In perfetta coerenza con tutto il resto...
CQSASD
COMICI A MONZA: CICLABILI E ZONA 30? ERA SOLO UNA BATTUTA. |
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In perfetta coerenza con tutto il resto...
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COMICI A MONZA: CICLABILI E ZONA 30? ERA SOLO UNA BATTUTA. |
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16/11/2021 |
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· Nel 2020, anno nero segnato dalla
pandemia, nonostante la flessione dei controlli effettuati (-17%) i reati
ambientali toccano quota 34.867 (+0,6% rispetto al 2019), con una media di
4 ogni ora. Cresce l’impatto nelle regioni a tradizionale presenza mafiosa
(46,6% del totale) e aumentano sia le persone denunciate (+12%) che gli arresti
(+14,2%)
Ambiente
sotto attacco:
codice
rosso per boschi e fauna. 4.233 i reati relativi agli incendi boschivi (+8,1%).
8.193 quelli contro gli animali, poco meno di uno ogni ora. Illeciti in calo ma
più arresti (+15,2%) nel ciclo dei rifiuti e più persone denunciate
in quello del cemento (+23,1%)
Ci
riserviamo di presentare 10 proposte per rendere più efficace l’azione dello
Stato: “Fondamentale non abbassare la guardia contro gli ecocriminali,
completare e rafforzare il sistema normativo e alzare il livello
qualitativo dei controlli pubblici ambientali in tutta Italia, a partire dal
Centro-Sud, soprattutto ora che il Paese spenderà le ingenti risorse
pubbliche previste dal PNRR”
Parte
la campagna di raccolta fondi per sostenere noi e gli avvocati dei Centri di azione
giuridica per chiedere giustizia nei processi penali e nei ricorsi
amministrativi
(Info e tabelle su noecomafia.it – Video scheda >> https://mega.nz/file/ooYQzT4I#_Txc7S0wzx4Tj1Vt3s1YPSnEQLds7y8llnEHrfQHck8 –
Video commento >> clicca qui)
Nel 2020,
anno nero segnato dalla pandemia Covid-19, l’Ecomafia non conosce lockdown e
pause, né risparmia l’ambiente. A fotografare la situazione è il nuovo rapporto
Ecomafia 2021, realizzato con il sostegno di COBAT E NOVAMONT e edito da
Edizioni Ambiente. In Italia nel 2020 sono 34.867 i reati ambientali
accertati (+0,6% rispetto al 2019), alla media di oltre 95 reati al giorno, 4 ogni ora.
Aumentano le persone denunciate: 33.620 (+12% rispetto al 2019), le ordinanze
di custodia cautelare eseguite 329 (+14,2%), i sequestri effettuati 11.427
(+25,4%), ma cala il numero complessivo dei controlli passati da 1.694.093 del
2019 a 1.415.907 del 2020, con una flessione del 17% rispetto al 2019. Sempre
alta l’incidenza dei reati ambientali accertati nelle quattro regioni a
tradizionale presenza mafiosa (ossia Sicilia, Campania, Puglia e Calabria),
esattamente 16.262, il 46,6% del totale nazionale, con 134 arresti, nel 2019
erano stati “soltanto” 86. Il mercato illegale è di 10,4 miliardi di euro
(- 0,9% sul 2019). Crescono gli investimenti a rischio: 11,2 miliardi di euro
(+2,6 sul 2019). Nella classifica regionale, Campania, Sicilia, Puglia sono le
regioni più colpite da illeciti ambientali. Al quarto posto quest’anno sale il
Lazio con 3.082 reati, con un incremento del 14,5% sul 2019, superando così la
Calabria. La Lombardia
resta la regione con il maggior numeri di arresti. Preoccupante
anche il numero dei comuni commissariati per ecomafia sino a oggi, ben 32, dei
quali 11 sono stati sciolti nei primi nove mesi del 2021.
Un quadro
nel complesso preoccupante, se si considera che una parte molto significativa
degli illeciti analizzati nel rapporto Ecomafia ha a che fare con la violazione
di normative connesse ad attività delle imprese, che pure hanno dovuto subire,
in diversi settori, la sospensione delle produzioni, causata, appunto, dai
lockdown. A confermare la pressione sostanzialmente inalterata
dell’eco-criminalità nel nostro paese è anche l’applicazione dei delitti
contro l’ambiente, introdotti nel Codice penale dalla legge 68 del 2015: 883
i procedimenti aperti (in leggera flessione rispetto al 2019, quando erano
stati 894), con 2.314 soggetti denunciati e 824 arresti. E il numero più alto
di procedimenti, ben 477, ha riguardato il delitto
di inquinamento ambientale. Nota positiva: il numero crescente di
Procure che hanno risposto all’appello del ministero per monitorare
l’applicazione della legge 68: è stato superato l’88% degli uffici competenti
(l’anno precedente l’80%), la percentuale più alta di sempre, segno evidente di
una sensibilità crescente verso i crimini ambientali anche all’interno
dell’ordinamento giudiziario.
