Sant’Albino, tre auto a fuoco nella notte: “Ecco cosa è successo”
Antonio Marchetta, gestore del centro sportivo di via Murri, racconta a MonzaToday cosa è successo la sera del 24 aprile scorso, quando tre auto erano state distrutte da un incendio, e respinge ogni accusa
Il rogo, che secondo quanto aveva denunciato un lettore a MonzaTodaypoteva essere stato causato da un fumogeno, avrebbe avuto in realtà come origine un corto circuito di una delle auto distrutte.
“In riferimento al rogo che nella serata del 24 aprile ha interessato tre auto nel parcheggio del centro, volevo informare il Sig. S. Villa, residente della zona - scrive il presidente del centro sportivo - che come si evince dalle dichiarazioni rilasciatemi dai Vigili del Fuoco del comando di Monza, si è trattato di un corto circuito e quindi, sia il l’ipotesi del fumogeno che qualsiasi altra illazione è completamente frutto delle sue fantasie”.
A dare forza alla versione di Marchetta, secondo quanto racconta lui stesso, ci sarebbe anche il fatto che nella sera dell’incendio al centro non c’era alcuna partita “calda”, ma “era in corso solo una partita di calcetto a sette, di una compagnia di amici ultraquarantenni e senza tifosi al seguito”.
“Nonostante quello che dichiari il residente - continua la replica del gestore - all’interno o fuori dal centro, non solo non ci sono mai stati scontri tra tifoserie, ma nemmeno scontri e incidenti tra le numerose persone che frequentano i campi da calcetto”.
I residenti, secondo quanto aveva denunciato uno di loro a MonzaToday, sarebbero stanchi del continuo caos dei tifosi che assistono alle partite al centro sportivo. Ma anche su questo, Antonio Marchetta non ci sta.
“Gli unici fumogeni visti - specifica nella sua lettera - sono stati quelli accesi autonomamente, come semplice coreografia, dai sostenitori di una delle squadre che partecipava al nostro torneo invernale tra fine marzo ed inizio aprile, durata in tutto cinque minuti”.
“Al centro si svolgono quotidianamente partite e altre manifestazioni che vedono protagonisti bambini, giovani e meno giovani della zona e quindi - conclude Marchetta - non troviamo giusto che il nostro operato e la nostra reputazione siano in qualche modo messe in dubbio”.