per inciso l'intervento di Fuggetta ci informa del fatto che torna il "CREMATORIO"!
10 motivi per non votare il bilancio di previsione 2014.
Il secondo bilancio della giunta guidata dal Sindaco targato PD Roberto
“the king” Scanagatti è stato approvato, a maggioranza, a mezzanotte di
giovedì 17 luglio. Per parte nostra, come gruppo consiliare M5S Monza
abbiamo convintamente e coscientemente votato contro. Si tratta di una
bocciatura politica e di merito, maturata dopo l’analisi dei documenti, 6
commissioni comunali, 5 consigli di cui l’ultimo a oltranza e il
confronto con gli attivisti, in rete e de visu.
Durante la campagna
elettorale avevamo detto “valuteremo caso per caso e proposta per
proposta”. E allora vediamo insieme come l’amministrazione monzese in
carica ha deciso di reperire e spendere le risorse nel 2014.
1)
Approvare un bilancio di previsione a luglio è una contraddizione
evidente e un pregiudizio all’attività del consiglio comunale e alla sua
funzione di organo di controllo e d’indirizzo. Di fatto, più che di
previsione si tratta di un assestamento. Da gennaio gli uffici e la
giunta stanno spendendo in dodicesimi del 2013. Ciò significa discutere
di determine e delibere già fatte, di programmi e di progetti già
iniziati. Per il prossimo esercizio finanziario ci aspettiamo un
processo di costruzione partecipato, che cominci per tempo fin da dopo
l’estate, che sia aperto e trasparente. Si doveva e si poteva fare
prima. Sono tanti i comuni che hanno approvato il bilancio ad aprile.
Non ha senso aspettare i tempi, ma più che altro i comodi, del governo
romano, alle prese con i cambi d’etichetta e gli equilibrismi di
maggioranza. E la questione non è tanto politica, quanto più di dare
risposte celeri e certe alla cittadinanza.
2) A proposito di
tasse, questo bilancio previsionale 2014 passerà alla storia come il più
“gabellaro” di sempre. Perché contiene una corposa manovra tributaria
che in un sol colpo aumenta l’addizionale comunale all’IRPEF, la TOSAP,
l’imposta sulle pubbliche affissioni e introduce la TARI, la TASI e
l’imposta di soggiorno. Il refrain per giustificare il tutto è un
campionario di motivazioni da manuale: “il continuo taglio dei
trasferimenti statali”, “il buco ereditato dalla precedente
amministrazione”, “la necessità di garantire lo stesso livello dei
servizi”, “lo impone la legge” e così sia… Insomma sembra quasi stato di
necessità dettato dal destino cinico e baro. Sembra quasi che il
partito di maggioranza relativa in Consiglio sia diverso, altro, da
quello che sostiene e anzi oggi guida il governo centrale da quasi tre
anni e altrettanti governi: Monti, Letta e Renzi. Cosa succeda nel
percorso da Monza a Roma è un vero mistero. Ma resta il fatto che a Roma
così come a Monza governa il PD che non trova mai soluzione migliore
che aumentare la pressione fiscale. Ed è strano e curioso. Perché tutti
parlano sempre di riqualificare la spesa, sostenere la domanda,
migliorare il welfare, garantire investimenti e poi giunti al punto di
fare…giù botte ai cittadini con la mazza, -scusate- con la leva fiscale.
