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giovedì 10 novembre 2016

COLOMBO, NON CHIEDIAMO L'AMERICA! (Ecomostro 2)



Ieri sera la Consulta di quartiere ha incontrato l’Assessore Colombo. L’incontro è stato promosso dal nostro Comitato. 


IL NUOVO ECOMOSTRO

La questione primaria riguardava l’ennesimo ecomostro che sorgerà a nord della piscina, troppo a ridosso delle ultime abitazioni di Via Ferrucci.


PROMEMORIA

A fine giugno in Consiglio Comunale si discute sulla variante generale del Piano di Governo del Territorio (PGT). Il 7 luglio 2016 il nuovo PGT viene approvato. Esso prevede una fascia di rispetto a verde tra zona industriale e quartiere S.Albino. Non solo! Un emendamento proposto dal segretario del PD Alberto Pilotto in Consiglio Comunale e fatto proprio dalla stessa Giunta assegna alla previsione a verde di questa area, individuata nel Documento di Piano come “rete della naturalità diffusa”, una valenza prescrittiva. In poche parole la Giunta decide che quest’area è e deve restare a verde.

Il 30 giugno 2016 però, in modo un po' schizofrenico, nel pieno della discussione sul PGT e pochi giorni prima della sua approvazione, la stessa Giunta dà l’ok alla costruzione di un capannone industriale che cade per metà nella stessa area a verde. (Progetto del 2012 dello studio Architettura Battistoni Associati -  schema di convenzione urbanistica del lotto F3 del Piano Particolareggiato Pompei Ercolano della “Soc. Imm. Bavaria ’79 s.r.l.” -  presentato in data 8 giugno 2016, solo 22 giorni prima).



Già i tempi della approvazione ci parlano di una operazione quantomeno frettolosa e contraddittoria rispetto alle stesse linee guida tanto enfatizzate dalla Giunta (la famosa ma piuttosto teorica “riduzione del consumo di suolo”). E’ poi sotto lo sguardo di tutti il fatto che in questa fase di crisi il proliferare di capannoni risponde a logiche di speculazione più che al rilancio dell’occupazione. Il capannone che incombe sull’unico parchetto giochi di Sant’Albino, ormai conosciuto in quartiere come “ecomostro”, è a tutt’oggi semivuoto e rischia di diventare un’area dismessa ancora prima di diventare produttiva. 

LA NOSTRA PROPOSTA/MEDIAZIONE 
Il nostro Comitato cerca (già ai primi di ottobre) di fare comunque una proposta costruttiva. In poche parole (vedi l’immagine sotto) chiediamo di unificare i lotti F2 e F3 e di far slittare il capannone verso nord, cioè più lontano dalle case, spostando le superfici a standard (parcheggio e aree verdi) verso sud, cioè verso le case e il quartiere.




La linea verde indica il margine al di sotto del quale è prevista dal Pgt adottato la fascia a verde di rispetto verso il quartiere S.Albino




LA RISPOSTA DELL’ASSESSORE



L’Assessore Colombo giustifica l’operazione dicendo che la responsabilità dell’approvazione  era in carico al dirigente e non all’Assessore e che doveva rispondere solo al rispetto delle norme vigenti. Dice esplicitamente di non comprendere le preoccupazioni degli abitanti rispetto ad impatto visivo e ambientale della nuova costruzione. A suo avviso la distanza dalle case è più che sufficiente. Argomenta che la legge tutela la proprietà privata (dell’immobiliare). In compenso Colombo mostra poca sensibilità alla salvaguardia di proprietà più immateriali ma inestimabili. Non è la stessa cosa,infatti, avere di fronte alle finestre un muro di cemento al posto della abituale visione di Grigna e Resegone!

Anzi alla fine Colombo ritiene ingenerose le nostre osservazioni perché a suo avviso in questo caso l’Amministrazione ha rinunciato a monetizzare ottenendo un ampliamento dell’area verde.

Il Comitato e alcuni cittadini presenti chiedono allora che la politica svolga il proprio compito di reale tutela del territorio e della comunità, al di là delle anguste visioni tenico-normative. Insomma che l’Assessore ascolti la gente e che cerchi di rimediare. Si chiede che almeno contatti l’immobiliare per proporre una permuta con terreni comunali più a nord. Tale soluzione allontanerebbe un po' dalle case le costruzioni e anche l’accesso viabilistico al capannone da Viale Industrie, altro elemento che potrebbe avere ricadute critiche e che è stato del tutto ignorato in via di programmazione.
Solo dopo lunghe insistenze nostre e obiezioni sue l’Assessore ha detto che ci proverà. Lo attendiamo alla prova dei fatti.

