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martedì 29 novembre 2016
IMPIANTO RIFIUTI SPECALI: AUTORIZZAZIONE DEL 2010
ATTENUAZIONE RUMORE: CEM RICHIEDE PROROGA (29/7/2016)
domenica 27 novembre 2016
Highlights Ciliverghe-Monza 0-3
Consulta S.Albino 30/11/16 ore 21:00 presso Centro Civico Via Mameli
Ogg: Convocazione Consulta 30 novembre ore 21:00 c/o CC SA
Vedi sotto la convocazione ufficiale.
Noi del Comitato di Quartiere S.Albino ricordiamo che le riunioni di Consulta sono aperte al pubblico e invitiamo tutti a partecipare mercoledì alla riunione di Consulta dove si discuterà del prossimo Bilancio partecipativo (vedi sotto).
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Adriana Grandi
Vedi sotto la convocazione ufficiale.
Noi del Comitato di Quartiere S.Albino ricordiamo che le riunioni di Consulta sono aperte al pubblico e invitiamo tutti a partecipare mercoledì alla riunione di Consulta dove si discuterà del prossimo Bilancio partecipativo (vedi sotto).
Chiederemo
informazioni anche sulla data dell'incontro promesso dall'assessore
Confalonieri sulla passerella ciclopedonale e sulla zona 30, nonché
sulla questione capannone industriale (assessore Colombo).
Ciao
CQSA
.....................
Gentilissimi membri della Consulta,
con
la presente, comunico che in data 30 novembre alle ore 21:00 presso il
Centro Civico Sant'Albino sarà convocata la Consulta con il seguente
ordine del giorno:
- Presentazione del nuovo facilitatore;
- Conoscenza reciproca;
- informazioni sul Bilancio Partecipativo.
Ringrazio per l'attenzione e porgo cordiali saluti.- Presentazione del nuovo facilitatore;
- Conoscenza reciproca;
- informazioni sul Bilancio Partecipativo.
Adriana Grandi
La segreteria del Centro Civico Sant'Albino
aperta il lunedì dalle 14,00 alle 16,00
il mercoledì dalle 9,00 alle 12,00 e
il venerdì dalle 9,00 alle 12,00
tel 039.2043321 fax 0392043350
venerdì 25 novembre 2016
Lettera aperta a Papa Francesco in arrivo al Parco di Monza - Vorrei | Rivista non profit di cultura, ambiente e politica
MORTO IL CICLISTA TRAVOLTO IN VIALE INDUSTRIE
Le osservazioni di associazioni e comitati di Monza sul nuovo PGT - Vorrei
Ringraziando "Vorrei" sottolineiamo in giallo alcuni passaggi che ci toccano da vicino o che sintetizzano i contenuti del documento dei Comitati (compreso il nostro).
Le osservazioni di
associazioni e comitati di Monza sul nuovo PGT
Di Vorrei
20 Novembre 2016
« Le 84 osservazioni presentate chiedono
all’amministrazione comunale di approvare un PGT finalizzato ad un effettivo e
non burocratico “zero consumo di suolo”, visti gli alti livelli raggiunti in
Città e in Brianza».
Riceviamo e pubblichiamo
Il
Coordinamento di alcune associazioni e comitati di cittadini di Monza ha
presentato in Comune le proprie osservazioni al PGT adottato dal Consiglio
comunale il 7 luglio scorso.
Le 84
osservazioni presentate chiedono all’amministrazione comunale di approvare un
PGT finalizzato ad un effettivo e non burocratico “zero consumo di suolo”,
visti gli alti livelli raggiunti in Città e in Brianza.
Infatti:
- una decina di Ambiti di Trasformazione (AT) del Documento di Piano, prevedono un consumo suolo pari a oltre 8 ettari (82.418 mq). E’ stato quindi chiesto che tali AT vengano invece tutelati e interamente destinati a verde.
- una ventina di altri Ambiti di Trasformazione (AT), pur su aree dismesse, vedono rilevanti quantità destinate ad uso residenziale, fino al 90%. Si è invece chiesto che la quantità di residenziale venga ridotta al 50%, a favore di una effettiva “mixitè funzionale”, considerata anche la situazione attuale del mercato edilizio che vede almeno 4.000 alloggi sfitti e circa 14.000 stanze non occupate,
- nel PGT adottato in luglio ci sono poi 8 Ambiti compatibili con le trasformazioni (AcT), sparsi in città (San Fruttuoso, Bettola, Industrie, zona Stadio, zona Cave), per usi industriali e terziari, che consumerebbero altro suolo libero. Anche per questi, con le osservazioni consegnate, si è chiesto di eliminare tale classificazione edificatoria e di ridestinarli a un uso agricolo o a verde. In caso di necessità esistono numerose aree dismesse da riutilizzare anche a fini produttivi o si potrà sempre fare una variante al PGT.