3) Rimanendo sempre in tema di tributi (perché poi è così, finisce che
la discussione sul bilancio si risolve in una discussione sulle tasse)
ed entrando più nel merito la situazione è ancor più grave. Perché
nonostante la sbandierata spending review, la spesa corrente si attesta
al livello più alto del triennio a 127, 6 milioni di euro (erano 119,8
nel 2013 e 125,7 nel 2012); perché la pressione tributaria pro capite
passa dai 599 euro del 2013 a 813 euro del 2014; perché il monzese si
deve districare tra una giungla di oltre 10 tributi diversi. Ricordarne
il nome è già un’impresa. Capire quanto, quando e come pagare è una vera
chimera. Ora il punto vero è che dei 90,9 milioni di gettito tributario
previsto, solo i 14,4 di addizionale IRPEF rispettano pienamente il
principio costituzionale della progressività dell’imposizione con
scaglioni, aliquote, detrazioni e una soglia d’esenzione sancito
dall’art 53 della Costituzione. La maggior parte dei tributi si paga a
prescindere dal reddito. Questo vale per l’IMU che ha natura
patrimoniale e per la TASI, che si giustifica con i fenomenali servizi
indivisibili ed in realtà non è altro che l’IMU sulla prima casa
travestita. La TARI merita un capitolo a parte. Noi chiediamo
l’abbandono di questo discutibile metodo di tassazione per passare alla
tariffazione puntuale. Lo abbiamo chiesto a più riprese anche con una
bella iniziativa, una campagna di pressione a livello provinciale.
Abbiamo presentato una mozione ad inizio anno e non ancora discussa.
Comunque, a seguito dell’inchiesta Clean City che ha scoperchiato un
giro di corruzione legato all’appalto rifiuti del comune di Monza, la
spesa complessiva scende quest’anno di 1,2 milioni di euro. Nonostante
questo, abbiamo votato contro l’adozione del regolamento TARI e abbiamo
presentato un’interpellanza con una serie di chiarimenti tecnici sul
calcolo delle tariffe perché a noi i conti non tornano.
4) Siamo
lontanissimi dalla tanto auspicata semplificazione che secondo noi
dovrebbe essere ispirata a questi tre semplici principi: 1) è il comune
che chiede e non il cittadino che deve autoliquidare, dichiarare,
denunciare o che so altro; 2) si paga un solo tributo con scaglioni e
detrazioni, sulla base del reddito calcolato con coefficiente
famigliare; 3) a fine anno il sindaco deve dire come ha gestito i tuoi
denari in maniera sintetica e facilmente comprensibile. E’ in sintesi
l’introduzione del diritto a conoscere la destinazione d’uso delle mie
tasse. E speriamo che in sede di assestamento di bilancio non siano
necessarie manovre di correzione visto che le nuove aliquote
dell’addizionale IRPEF sono state simulate su dati del 2011. Strano ma
vero, il MEF non ha ancora messo a disposizione dati sulla situazione
reddituale più aggiornati. Incrociamo le dita e stiamo a vedere.
5) Per concludere il capitolo sul reperimento delle risorse, noi del M5S
siamo delusi perché ci aspettavamo molto di più da una giunta così
esperta. Troppo facile garantire spesa corrente, investimenti e servizi
se si aumentano le tasse, si svaluta del 25% il patrimonio comunale da
alienare e si mettono oneri di urbanizzazione che mai verranno
incassati. E a proposito di quest’ultima voce i casi sono due: o questa
giunta mente quando dichiara la propria lotta al cemento, oppure il dato
degli oneri, in linea con i consuntivi degli anni precedenti, è falso!
Il Sindaco sostiene di aver tagliato il tagliabile: in particolare si
risparmia 1 milione di euro all’anno sul personale rispetto al 2012.
Sono state azzerate le spese di rappresentanza e diminuite drasticamente
le collaborazioni. Ma noi non crediamo che l’aumento delle tasse sia la
strada giusta, ma al contrario il comune deve levare le mani dalle
tasche dei monzesi! E’ la spesa che va riqualificata scegliendo un
welfare per tutti e più coerente. Non è più tollerabile l’inerzia verso
evasori fiscali e truffaldini dei servizi sociali. E’ giusto aiutare gli
ultimi e nessuno deve rimanere in dietro, ma gli altri, la classe media
in via d’estinzione non va affossata a colpi di tasse. E soprattutto,
il risparmio si ottiene con politiche abitative, energetiche, di
mobilità nuove, magari usando come volano la strategia Rifiuti Zero che
noi promuoviamo. Per chi non lo avesse capito la nostra è una crisi di
domanda interna, non di produzione.
