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domenica 2 dicembre 2018

L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI BRUGHERIO CONTRO IL "DECRETO SICUREZZA"

L'Amministrazione comunale di BRUGHERIO accoglie l'ordine del giorno presentato da Sinistra per Brugherio e sottoscritto da tutta la maggioranza sul DECRETO SICUREZZA e IMMIGRAZIONE.
Ecco l'intervento dell'assessora Laura VALLI, chiaro ed esaustivo.
"In questi 4 anni, anche a Brugherio, piccoli esempi di ordinaria quotidianità, ci hanno dimostrato quanto sia importante il modello di accoglienza diffusa sostenuta da progetti per l'integrazione.
Giovani che riescono a sentirsi parte della comunità nella quale si trovano a vivere, che vanno a scuola, imparano l'italiano, fanno tirocini, talvolta trovano un lavoro, collaborano con attività di volontariato alla cura della città e all'organizzazione di iniziative, partecipano alla vita sociale e culturale della città, frequentano la biblioteca, l'IG e la casa di alcune famiglie non rappresentano una minaccia la nostra sicurezza. Perchè, e a Brugherio lo sappiamo bene, i percorsi di integrazione sono un'investimento per la sicurezza di tutti.
Questo decreto, che ormai è legge, farà invece crollare proprio le due architravi che hanno permesso ai territori di reggere alla pressione degli ultimi anni: il principio dell’accoglienza diffusa e i progetti per l’integrazione.
Grazie a questo sistema, certamente perfettibile, abbiamo retto l'impatto di 160-180mila sbarchi all'anno: 2,5 migranti ogni 1000 abitanti.
Ora però la cosiddetta emergenza non c'è più.
Dopo i decreti degli scorsi anni e gli accordi con la Libia, dopo i respingimenti in mare e la chiusura dei porti -che sono costati più di 1000 morti su appena 5.500 arrivi negli ultimi 4 mesi (e di questo dovremo rendere conto alla storia oltre che alle nostre coscienze)- gli sbarchi di quest'anno sono solo 20mila: un richiedente asilo ogni 3000 abitanti.
Ora che si sarebbe potuto estendere a tutto il territorio nazionale, Brugherio compresa, il modello Sprar -per rendere sistematici i progetti di integrazione, garantendo allo stesso tempo una governance pubblica dell'accoglienza- si decide invece di tornare indietro, al sistema emergenziale delle grandi concentrazioni di migranti.
E, contemporaneamente, si decide di tagliare proprio le risorse destinate all'integrazione, che sono l'unica garanzia per la tenuta della coesione sociale e per la tutela dei diritti e della sicurezza.
A tutto questo si aggiunge la scelta di limitare l'accesso allo SPRAR ai soli titolari di protezione internazionale e di cancellare la possibilità di ottenere un permesso umanitario a chi ha già compiuto un percorso di integrazione.
Una misura non solo inumana, ma anche contraria al buon senso perchè trasformerà in irregolari persone che oggi sono regolarmente presenti e ben inserite nel territorio, e che domani saranno invece necessariamente costrette a ingrossare le fila del lavoro nero, della marginalità, del degrado e dell'illegalità".

mercoledì 26 settembre 2018

Decreto Salvini su sicurezza e immigrazione



Praticamente tutte le organizzazioni impegnate nell’accoglienza sono molto critiche.
In primo luogo inserire le norme per l’immigrazione in un decreto sicurezza ottiene l’effetto di equiparare automaticamente nella testa della gente immigrazione e criminalità (come se in Italia non esistesse un enorme problema, tutto autoctono, di criminalità organizzata, corruzione, riciclaggio ecc.).
L’ex prefetto Morcone osserva che ancora una volta in Italia resta impossibile entrare in modo regolare. Una vera e propria condanna, osserviamo noi, alla clandestinità (che poi viene punita come reato).
Viene abolita la protezione umanitaria che tutelava casi fragili e viene sostituita da “permessi speciali”.
Lo SPRAR, sistema diffuso di accoglienza gestito volontariamente dagli enti locali che ha lavorato su piccoli numeri favorendo una reale integrazione viene smantellato. I richiedenti asilo in attesa di riconoscimento saranno esclusi. Si potenzieranno solo i grandi centri in cui stipare masse di persone, senza percorsi individualizzati di integrazione. Centri la cui gestione tra l’altro ha visto spesso abusi e illegalità.
Insomma norme che produrranno più irregolari, più emarginati e meno sicurezza.

Paolo