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lunedì 21 novembre 2016

L’ERBA DEL CITTADINO E' SEMPRE LA PIU' VERDE (COMITATO PARCO DI MONZA)




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Matteo Barattieri ha aggiunto 6 nuove foto.
Prato della Gerascia: la verità
Replichiamo, come Comitato per il Parco di Monza, con questo comunicato stampa all'articolo del Cittadino.
E trovate anche foto scattate ieri, 28 ottobre 2016
diffondete, ragazzi!



L’ERBA DEL CITTADINO E' SEMPRE LA PIU' VERDE
La ben nota testata locale, il Cittadino, pubblica il 27 ottobre 2016 un servizio – una pagina intera, nientemeno – sull’erba del Prato della Gerascia, uno dei più nobili del nostro malcapitato Parco. L’articolo vorrebbe fare il punto della situazione della citata superficie verde dopo circa un mese dai concerti di Ligabue che la hanno bruttata e sfigurata. L’estensore del pezzo parla (sic) di un “check up”, fatto non si sa da chi e con quali qualifiche. Dal testo risulterebbe che a fare delle verifiche sia stato lo stesso autore del pezzo. Nel caso, riteniamo che i controlli siano stati svolti in maniera molto parziale. Le foto scattate questa settimana coprono solo una piccola porzione della Gerascia. Le istantanee mostrerebbero, parere del cronista, che il Prato ha recuperato le sue condizioni normali.
Alcune precisazioni si impongono. Le foto sono state scattate in una delle zone meno danneggiate. Un giro di ricognizione appena più approfondito avrebbe rivelato come la situazione non sia per niente cambiata da settembre ad oggi. Molte porzioni del Prato sono ancora ridotte a deserto: le stesse di settembre, e non solo nella zona del palco. Le foto che alleghiamo, scattate ieri (28 ottobre 2016) sono più che esaustive. Il cronista improvvisatosi agronomo ha altresì esaminato malamente financo le superfici da lui, si fa per dire, battute. Un’occhiata alle foto che accompagnano l’articolo rivela danni ben riconoscibili. Si tratta insomma di un’autorete delle peggiori per il nostro anzi il loro.
Ma c’è di più. In ambito scientifico – e il nostro Comitato per il Parco ha sempre avuto, pur nella passione che ci contraddistingue, un approccio di questo tipo – per confutare una tesi ci vogliono solide dimostrazioni, ben ancorate a dati di campo. Dalla relazione dell’agronomo professionista da noi contattato e pagato (sforzo comunque non indifferente per un gruppo di volontari) possiamo ricavare alcuni punti molto importanti. Il tecnico, dott. Vavassori, spiega come “I grandi prati rustici dei parchi storici sono una testimonianza di spazi ordinati ed intenzionalmente previsti nelle opere della grande architettura, benché considerati “arte minore” in ordine alle caratteristiche strutturali e costruttive, ma pure una testimonianza di costume e lavoro nell’ordinamento del paesaggio rurale.”
E la Gerascia appartiene a pieno titolo alla categoria dei prati storici – con buona pace del Cittadino e dello stesso sindaco Scanagatti –. Un sistema delicato che, sottolinea Vavassori, ha “subito danni gravi nella manifestazione del 2 giugno e si evidenzia che il luogo non è idoneo alla fruizione intensiva ospitando eventi ad elevata presenza ed attività di movimento di persone e mezzi meccanici localizzato. Per un uso finalizzato a manifestazioni ed eventi ad elevata frequentazione, in cui si prevedono anche circa 100.000 persone, è prevedibile la perdita definitiva ed irreversibile del manto erboso storico attuale e le specie erbacee in esso conservate. Il Parco può ospitare la ordinaria fruizione pubblica, diffusa e non usurante localmente, soprattutto dal passaggio di automezzi.”
E’ stato, purtroppo, buon profeta l’agronomo. Il Prato della Gerascia è – come dalle foto da noi scattate il 28 ottobre 2016 – tuttora fortemente danneggiato nella sua integrità, a causa delle serate di Ligabue. Il recupero pieno necessiterà di un lungo periodo: qualche anno, spiegano gli esperti. Anche dove si è avuta una parziale ripresa, va notato che l’associazione vegetale (l’insieme delle specie erbacee) è impoverita in varietà e non ancora consolidata. Oltre al danneggiamento e alla cancellazione della cotica erbosa, vanno elencati il compattamento del suolo e l’interramento di piccoli rifiuti dal lungo tempo di smaltimento in natura.
L’articolo del Cittadino difetta in maniera invero imbarazzante di qualsivoglia conato di scientificità. Il “non pare stia malaccio (il prato n.d.r.)” che conclude l’articolo fa fare brutta figura all’autore e rende un pessimo servizio ai lettori. Un servizio macchiato da sgrammaticature nel metodo e da conclusioni completamente lontane dalla realtà. Esiste, ahinoi, un vizio originale, alla fonte. Già in occasione delle esibizioni di Ligabue, il Cittadino ha avuto modo di attaccare in modo invero sorprendente e fuori luogo le nostre istanze. Sono arrivati a far balenare l’idea che noi avessimo ritoccato le foto con lo scopo di ingigantire i danni. Partendo da questa prospettiva appare chiaro come l’articolo di questa settimana di inserisca in un disegno più ampio volto a screditare le associazioni che si battono per la difesa di un bene pubblico quale il Parco. Questo atteggiamento risulta più che censurabile. E stiamo in effetti valutando la possibilità di muoverci per vie legali.
Patrizia Ronchi