Il rapporto
Ecomafia, presentato oggi in conferenza stampa a Roma, ha analizzato i dati
frutto dell’intensa attività svolta da forze dell’ordine, Capitanerie di porto,
magistratura, insieme al lavoro del Sistema nazionale per la protezione
dell’ambiente nato dalla sinergia tra Ispra e Agenzie regionali per la
protezione dell’ambiente e dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli. A questi
dati, se ne affianca uno emblematico, quello del Global Witness: in un mondo
quasi paralizzato dalla pandemia sono state uccise 227 persone, dalla Colombia
alle Filippine, dal Brasile alla Repubblica Democratica del Congo, a causa del
loro impegno nella difesa della natura, contro le deforestazioni, le attività
estrattive e lo sfruttamento selvaggio delle risorse idriche. Non sono mai
state così tante dal 2012, primo anno di pubblicazione del report sugli
ambientalisti uccisi nel mondo. A loro è dedicato questo rapporto Ecomafia 2021
che per noi è anche l’occasione per ricordare a Parlamento e Governo l’urgenza
e l’importanza di completare e rafforzare il quadro normativo e aumentare i
controlli.
“Non si deve
assolutamente abbassare la guardia contro i ladri di futuro – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di
Legambiente – a maggior ragione in un momento storico in cui
dovremo spendere ingenti risorse pubbliche previste dal Piano nazionale di
ripresa e resilienza (Pnrr). Va scongiurato in ogni modo il rischio di
infiltrazioni ecomafiose nei cantieri per la realizzazione di opere ferroviarie
e portuali, impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e di riciclo
dei rifiuti, depuratori, interventi di rigenerazione urbana, infrastrutture
digitali, solo per fare qualche esempio delle opere che servono alla
transizione ecologica del paese. Il lavoro di repressione ha avuto un’impennata
grazie ai delitti contro
l’ambiente, che siamo riusciti a far inserire nel Codice penale nel 2015,
dopo 21 anni di lavoro incessante. Ora è fondamentale un deciso cambio di passo
che porti a completare il sistema normativo inserendo i delitti ambientali e di
incendio boschivo tra i reati per cui è possibile, vista la loro particolare
gravità e complessità, prorogare i termini di improcedibilità previsti dalla
riforma della giustizia, approvata dal Parlamento. Va aggiornato il Codice
penale inserendo tra i delitti anche le agromafie, il traffico di opere d’arte
e di reperti archeologici e il racket degli animali. È poi fondamentale – continua Ciafani – alzare il livello qualitativo
dei controlli pubblici ambientali in tutta Italia, a partire dal Centro-Sud.
Servono nuove risorse finalizzate all’aumento del personale per le valutazioni
e le ispezioni e all’acquisto della strumentazione innovativa per effettuare i
monitoraggi. Si deve procedere speditamente all’approvazione dei decreti
attuativi della legge 132 del 2016, che ha istituito il Sistema nazionale per
la protezione dell’ambiente”.
Attacco
all’ambiente:
Nel 2020 in
Italia è codice rosso per boschi e fauna. Sono 4.233 i reati relativi agli incendi boschivi (+8,1%
rispetto al 2019). 8.193 gli illeciti contro gli animali, poco meno di uno ogni ora.
Da soli, i reati contro la fauna rappresentano il 23,5%
del totale dei reati ambientali, con 6.792 persone denunciate, oltre
18 al giorno, 5.327 sequestri effettuati e 33 arresti. Numeri sicuramente in
difetto rispetto alla realtà, sia per l’esiguità dei controlli effettivi
(principalmente nelle aree interne e naturali), sia, soprattutto, per la scarsa
efficacia del sistema sanzionatorio, ancora privo di delitti adeguati alla
gravità dei fatti. La flessione più significativa, probabilmente riconducibile
ai periodi di chiusura di molte attività produttive durante i lockdown, è
quella relativa al ciclo dei rifiuti,
che in termini di illeciti accertati registra un -12,7%
rispetto al 2019, ma più arresti (+15,2%). Reati in
leggera flessione anche nel ciclo del cemento (-0,8%),
con una crescita, però, delle persone denunciate (13.083, con un +23,1%
rispetto al 2019). Le inchieste sviluppate
contro i traffici organizzati di rifiuti (quelli più gravi, sanzionati ai sensi
dell’articolo 452-quaterdecies del Codice penale) non hanno subito flessioni:
sono state 27 nel 2020, in crescita rispetto al 2019, a cui se ne devono
aggiungere altre 23 registrate da Legambiente dal 1° gennaio al 15 settembre di
quest’anno. Dati che si riflettono anche sul valore complessivo del fatturato
illegale, stimato da Legambiente nel 2020 in 10,4 miliardi di euro (-09 sul 2019),
mentre aumenta quello sugli investimenti a rischio nelle quattro regioni a
tradizionale presenza mafiosa, dagli appalti alla gestione dei rifiuti urbani,
che ha toccato quota 11,2 miliardi di euro.
