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mercoledì 30 ottobre 2019

BREVE SINTESI DELLA VICENDA "ASFALTI BRIANZA"

BREVE CRONISTORIA

Nel 2014 a Sant'Albino ci sono le prime segnalazioni per inquinamento. Negli anni successivi seguono altri episodi. Nell'estate 2017 c'è un notevole aumento. Il nostro Comitato di quartiere Sant'Albino  interessa della questione il comune di Monza. Viene così istituito un tavolo presso il Comune di Concorezzo. Partecipano i comuni di Monza e di Concorezzo, ARPA, ATS di Monza e Brianza e a partire dalla seconda tornata alcuni comitati di cittadini compreso il nostro. Il Comune di Concorezzo rinuncia a prendere una posizione più rigida e cerca una mediazione con l' azienda. Arpa decide (a nostro avviso erroneamente) di non partecipare più. Un comitato di Concorezzo propone degli interventi sull'impianto per ridurre le emissioni. I tavoli si trascinano in modo poco concludente. Solo il 4 luglio 2019 un'ordinanza del Comune di Concorezzo sollecita all'azienda la realizzazione di alcuni interventi impiantistici. Tali interventi dovrebbero ridurre consistentemente l'impatto delle emissioni. In realtà ad agosto esplode un inquinamento fortissimo che specie a tarda sera rende l'aria irrespirabile. Il Comitato di quartiere Sant'Albino raccoglie le sollecitazioni dei cittadini e organizza due assemblee pubbliche. Poi avvia una raccolta di segnalazioni. In un mese e mezzo raccoglie più di 800 segnalazioni. L'area interessata, inizialmente limitata a Sant'Albino e San Damiano si allarga progressivamente ad una cerchia di circa 3 chilometri di raggio coinvolgendo Cederna, il quartiere Libertà di Monza e ampie zone di Agrate e Brugherio fino ai confini con Cologno Monzese. Il comune di Agrate presenta un primo esposto. A fine settembre lo fa anche il comune di Monza.
Per fortuna la Procura della Repubblica di Monza sta indagando e decide il sequestro preventivo urgente della azienda. Nel corso del sequestro emerge una gestione inadeguata dei rifiuti ma anche la presenza di rifiuti pericolosi.
Ora siamo in attesa di capire quali sono le vere motivazioni del sequestro e quali saranno gli sviluppi successivi.
Il nostro Comitato ritiene che fin dall'inizio ci sia stato un grosso equivoco. Si è sempre parlato di "puzze" il che, oltre a minimizzare la questione, anche sul piano legale ed operativo suggerisce erroneamente il ricorso ad una delibera regionale che definisce appunto le procedure contro le molestie olfattive. In realtà qui abbiamo a che fare con sostanze cancerogene di prima fascia (benzene e aldeidi). Non a caso Asfalti Brianza è catalogata come "Azienda insalubre di prima classe" (che dovrebbe stare lontano da qualsiasi centro abitato mentre qui le case sono a 50 metri). La presenza di sostanze cancerogene è certificata perfino da una relazione autofinanziata dalla stessa Asfalti Brianza la quale cerca solo di ridurre l'impatto di tali sostanze ad un perimetro di 500 m..
L'insistenza sul solo aspetto odorigeno rischia di proporre anche un percorso inadeguato di monitoraggio dopo l'eventuale rimozione dei sigilli.
Il Comitato di quartiere Sant'Albino chiede che prima di qualsiasi ripresa della attività produttiva si effettui una caratterizzazione precisa dei rifiuti pericolosi trovati, sondaggi di suolo e sottosuolo, verifica dell'acqua e della falda. Tra le altre cose nel perimetro dell' azienda c'è un pozzo di Brianzacque. Dovranno inoltre essere piazzate subito centraline per la rilevazione dell'inquinamento in tutte le aree toccate dalle segnalazioni.
I sindaci sono i garanti della salute dei cittadini. Qualora venisse verificato un inquinamento i comuni sono parte offesa e possono anche presentarsi come parte civile ad eventuali processi. I sindaci hanno anche la possibilità di incaricare periti privati. Chiediamo loro di acquisire tutti gli atti relativi ad Asfalti Brianza compresi quelli depositati presso Arpa e Ats. Chiediamo che trasmettano anche alla Procura le nostre preoccupazioni affinché disponga e controlli l'esecuzione di verifiche accurate da parte di Arpa.
Qualsiasi verifica dei dati relativi all'inquinamento sarà inutile senza l'acquisizione di dati preventivi da utilizzare come parametri di riferimento.
Anche i lavori di modifica dell'impianto andranno verificati da organi istituzionali competenti perché la genesi dei progetti finora presentati non ha carattere di trasparenza e non da garanzie sufficienti. Del resto l'azienda Asfalti Brianza a sua volta non offre garanzie adeguate. La sua proprietà è nota per una serie di attività che hanno sollevato ovunque proteste da parte della popolazione circostante (vedi Lucchini & Artoni di Segrate).
Confidiamo nelle indagini della Procura, nella collaborazione tra i sindaci di Concorezzo, Monza, Agrate e Brugherio e nella serietà delle verifiche offerte da da Arpa e ATS a tutela di un territorio che comprende una trentina di scuole di ogni  ordine e grado, case di riposo e  decine di migliaia di abitanti compresi bambini, donne incinte ed anziani.


Mappa delle segnalazioni  prodotte da CQSA - realizzata da La Rondine di Concorezzo)