Il Giorno
di Antonio Caccamo
Quarantasette consiglieri comunali di Agrate, Brugherio, Concorezzo e Monza chiedono la chiusura di Asfalti Brianza in una lettera inviata alla Provincia e alla Prefettura. L’iniziativa è partita dopo che l’Agenzia per la tutela della salute della Brianza ha parlato dei rischi tossicologici e cancerogeni legati alla presenza della fabbrica che produce asfalti bituminosi.
I firmatari – consiglieri comunali di centrosinistra (a Concorezzo tutta l’opposizione Pd, La Rondine e Vivi Concorezzo) del M5stelle e uno del Grande Nord di Monza – ricordano che "la Conferenza dei servizi del 25 febbraio ha respinto le richieste di Asfalti Brianza" e che dunque l’azienda "non potrà aumentare i volumi di produzione né utilizzare il fresato d’asfalto (rifiuti accumulati senza autorizzazione sul piazzale della fabbrica, ndr) nel ciclo produttivo". Citano poi quanto messo a verbale in quella riunione dall’Ats Brianza a pagina 6: "Dall’esame della documentazione fornita da Arpa emerge la presenza di pressioni ambientali sulla matrice aria tali da evidenziare una criticità, sia per quanto riguarda il rischio tossicologico, associato a taluni contaminanti, con valori significativamente al di sopra dei valori di accettabilità del rischio presenti in normativa e in letteratura, sia per quanto riguarda il rischio cancerogeno associabile a organi bersaglio quali il sistema emopoietico, epatorenale e dell’apparato respiratorio per effetti cronici a lungo termine".
I 47 consiglieri sostengono, del Testo unico delle leggi sanitarie, che Asfalti Brianza, azienda di prima classe di rischio, può stare vicino ai centri abitati solo se dimostra "l’inesistenza di danni per la salute pubblica riconducibili alla propria attività". Da qui l’invito a Luca Santambrogio di revocare l’Aua, l’Autorizzazione unica ambientale, senza cui la fabbrica di Malcantone dovrebbe fermare per sempre la produzione. Come chiede anche la raccolta di firme, che ha superato quota 1.600, organizzata dal Comitato quartiere Sant’Albino. "Asfalti Brianza – è scritto nella petizione – resta chiusa per ora solo grazie al sequestro imposto dalla Procura".