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2025/08/11

PROSPETTIVE DELL' ECONOMIA ITALIANA : C'E' POCO DA STARE ALLEGRI


da un post pubblicato in Facebook da Alessandro Gerosa traggo questa sintesi di un articolo di
Sandor Kopacsi. Egli compie un 'analisi della situazione economica italiana basata su un recente
documento della Banca d'Italia. 

L'economia italiana, dice Kopacsi, è praticamente ferma da circa 15 anni, dalla crisi del 2008, con una crescita vicina allo zero. I consumi delle famiglie sono inferiori a quelli di prima della crisi, significa che molte famiglie hanno perso molto potere d'acquisto. L'unico settore che cresce è l'export, grazie a salari molto bassi, ma questo modello non è sostenibile nell'attuale contesto internazionale.

La produzione industriale è molto diminuita, ma l'occupazione è aumentata perché si è spostata verso i servizi, che richiedono più lavoratori ma spesso con bassa produttività e salari bassi. Inoltre, la popolazione sta diminuendo, contribuendo a una stagnazione anche nel mercato immobiliare, con prezzi delle case fermi o in calo, tranne che a Milano.

Le famiglie e le imprese italiane si indebitano poco, non investono e sembrano rassegnarsi a una situazione di stallo. Le banche sono in buona salute finanziaria, ma non è detto che questo aiuti l'economia reale.

Infine, nonostante lo Stato abbia un bilancio equilibrato e addirittura un avanzo primario migliore di quello di Germania e Francia, il debito pubblico italiano resta molto alto e rappresenta un peso che si autoalimenta, pagando interessi soprattutto a operatori finanziari e famiglie benestanti. Questo debito non finanzia investimenti pubblici o crescita, ma serve solo a mantenere se stesso.

In sintesi: l'Italia ha un'economia stagnante con pochi investimenti, salari bassi, declino industriale e una spesa pubblica più sana di quanto si pensi, ma appesantita da un debito che non aiuta lo sviluppo. Intanto, si prepara a pagare le conseguenze di spese legate alla guerra commerciale americana e alla ricostruzione dell'Ucraina, mentre si parla di grandi opere che forse non risolveranno i problemi di fondo.