SEGUI GLI AGGIORNAMENTI AUTOMATICI

LEGGI NELLE COLONNE DEL BLOG GLI AGGIORNAMENTI QUOTIDIANI SU MONZA; SU NEWS NAZIONALI E INTERNAZIONALI; SU ECOLOGIA E TUTELA AMBIENTE; SU EDUCAZIONE, LAVORO SOCIALE, CULTURA. Il meglio di un' edicola a tua disposizione! In fondo ad ogni prima pagina di aggiornamenti clicca su "altri" per vederli tutti.

giovedì 24 settembre 2020

ASFALTI BRIANZA E' INADEMPIENTE DA 6 ANNI! VA DELOCALIZZATA; ANZI VA CHIUSA DEFINITIVAMENTE!



Si avvicina il 30/9/2020. Entro tale data Asfalti Brianza dovrebbe (meglio dire avrebbe dovuto dato che la cosa non avviene) sgomberare la montagna di fresato. Sempre il 30/9/2020 si terrà l'ennesima Conferenza di servizi. Questa azienda, in barba ai due sequestri da parte della Procura della Repubblica (per illecita gestione dei rifiuti il primo; per irregolarità delle emissioni il secondo) e nonostante la sospensione dell' AUA da parte della Provincia, ha l'ardire di richiedere un grande aumento della produzione e di poter utilizzare il fresato nella produzione anziché smaltirlo secondo i criteri di legge.

Ecco un breve riassunto della situazione: 

Dal 2014 i cittadini lamentano forte inquinamento. Dal 2016 avanzano dubbi rispetto alla cancerogenicità delle emissioni.

Da Novembre 2017 il Comune di Concorezzo organizza un tavolo cui partecipano l’Azienda e tutti gli Enti di controllo per “concertare” con Asfalti Brianza interventi risolutivi.

Nel 2018 Asfalti Brianza presenta una relazione di parte che è costretta a riconoscere che (almeno nel raggio di 500 m., dice lei) le emissioni sono nocive e potenzialmente cancerogene.

Ad agosto 2019 il Sindaco Capitanio consente con propria ordinanza la sostituzione del bruciatore. L’inquinamento, anziché ridursi,  esplode.

La Procura della Repubblica indaga su una gestione illegale dei rifiuti e il 25/9/2019 sequestra l’azienda.

A novembre 2019 la Procura concede una ripresa ridotta della produzione per consentire lo smaltimento della montagna di fresato illegalmente stoccata. Riprende l’inquinamento e la Prefettura organizza un proprio tavolo chiedendo in particolare ad ARPA e ad ATS (sempre presenti ma senza alcun risultato ai tavoli di Concorezzo) di presentare finalmente un piano di monitoraggio.

Da secoli ripetevamo che sarebbe bastato un solo giorno di controllo al camino con impianto a massimo regime per avere dati certi su inquinamento e cancerogenicità delle emissioni. In effetti il 30/6/2020, unico giorno di controllo delle emissioni al camino con impianto “quasi” a regime (così dice ARPA) su 14 rilevamenti effettuati per ben 9 volte le emissioni superano le soglie definite dall’AUA (l’Autorizzazione unica ambientale il cui mancato rispetto impone la sospensione dell’attività). In particolare la principale sostanza in eccesso è il benzene, sostanza cancerogena che può causare vari linfomi e altri danni gravi alla salute (vedi in proposito quanto dichiara la perizia commissionata dallo stesso Comune di Concorezzo). ARPA ovviamente segnala l'anomalia alla Procura della Repubblica che dispone immediatamente un nuovo sequestro (22/7/2020).

La Provincia (altro convitato di pietra dei 3 anni di tavoli concorezzesi) a questo punto non può che sospendere l’AUA ma in qualche modo si rilancia ancora un salvagente a questa Azienda perennemente fuori regola. Asfalti Brianza potrà fare (per l'ennesima volta in questi ultimi tre anni) nuove proposte di interventi mitigativi entro il 14 Agosto 2020 (come del resto ha già fatto ha già fatto un anno fa con esiti disastrosi). In altro post faremo qualche ulteriore osservazione su queste nuove proposte da parte di Asfalti Brianza che ci sembrano del tutto inadeguate.

Intanto anche la montagna di fresato (di ignota composizione e provenienza) che eccede di una ventina di volte il quantitativo di stoccaggio consentito dall'AUA resta sempre lì quasi intatta. Dovevano sloggiarla entro il 24/1/2020 e poi è stata concessa una ulteriore proroga al 30/9/2020. Bianchi stesso, proprietario di AB, ha già ammesso di aver utilizzato illegalmente il fresato nella produzione. Non è possibile che le Istituzioni tollerino ancora queste reiterate violazioni. Ricordiamo anche che recentemente una cinquantina di consiglieri comunali, provinciali e regionali di vari gruppi politici hanno sottoscritto una lettera che chiede una soluzione seria e definitiva. Ci appelliamo anche a loro.  