Gli abbattimenti degli abusi edilizi, infine, sono al palo:
dal 2004 al 2021 emesse 57.250 ordinanze di demolizione, ma ne sono state
eseguite solo il 32,9%, con significative
differenze tra Nord e Sud. La Puglia ha il record negativo con il 4%.
Archeomafie:
aumentano i
controlli (11.801, una media di 32 al giorno, con una crescita, rispetto
all’anno precedente, del 32%) e diminuiscono i furti (-18%), le persone
denunciate e gli arresti. Il Lazio, con il 14,7% del totale nazionale, è la
regione dove si registra il maggior numero di furti, seguita da Puglia (11,6%),
Toscana (10,6%) e Campania, con il 9%.
Agromafia:
in un anno
caratterizzato dalla diminuzione dei controlli (-10,8%), che ha sicuramente
inciso, vista la tipologia delle attività da svolgere sul campo, sulla
riduzione dei reati e degli illeciti amministrativi (-37%) fa da contraltare il
primo posto per numero di infrazioni accertate relativo alle importazioni di
prodotti alimentari, ben 8.786, seguito da quello sui prodotti ittici in
generale (6.844 reati commessi), che è anche quello dove è stato svolto il
maggior numero di controlli, con oltre 106mila ispezioni. Nel corso del 2020,
infine, sono stati 293 i reati di caporalato accertati, ossia 0,80 al giorno,
sabato e domenica compresi, 254 le denunce penali e amministrative presentate e
43 gli arresti.
Shopper
fuori legge:
nel 2020,
secondo i dati dell’Osservatorio di Assobioplastiche, un quarto delle borse di
plastica consumate in Italia non sarebbero ancora a norma. Nello stesso anno,
nonostante le restrizioni dovute al COVID-19 e i mercati per buona parte del
tempo chiusi o ridimensionati, sono finite sotto sequestro più di 15 tonnellate
di shopper prodotte con materiali non rispondenti ai requisiti di legge.
Commercio
illegale dei cosiddetti F-gas,
ossia i gas
refrigeranti più utilizzati nel mercato, non pericolosi
per l’ozono come i gas Cfc, da tempo ormai al bando, ma lo stesso
dannosi per il loro effetto serra. Solo nell’ambito di due operazioni, svolte
entrambe nel mese di febbraio 2021 dall’Agenzia delle dogane e dei
monopoli, la prima a Varese, la seconda a Milano, sono state intercettate oltre
14,5 tonnellate di F-gas provenienti dalla Turchia ma prodotti in Cina. Secondo
gli investigatori, l’Italia sarebbe al centro dei flussi illegali di gas
refrigeranti introdotti in Europa, provenienti soprattutto dai corridoi
dell’Est.
“I dati del
Rapporto Ecomafia – dichiara Enrico Fontana, responsabile
osservatorio ambiente e legalità di Legambiente – confermano
l’urgenza di completare il quadro normativo a tutela dello straordinario
patrimonio ambientale e culturale del nostro paese, della salute dei cittadini
e della buona economia e di rimediare quanto prima a due errori: quello
commesso dal governo e dal Parlamento nell’approvazione della riforma del Codice
penale, avvenuta a settembre del 2021, a causa della quale, nonostante i forti
appelli lanciati a più riprese da Legambiente, Libera, WWF, Greenpeace e
Focsiv, scatterà la tagliola dell’improcedibilità per i delitti contro
l’ambiente, per i quali deve invece essere garantito tutto il tempo necessario
per fare giustizia; l’interpretazione restrittiva da parte del ministero
dell’Interno della norma che introduce il potere sostitutivo dei prefetti di
fronte all’inadempienza dei comuni, che emettono ma non eseguono ordinanze di
demolizione di immobili abusivi, la cui applicazione riguarderebbe solo le
ordinanze di demolizione emesse dopo l’approvazione della legge 120/2020, il
cosiddetto decreto Semplificazioni entrato in vigore il 15 settembre del 2020”.
