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sabato 12 marzo 2016
Le origini preistoriche di Monza: seconda puntata - Vorrei
12/3 CHUCK CHRIS FRYERS, GRANDE MUSICA AL NUOVO CIRCOLO DEGLI AMICI - S.ALBINO (MONZA)
Pazzesco! Ma come fate a fare tutta sta roba!
Grandi e Grazie!
il CQSA (per tutti la cittadinanza)
da Francesca Pegoraro
Signori vogliamo annunciarvi un evento unico! ! Chuck Fryers chitarrista di fama internazionale. .ha lavorato con Beatles
traffic Jimi Hendrix deep purple Treves blues band The sorrow. .con la
sua band sarà gradito ospite nel nostro locale il 12 marzo per una
memorabile serata
CHUCK "CHRIS"FRYERS
Cantante e chitarrista inglese con alle
spalle una lunga esperienza di rock'n'roll,blues e country dai primi anni '60
ad oggi.
Iniziò giovanissimo a viaggiare per
l'Europa suonando nei locali più famosi dell'epoca.
E' proprio allo "Star club"e al
"Top Ten "di Amburgo che incontra musicisti come Tony
Sheridan(primo vocalist dei Beatles),Stevie Winwood(Traffic),Noel Redding(bass
di Jimi Hendrix),Ritchie Blackmore(DeepPurple)e improvvisa con loro jam
sessions.Da lì a poco entra nella band di Thane Russal chiamata Electric Heart.
Nel 1965 viene in Italia con il gruppo THE
SORROWS
con i quali incide diversi dischi di
successo tra i quali la famosa "Take a heart".In seguito verso
la fine dei'60 la band tramuterà il nome in Chris & The Sorrows e si
scioglierà dopo due singoli e un lp "Old songs new songs".
Chuck"Chris"Fryers si farà
notare militando nei Three di Thane Russal,con la Treves Blues band e la
Baker Street band.
Ora negli anni 2000 Chuck è ancora on the
road con una band tutta sua che annovera tra le sue fila Dario Polerani
al basso,musicista che ha collaborato con Rod Fredman,Tatanka,Kim & the
Caddilacs,e Gino Carravieri alla batteria anch'egli collaboratore di molti
artisti quali Eugenio Finardi,Toto Cotugno,Enzo Jannacci,Dave Baker...
Il repertorio proposto dal vivo conta di
classici del rock blues riletti con personalità e straripante grinta,il tutto
all'insegna del grande spettacolo.
clicca sulle immagini per ingrandirle
RIPROPONIAMO LA SINTESI DEL NOSTRO PARERE SULLA VARIANTE AL PGT (10/2/16)
In vista del prossimo incontro con l'Assessore Colombo del 16/3/16 riproponiamo ns post del 10/2/2016
che sintetizzava le ns valutazioni sulla proposta di variante al PGT avanzata dalla Giunta.
...............................
L’iter del PGT ha già visto la consegna di un parere della Consulta di quartiere Sant’Albino (ottobre 2015) da noi sottoscritto a suo tempo. Da allora sono state introdotte ulteriori e importanti modifiche al PGT. Ieri sera il Comitato di quartiere S. Albino ha sottoscritto un ulteriore documento che verrà consegnato all’Amministrazione comunale entro l’11/2/2016.
che sintetizzava le ns valutazioni sulla proposta di variante al PGT avanzata dalla Giunta.
...............................
L’iter del PGT ha già visto la consegna di un parere della Consulta di quartiere Sant’Albino (ottobre 2015) da noi sottoscritto a suo tempo. Da allora sono state introdotte ulteriori e importanti modifiche al PGT. Ieri sera il Comitato di quartiere S. Albino ha sottoscritto un ulteriore documento che verrà consegnato all’Amministrazione comunale entro l’11/2/2016.
Il documento completo è reperibile qui: http://comitatosantalbino.blogspot.it/2016/03/cqsa-parere-pse-sulla-proposta-di.html#links
In questo post invece riportiamo in maniera più sintetica e meno tecnica le nostre osservazioni
(mentre le tabelle sono consultabili nel documento completo).
1)
Inserimento
Aree di sant’Albino nel PLIS (Parco locale di interesse sovracomunale) Parco
est delle Cave (per intendersi quello che contiene tra l’altro il laghetto
di Increa) in accordo col comune di Brugherio. Per inciso ricordiamo che il nuovo
PGT di Brugherio ha deciso di ridestinare allo stesso Parco la consistente area
sita tra via Offelera, Via Adda e l’autostrada (su cui in precedenza avrebbero
dovuto costruire).
