ULTIME MANOVRE giudiziarie per l’inchiesta «Clean City».
A tre mesi dall’ondata di arresti sugli appalti pubblici per la raccolta
e lo smaltimento dei rifiuti in odore di mazzette fervono le mosse
finali alla Procura di Monza per i 44 imputati a vario titolo di
corruzione, turbativa d’asta pubblica, truffa aggravata ai danni di ente
pubblico ed emissione di fatture false. Stamattina verrà discusso il
ricorso presentato al Tribunale per il Riesame delle misure patrimoniali
di Monza dalla difesa di Antonio Esena, il geometra ex responsabile del
settore manutenzione del Comune di Monza nei cui confronti i pm
Salvatore Bellomo e Giulia Rizzo hanno ottenuto un sequestro equivalente
alle mazzette che secondo l’accusa il funzionario ha intascato
dall’impresa Sangalli. Intanto sembra allontanarsi l’ipotesi di
patteggiamento per altri funzionari pubblici coinvolti. L’unica ad avere
finora concordato un patteggiamento a 3 anni è la ex dirigente del
Comune responsabile del settore Ambiente Gabriella Di Giuseppe, mentre
l’allora presidente della commissione Ambiente Antonio Gabetta, a cui i
pm hanno fatto la stessa proposta di pena senza sospensione
condizionale, starebbe valutando di chiedere il rito abbreviato così
come ha già deciso Antonio Esena. Non ha intenzione di accettare un
patteggiamento a 3 anni di reclusione neanche il dimissionario
consigliere della Provincia di Monza Daniele Petrucci. Potrebbe quindi
assottigliarsi di molto la lista dei patteggiamenti inizialmente
prevista. Resta confermato però che concorderanno la pena gli imputati
principali di questa inchiesta, Giancarlo Sangalli e i figli Daniela,
Patrizia e Giorgio (per le posizioni più pesanti del padre e di Giorgio
la difesa sta cercando con contatti quasi quotidiani con i pm di
«limare» il patteggiamento, previsto comunque al di sopra dei 4 anni di
reclusione) e anche l’ex assessore monzese Pdl all’Ambiente e al
Patrimonio Giovanni Antonicelli, che è reo confesso per l’accusa di
corruzione ma non per quella di voto di scambio dell’inchiesta
«Briantenopea» per cui è stato condannato a 14 anni e mezzo Peppe ’o
Curt. stefania.totaro@ilgiorno.net
GLI APPALTI GALEOTTI - Due gli appalti pubblici del Comune di Monza finiti nell’inchiesta. Per l’appalto sulla raccolta dei rifiuti (assegnato nel 2009, valore 127 milioni di euro) sono imputati anche la dirigente del settore Ambiente del Comune di Monza Gabriella Di Giuseppe. Il presidente e un componente della commissione Ambiente dell’epoca, rispettivamente Antonio Gabetta e Daniele Petrucci. Un membro della commissione giudicatrice della gara, Claudio Brambilla, leghista, già capo gabinetto del sindaco Marco Mariani e segretario comunale in una decina di Comuni in Provincia di Lecco e Bergamo e il consulente nominato per predisporre il capitolato tecnico, Stefano Mambretti. Per l’appalto per la manutenzione del cimitero comunale (assegnato nel 2010, del valore di 3,5 milioni) sono imputati il geometra del Comune Antonio Esena e l’imprenditore Roberto Malegori. LEGGI TUTTO QUI