ASSESSORE COLOMBO: NON CHIEDIAMO L'AMERICA! (Ecomostro 2)



Ieri sera la Consulta di quartiere ha incontrato l’Assessore Colombo. L’incontro è stato promosso dal nostro Comitato. 


IL NUOVO ECOMOSTRO

La questione primaria riguardava l’ennesimo ecomostro che sorgerà a nord della piscina, troppo a ridosso delle ultime abitazioni di Via Ferrucci.


PROMEMORIA

A fine giugno in Consiglio Comunale si discute sulla variante generale del Piano di Governo del Territorio (PGT). Il 7 luglio 2016 il nuovo PGT viene approvato. Esso prevede una fascia di rispetto a verde tra zona industriale e quartiere S.Albino. Non solo! Un emendamento proposto dal segretario del PD Alberto Pilotto in Consiglio Comunale e fatto proprio dalla stessa Giunta assegna alla previsione a verde di questa area, individuata nel Documento di Piano come “rete della naturalità diffusa”, una valenza prescrittiva. In poche parole la Giunta decide che quest’area è e deve restare a verde.

Il 30 giugno 2016 però, in modo un po' schizofrenico, nel pieno della discussione sul PGT e pochi giorni prima della sua approvazione, la stessa Giunta dà l’ok alla costruzione di un capannone industriale che cade per metà nella stessa area a verde. (Progetto del 2012 dello studio Architettura Battistoni Associati -  schema di convenzione urbanistica del lotto F3 del Piano Particolareggiato Pompei Ercolano della “Soc. Imm. Bavaria ’79 s.r.l.” -  presentato in data 8 giugno 2016, solo 22 giorni prima).



Già i tempi della approvazione ci parlano di una operazione quantomeno frettolosa e contraddittoria rispetto alle stesse linee guida tanto enfatizzate dalla Giunta (la famosa ma piuttosto teorica “riduzione del consumo di suolo”). E’ poi sotto lo sguardo di tutti il fatto che in questa fase di crisi il proliferare di capannoni risponde a logiche di speculazione più che al rilancio dell’occupazione. Il capannone che incombe sull’unico parchetto giochi di Sant’Albino, ormai conosciuto in quartiere come “ecomostro”, è a tutt’oggi semivuoto e rischia di diventare un’area dismessa ancora prima di diventare produttiva. 

LA NOSTRA PROPOSTA/MEDIAZIONE 
Il nostro Comitato cerca (già ai primi di ottobre) di fare comunque una proposta costruttiva. In poche parole (vedi l’immagine sotto) chiediamo di unificare i lotti F2 e F3 e di far slittare il capannone verso nord, cioè più lontano dalle case, spostando le superfici a standard (parcheggio e aree verdi) verso sud, cioè verso le case e il quartiere.




La linea verde indica il margine al di sotto del quale è prevista dal Pgt adottato la fascia a verde di rispetto verso il quartiere S.Albino




LA RISPOSTA DELL’ASSESSORE



L’Assessore Colombo giustifica l’operazione dicendo che la responsabilità dell’approvazione  era in carico al dirigente e non all’Assessore e che doveva rispondere solo al rispetto delle norme vigenti. Dice esplicitamente di non comprendere le preoccupazioni degli abitanti rispetto ad impatto visivo e ambientale della nuova costruzione. A suo avviso la distanza dalle case è più che sufficiente. Argomenta che la legge tutela la proprietà privata (dell’immobiliare). In compenso Colombo mostra poca sensibilità alla salvaguardia di proprietà più immateriali ma inestimabili. Non è la stessa cosa,infatti, avere di fronte alle finestre un muro di cemento al posto della abituale visione di Grigna e Resegone!

Anzi alla fine Colombo ritiene ingenerose le nostre osservazioni perché a suo avviso in questo caso l’Amministrazione ha rinunciato a monetizzare ottenendo un ampliamento dell’area verde.

Il Comitato e alcuni cittadini presenti chiedono allora che la politica svolga il proprio compito di reale tutela del territorio e della comunità, al di là delle anguste visioni tenico-normative. Insomma che l’Assessore ascolti la gente e che cerchi di rimediare. Si chiede che almeno contatti l’immobiliare per proporre una permuta con terreni comunali più a nord. Tale soluzione allontanerebbe un po' dalle case le costruzioni e anche l’accesso viabilistico al capannone da Viale Industrie, altro elemento che potrebbe avere ricadute critiche e che è stato del tutto ignorato in via di programmazione.
Solo dopo lunghe insistenze nostre e obiezioni sue l’Assessore ha detto che ci proverà. Lo attendiamo alla prova dei fatti.