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martedì 28 novembre 2017

A PROPOSITO DI CONSULTE E CENTRI CIVICI (CONSIGLIO COMUNALE DEL 16/11/2017)

La seduta del Consiglio comunale del 16/11/2017 è stata caratterizzata dalla discussione su Consulte e Centri civici. Interessante visionare la seduta ed in particolare l’intervento del Sindaco Allevi.
Il sindaco sulla questione consulte e centri civici ha esordito citando il Regolamento stesso elaborato dalla giunta precedente. All’Art. 2 lettera E, ha ricordato, si precisa che esiste anche un tema di “sostenibilità economica” per cui si potrà anche intervenire allorché “gli oneri siano superiori ai benefici”. Ha osservato che 10 centri civici sono lo stesso numero della città di Milano e che in una analisi dei costi si potrà anche considerare la riduzione di tale numero magari convertendo qualche centro civico a sede di associazioni meritorie. Allevi si è chiesto: ”Ci possiamo permettere 10 centri civici? …E i facilitatori esterni? “. Sempre in materia di costi ha affermato che i facilitatori esternalizzati delle consulte hanno un costo di 200.000 euro l’anno e cioè un costo totale x il triennio di 600.000 euro.  Ha annunciato che già nel bilancio previsionale del 2018 tale voce di spesa è azzerata
A corroborare l’idea di un cambio di rotta, ha estratto anche i verbali di parecchie riunioni della Consulta di San Fruttuoso per notare il numero bassissimo di presenze di cittadini “normali”.
A questo punto ci consentiamo qualche commento.  Tutti possono verificare che a suo tempo abbiamo rivolto critiche abbastanza ferme all’impianto della Consulta come concepita dalla Giunta precedente. Abbiamo sempre detto che era solo consultiva, con competenze assai limitate (no urbanistica, no PGT ecc.). Il regolamento stesso è stato approvato prima di analizzare le nostre osservazioni.
Tuttavia onestà intellettuale impone di dire che, come ha osservato Longoni in Consiglio, per un lungo tratto le Consulte non hanno previsto la partecipazione dei cittadini  ”normali” per cui farne la conta dai verbali ha poco senso. Come non è giusto passare sotto silenzio le centinaia di progetti e le migliaia di voti partoriti a Monza da Bipart. Un lavorio che ha prodotto lo sviluppo di un primo tessuto di socializzazione, relazioni e reti che, come nel caso di Sant’Albino, ha favorito l’incontro di associazioni diverse per storia e statuto attorno ad un progetto comune per il quartiere.
Anche i dati sui costi dei facilitatori esterni citati dal Sindaco non risultano corretti. Ci risulta infatti che 200.000 euro erano l’impegno di spesa per tre anni, quindi l’importo sarebbe stato di 66.000 euro all’anno. Oltre al fatto che da noi gran parte del lavoro è stato svolto dalla segretaria del Centro civico.

Le affermazioni sui Centri civici sono poi le più preoccupanti. Sembrano scaturire da una visione assai povera del decentramento amministrativo. I centri civici sembrano intesi solo come centri di spesa. Anche in questo caso ci sembra assai più interessante e utile la visione descritta da Longoni e suffragata da esperienze già rodate a Monza. I Centri civici infatti possono divenire, anche a costi assai ridotti, luoghi gestiti dal volontariato, dal terzo settore, da cooperative sociali e in grado di portare ai cittadini servizi di prossimità, esperienze sociali innovative ma anche start up e opportunità di lavoro. Tutte cose che a Sant’Albino sono appena in nuce ma che non possiamo neppure concepire senza un Centro civico, per l’apertura del quale, ricordiamo tra parentesi, i cittadini di Sant’Albino si sono battuti per anni . Ora confidiamo che nel corso dei prossimi incontri con la Giunta le nostre preoccupazioni possano rivelarsi infondate. Perché comunque indietro non si torna. 


Riportiamo nuovamente anche la MOZIONE APPROVATA DALLA CONSULTA DI QUARTIERE SANT'ALBINO in merito:

http://comitatosantalbino.blogspot.it/2017/11/mozione-della-consulta-di-quartiere.html