- viene inoltre riconfermato il consumo di suolo per quasi 10 ettari dell’ex Piano Particolareggiato industriale Pompei Ercolano, rimasto inattuato nei suoi dieci anni di validità, con la riproposizione di una serie di Piani attuativi produttivi (D1p. del Piano delle regole) su aree attualmente libere e coltivate, per le quali invece si chiede, almeno in parte, la restituzione alla destinazione agricola originaria.
- ci sono poi 10 Aree C –
Comparti residenziali di completamento - sparse in città, di cui 5
sono nel quartiere Cazzaniga e che consumano suolo per altri 3,2
ettari. Anche per queste si è chiesta una salvaguardia a verde.Se poi consideriamo anche i 440.000 metri cubi
residenziali (altri 4.000 nuovi abitanti e 1.700 alloggi), autorizzati
con titoli edilizi diretti dal 1/1/2008 al 31/12/2014 (dato neppure
aggiornato al 2016), si capirebbe che il fabbisogno di nuova residenza in Città
è già abbondantemente coperto, per più di 7 mila nuovi abitanti complessivi.
Non vi è quindi un fabbisogno pregresso di nuova residenza da soddisfare.
Discutibile
quindi il bilancio del consumo di suolo effettuato nel PGT, con una semplice
somma algebrica, che invece è stimabile in circa 28 ettari di suolo libero che
viene reso edificabile.
Un discorso a parte meritano i cosiddetti Ambiti
funzionali alle trasformazioni (AfT), legati in modo biunivoco agli
interventi su alcune aree dismesse. Per esempio: chi acquisterà e vorrà
intervenire sulla ex Fossati e Lamperti (AT 17) e la TMP (AT 16), entrambe aree
di proprietà comunale, per realizzare i circa 180.000 mc lì previsti dal PGT,
dovrà cedere al Comune le aree agricole della Cascinazza (ed eventuali altre),
cioè circa 500.000 mq (Cascina compresa). Questa impostazione, a nostro
parere, non risulta condivisibile, in quanto lega volumetrie edificabili alla cessione al Comune di
aree agricole le quali, come noto, non devono invece essere indennizzate con
volumetrie o altro escamotage.
Se consideriamo che a Monza ci sono aree agricole, di
fatto e di diritto (PGT), per oltre 4,2 milioni di mq, ben possiamo immaginare
le rilevanti quantità di edificazioni che potrebbero essere costruite (circa
1,7 milioni di mc) se si attuasse ovunque, per equità, questo meccanismo su
tutte le aree agricole in Città. Per tali motivi si è chiesto che gli AfT previsti vengano cassati e le
aree in cessione vengano confermate come rurali o a verde pubblico, senza che
quelle stesse aree libere facciano scaturire volumetrie,
direttamente o indirettamente.
In un’ottica di strategie complessive per la città si chiede di recuperare l’intero
comparto territoriale inizialmente denominato Parco del riciclo come Parco
periurbano, per la creazione di una vasta zona destinata al
rimboschimento e al fitorimedio, e, all’interno di essa, per la realizzazione
di un anfiteatro-arena naturale (ex cave Rocca) per manifestazioni e concerti
di rilievo che, a sistema con le altre attrezzature per lo sport e lo svago
dislocate lungo l’asse V.le Industrie - V.le Stucchi (stadio, palazzetto dello
sport), diano una alternativa seria all’uso improprio del Parco Reale.
Per il Parco
e la Villa Reale di Monza, si è osservato che il semplice rinvio all’art.
17 delle Norme del Piano territoriale (PTC) del Parco della valle del Lambro,
risulta del tutto insufficiente e generico, trattandosi invece di una parte rilevante della Città
che avrebbe dovuto essere considerata con una diversa attenzione e
approfondimento. Con un’osservazione si è chiesto poi di prevedere
esplicitamente la demolizione, almeno parziale, dell’anello di alta velocità
(curve sopraelevate), pista in disuso da anni, deturpante 60 ettari del Parco
particolarmente pregiati dal punto di vista paesaggistico, pista la cui
demolizione è stata prevista da diversi studi e piani urbanistici, così
come indicato dal PTC della Valle del Lambro e riproposto anche in un recente
convegno dello stesso Partito di maggioranza che governa la Città.
