Da una decina di giorni si parla e si legge molto sulla disastrosa gestione del Piano Neve degli ultimi giorni del 2020, da parte dell’Amministrazione Comunale. Piano neve enfaticamente annunciato dal sindaco direttamente sul suo profilo FB privato, il giorno prima della nevicata, come “Piano Neve che l’Amministrazione ha già attivato” e che invece si è dimostrato fallimentare: la ditta - unica partecipante - che ha vinto il Bando assicurandosi 198.000€, non ha rispettato quanto previsto, dimostrando di non saper garantire la pulizia della città, non solo nelle ore immediatamente successive alla nevicata ma di fatto anche a distanza di due giorni. Anzi, in alcune vie periferiche non sono mai passati.
Nei giorni scorsi, grazie all’azione meritoria del #ComitatoDiQuartiereSAlbinoMonza e de #LaRondineConcorezzo, sono emerse numerose informazioni sulla base di documenti pubblici ufficiali, riferiti ad indagini processuali dalle quali emergono cose inquietanti.
È noto che la Giunta monzese ha un assessore con delega specifica a “Trasparenza, Legalità, Anticorruzione e Antimafia”, con anche un passato da Presidente del Tribunale di Monza, cui il sindaco ha affidato tale delega probabilmente per il suo autorevole curriculum.
Viene quindi naturale domandarsi se, leggendo le documentazioni pubbliche in materia di appalti (che riportavano i nomi delle Ditte implicate in inchieste giudiziarie), il suddetto assessore abbia ritenuto o meno di mettere in allerta la Giunta - in particolare sindaco, assessore alla partita e dirigente di settore - suggerendo quantomeno di non invitare al Bando quelle Ditte implicate in quei procedimenti giudiziari. Infatti l’Amministrazione ha fatto un Bando ad inviti, non un’asta pubblica, quindi ha scelto quali Ditte invitare, in base alle norme di tali tipi di bandi (in coda al post la definizione di gara ad inviti)
Un assessore con tali deleghe dovrebbe leggere costantemente le carte riferite ad indagini in tema di appalti e avrebbe dovuto quindi facilmente capire che tra quelle ditte c’era qualcosa di poco chiaro e di sospetto. Il fatto che al bando monzese si sia poi presentata un’unica Ditta, sulle cinque invitate dall’Amministrazione, e che questa unica ditta abbia presentato un ribasso solo dello 0,1%, avrebbe dovuto insospettire chiunque abbia anche solo l’ABC in fatto di dinamiche di appalti potenzialmente “manovrati” dubbio di potenziale “cartello”?).
Sarebbe opportuno sapere se esiste un parere preventivo formale dato dall’assessore alla trasparenza sui requisiti di ammissione inseriti preventivamente nel Bando dalla Giunta e circa l’opportunità della scelta delle 5 Ditte da invitare, senza aver sollevato alcun dubbio su quei requisiti e sulle credenziali di tali Ditte. Sapere anche se l’assessore abbia formalmente fatto i controlli preventivi leggendo le carte pubbliche e se a suo parere era tutto normale e regolare invitare ad un Bando tali Ditte e il non avere inserito prerequisiti particolari.
Tale parere, se esiste, deve essere reso pubblico. Se invece non esiste, riteniamo sia una grave manchevolezza di tutta la Giunta, sindaco e vicesindaco in particolare.
Questo perché il vicesindaco, nonché assessore “competente”, ha affermato (in un’intervista che “Il Giorno” gli ha fatto) che “i controlli sono stati fatti”. E allora è doveroso che li renda pubblici, così da sapere se sono stati controlli preventivi o solo a “bando vinto” dall’unica ditta presentatasi. Inoltre il vicesindaco ha anche dato la colpa di tutta questa vicenda alla legge sugli appalti, dicendo che “l’Amministrazione non può escludere una Ditta che ha vinto il Bando”. Il vicesindaco forse ignora che il Bando era ad inviti e che è la Giunta (forse proprio il suo settore di competenza) ad aver scelto le Ditte da invitare, forse senza inserire alcun prerequisito nel Bando? I controlli andavano fatti prima di invitare le Ditte e non dopo. (forse sarebbe stato opportuno che la testata giornalistica che ha dato ampio spazio al vicesindaco, glielo avesse fatto notare e avesse fatto anche qualche domanda scomoda, anziché lasciarlo dire - indisturbato e senza contraddittorio - la sua versione dei fatti).
Considerato che si è trattato di un “Bando ad inviti” non è forse così vero che l’Amministrazione non aveva proprio modo di controllare e di scegliere le Ditte da invitare al Bando. Bastava che avesse analizzato i documenti pubblici disponibili e avesse inserito qualche prerequisito nella stesura del Bando, così da poter evitare di includere Ditte con credenziali non trasparenti o implicate in indagini.
Se invece hanno fatto i controlli prima, perché hanno invitato Ditte coinvolte in procedimenti giudiziari? Se un’Amministrazione Comunale invita ad un Bando pubblico ditte che hanno procedimenti giudiziari aperti, è lecito avere il dubbio che si tratti di incompetenza nella stesura di un bando ad inviti o di altro.
Pertanto le giustificazioni dell’assessore sono irricevibili, oltre ad essere patetici tentativi di arrampicarsi sugli specchi e giocare a scaricabarile (sport in cui la Giunta sembra imbattibile).
Il vicesindaco se la prende con i gruppi di opposizione, facendo pure del sarcasmo per il fatto che essi chiedano conto delle tante questioni poco chiare. È incredibile: chi dovrebbe amministrare con massima trasparenza ha l’arbitrio di prendersela con chi - nel proprio ruolo di controllo - chiede conto della scarsa trasparenza? Beh, qui siamo proprio al paradosso!
Sappiamo bene che tocca, ovviamente, alla magistratura fare le sue indagini sulle scorrettezze ed eventuali truffe della Ditta in causa, ma la responsabilità politica su questa vicenda non la si può certo negare, proprio perché le carte non potevano essere ignorate dagli amministratori. Non può certo essere tutto derubricato ad un fatto tecnico-giuridico.
Chi amministra non può però chiamarsi fuori, non può non avere responsabilità, non può cavarsela con una diffida o con una semplice risoluzione di un contratto e richiesta danni. Qualcuno a livello politico deve pagare, se non altro per ragioni di opportunità.
Restiamo in attesa dell’evolversi della vicenda.
(foto tratte dalla pag.FB del Comitato Sant’Albino)
Nota: “Gara a invito (detta anche licitazione privata) è una gara nella quale sono invitati a partecipare solamente i soggetti considerati idonei, in base ad una valutazione in via preliminare. L'invito deve contenere i requisiti di ammissione”.
(pertanto bastava forse inserire in via preventiva tra i requisiti per partecipare al Bando, il non avere indagini giudiziarie aperte)