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giovedì 26 giugno 2014

Brugherio, partono i lavori estivi sulle strade

Brugherio, partono i lavori estivi sulle strade Parte ad agosto il piano delle opere stradali deliberato dalla giunta comunale Troiano per quest’anno che prevede un investimento di sei milioni in totale per il 2014. Si comincia, ovviamente, con la riasfaltatura delle strade più importanti e in particolare da viale Lombardia, da Sant’Albino fino a via Vittorio Veneto; si asfalterà la stessa Via Veneto e via De Gasperi in centro, poi via Corridoni, via Virgilio, via Turati, via Comolli.
«Abbiamo scelto agosto per non creare disagi ai cittadini ovviamente e comunque comunicheremo nel dettaglio come procederemo con le chiusure delle strade – ha spiegato l’assessore Mauro Bertoni – Ma da settembre partiranno lavori ancora più importanti sulle strade, infatti in questi giorni stiamo assegnando le varie opere».
Da settembre il piano prevede di puntare sull’eliminazione delle barriere architettoniche e sul miglioramento di marciapiedi e percorsi pedonali, ma anche sulla realizzazione di attraversamenti pedonali sopraelevati con funzione anche di rallentamento del traffico veicolare.
Per quanto riguarda i lavori che partiranno a settembre i brugheresi possono dunque aspettarsi la realizzazione di un parcheggio in via Bernina, la risistemazione dei marciapiedi in via maestri del Lavoro e poi in altre zone centrali.
Infine a latere è prevista la realizzazione di collegamenti ciclabili con il Parco Increa attraverso l’acquisizione di aree private appunto che si trovano sul percorso.A breve verranno comunicati i dettagli della chiusura delle strade o delle modifiche dei percorsi.

COMUNICAZIONI DA APPIANI, DELEGATO ALLO SPORT

Dopo le nostre sollecitazioni a riconvertire l'Ecomostro a fini sociali/sportivi  e a utilizzare meglio un pezzo di campetto nel Parco Giochi di Via Guardini ecco la risposta di Silvano Appiani, delegato allo sport della Giunta monzese.
 
 
From: Appiani Silvano
Date: Mon, 23 Jun 2014 16:26:05 +0000

Subject: Sant'Albino

Buongiorno,come anticipato telefonicamente, ho contattato la proprietà dei capannoni, APA, continuano nel progetto "Mulino Mambretti" e vendono o affittano a costi di mercato, quindi strada non percorribile.

Ho fatto partecipe della problematica anche altre realtà del territorio,come la Sanda Volley, per creare nel pezzo di giardino non utilizzato qualche attività, tipo Bach volley. Purtroppo non riescono economicamente a garantire la gestione.

Una possibilità per creare un progetto nuovo può essere la Consulta di quartiere e il nuovo Bilancio partecipativo.

A disposizione per eventuali chiarimenti,cordialmente saluto.

Silvano Appiani

Monza - Nuovi controlli all’impianto rifiuti speciali. I residenti: è poco

di Martino Agostoni da il Giorno http://www.infonodo.org/node/40353

VERRANNO richiesti ad Arpa ed Asl controlli sull’attività del nuovo impianto di rifiuti speciali di viale delle Industrie, mentre i vigili effettueranno delle verifiche sulle emissioni di rumore. È quello che hanno deciso le istituzioni monzesi per la struttura della Cem srl realizzata l’anno scorso grazie all’intervento diretto nel 2011 dell’ex assessore Giovanni Antonicelli, arrestato nel 2012 con l’accusa di essere il referente in municipio della camorra a Monza. Un impianto edificato su un’area agricola comunale a ridosso dei quartieri di San Damiano e Sant’Albino che da novembre tratta a cielo aperto pneumatici e altre parti di vetture, oltre ad essere autorizzata dalla Provincia di Monza e Brianza per poter operare con circa 250 tipi diversi di materiali fino a 8.800 tonnellate l’anno. Dopo 9 mesi dalla presentazione in Consiglio comunale di una mozione dedicata al problema, lunedì sera il parlamentino monzese ha affrontato la questione su cui un mese fa gli uffici comunali hanno accertato l’illegittimità delle procedure del 2011 e dopo che in aula si sono presentati i rappresentati dei comitati di San Damiano e Sant’Albino che da un anno si battono per la chiusura della struttura.
COMITATI che hanno presentato ai consiglieri monzesi le richieste di far eseguire accertamenti per la tutela della salute, chiedendo che fino a quando non saranno garantire misure che annullino i disagi venga sospesa l’attività dell’impianto. Inoltre hanno chiesto al Comune di impegnarsi fin da ora a non rinnovare il contratto d’affitto alla sua scadenza tra 8 anni. In aula invece da una parte è stata respinta la mozione sostenuta da Lega e Forza Italia, tra l’altro con ex assessori che nel 2011 facevano parte della Giunta che concesse l’area comunale, che chiedeva la revoca del contratto d’affitto e quindi esponendo la città a una possibile causa risarcitoria di Cem. Dall’altra è stata approvata la mozione del Pd che impegnerà la Giunta a far effettuare rilievi fonometrici dai vigili e chiederà nuove verifiche di Arpa e Asl. Nessun’altra misura e neppure l’impegno a non rinnovare l’affitto: «I controlli li hanno già fatti 6 mesi fa e non sono serviti a nulla – commenta il portavoce dei comitati Tino Barzetti -. Constatiamo che Monza continua a non fare nulla per tutelare i cittadini».