Le nostre proposte
Per questo
tra le 10 proposte che proponiamo, chiediamo: di inserire, come primo
provvedimento utile, i delitti ambientali previsti dal titolo VI-bis del Codice
Penale e il delitto di incendio boschivo tra quelli per cui non scatta l’improcedibilità;
approvare delle leggi contro agromafie e saccheggio del patrimonio culturale,
archeologico e artistico e introduzione nel Codice penale dei delitti contro
gli animali; ripristinare, se necessario con una modifica legislativa, la
corretta attuazione da parte delle prefetture di quanto previsto dall’articolo
10-bis della legge 120/2020, che ne stabilisce il potere sostitutivo in tutti i
casi, anche antecedenti all’approvazione della norma, di mancata esecuzione da
parte dei comuni delle ordinanze di demolizione di immobili abusivi; inasprire
le sanzioni previste contro i traffici illegali di rifiuti; emanare i decreti
attuativi della legge 132/2016 che ha istituito il Sistema Nazionale per la
protezione per l’ambiente; garantire l’accesso gratuito alla giustizia da parte
delle associazioni, come Legambiente, iscritte nel Registro unico nazionale del
Terzo settore e impegnate di fronte a qualsiasi autorità giudiziaria in
qualsiasi grado di giudizio nel perseguimento dei propri fini statutari.
Il Rapporto Ecomafia 2021
si può acquistare nelle migliori librerie, nei principali bookstore online, o
direttamente sul sito shop.edizioniambiente.it — Info
su noecomafia.it
Siamo
da sempre in prima linea contro le mafie che distruggono l’ambiente. Denunce,
dossier, testimonianze. Tra il 2020 e il 2021 gli avvocati dei Centri di Azione
giuridica sono stati impegnati in 40 procedimenti penali di particolare gravità
dove ci siamo costituiti parte civile e 40 cause di grande rilievo, tra
ricorsi ai Tar e al Consiglio di Stato.
Sostieni
l’associazione con una donazione: http://sostieni.legambiente.it/noecomafia
A partire dal sequestro del settembre 2019 Asfalti Brianza non può più produrre asfalto ma neppure trattare rifiuti (né acquisirli né venderli). La Provincia ha perfino cancellato AB dal registro delle aziende autorizzate a tali lavorazioni. Fin da allora Asfalti Brianza è tenuta a caratterizzare ogni singolo metro cubo di materiale accumulato, cioè a descrivere di che tipo di rifiuto si tratta, da dove viene, quando è entrato, con quale bolla d' accompagnamento, con quale camion è entrato ecc. ecc. Questo perché a suo tempo non ha fornito alcuno di questi dati obbligatori per legge e fino a non molti anni fa il fresato recuperato dalle strade era soprattutto "fresato di catrame", molto cancerogeno. In questi due anni la "montagna" di (presunto) fresato che superava di una trentina di volte il consentito ha subito un po' di restayling. Da due anni registriamo un certo lavorio di spostamento qua e là per lo stabilimento. Ora la domanda è: visto che ad Asfalti Brianza è vietato trattare rifiuti e sarebbe consentito solo lo smaltimento ma secondo i canoni di legge (conferimento tracciabile ed oneroso ad appositi siti autorizzati) qualcuno ha verificato nei due anni i quantitativi in giacenza? E se risultasse uscito del materiale (come parrebbe ipotizzabile guardando l'attuale montagna) qualcuno ha verificato che sia stato caratterizzato, registrato e conferito in modo tracciabile e secondo i canoni di legge?
Oltretutto sappiamo che all'interno dello Stabilimento di Concorezzo continua ad operare la ditta Wu Bau, secondo il magistrato Mascarino collegabile alla stessa proprietà di AB. (vedi qui: https://sinistrapergallarate.files.wordpress.com/2019/05/mascarino_-29-aprile-20191-1.pdf)
Confidiamo sempre nella Procura della Repubblica di Monza che ha deciso i sequestri. Ma speriamo che anche le altre istituzioni in gioco (Comune di Concorezzo, Provincia, ARPA e ATS) abbiano vigilato almeno per amor proprio, visto le pesanti accuse di violazioni del diritto avanzate contro di loro dai legali palermitani di AB negli atti del ricorso presentato al TAR dall'Azienda di Concorezzo.
CQSASD
video del dicembre 2021: si ammassa presunto fresato presso il muro degli uffici
idem:
video del febbraio 2021 girato nello stesso luogo: il fresato non c'è.
Intanto continuiamo a segnalare a Don Zoia la insostenibile situazione del marciapiede di fronte alla Chiesa di S. Albino.
