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giovedì 2 luglio 2020

RESOCONTO COMMISSIONE CONSILIARE A MONZA SU ASFALTI BRIANZA E NOSTRI COMMENTI (30/6/2020)


SE VUOI VEDI QUI IL VIDEO DELLA SEDUTA
https://comitatoquartieresantalbino.blogspot.com/2020/07/30620202-commissione-consigliare-monza.html



Resoconto con qualche nostro commento.
La precedente Commissione di febbraio 2020 ha chiesto la partecipazione del Sindaco di Monza al Tavolo istituito a novembre dal Prefetto. Ebbene anche a questo ultimo Tavolo del 17/6/2020 nessuno dei Sindaci (salvo Capitanio) avrebbe partecipato senza una nostra (del Comitato) sollecitazione diretta. Non erano stati invitati!
Dunque da sei anni ci sono un sacco di Enti e ciascuno va per la sua strada.

Anche questa volta il Sindaco Allevi, come già Villa a suo tempo, dice che non conosce la proprietà di Asfalti Brianza e che non ha nessun atteggiamento pregiudiziale nei suoi confronti. Peccato perché proprio la “personalità” dell’azienda è dirimente rispetto a qualsiasi scelta.

Ecco solo un assaggio di news che troviamo in rete:

 

Il caso della Lucchini Artoni: su 22 imprese 17 legate ai clan

Risultati di ricerca

Allevi, a domande specifiche ha risposto anche che “non vuole neppure pensare che vi sia rischio di cancro” così come “non vuole nemmeno pensare all’uso del fresato nella produzione” perché sarebbe un crimine gravissimo. Non ci sembrano argomentazioni probanti. Noi invece vogliamo proprio pensarci!
Come già il Vicesindaco Villa (“abbiamo armi spuntate”) anche il Sindaco ha ripetutamente espresso un senso di impotenza (“siamo le vittime principali” ma anche chi ha meno possibilità di incidere). Un atteggiamento che non possiamo condividere.
Entrambi affermano che le verifiche di ARPA e ATS andavano fatte in altro modo. Ma alla fine, dicono, sono i loro dati a definire la situazione e la possibilità di porre uno stop all’azienda. Senza questi dati non potremo fare nulla perché l’Azienda potrebbe chiedere enormi risarcimenti di danni. Una logica di accomodamento che non ci porterà da nessuna parte.
Al tavolo prefettizio, dice Allevi, solo ATO ha preso una posizione molto forte. La diffida del novembre 2019 è stata totalmente disattesa. Asfalti Brianza non ha fatto nulla.  A fronte di ciò, diciamo noi, si è per ora partorita una mini-sanzione di 30 gg. Durante i quali AB dovrà trattare le proprie acque come rifiuti. Villa però dice che ATO ha anche chiesto alla Provincia di valutare la possibilità di sospensione dell’AUA e dell’attività per la violazione dell’art. 130 legge 152/2006. Vedremo.
Su domanda di Piffer Allevi ha detto chiaramente che nel caso si rilevassero in futuro problemi sanitari superiori a quanto affermato da ARPA e ATS la responsabilità giuridica sarà in capo a questi Enti e non certo al Sindaco di Monza…Ha anche risposto allo stesso Piffer che ovviamente anche la Provincia prima di operare ogni azione deve essere certa di non essere poi chiamata a pagare enormi risarcimenti di danni alla azienda. Allevi ha citato anche la nostra videoconferenza con flasmob (cui non ha partecipato) per dire che forse come suggerito dal Senatore Rampi occorrono modifiche delle leggi nazionali. Al Tavolo prefettizio, dice Allevi, il nuovo consulente di Asfalti Brianza ha promesso un nuovo “superfiltro” (ma non è un nebulizzatore?) che eliminerà ogni problema. Capitanio ha già fatto un’ordinanza ad hoc che però prevede entro il 30/6 la scomparsa delle emissioni fastidiose. Cosa non avvenuta, commentiamo noi.
Lamperti ha suggerito di esperire la strada della incompatibilità urbanistica e la sollecitazione da parte di Monza verso il Presidente della Provincia.
Allevi ha risposto anche qui che occorrono dati solidi per evitare richieste danni. Al più, dice, si potrebbe vedere di chiedere una VIA, valutazione d’impatto ambientale.
Maria Chiara Pozzi ha chiesto qual è la linea politica che guiderà i tecnici di Monza presenti (si spera) alla Conferenza dei servizi dell’8/7/2220. Allevi ha risposto. “Non faremo sconti. Il tempo delle promesse è scaduto!”.
Monguzzi ha rilevato che le figure dei 4 sindaci, in un tale consesso di Enti e competenze sono figure marginali. Mentre la Provincia è colei che può essere decisiva. Ha ricordato che la prima denuncia che ha causato il sequestro l’ha fatta Allevi (non è così).
Per inciso ricordiamo che l’azienda è ancora sotto sequestro (cosa che nessuno pare aver colto) anche se autorizzata a lavorare in forma ridotta. Allevi ha risposto a Monguzzi che non gli risulta che la Provincia abbia proposto un’area per una eventuale delocalizzazione.
Monguzzi ha affermato che la situazione della fognatura (nessuna attività da parte di AB per sanare) è inaccettabile.
Galbiati ha auspicato che i Comitati diano il via ad una class action.
Lamperti ha chiesto se esistono controlli sul percorso del fresato. Villa ha risposto che AB non è autorizzata ad usarlo ma che Monza non ha possibilità di controllare e riporta quanto riferito (“relata refero”). Di certo AB ha eseguito solo in minima parte lo smaltimento e nella recente lettera al Prefetto ha chiesto di poter usare il fresato.
Pozzi ha chiesto se in vista dell’8/7 c’è un accordo tra i sindaci almeno su tempi
certi per chiudere la questione. Ha suggerito anche che Monza promuova una propria perizia. Villa ha risposto che una perizia è sempre di parte e che “i dati scientificamente certificati” sono quelli di ARPA e ATS. Che i tempi non sono definibili da Monza e che Monza ha messo in piedi il Tavolo nel  2017 (e i risultati, chiediamo noi?).
Adamo ha concluso auspicando che i futuri controlli di ARPA siano migliori. Ha osservato che comunque la proposta di ARPA di mettere un “superfiltro” è una buona cosa (anche se ha detto pure che AB è “una bomba ecologica da disinnescare”).
Alla fine si rinvia tutto a dopo l’8/7/2020 con un generico impegno a sottoscrivere un documento collettivo (con quali contenuti?) da proporre anche a tutti i consiglieri comunali di Agrate, Brugherio e Concorezzo…  