Nostre osservazioni:
a)
questa previsione va benissimo ma non basta a
fare di un’area ad oggi piuttosto degradata un vero Parco.
Per questo
chiediamo:
-
Prosecuzione
ad est di Via Adda di un percorso ciclopedonale lungo il Villoresi fino ai confini comunali.
-
Tracciato
ciclopedonale lungo la confermata nuova strada che andrà da Via Adda a Via
Bande Nere (alla curva dello stesso Villoresi).
-
Prolungamento
di tale tracciato ciclopedonale a nord fino all’area City farmers (orto
giardino comunitario).
b)
Solo alcune delle aree agricole sono state
perimetrate come AAS (aree agricole di interesse strategico).
Chiediamo che tutte le nostre aree agricole godano dello stesso regime
di maggior tutela.
2) Piano Particolareggiato
Pompei Ercolano e fascia verde di rispetto verso il quartiere.
Sono state prese due decisioni
condivisibili.
a)
Eliminazione di un lotto industriale ad est (con
restituzione di destinazione agricola).
b)
Previsione di un “Parco Sant’Albino” a sud dell’area industriale suddetta (e
comprendente l’area a verde di Via Guardini).
Va bene ma non basta. Infatti il Piano Particolareggiato industriale (di
iniziativa pubblica) Pompei Ercolano è scomparso dalle previsioni e con
esso scompaiono anche le aree di
cessione a verde pubblico indispensabili per completare la fascia di
rispetto tra area industriale e quartiere.
Occorre individuare e ripristinare
tali cessioni (cioè chi insedia qualche attività deve contribuire alle aree a
verde).
In primo luogo occorre garantire la cessione a nord della piscina
e del limitrofo parcheggio pubblico (che va assolutamente ampliato come i
residenti lamentano da tempo) e la cessione
di aree per la realizzazione del percorso ciclopedonale alberato fino a Via
Adda.
Se il P.P. industriale Pompei
Ercolano dovesse essere annullato secondo noi tutte le aree ad oggi inattuate
devono tornare agricole.
Ribadiamo anche che non deve esserci alcun collegamento diretto
fra Via Ferrucci, via dei Salerioni e viale Stucchi (sarebbe scorciatoia per
un insostenibile traffico d’attraversamento).
3) Naf Sant’Albino (NAF = nuclei antica formazione)
Ribadiamo quanto già indicato in
un documento precedente della Consulta di quartiere Sant’Albino: occorre
modificare e ampliare la perimetrazione del NAF (il “centro storico”) in
particolare seguendo il tracciato della ex Roggia Gallarana, inserendo le aree
libere fra Villa S. Albino e Chiesa.
4) Ex Parco del Riciclo
La previsione del cosiddetto “Parco
del Riciclo” fra noi e San Donato è stata stralciata (come da noi richiesto) ma
non è prevista alcuna riqualificazione paesaggistica. Le aree degradate restano
tali e si ribadisce la destinazione a trattamento dei rifiuti (“pattumiera” di
Monza). Le aree agricole restano tali ma senza particolare tutela.
Noi chiediamo invece la previsione di un “Parco agricolo periurbano”
che colleghi e tuteli in modo permanente le aree agricole. Il resto va riclassificato come area di riqualificazione ambientale (VRA)
con lo smantellamento delle attività difformi provvisorie o illegali (vedi
impianto di trattamento rifiuti speciali a ridosso di San Damiano).
Il nostro documento si chiude con la precisazione che “il presente
parere è dunque condizionato all’accoglimento di quanto su esposto”.
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#CALENDARIO NOSTRE ATTIVITA',
#parerecqsasupgt,
#PGT DI MONZA
CQSA: parere (PSE) sulla proposta di Variante generale al PGT vigente (DGC 403/2012).
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I COMITATI DI MONZA SUL PGT: PIU' OMBRE CHE LUCI (TESTO DELLA CONFERENZA STAMPA DEL 7/3/16
Ecco il testo dei Comitati:
CONFERENZA STAMPA DEL 7 MARZO 2016
Il
nuovo PGT di Monza: più ombre che luci
Facendo
seguito alle considerazioni contenute nel Libro
bianco su Monza del luglio 2015, vogliamo
oggi partire dalla domanda che dal pubblico è stata fatta ai relatori
nella serata di presentazione del nuovo PGT dello scorso 18 febbraio e cioè “quale città ci verrà consegnata fra 5 anni
con questo nuovo Piano?”
Alla
domanda non è stata data risposta.