Sospettavamo già di abitare a ridosso di una tangenziale. Varie fonti giornalistiche parlavamo di un flusso di auto in Viale industrie pari a 30.000 veicoli al giorno. Altri parlavano di varie migliaia di veicoli l'ora nelle ore di punta.
Ora, analizzando i documenti relativi alla autorizzazione rilasciata ad AUDI per costruire la propria esposizione troviamo dei dati inoppugnabili (del 2018). Ebbene nelle ore di punta Viale Industrie, in corrispondenza di Sant'Albino, vedrebbe transitare ogni ora più di 4.000 veicoli oltre ad un altro migliaio in Via Pompei e Ercolano (a nord del nostro quartiere).
Ebbene analizzando un documento di studio relativo alla tangenziale est di Milano (v. sotto) vediamo che tale flusso non sarebbe sostenibile neppure per una autostrada!
Cogliamo l'occasione per rispondere a qualche commento riportato sui social rispetto alla nostra richiesta di interramento. Inutile ricordare che un simile passaggio d'auto ha effetti devastanti sulla salute, specie di piccoli e anziani. Basterebbe questa considerazione per zittire coloro che ne fanno una questione di costi. Per varie opere inutili (o dannose) i soldi immancabilmente si trovano. Anche all'obiezione rispetto ai tempi di un lavoro simile si potrebbe rispondere che sarebbe opportuno ricorrere ad aziende serie anziché inseguire sempre il massimo ribasso che è criterio premiante per le imprese della malavita organizzata.
E' chiaro che non miriamo ad interrare l'intero Viale. Basterebbe eliminare il tappo costituito dalla "rotonda a fagiolo". Da subito dicemmo che non funzionava. Avevamo proposto di disegnare due rotonde distanziate, l'una in corrispondenza dell'uscita da San Damiano e l'altra all'uscita da Sant'Albino. Ciò avrebbe costretto anche il flusso principale ad entrare in vera una rotonda anziché sfrecciare dritto per dritto come succede ora. Avevamo chiesto di lasciare aperta la via privilegiata che prima consentiva di girare verso lo stadio e che permetteva di alleggerire di molto la fila in uscita dal quartiere e imponeva al flusso principale un rallentamento e maggior cautela. Non ci hanno mai ascoltato e poi...ci han dovuto mettere un semaforo. Che quando è in funzione crea code infinite e smog e quando è spento costringe i santalbinesi ad una roulette russa per tentare di "andare a Monza".
Poi non abbiamo bisogno di prediche sul fatto che occorre una visione più ampia. Non venite a dire a noi che occorrerebbe una revisione complessiva di tutte le principali arterie che avvelenano la nostra area. Lo diciamo da anni. Come da anni chiediamo 400 metri di ciclabile che congiunga la ciclabile Villoresi a quella di Via Adda. Da anni chiediamo che Via Adda venga liberata dal traffico pesante. Da anni protestiamo per il ridicolo servizio pubblico di cui "gode" il quartiere e auspichiamo che finalmente la metropolitana da Cologno Nord arrivi a Vimercate (visto che il prolungamento della Lilla fino all'Ospedale di Monza a noi non cambierà nulla: ci metteremo sempre un'ora per arrivare con i mezzi all'ospedale). Intanto però l'interramento (o la modifica) della "rotonda a fagiolo" è un intervento necessario a tutelare la salute dei nostri bambini.
CQSASD
da
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Monza Today
Lo chiede a gran voce il comitato di quartiere di Sant'Albino che da anni denuncia il problema
Smog, incidenti stradali all'ordine del giorno, lunghe code e andare al lavoro o rientrare a casa diventa un incubo. Sono esasperati e stanchi i residenti del quartiere di Sant'Albino a Monza e chiedono a gran voce che quella rotonda per l'ingresso e l'uscita dal quartiere venga interrata.
Una richiesta che diventa sempre più impellente soprattutto in previsione delle novità edilizie che sorgeranno proprio nel quartiere. "Presto, a ridosso della rotonda di Sant'Albino verrà realizzata la lottizzazione Devero che dovrebbe portare in una zona già così congestionata altre centinaia di appartamenti e relative automobili - si legge sul blog del comitato di quartiere -. A pochi metri sorgerà il nuovo archivio comunale di Monza con altre auto in arrivo. E, dall’altra parte del viale Industrie la riqualificazione delle Cave Rocca promette già nuovi centri commerciali e insediamenti residenziali con ulteriore enorme afflusso di auto su questo snodo già ingestibile".