Allevi ha detto che la questione è così annosa e complessa che ci vorrebbe una raccolta dei dati ed egli eventi; un “memoriale”.   


ECCOVI UN NOSTRO PROMEMORIA:

Questa azienda “strategica” da visura camerale ha 4 dipendenti. Ha debiti con INPS e INAIL per mancati versamenti contributivi. Per vari lustri ha creato gravissimi fastidi ai cittadini di Segrate.

Poi un po’ tutti chiedono dati certi. Noi li ripetiamo da un anno e ipotizziamo che la famosa perizia promossa in modo autonomo dal Comune di Concorezzo e per ora “secretata” (??) non potrà che confermare tutto ciò che abbiamo scoperto appunto nelle carte.

DIFFIDA ATO MB
Ad esempio la famosa diffida ATO MB per irregolarità negli scarichi meteorici e fognari, per chi avesse letto le carte è tutt’altro che nuova. Già l’AUA concessa nel 2016 imponeva ad Asfalti Brianza di realizzare uno scarico fognario. Per cui l’inadempienza non è di questi giorni ma dura da 4 anni. Già solo questo autorizzerebbe quantomeno una sospensione dell’AUA.

VIOLAZIONE DISTANZA DI SICUREZZA DAL POZZO DI ACQUA POTABILE
E’ stata certificata da sopralluogo.

IRREGOLARITA’ NELLA GESTIONE RIFIUTI; MONTAGNA DI FRESATO (SENZA DOCUMENTI) SU TERRENO PROBABILMENTE NON IMPERMEABILIZZATO E CON RISCHIO DI INQUINAMENTO FALDA.
Tutto ciò è stato certificato dal sopralluogo dei Carabinieri del settembre 2019 che ha portato al sequestro.

STOCCAGGIO ILLECITO DI RIFIUTI PERICOLOSI E NON CON PERCOLATO NEL SUOLO (RISCHIO CONTAMINAZIONE FALDA)
Tutto ciò è stato certificato dal sopralluogo dei Carabinieri del settembre 2019 che ha portato al sequestro.