Intanto nel Consiglio comunale di ieri, il Sindaco Capitanio, interrogato dall'amico Facciuto che sollecitava una presa di posizione ferma da parte del Comune di Concorezzo ha risposto di non aver ancora preso una decisione. La cosa non ci sorprende. E' un atteggiamento pilatesco in continuità con questi sei anni vergognosi.

CQSASD



Ed ecco il post de La Rondine 

ASFALTI BRIANZA. IL 30 SETTEMBRE SI AVVICINA: OCCORRE RISOLUTEZZA.
Il 30 settembre scade il tempo accordato all'azienda per smaltire la montagna illecita di fresato e per mettere a norma l'impianto. Qualora l'azienda non dovesse rispettare la scadenza, ci aspettiamo una presa di posizione netta da parte delle autorità competenti, con una revoca definitiva dell'autorizzazione.
⭕ Nel Consiglio Comunale di ieri sera, Francesco Facciuto ha interrogato l'Amministrazione: "Qualora entro il 30 settembre non ci dovesse essere la rimozione della montagna illegale presente nel sito, l'Amministrazione chiederà o no alla Provincia, con un atto formale, una revoca dell'autorizzazione?". Ecco la risposta di Capitanio: "Non è stata ancora presa una decisione definitiva e seguiranno aggiornamenti". Qui il link al video del Consiglio: https://bit.ly/2HtLaBl
⭕ Non è tutto. Sempre per il 30 settembre è prevista una nuova convocazione della Conferenza dei Servizi. La Conferenza dovrà valutare le richieste depositate dall'azienda alcuni mesi fa, a proposito di un aumento consistente della produzione e dell'utilizzo del fresato nel ciclo produttivo.
E' evidente non ci siano le condizioni per prendere in considerazione queste richieste, visto l'ampio spettro di inadempienze certificato a più riprese anche dall'autorità giudiziaria. Seguiremo con molta attenzione l'atteggiamento dell'Amministrazione, che su queste richieste dovrà esprimere un parere di competenza.



L'immagine può contenere: spazio all'aperto, il seguente testo "PRUMAVERA PER CONCORELZO LA ONDES Se l'azienda non rispetta la scadenza per mettersi in regola, si revochi l'autorizzazione a produrre."
Ivano Zanette, Lorenzo Citterio e altri 40
Commenti: 9
Condivisioni: 20
Mi piace
Commenta
Condividi

Commenti

Visualizza altri 2 commenti
Meno recenti

  • Non ragioniamo per luoghi comuni.....certo è che Brianza Asfalti deve migrare dalla città di Concorezzo
    7
    • Mi piace
    • Rispondi
    • 9 h
    • Autore
      Siamo d'accordo 
      Morena
      , occorre rimanere ben ancorati al merito della questione e muoversi con risolutezza. Per correttezza, dobbiamo però dire che la non risposta di Capitanio non è all'altezza del ruolo che ricopre.
      4
      • Mi piace
      • Rispondi
      • 8 h


martedì 22 settembre 2020

ASFALTI BRIANZA - LA MONTAGNA ILLECITA E' ANCORA LI'

RILANCIAMO IL POST DEGLI AMICI DE "LA RONDINE" DI CONCOREZZO E PREPARIAMOCI A RIPRENDERE LA NOSTRA PRESSIONE A FAVORE DI UNA SOLUZIONE FINALE E AL RIPRISTINO DELLA LEGALITA'.

CQSASD


ASFALTI BRIANZA. LA MONTAGNA ILLECITA E' ANCORA LI'.
Il 30 settembre scadrà il tempo concesso all'azienda per sistemare le tante e gravi criticità emerse in questi anni, ben certificate dalla documentazione disponibile.
‼ Tra le criticità più preoccupanti figura, ancora oggi, il problema della montagna di fresato stoccata illegalmente nel sito produttivo. Come abbiamo ribadito più volte, si tratta di un punto rilevantissimo. Ricordiamo brevemente il perché.
Quel fresato, all'origine di un intervento dell'Autorità Giudiziaria, non può essere adoperato nella produzione. L'azienda non è stata in grado di dare risposte chiare sull'origine e sulla composizione del prodotto; non dispone delle autorizzazioni necessarie per l'utilizzo; utilizza uno stabilimento produttivo vetusto e si è dimostrata incapace di dare tutte le garanzie necessarie, in termini di salute e sicurezza pubblica.
‼ Perché l'azienda ha stoccato il fresato nel sito? Perché la montagna di fresato è collegata al ciclo produttivo da un nastro trasportatore non previsto dalle autorizzazioni? Quali garanzie può dare il testare la pericolosità dei fumi quando l'azienda adopera materie prime, a fronte della disponibilità di una montagna di rifiuti potenzialmente utilizzabili nel ciclo produttivo?
La nostra posizione è chiara. Le autorità competenti non possono prendere in considerazione l'ipotesi di un riavvio della produzione fino a quando non sarà garantito il pieno rispetto delle norme, in difesa dei cittadini. La rimozione del fresato stoccato illegalmente nel sito è dunque una condizione necessaria.
Se entro il 30 settembre il fresato sarà ancora lì, ci aspettiamo che la Provincia si adoperi per una revoca definitiva dell'autorizzazione a produrre.