Situazioni che, naturalmente, porteranno a un ulteriore intasamento della viabilità. Le soluzioni fino ad oggi adottate dall'amministrazione comunale monzese pare non abbiamo portato i risultati sperati. L'installazione di un semaforo per permettere a chi vive a Sant'Albino di immettersi sulla grande arteria non ha risolto il problema.
" Quando il semaforo funziona - si legge ancora sul blog - ci sono code in uscita da Sant'Albino (la mattina presto fin dalla farmacia) e code chilometriche su viale Industrie, specie venendo da San Rocco. Inoltre la sosta e la ripartenza delle auto aggrava di molto l’inquinamento. Quando il semaforo è spento uscire dal quartiere è una roulette russa. Problemi non dissimili in uscita da San Damiano. Attese lunghissime anche provenendo da via Salvadori per 'rientrare' a Sant’Albino perché dallo stadio il flusso di auto è praticamente inarrestabile".
Poi c'è il problema del traffico interno degli utenti della piscina Pia Grande. Un lettore ci segnala che " dalle 17 alle 19 c'è un via vai costante di persone che frequentano la piscina. L'ingresso al parcheggio, infatti, non avviene direttamente dal viale delle Industrie, ma dalla parte opposta obbligando chi raggiunge il centro natatorio con l'auto ad entrare nel quartiere".
Il Comitato di Sant'Albino chiede che viale dell'Industrie venga interrato. E a chi storce il naso per i costi il comitato replica che "da tutto questo fervore di imprenditori e immobiliaristi chiediamo che i comuni di Monza e Brugherio sappiano trarre il denaro necessario per l'interramento del vialone".
Una stortura del Regolamento delle Consulte prevede che in previsione di eventi in quartiere un Ente capofila si assuma in via preventiva i costi organizzativi. Tale norma è stata resa ancor più pesante dalla pretesa che tra le spese da coprire vi sia anche l'assicurazione per tutti i cittadini che intervengono.
Ovviamente a Sant'Albino nessun ente o associazione è in grado di farlo. Qui, a differenza del centro, non ci sono associazioni dal ricco portafoglio.
Scarsa attenzione per le periferie
CQSASD
Certo sarebbe buona cosa chiudere Via Mameli al traffico almeno in corrispondenza con l'uscita dei bambini della Scuola Manzoni e anche mettere una zona ZTL riservata ai residenti per impedire il massiccio (e spesso troppo veloce) transito delle auto che attraversano il quartiere per sfuggire alle code chilomtriche del Malcantone e di Viale Industrie.
Intanto accontentiamoci di suggerire ai genitori di non parcheggiare i suv a motore acceso davanti alla scuola e confidiamo in qualche nonno disponibile per sorvegliare l'uscita dei bambini.
QUALCUNO DEGLI INNUMEREVOLI INCIDENTI OCCORSI:
Ricostruzione storica:
7/11/2012 muore Simone Della Vella, 18enne di Brugherio investito da un camion.
Parte la mobilitazione del nostro Comitato per consentire un attraversamento sicuro a pedoni e ciclisti..
Dalla stampa di allora: Agosto 2017 va in porto l’intervento che è
stato causa di frizioni e polemiche fra i residenti e l’amministrazione a
causa dei forti ritardi e dei diversi problemi di progettazione. Il progetto
definitivo prevede l’eliminazione del semaforo, la definizione della rotonda a
forma di fagiolo già in funzione da qualche tempo e, appunto, la passerella.
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Già il 5/5/2017 il Comitato, insoddisfatto, lanciava questo volantino
Rotonda killer: assessore, la risposta è ...
sbagliata!
ll progetto con il quale
sta lentamente avanzando il cantiere per la passerella ciclopedonale alla
rotonda killer è zeppo di errori madornali: disegni sbagliati,
“scoperte” incredibili (come la presenza della linea di media tensione e del
collettore fognario comunale!), che hanno comportato aumenti di spesa e rinvio
dei lavori. Si sono dimenticati il percorso ciclopedonale verso Sant’Albino (scambiando
il Villoresi per una strada?). La rotonda “a fagiolo” rende praticamente
impossibile l’ingresso delle auto da S. Albino e S. Damiano, con rischio di
incidenti (che si sono già verificati). Alcuni di questi errori sono stati segnalati dai
cittadini da almeno due anni (appena siamo riusciti per vie traverse ad avere
dei disegni), ottenendo solo risposte evasive.
Nonostante tutto abbiamo
cercato di essere propositivi. Abbiamo chiesto: dispositivi per la
riduzione della velocità del traffico in arrivo da San Rocco; mantenimento della strada
esistente per le auto che da S. Albino devono dirigersi verso lo stadio;
modifica del disegno della rotonda “a fagiolo” e sistemazione di due rotonde distinte per consentire
un’uscita meno pericolosa da S. Albino e S. Damiano; previsione del
percorso ciclopedonale in Via Sant’Albino, incontro con i tecnici per
verificare tutto questo.