UTILIZZO DEL FRESATO NELLA PRODUZIONE
E’certificato da verbale di sopralluogo ARPA del settembre 2019 in cui Vincenzo Bianchi ammette di far uso “solo del fresato dei nostri cantieri”. ARPA osserva che manca qualsiasi certificazione di ingresso e qualità del materiale ammassato.
Il Sindaco Capitanio dice alle Iene che vari produttori confermano che se si usano solo materie prime non si produce puzza.

DECADENZA AUA VIGENTE - La stessa Provincia ha comunicato di non poter autorizzare il nuovo bruciatore ed altri lavori di coinvogliamento fumi al camino perché messi in atto non dopo normale procedura di richiesta autorizzativa ma mediante ordinanza del Sindaco Capitanio del 13/8/2019 (bis il 20/6/2020). Dunque l’impianto e il  nuovo bruciatore non sono a norma né messi a regime.
Abbiamo fotografato un nastro trasportatore che dalla montagna di fresato raggunge l’impianto. Non risulta in AUA (altra grave violazione).
    
Segnalazioni di inquinamento fatte dai cittadini:
Dal 2014 a tutto oggi senza alcun miglioramento della situazione. Anzi grave peggioramento durante l'estate 2019 ("grazie" all'assurda ordinanza di Capitanio del 13/8/2019 che ha consentito di cambiare il bruciatore senza altri interventi di mitigazione. Bruciatore non autorizzato dalla provincia, funzionante senza autorizzazione e senza messa a regime; il che configura la decadenza dell'AUA vigente).
Non abbiamo intenzione di partire ora da zero con la famosa DGR 3018. Abbiamo già segnalato in abbondanza.
Controlli ARPA
Avrete verificato tutti nel servizio de Le Iene  (v. link https://comitatoquartieresantalbino.blogspot.com/2020/06/le-iene-asfalti-brianza-2-la-vergogna.html.......) lo spessore dei personaggi istituzionali che dovrebbero tutelare la salute dei cittadini (Con l'ineffabile Dottor. Maierna e la Dottoressa Bossi, passibile di denuncia per aver tossito apposta contro la Iena in piena emergenza Coronavirus!)
Dopo sei anni di verifiche, tavoli, sopralluoghi (a camino spento) senza risoluzione dei problemi. Sono attualmente in corso verifiche di ARPA e ATS che dovrebbero concludersi a Luglio 2020. Queste nuove analisi ARPA sono effettuate con produzione al 50% (come previsto dopo il sequestro e la riapertura condizionata imposta dalla Procura) e con temperature mediamente più basse di 30° rispetto agli standard. Oltretutto in una fase in cui l'azienda sa di essere supercontrollata. Dunque in condizioni del tutto diverse da quelle degli anni scorsi e soprattutto dall'estate 2019 quando, dopo il sequestro del faldone "Asfalti Brianza" in Comune e in attesa dell'ormai inevitabile sopralluogo e sequestro, Asfalti Brianza ha bruciato per così dire...tutti i fondi di magazzino. Per completare il quadro ARPA avrebbe detto al tavolo prefettizio che allo stato attuale dei controlli l’aria sarebbe non 1.000 ma 10.000 volte sotto la soglia di pericolo (!!??)

- Situazione urbanistica e collocazione sul territorio
La mutatissima situazione abitativa e di traffico imporrebbe quanto meno una nuova valutazione di impatto ambientale!

AB è un’azienda insalubre di prima classe e svolge un’attività (rifiuti, bitume, asfalto) non ammessa dal PGT.
Il Vicesindaco Villa ha ripetuto in svariate occasioni che queste aziende sono "autorizzate ad inquinare" e che le amministrazioni hanno armi spuntate. Ma per legge un'azienda di questo tipo può lavorare solo mettendo in atto un percorso di autorizzazioni molto puntuali e stringenti da parte di ARPA e ATS. Ogni modifica va autorizzata. Tutto va costantemente monitorato. Basterebbe contestare le numerosissime inadempienze dell’azienda.