Le osservazioni hanno infine evidenziato che le tutele
per gli edifici storici – testimoniali, rischiano di ridursi alla conservazione
della sola facciata. E’ stata invece chiesta la tutela dell’intero involucro
edilizio, individuato puntualmente come degno di memoria storica e quindi da
salvaguardare in toto.
Sono poi state presentate osservazioni da parte di
alcuni Comitati che hanno trattato parti specifiche della città.
Per le aree dismesse intorno al polo scolastico
Frisi-Mosè Bianchi-Hensenberger (ex Pagnoni, ex Buonpastore, vecchio Ospedale
Umberto I), si chiede di prevedere destinazioni ad aule, palestre e a spazi per
le scuole che sono carenti di quelle strutture. Si chiede altresì un intervento
rapido sull'area abbandonata di via Boccaccio e sugli ex Cinema Apollo (da
destinare a spazi per le scuole vicine), ex Corallo in via Lecco, e
sull'ex-carcere di via Mentana.
Il Comitato di San Donato, ha chiesto di vincolare in modo esplicito (concreto e non burocratico) il recupero dell’area ex Macello al trasferimento delle scuole Citterio e Bellani e alla realizzazione di strutture con funzioni formative. Le scuole citate sono attualmente ospitate in edifici obsoleti, contenenti amianto ed in un avanzato stato di precarie condizioni di sicurezza e devono pertanto essere spostate. Il recupero dell’ex Macello deve garantire la ricollocazione di funzioni pubbliche di primaria necessità, quali le scuole e i servizi di quartiere, oltre che facilitare lo sviluppo di attività strettamente connesse ai poli interculturali.
Queste osservazioni non hanno certo la pretesa di risolvere tutti i problemi sollevati da questa Variante al PGT, ma vogliono essere un segnale per dimostrare che è possibile un'idea diversa di città, più vivibile e più rispettosa dell'ambiente.
Per tutti questi motivi si chiede che le osservazioni vengano attentamente valutate dal Consiglio comunale, il cui ruolo di indirizzo non può non tener conto delle preoccupazioni espresse dai cittadini che dovrebbero rappresentare.
Il coordinamento delle Associazioni e Comitati di Monza:
Legambiente Circolo di Monza, CCR Monza - Gruppo ambiente e territorio, GreenMan Monza, Comitato per il Parco A. Cederna, Comitato Bastacemento, Comitato via Boito Monteverdi, Comitato via Monte Bianco, Comitato via Blandoria, Comitato quartiere S. Albino, Comitato quartiere S. Donato - Regina Pacis, Comitato viale Lombardia 246, Comitato quartiere San Carlo e San Giuseppe, Comitato di via Messa - Giordani.
Si veda anche la petizione europea promossa da centinaia di associazioni: www.salvailsuolo.it
Ambiente
PGT Monza
Urbanistica
giorgio majoli
Associazioni Ambientaliste
CARUGATE: CAROSELLO DELLA GIUNTA | Brugherio Futura Blog
Etichette:#comitatosantalbino, #monza, #
@carosello,
@carugate,
#CONSUMODISUOLO
mercoledì 23 novembre 2016
Sant’Albino, la piccola terra di mezzo monzese - Nel cuore di Monza (Il Cittadino 24/11/2016)
Tappa numero 4: Sant’Albino, la piccola terra di mezzo monzese - Nel cuore di Monza Monza
Edoardo Fossati e Enrico Sangalli |
lunedì 21 novembre 2016
L’ERBA DEL CITTADINO E' SEMPRE LA PIU' VERDE (COMITATO PARCO DI MONZA)
Matteo Barattieri ha condiviso il suo post.
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Matteo Barattieri ha aggiunto 6 nuove foto.
Prato della Gerascia: la verità
Replichiamo, come Comitato per il Parco di Monza, con questo comunicato stampa all'articolo del Cittadino.
E trovate anche foto scattate ieri, 28 ottobre 2016
diffondete, ragazzi!
L’ERBA DEL CITTADINO E' SEMPRE LA PIU' VERDE
La ben nota testata locale, il Cittadino, pubblica il 27 ottobre 2016 un servizio – una pagina intera, nientemeno – sull’erba del Prato della Gerascia, uno dei più nobili del nostro malcapitato Parco. L’articolo vorrebbe fare il punto della situazione della citata superficie verde dopo circa un mese dai concerti di Ligabue che la hanno bruttata e sfigurata. L’estensore del pezzo parla (sic) di un “check up”, fatto non si sa da chi e con quali qualifiche. Dal testo risulterebbe che a fare delle verifiche sia stato lo stesso autore del pezzo. Nel caso, riteniamo che i controlli siano stati svolti in maniera molto parziale. Le foto scattate questa settimana coprono solo una piccola porzione della Gerascia. Le istantanee mostrerebbero, parere del cronista, che il Prato ha recuperato le sue condizioni normali.