Le risposte sono state
burocratiche ed arroganti: modifica non contemplata, proposta non fattibile,
rinvio a fase successiva (!?); la competenza è dei tecnici (come dire: state
zitti!). Dulcis in fundo:
propongono di …rimettere un semaforo!
I Comitati di
Sant’Albino e di San Damiano hanno richiesto anche l’impegno a completare
il percorso ciclopedonale sul Villoresi (lato Brugherio) dalla
rotonda a Via Adda. A fronte dell’interesse del Sindaco di Brugherio ad un
confronto con Monza per la realizzazione del progetto, la risposta testuale
dell’assessore è stata: “è competenza di Brugherio” (come dire: “affari loro”).
Insomma, l’opinione dei cittadini vale zero.
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Situazione attuale:
Da allora è stato rimesso il semaforo. Quando il semaforo va ci sono code
in uscita da S. Albino (la mattina presto fin dalla farmacia) e code
chilometriche su Viale Industrie, specie venendo da San Rocco. Inoltre la sosta
e la ripartenza delle auto aggrava di molto l’inquinamento. Quando il semaforo è
spento uscire da S. Albino è una roulette russa. Problemi non dissimili in
uscita da San Damiano. Attese lunghissime anche provenendo da Via Salvadori per
“rientrare” a Sant’Albino perché dallo stadio il flusso di auto è praticamente
inarrestabile.
Ulteriore conseguenza di questo nodo viabilistico insensato è un traffico
continuo di passaggio (spesso a velocità eccessiva) in quartiere da parte di
automobilisti in cerca di una scorciatoia. Idem per San Damiano. Tale passaggio
in quartiere è ancora più pericoloso in orario di uscita dalla Scuola Manzoni.
Avevamo chiesto una zona ZTL ma il Vicesindaco dice che non si può fare
(?). In parallelo a Viale Industrie e per lo stesso motivo (evitare le code)
prosegue il passaggio di traffico pesante in Via Adda con grave rischio, ad esempio, per i
pedoni che si recano in chiesa. Il Sindaco Troiano e il Vicesindaco Villa
avevano promesso di provvedere. Vedremo.
Inutile elencare gli incidenti già avvenuti. Alcuni eclatanti, come il
ribaltamento di un’autocisterna con sversamento di materiale per tutta la
rotonda.
Alcuni giornali parlano di 30.000 auto di passaggio al giorno. Altri di 8.000
auto l’ora nelle ore di punta.
Dati tratti dal web ci dicono che i motori a
benzina emettono le seguenti sostanze: PM10 da combustione: 5 mg/Km. NOX: 60
mg/km. CO2: 2.380 g. per litro di benzina consumato.
Moltiplichiamo per 30.000…
Per i possibili danni alla salute vedi qui i contributi scintifici di "Cittadini per l'aria":
Il traffico ha un terribile impatto di rumore e inquinamento sul quartiere e anche sul
campo di calcio dove si allenano i ragazzini del “Città di Monza”.
Oltretutto Viale Industrie ha una robusta piantumazione a centro carreggiata e
nessuna a difesa del quartiere. L’abbiamo richiesta di nuovo all’Amministrazione
che ha promesso di valutarne la fattibilità.
Presto si realizzerà a ridosso della Rotonda la lottizzazione Devero che dovrebbe portare in una zona già così congestionata altre centinaia di appartamenti e relative automobili. A pochi metri sorgerà il nuovo Archivio comunale di Monza con altre auto in arrivo. E, dall’altra parte del Viale Industrie la riqualificazione delle Cave Rocca promette già nuovi centri commerciali e insediamenti residenziali con ulteriore enorme afflusso di auto su queso snodo già ingestibile. Noi chiediamo che da tutto questo fervore di imprenditori e immobiliaristi i Comuni di Monza e Brugherio sappiano trarre il denaro necessario all’interramento di Viale Industrie, unica vera soluzione.
Ecco uno stralcio dal gruppo Whatsap del Comitato di quartiere Sant'Albino. Col semaforo in funzione code infinite in Viale Industrie e in uscita dal quartiere. Col semaforo spento l'uscita dal quartiere "per andare a Monza" (!!) è una roulette russa. Ad ogni ora un continuo passaggio interno (spesso a velocità eccessiva) di automobilisti in cerca di una scorciatoia. Migliaia di auto in transito al giorno e un inquinamento spaventoso. La misura è colma e secondo noi ormai l'unica soluzione è l'interramento!
