loscalzo - Via Buonarroti
"Perchè?"
"Perchè io sono io e voi non siete un cazzo"
Il mese scorso ci avevano provato ma una spontanea, bellissima reazione del quartiere a difesa degli alberi li aveva fermati.
Così sono tornati oggi.
Avevano scritto sui cartelli (vedi foto e data) "POTATURA ALBERI"
Invece li hanno abbattuti.
Niente più verde, ombra, riparo per gli uccelli di passo.
Niente più aria migliore, una manciata di polveri sottili in meno, l'aspettare l'autobus al fresco d'estate.
Niente più bellezza di mattina e al tramonto. D'ora in poi potrete godervi cancellate arrugginite, casermoni in cemento e neon che neanche nel quarto mondo autorizzerebbero a costruire e un po' di sporco e di periferia in più.
Avevamo chiesto spiegazioni, non le hanno date. Il poco che hanno detto, a malincuore, a denti stretti e in seduta chiusa senza collegamento video è che hanno interessi privati da difendere e che lo avrebbero fatto comunque.
Anche a costo di barare sulle regole e di mentire a quanto pare.
Torneranno uomini ed amministratori capaci ed onesti, la misura di questi la potete giudicare dalle foto qui in cima.
Sentite il rumore delle motoseghe?
Stanno arrivando anche per voi.
Oriano Fabrizio Durante è con Paolo Loscalzo e altri 3.
Pavimentare il centro storico: e intanto in via buonarroti mangiamo veleno.
Via Buonarroti a Monza, un viale bello quanto importante per l’accesso alla città. Un viale in cui i filari di alberi da decenni hanno costruito l’architettura di questo paesaggio, preziosi filtri per i nostri polmoni.
Nessuno li ha difesi, gli hanno costruito contro, li hanno soffocati, ed ora danno fastidio. Ma a chi?
Di sicuro no ai cittadini comuni che chiedono solo una costante manutenzione. Ai commercianti? Forse. Ai proprietari di immobili importanti messi a reddito, supermercati super store? Si.
Semplice basta dire che gli alberi sono malati, che rompono le fognature con le loro radici e le motoseghe si mettono in azione.
Dicono, state tranquilli ripianteremo, ma poi nulla di fatto, e comunque dove qualche ripiantumazione è stata fatta ci vorrà un bel po perché le piante possano tornare ad essere sentinelle di questo viale.
Questo è l’esempio di come tante amministrazioni non hanno avuto un’idea di città. Riqualificare è molto di più che ricostruire, perché vuol dire mettere in gioco tutti gli elementi presenti in un ambiente e saperli far dialogare.
Mi chiedo se e come sia possibile che in una zona così bella di Monza si concentrino una serie di luoghi non luoghi di grande importanza, di criticità e di occasioni perse, ex mattatoio, scuole, ciclabile del canale Villoresi e sistema pedonale, aree per lo sport e il tempo libero e tanto altro.
Oggi mentre molti parlano di biodiversità, noi qui in questo meraviglioso viale assistiamo alla sua estinzione.
Bello il centro storico, con quei pavimenti degni dei migliori negozi di prestigio.