Alessandro Gerosa (capogruppo SEL) "sull’impianto rifiuti speciali di S.Albino"

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Dopo il Consiglio Comunale di Lunedì 23 nel quale si sono trattate due mozioni riguardanti l’impianto rifiuti speciali di Sant’Albino, ritengo doveroso aprire qualche riflessione in merito.
Premetto che poche volte nella mia vita consiliare mi sono trovato con tanta rabbia in corpo, che durante la trattazione di queste due mozioni. Rabbia per non poter realizzare tutto quanto si vorrebbe, e rabbia per l’ipocrisia mostrata da qualcuno.
La Mozione Villa chiedeva, in sostanza, la revoca della decisione di Giunta che diede l’avvio alla concessione alla società di realizzare l’impianto di rifiuti speciali. Quella delibera a cui lo stesso Villa aveva votato favorevolmente come membro della scorsa giunta, senza fare un plissè. Quella delibera proposta da Antonicelli, ex-assessore all’ambiente che ora trascorre il proprio tempo in carcere.
Si potrebbe riconoscere l’onestà intellettuale di ammettere il proprio errore, non aver riconosciuto a suo tempo le pesanti illegitimità amministrative che pendevano su tale procedimento. Illegittimità d’altra parte vistose e difficilmente inosservate, quali la mancanza di una gara ad evidenza pubblica e la partecipazione del tutto irrituale (e forse unica) di un assessore invece che del dirigente preposto alla conferenza dei servizi.
Il problema è che una volta fatta la frittata, indietro non si può tornare. Non si può tornare in un contesto in cui la magistratura, almeno stando a quanto fino ad ora emerso dal processo in corso, ha trovato la società beneficiaria della decisione come totalmente estranea ai fatti. Almeno non si può tornare indietro in un contesto nel quale tutti gli enti locali sono strozzati dal patto di stabilità e dai tagli del governo, e non è ipotizzabile negli interessi della comunità esporsi ad un risarcimento milionario nei confronti della società stessa.
Certo, questo non vuol dire rimanere impotenti. Vuol dire vigilare più che mai, alla luce di quanto sta emergendo e delle chiare illegittimità amministrative, sui potenziali rischi per la salute ai cittadini del quartiere. Vuol dire chiedere controlli continui e serrati ad Arpa ed Asl, e intervenire immediatamente se i responsi dei controlli lo indicano. Vuol dire impegnarsi pubblicamente a non rinnovare il contratto ad una società che, pur se si confermasse la sua estraneità ai fatti, ha avuto una concessione viziata da più illegittimità amministrative.
In questo, sono davvero insostenibili le ipocrisie di chi, allora assessore, allora votante di questa decisione, ora prova a lavarsene le mani con una mozione evidentemente impraticabile nelle condizioni attuali. Di chi prova a lavarsi oggi le mani delle responsabilità passate costruendosi un’immagine di paladino grottesca e solida quanto un castello di carte.
Se i controlli dell’Arpa e dell’Asl certificheranno e daranno una sponda legale a ciò che i Comitati dichiarano da tempo, ovvero i danni per la salute che quell’impianto può provocare agli abitanti del quartiere, allora sì il Comune potrà procedere all’immediata revoca del contratto senza che ciò comporti una spesa che oggi si dovrebbe sottrarre alla spesa per le politiche sociali o alla manutenzione di strade e piazze.