Alcune precisazioni si impongono. Le foto sono state scattate in una delle zone meno danneggiate. Un giro di ricognizione appena più approfondito avrebbe rivelato come la situazione non sia per niente cambiata da settembre ad oggi. Molte porzioni del Prato sono ancora ridotte a deserto: le stesse di settembre, e non solo nella zona del palco. Le foto che alleghiamo, scattate ieri (28 ottobre 2016) sono più che esaustive. Il cronista improvvisatosi agronomo ha altresì esaminato malamente financo le superfici da lui, si fa per dire, battute. Un’occhiata alle foto che accompagnano l’articolo rivela danni ben riconoscibili. Si tratta insomma di un’autorete delle peggiori per il nostro anzi il loro.
Ma c’è di più. In ambito scientifico – e il nostro Comitato per il Parco ha sempre avuto, pur nella passione che ci contraddistingue, un approccio di questo tipo – per confutare una tesi ci vogliono solide dimostrazioni, ben ancorate a dati di campo. Dalla relazione dell’agronomo professionista da noi contattato e pagato (sforzo comunque non indifferente per un gruppo di volontari) possiamo ricavare alcuni punti molto importanti. Il tecnico, dott. Vavassori, spiega come “I grandi prati rustici dei parchi storici sono una testimonianza di spazi ordinati ed intenzionalmente previsti nelle opere della grande architettura, benché considerati “arte minore” in ordine alle caratteristiche strutturali e costruttive, ma pure una testimonianza di costume e lavoro nell’ordinamento del paesaggio rurale.”
E la Gerascia appartiene a pieno titolo alla categoria dei prati storici – con buona pace del Cittadino e dello stesso sindaco Scanagatti –. Un sistema delicato che, sottolinea Vavassori, ha “subito danni gravi nella manifestazione del 2 giugno e si evidenzia che il luogo non è idoneo alla fruizione intensiva ospitando eventi ad elevata presenza ed attività di movimento di persone e mezzi meccanici localizzato. Per un uso finalizzato a manifestazioni ed eventi ad elevata frequentazione, in cui si prevedono anche circa 100.000 persone, è prevedibile la perdita definitiva ed irreversibile del manto erboso storico attuale e le specie erbacee in esso conservate. Il Parco può ospitare la ordinaria fruizione pubblica, diffusa e non usurante localmente, soprattutto dal passaggio di automezzi.”
E’ stato, purtroppo, buon profeta l’agronomo. Il Prato della Gerascia è – come dalle foto da noi scattate il 28 ottobre 2016 – tuttora fortemente danneggiato nella sua integrità, a causa delle serate di Ligabue. Il recupero pieno necessiterà di un lungo periodo: qualche anno, spiegano gli esperti. Anche dove si è avuta una parziale ripresa, va notato che l’associazione vegetale (l’insieme delle specie erbacee) è impoverita in varietà e non ancora consolidata. Oltre al danneggiamento e alla cancellazione della cotica erbosa, vanno elencati il compattamento del suolo e l’interramento di piccoli rifiuti dal lungo tempo di smaltimento in natura.
L’articolo del Cittadino difetta in maniera invero imbarazzante di qualsivoglia conato di scientificità. Il “non pare stia malaccio (il prato n.d.r.)” che conclude l’articolo fa fare brutta figura all’autore e rende un pessimo servizio ai lettori. Un servizio macchiato da sgrammaticature nel metodo e da conclusioni completamente lontane dalla realtà. Esiste, ahinoi, un vizio originale, alla fonte. Già in occasione delle esibizioni di Ligabue, il Cittadino ha avuto modo di attaccare in modo invero sorprendente e fuori luogo le nostre istanze. Sono arrivati a far balenare l’idea che noi avessimo ritoccato le foto con lo scopo di ingigantire i danni. Partendo da questa prospettiva appare chiaro come l’articolo di questa settimana di inserisca in un disegno più ampio volto a screditare le associazioni che si battono per la difesa di un bene pubblico quale il Parco. Questo atteggiamento risulta più che censurabile. E stiamo in effetti valutando la possibilità di muoverci per vie legali.
Patrizia Ronchi
La Banda di S. Damiano e S. Albino alla fine degli anni 70
Piazzetta S. Damiano :
La Banda di S. Damiano e S. Albino alla fine degli anni 70 ripresa in un momento di pausa intrattenimento musicale.
La Banda di S. Damiano e S. Albino alla fine degli anni 70 ripresa in un momento di pausa intrattenimento musicale.
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