Secondo
noi invece una risposta c'è: è la
previsione di una città senza identità, che si avvia a diventare un grosso
quartiere della periferia di Milano, così come lo sono diventate Sesto e
Cinisello.
L'aver già approvato 15 piani attuativi
(di cui 9 su aree libere) e ora la previsione anche nel nuovo PGT di
edificazione prevalentemente a carattere residenziale, tratteggiano una città
dormitorio, che sarà più soffocata da traffico e inquinamento.
Le
residenze sono previste per l'80/90% anche nel recupero delle aree
dismesse. Altro residenziale è previsto con consumo di suolo libero.
A fronte di questo, l’espulsione delle destinazioni produttive dalle
loro localizzazioni originarie porta alla previsione
devastante di nuovi insediamenti produttivi tutti a consumo di suolo a corona
della città, nella peggiore tradizione dei PRG anni’60/’70.
Così
come pesanti sono le omissioni di
questo nuovo Pgt: sugli usi per la Villa
Reale e il Parco di Monza non si dice praticamente nulla se non un rinvio
al Piano territoriale del Parco della valle del Lambro, consentendo nel PGT,
come al solito, nuove edificazioni per l’autodromo. Nulla si dice del futuro
dell’Ospedale vecchio, con la scusa
di precedenti accordi di programma, peraltro rimessi in discussione.
In conclusione una proposta di PGT a
prevalente “vocazione residenziale” che ricorda più i PRG anni 60/70 che non
una visione nuova di sviluppo sostenibile della città.
Sintetizziamo
di seguito le principali criticità
di questo PGT illustrate nel Parere sottoscritto dal Coordinamento di cinque
associazioni e nove comitati di cittadini di Monza e consegnato il 9 febbraio
scorso in Comune:
1) Manca nel
nuovo PGT una chiara previsione della popolazione, finalizzata a contenere nuove inutili edificazioni
residenziali.
Nella serata del 18 febbraio, il
progettista ha parlato di un ‘fabbisogno’ di circa 3/4.000 nuovi alloggi,
motivato da presunte esigenze ‘migratorie'. Non sono però stati considerati i
circa 4.000 alloggi sfitti presenti in città così come gli oltre 2.000 alloggi
residenziali già approvati con Piani attuativi da questa e dalla precedente
amministrazione, che non sono ancora stati avviati o ultimati. A questi possiamo sommare altri 2.000 alloggi
residenziali rilasciati con titoli edilizi diretti.
In
totale una dotazione di circa 8.000 alloggi disponibili sul mercato edilizio o
che potrebbero esserlo nel prossimo futuro (già approvati). Si tratta di un possibile incremento di popolazione
di almeno 15.000 nuovi abitanti.
Sono forse insufficienti per dare risposta
alla presunta “nuova migrazione dal sud”, ipotizzata dai presentatori del nuovo
PGT?
Rammentiamo
che il picco della popolazione residente in città si è avuto nel 1981 con
123.145 abitanti, mentre ancora oggi ne abbiamo 122.700 circa. Anche considerando il frazionamento delle famiglie e
le eventuali immigrazioni, l’ulteriore incremento previsto ora dal Piano non è
giustificato. Senza voler considerare le
volumetrie che potrebbero scaturire dai meccanismi di perequazione previsti dal PGT stesso.
2) Consumo
di suolo: la promessa della riduzione del consumo di suolo, se da un lato
trova riscontro nelle proposte di ampliamento delle aree agricole strategiche
del PTCP e del loro inserimento nei Plis confinanti (ancora tutto sulla carta),
dall’altro è contraddetta dalla
previsione dei cosiddetti Ambiti
compatibili con la trasformazione (AcT), finalizzati all’insediamento di
eventuali nuove attività produttive, che sono tutti su aree libere e con
consumo di suolo e riguardano quasi 470.000 mq di superficie territoriale.
La proposta del cosiddetto Parco del riciclo, invece di essere sostituita da un piano
complessivo di riqualificazione paesaggistica dell’intera zona (come
chiedevamo), è stata ulteriormente
peggiorata, assegnando alle aree degradate, direttamente nel Piano delle Regole, una destinazione produttiva legata
al ciclo dei rifiuti. Gravissima poi è la scelta di rinunciare al controllo
pubblico sullo sviluppo delle aree produttive della zona industriale Pompei
Ercolano, con la eliminazione del Piano
Particolareggiato: a questo punto le aree inattuate tornino agricole.
Permangono
inoltre le previsioni edificatorie su aree libere sia in diversi Ambiti di
trasformazione (AT) del Documento di Piano che in quello delle Regole (zone C).
