Come
naturale arrivano già le prime osservazioni.
Cristina, ad
esempio, teme che mettere dei bagni chimici possa favorire l’arrivo di altra
gente o consentire a chi specula di aumentare l’afflusso ed eventuali affitti
abusivi.
Io (Paolo) invece
immagino (o meglio sono certo, dato che è il mio lavoro) che ciò è già stato
fatto e ha funzionato).
Tra i
partner ci sono Arci, Auser, San Vincenzo ecc. ecc.
Io spero che
possano supportarci a costruire con l’Amministrazione comunale, i servizi
sociali, la Parrocchia ecc. un tavolo x costruire
un intervento “umano” ma anche efficiente.
E’ logico
che quando in un posto mette le mani il Comune ecc. non può succedere che
arrivino altri abusivi. Anzi di solito un sacco di gente “sparisce” prima,
allontandosi da sola per svariati motivi e paure (documenti irregolari,
precedenti ma anche semplice timore che i figli vengano allontanati dal nucleo ecc.).
Intanto se per un po' metti dei bagni chimici e ritiri l’immondizia togli anche
il disagio (puzza, mosche ecc.) ai vicini abbassando anche il livello di tensione
sociale.
Ovviamente in tutta questa fase è utile il supporto di enti,
associazioni, volontari e cittadini. E’ un lavoro complesso che richiede tempo.
Non mancano anche gruppi o persone che sfruttano queste situazioni per potere e
interesse economico e che non hanno intenzione di perdere tali benefici senza
opporsi. E ovviamente spesso queste dinamiche sono sotteranee e difficili da
identificare. Ma chi rimane di solito diventa disponibile a stringere degli accordi
soprattutto a tutela dei minori ma anche per ricerca lavoro ecc.
Altrimenti
si può fare come spesso accade. Spendere in pochi minuti decine di migliaia di
euro tra polizia, vigili, ruspe ecc.; fare belle foto e video per i giornali e per gli elettori creduloni, distruggere magari con
le ruspe documenti di chi è fuori per lavoro e libri di scuola dei bambini mentre
tutta “la corte dei miracoli” si trasferisce in un’altra periferia in
condizioni altrettanto abusive e indegne (magari ai margini di Via Sardegna, come
da tradizione).
Paolo