- Emissioni in atmosfera
Le sostanze cancerogene sono certificate e il discorso della “soglia” sotto la quale non ci sarebbe rischio non vale per queste sostanze. Dalla relazione OSMOTECH (di parte, commissionata dalla stessa Asfalti Brianza) è stata riscontrata la presenza di benzene e altre sostanze nocive anche se si afferma che tale nocività è solo nel raggio di 500 metri.
Ora il benzene è classificato come sostanza cancerogena (H350 : può provocare il cancro) e avente anche altre indicazioni di pericolo: può provocare alterazioni genetiche; liquido e vapori facilmente infiammabili; letale in caso di ingestione e penetrazione nelle vie respiratorie; provoca irritazione cutanea; provoca grave irritazione oculare; può provocare danni agli organi in caso di esposizione prolungata o ripetuta; è nocivo per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata ecc.
Ricordiamo che anche le Iene hanno fatto effettuare da un collaboratore titolato delle analisi che hanno confermato picchi cancerogeni con una concentrazione assai più elevata rispetto alla relazione Osmotech commissionata da Asfalti Brianza.
Vi sono abitazioni private e attività commerciali e produttive in un raggio inferiore a i 500 m. indicati. Molte case sono a 50 metri.
Vista l'ubicazione e la mancanza di impianti di abbattimento adeguati per quanto troviamo in letteratura ci pare certo che nei dintorni dell'azienda vi siano rischi per la salute.
Cosa confermata, a quanto dice lo stesso Capitanio, dalle relazioni sottoscritte da medici di medicina generale e pediatrica della zona,

Altre irregolarità

Abbiamo già evidenziato una marea di altre irregolarità.
- L'AUA fin dall'origine non indica la potenza del bruciatore (lo rileva ARPA in un suo verbale).
- Non ci risulta da nessuna parte che le indispensabili manutenzioni degli impianti di aspirazione e abbattimento ecc. siano state regolarmente effettuate.

- L’impianto di abbattimento non è in grado di trattare sostanze organiche. Il filtro a maniche può trattenere solo parti grossolane (pietrisco ecc.) ma non quelle più fini e gassose (come appunto le sostanze cancerogene).

Gestone rifiuti L’Azienda ha subito sequestro preventivo il 24/9/2019 per stoccaggio di rifiuti che eccedeva in modo significativo  (ci pare di circa 6 volte) quello autorizzato nell’AUA. Alla riapertura all’azienda non è consentito lo stoccaggio dei rifiuti ma solo lo smaltimento. Tale smaltimento andava concluso entro il 24/1/2020. Ovviamente anche questo ordine è stato disatteso da Asfalti Brianza. La montagna è ancora là quasi intatta. Quasi, perché una particella, come non esclude lo stesso Capitanio nel video delle Iene, potrebbe essere finita nella produzione. Infatti, dice Capitanio, uno smaltimento regolare richiederebbe 15/20 camion giornalieri per 60/90 gg. e "una milionata" (di  euro). Oltretutto, dice ancora Capitanio, se bruciassero solo materie prime non ci sarebbe alcun odore. E allora lasciate che ci avvelenino tranquilli in nome del loro risparmio!
Oltretutto perché lasciare aperta l'azienda (solo) per fare lo smaltimento se l'azienda non lo ha fatto nei termini dovuti e addirittura con una lettera beffarda di maggio "comunica" al Prefetto che non intende farlo per evitare l'inquinamento da camion e "in nome della tanto decantata economia circolare" (peccato sprecare tanti bei rifiuti senza incenerirli nei nostri polmoni!). Ma fanno sempre quello che vogliono?
Questa montagna di schifezze ammassate da anni contro ogni norma è l'assicurazione sulla vita di questa azienda.

Cosa si aspetta a chiudere questa azienda che non ha una sola cosa in regola? 

30/6/2020 COMMISSIONE CONSILIARE A MONZA SU ASFALTI BRIANZA

lunedì 10 febbraio 2020

IL CONSIGLIO COMUNALE DI MONZA PONGA ALL’ORDINE DEL GIORNO LA SITUAZIONE DI ASFALTI BRIANZA: ADEGUAMENTO, DELOCALIZZAZIONE O CHIUSURA


lunedì 10 febbraio 2020



La commissione del consiglio comunale di Monza su Asfalti Brianza ha recepito le nostre richieste.  Chiediamo un passo ulteriore.
Giovedì 6/2/2020 alle 18:30 una commissione del consiglio comunale di Monza ha analizzato la vicenda di Asfalti Brianza. In coda ha dedicato spazio anche al nostro Comitato.
Alla fine tutti hanno condiviso le nostre preoccupazioni e hanno deciso di stilare una lettera in cui si sollecita la Giunta monzese a chiedere di partecipare al tavolo promosso dalla Prefettura, al fine di monitorare in modo tempestivo i futuri sviluppi della questione e di fornire alla cittadinanza una informazione trasparente.