In totale sono
circa 600 mila mq le aree libere che potrebbero essere edificate con questo
PGT. Chiediamo invece un PGT a
effettivo zero consumo di suolo.
3) Aree
dismesse: se è assolutamente
auspicabile intervenire su tali aree (che interessano una superficie di 645.000
mq) non altrettanto lo è la loro prevalente trasformazione in residenza (per l’ 80/90 %).
Reinserirle nel ciclo produttivo, con un progetto
globale che preveda ampi spazi a verde e servizi soprattutto lungo il canale
Villoresi, diventa questione prioritaria.
Quello che già abbiamo di fronte è invece il degrado
del paesaggio urbano: condomini e supermercati ovunque, con l’effetto
collaterale di dover consentire occupazione di suolo libero per le funzioni
produttive (vedi punto precedente).
Prevedere poi il recupero di aree poste lungo il Lambro è particolarmente rischioso in
quanto sono pur sempre possibili esondazioni oggi neppure ipotizzabili. Si
rende quindi necessaria un’ampia fascia d’inedificabilità (corridoio a
verde) lungo le sponde del fiume escludendo in quelle zone Ambiti di
trasformazione.
4)
Cascinazza: ribadiamo che le aree della Cascinazza
sono agricole di fatto e di diritto e non vi è alcun obbligo di una sorta di
riconoscimento volumetrico o monetario alla proprietà. Questo vale per la Cascinazza come per le altre aree
agricole presenti in Città (quartieri: Casignolo, San Fruttuoso, Sant’Albino,
zona nuovo Stadio).
Non ha senso
che vengano collocate volumetrie sulle aree pubbliche della TPM e della ex
Fossati e Lamperti (180mila mc) per la cessione al Comune delle aree agricole
della Cascinazza.
La
valutazione se la Cascinazza debba diventare “Parco pubblico” o restare “Parco
agricolo” (quindi con o senza acquisizione delle aree) dipende da altri fattori
(costi economici per l’acquisizione e la successiva gestione in rapporto ai
benefici).
In ogni caso, il vincolo a parco agricolo previsto nel
PGT vigente (e sue successive varianti); l’inserimento nel PLIS del Parco della
media valle del Lambro; la previsione di tutelarle e ampliarle nel PTCP di MB
come Ambiti agricoli strategici e la presenza della RER (Rete ecologica regionale)
sono, ad oggi, più che sufficienti.
5) Parco e
Villa Reale: il nuovo PGT su questo tema è fortemente
carente, liquidando la questione degli usi del Parco e della Villa Reale con un
semplice rinvio alle norme del PTC del Parco regionale della Valle del Lambro.
Viceversa si chiede che il nuovo PGT
dedichi alla Villa Reale e al Parco un rilievo e una normativa adeguati al
valore e al significato di questo monumento (suo restauro) per l’identità
storica e il futuro culturale e quindi urbanistico ed economico di Monza.
Il Parco di Monza dovrebbe essere
classificato anche come zona A (centro storico) vietando ogni nuova
edificazione, senza alcuna esclusione, come invece viene previsto per
l’Autodromo.
Anche in questo PGT dovrebbe essere
confermata la demolizione della pista alta velocità, in disuso da quasi
50 anni, un ecomostro che interrompe l’asse visuale di viale Mirabello,
demolizione, tra l'altro prevista dalle Norme Tecniche Attuative del PTC (art. 17, c. 4) del Parco Valle
Lambro, operazione che consentirebbe di liberare nuovi spazi verdi (60 ettari)
per il pubblico.
Su tutti
questi punti critici chiediamo un ripensamento dell’amministrazione comunale e
una presa di coscienza della cittadinanza affinché scelte sbagliate non
compromettano il futuro della nostra città.
COORDINAMENTO
ASSOCIAZIONI E COMITATI DI MONZA
(Legambiente
Circolo di Monza - Fiab MonzainBici - CCR, Gruppo ambiente e territorio -
Greeman Monza - Comitato per il Parco A. Cederna - Comitato Bastacemento -
Comitato di via Blandoria - Comitato di via Monte Bianco - Comitato quartiere
Sant’Albino - Comitato quartiere San Donato-Regina Pacis - Comitato di via
Boito Monteverdi - Comitato quartiere San Carlo e San Giuseppe - Comitato ACB
San Fruttuoso - Comitato viale Lombardia 246)
In allegato: il parere del coordinamento, consegnato
in Comune il 9/2/2016
Monza, 7 marzo 2016
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