CQSASD
[14:37, 8/12/2021] Quello è un viale infernale pure di giorno, quando non funziona il semaforo è un terno al lotto uscire, preferisco allungare la strada e passare dal Malcantone per andare a prendere mio nipote all'Anzani.
[16:45, 8/12/2021] Infatti è assurdo che un quartiere sia "scollegato" dal resto della città. E non si può pensare tuttavia di tenere sempre in funzione il semaforo, altrimenti le code sarebbero interminabili tutto il giorno. Piuttosto che sperperare il denaro pubblico, €650.000, per sistemare il parcheggio dello stadio si potevano spendere per sistemare i problemi che una rotonda fatta con i piedi ha portato!!!
[16:53, 8/12/2021] Attorno a S. Albino e S. Damiano c'è un traffico, non locale oltretutto, che fa impallidire la tangenziali di Milano!!!! Possiamo mobilitarci per chiedere alle istituzioni comunali, provinciali e regionali di migliorare una situazione che crea problemi soprattutto di salute pubblica. Non sappiamo nemmeno quello che respiriamo perché non c'è neanche una centralina di rilevamento dello stato dell'aria in zona!!!! Nei giorni del lockdown quando non circolavano automobili c'era silenzio, adesso nelle ore di punta se si aprono le finestre sembra di sentire le cascate del Niagara in lontananza tanto é l'inquinamento acustico generato da macchine, camion e furgoni che circondano S. Albino e S.Damiano!!!
[16:58, 8/12/2021] Tu senti le cascate del Niagara in lontananza io le sento e anche le vedo da vicino
[18:48, 8/12/2021] Cmq, secondo me, e come dettomi anche da molti cittadini, il semaforo dovrebbe essere quasi sempre in funzione xché le code in uscita dal quartiere non ci sono in tutti gli orari ma soprattutto nelle ore di punta... e almeno non si rischia la roulette russa
[19:01, 8/12/2021]Se si lascia quel maledetto semaforo sempre in funzione il problema della rotonda, fatta da schifo, rimarrà a vita!!!! Guai a chiedere di mantenerlo in funzione sempre, perché crea un traffico spaventoso sia sul viale che in uscita dal quartiere. La rotonda va ripensata e il comune ha l'obbligo di farlo!!!!
[19:03, 8/12/2021] Piuttosto che accettare un semaforo senza senso in una rotonda senza senso facciamo una manifestazione, sia gli abitanti di S. Albino che quelli di S. Damiano e vedrete che qualcuno muoverà le chiappe!!!!
[19:04, 8/12/2021] Ma certamente va ripensata!!! Ma nel frattempo col semaforo non rischiamo la vita..
[19:05, 8/12/2021] È un problema che abbiamo tutti, perché anche a S. Damiano nelle ore di punta c'è il delirio!!!!
[19:06, 8/12/2021] Ma, tipo, riaprire lo svincolo per chi va verso lo stadio? A me sembra di una banalità disarmante e, in un attimo, diminuirebbe (la metà?) drasticamente la coda da S. Albino.
[19:06, 8/12/2021] Lo sai che le cose momentanee poi rimangono a vita. Quindi io non sono d'accordo perché poi resta com'è.
[19:06, 8/12/2021] E cmq io riporto il pensiero anche di tutte le persone con cui parlo..
[19:07, 8/12/2021] Non siamo noi che dobbiamo trovare soluzioni. Ci sono persone ben remunerate che lo fanno per mestiere, risolvano loro
[19:08, 8/12/2021] Su questo non ci piove ma, oltre a dire (giustamente) che quella "rotonda" è semplicemente demenziale, questa potrebbe essere una proposta. Che poi, proposta, sarebbe un tornare a com'era prima, niente di geniale.
[19:08, 8/12/2021] Ok, ma attenzione perché poi non faranno niente di più oltre al semaforo fisso.
[19:09, 8/12/2021] Il semaforo crea code, sia sul viale che in quartiere. Non è una soluzione.
[19:11, 8/12/2021] Ma chi dice che é la soluzione! Semplicemente la gente non riesce ad immettersi nella rotonda senza semaforo ed ha paura... e non tutti siamo degli assi del volante
[19:12, 8/12/2021] E allora manifestiamo per chiedere una sistemazione permanente!
[19:14, 8/12/2021] Chiediamo al comitato di S.ALBINO e S.Damiano di organizzare una manifestazione. Vedrai che se si spiega alla gente perché la si organizza la partecipazione sarà alta!
[19:27, 8/12/2021] Concordo!..
Riceviamo e pubblichiamo
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Pulizia strade effettuata anche oggi. IMPECCABILI.