Nel corso della riunione sono giunte ulteriori informazioniE’ stato confermato che una parte dei rifiuti stoccati da AB erano collocati dentro i 200 m. dal pozzo di Brianzacque, area di rispetto definita dalla legge 152 ma anche dal PGT vigente a Concorezzo, oltretutto su un’area non impermeabilizzata, cosa che aveva prodotto , oltre alla diffida ATO, una richiesta di verifica della falda da parte della stessa ATO MB.

Il Vicesindaco Villa ha fornito una ricostruzione storica della vicenda. Ha ricordato che Asfalti Brianza è certificata come “azienda insalubre di prima classe”, che dovrebbe posizionarsi al di fuori di qualsiasi centro abitato ed ha concluso alla fine che aziende di questo tipo sono del tutto incompatibili con un contesto urbano e coi minimi requisiti di benessere cui le persone hanno diritto.
Ha lamentato le carenze normative per cui in realtà aziende del genere “hanno licenza di inquinare”. Anche in questo contesto deregolato tuttavia queste produzioni devono garantire misure di mitigazione e contenimento delle emissioni che evidentemente in questo caso sono disattese. 
Villa ha citato anche un intervento del consigliere regionale Marco Fumagalli (M 5 stelle) che lamenta che la DGR 3018, unico riferimento normativo della Regione Lombardia, risulta poco utile e di difficile applicazione specie per i sindaci. Villa ha suggerito interventi ad hoc sul piano urbanistico, in particolare per quanto riguarda il caso specifico, visto che a Concorezzo è in discussione il nuovo PGT. Un altro intervento – ha detto – potrebbe riguardare delle incentivazioni alla delocalizzazione. Villa ha poi affermato che per il momento le misure possibili sono controlli seri e periodici.  
La ricostruzione dettagliata fatta dal Vicesindaco è abbastanza coerente con quanto diciamo da tempo. Per cui sorvoliamo. Villa ha fornito qualche dettaglio in più sul sopralluogo eseguito recentemente dalla Polizia locale di Concorezzo che ha verificato la mancata esecuzione di quanto previsto dalla ordinanza comunale di novembre che aveva imposto ad Asfalti Brianza di sgomberare i rifiuti entro il 22/1/2020. L’esito deludente delle operazioni di smaltimento – ha detto - ha prodotto la notifica da parte del Comune di Concorezzo alla Procura cui spetterà il compito di definire la relativa notizia di reato.
Rispetto al tavolo organizzato dalla Prefettura Villa ha osservato che purtroppo in questi anni i controlli di ATO ed ARPA sono stati i punti dolenti che sollevano molti interrogativi. Del resto solo qualche giorno fa l’Assessore all’ambiente Sassoli, a Sant’Albino, aveva espresso pubblicamente le sue critiche all’operato della Provincia in questi anni.
Il tavolo della Prefettura ha anche dato incarico ad ATS di svolgere una indagine epidemiologica.
Poi Villa ha accennato all’avvio da parte dei Comuni toccati dalle “molestie olfattive” della procedura a fasi prevista dalla DGR. 3018, procedura che poi l’Architetto Nizzola (Settore Ambiente del Comune di Monza) ha precisato per ora sospesa dato il contesto (produzione ridotta, finestre chiuse, inquinamento diffuso ecc.).
Particolare spazio Villa ha dedicato alla questione del pozzo di Brianzacque che sta in prossimità di Asfalti Brianza. Villa ha letto il comunicato con cui Brianzacque ha comunicato che “al momento” e “nell’immediato” si escludono problemi di inquinamento, anche per via del fatto che “il pozzo è a monte” dell’impianto e che comunque Brianzacque oltre ai soliti strumenti in questo caso ha messo in opera anche “filtri ai carboni attivi”. Il pozzo poi non servirebbe S. Albino ma Concorezzo. Precisazioni e chiarimenti che in realtà hanno sollevato diversi commenti critici.
L’Architetto Nizzola ha poi spiegato l’iter delle Conferenze di servizi che avrebbero dovuto riconoscere ad Asfalti Brianza una nuova AUA (autorizzazione unica ambientale) per “modifiche non sostanziali”. Oltre alla mancata presentazione di documenti probanti e alle notevoli discrepanze fra quanto dichiarato dall’azienda e quanto effettivamente verificato, cosa che ha causato tre rinvii, secondo Nizzola già il 10/1/2020 è emerso il fatto che non si potesse trattare di “modifiche non sostanziali”.  E’ arrivata poi a sorpresa la rinuncia di AB che ha comunicato di voler rilanciare poi con una richiesta di AUA per modifica sostanziale. Ora AB non è autorizzata al ritiro e al trattamento dei rifiuti e neppure allo scarico in fognatura
Giustamente la consigliera Pontani ha chiesto chi verifichi queste prescrizioni, specie lo scarico in fognatura, dato che ogni processo industriale utilizza inevitabilmente un sacco di acqua.
Il consigliere Piffer ha poi chiesto come mai il comune di Monza non siede al tavolo della Prefettura e se riceve almeno dei verbali. Villa ha risposto che Allevi aveva chiesto di partecipare ma è la Prefettura che decide e Monza riceve solo comunicazioni dal comune di Concorezzo. Piffer ha chiesto se non sia opportuno avere una posizione più informata e trasparente anche in vista degli sviluppi futuri (chiusura, possibile ripresa a pieno regime ecc.). Villa ha risposto dicendo che in passato, di fronte ad un problema “vero e certificato” come la presenza di colibatteri fecali nell’acqua di S. Albino si era intervenuti completando la rete fognaria. Ora il tema è – dice Villa – quello delle “molestie olfattive” che non ha le stesse caratteristiche anche se sicuramente può avere ricadute anche gravi sul benessere delle persone.
La consigliera Pontani ha rilevato che rispetto a questa azienda inadempiente i controlli messi in atto con  produzione ridotta, finestre chiuse e occhi puntati potrebbero portare a risultati non veritieri che poi rischiano di diventare definitivi. Osservazione condivisa da molti altri consiglieri. Il consigliere Monguzzi ha suggerito che occorre uscire dalla vaghezza delle interpretazioni per accedere a dati certi. Anch’egli si è associato alla richiesta di partecipare al tavolo del Prefetto. Anche il consigliere Adamo ha chiesto di chiarire una volta per tutte il quesito sul rischio cancerogeno.
A questo punto ci è stata data la parola. Abbiamo chiarito che la nostra priorità non è necessariamente la chiusura di AB. Basterebbe che, come ogni ditta seria, si dotasse di filtri adeguati, come quelli ai carboni attivi che, guarda caso, Brianzacque usa per il pozzo del Malcantone. Invece AB ha un filtro a manica che trattiene solo elementi grossolani, non le emissioni gassose (cancerogene). Abbiamo accennato al “curriculum” non proprio rassicurante della proprietà di AB. Abbiamo ricordato “la scoperta” di una ditta fantasma, la W.BAU, nella stessa sede. La singolare situazione per cui AB ha capitale sociale di 10.000 e debiti con INPS e INAIL mentre W.BAU ha bilanci in regola e vince appalti milionari per le asfaltature di Linate, Expo ecc.
Come già Piffer abbiamo commentato che la montagna di fresato è un’arma di ricatto che AB può costantemente agitare nei confronti del comune di Concorezzo.
Abbiamo chiesto al Sindaco di Monza di recarsi in Procura, come promesso nel caso di ulteriori manchevolezze da parte di AB che si sono immancabilmente verificate. E di chiarire la “ratio” della riapertura “parziale e sperimentale” che comunque consente all’azienda di produrre emissioni con un bruciatore non autorizzato e non messo a regime e senza nessuno degli interventi di mitigazione promessi. Abbiamo per l’ennesima volta ribadito che le emissioni cancerogene sono certificate dalla stessa relazione Osmotech finanziata da AB su richiesta di ARPA. Emissioni verificate poi, ma con impatto assai più pesante, dal consulente de “Le Iene”.
Abbiamo ricordato che la falda è a soli tre metri e che il sopralluogo dei Carabiniri del 25/9/2019 aveva rilevato la presenza di rifiuti pericolosi e percolato.
La riunione si è chiusa formalizzando la messa a verbale di una richiesta ufficiale da parte della commissione affinché il Comune di Monza cerchi di partecipare al Tavolo della Prefettura per seguirne gli sviluppi informando costantemente e in tempo reale consiglio comunale e cittadini monzesi.