6) Il piano delle alienazioni
fa davvero rabbia. Si comincia con l’immobile di via Appiani, già sede
dei servizi sociali che viene messo sul mercato con una svalutazione del
40%. Che dire? Si stanno tutelando gli interessi cittadini o si sta
venendo incontro a qualche soggetto con fame di spazi in centro città?
Per i meno informati, l’immobile è parte di un lascito di Bartolomeo
Zucchi. Appartiene ai monzesi da centinaia di anni. E quando l’ex
sindaco leghista Mariani decise di venderlo per la prima volta, l’altro
ex sindaco Faglia produsse addirittura in un celebre intervento in
consiglio comunale niente meno che il testamento di Bartolomeo Zucchi
che dichiarava l’immobile in questione “inalienabile”. Oggi, ironia
della sorte, l’allora vice sindaco e assessore al bilancio, oggi
borgomastro della città lo svaluta pur di disfarsene e fare cassa. E poi
c’è l’Ex INAM di via padre Reginaldo Giuliani. Acquistata a 5,5 milioni
di euro, neanche tanto tempo fa e oggi sul mercato a 3,6 milioni con
una svalutazione del 30 %. E l’elenco prosegue con l’area industriale
dismessa della ex Fossati-Lamperti, la ex sede della TPM e della fiera
di Monza. Ma ci domandiamo: davvero con tutte le problematiche della
città non si riesce a trovare di meglio che svendere questo patrimonio?
Non si potrebbe usare piuttosto come opportunità di scambio con arre
libere così da ottenere la possibilità di tutelare il suolo e
riqualificare in collaborazione coi privati il costruito esistente?
7) E la rabbia monta ancora maggiore pensando agli sprechi: la sede
provinciale dei vigili del Fuoco in via cavallotti, nuova di zecca e mai
inaugurata per la falsa cancellazione delle province, così come
inutilizzata è la nuova sede di TPM. E che dire del disastroso accordo
di programma sull’area della ex caserma IV Novembre? Oltre il danno la
beffa. Della cittadella istituzionale è stata realizzata solo la inutile
nuova sede della provincia, costata 22 milioni di euro, ed il centro
commerciale del rondò dei pini che deturpa il paesaggio e il
cannocchiale storico della villa reale sul Monte Rosa, mentre del resto
non vi è traccia. Così il risultato è che ancora oggi paghiamo per
quell’accordo. Per esempio, non ha senso avere così tanti immobili di
proprietà in vendita e sostenere dei canoni di affitto a botte di
centinaia di migliaia di euro per la sede della GDF.
8) Passando
all’esame della spesa ci sono luci e ombre. Per quanto riguarda la parte
corrente il conto è presto fatto. Le spese principali riguardano il
personale (32,5 MLN), il servizio di smaltimento rifiuti, la gestione
del verde e dell’urbanistica (27,4), il funzionamento della macchina
burocratica comunale (19,2 MLN), i servizi sociali (18, 6 MLN),
istruzione (10 MLN), trasporti e mobilità (10 MLN) e a seguire Polizia
locale, cultura e turismo, sport, giustizia e servizi produttivi.
9) Per quanto riguarda le spese in conto capitale, facciamo riferimento
al Piano Triennale delle Opere pubbliche che quest’anno prevede 69 MLN
di euro di investimenti (18 MLN da alienazioni, 5,6 Milioni da Oneri di
Urbanizzazione, 13,5 milioni da mutui, 13 MLN da stato/regione/provincia
e il resto da privati e altre voci minori). Andando per macro aree
fanno impressione le voci legate alle opere di urbanizzazione (20, 1
MLN), alle strade e infrastrutture (9 MLN) e alla manutenzione degli
alloggi comunali (6,5 MLN). Ma scendendo nel dettaglio ci sono anche
elementi apprezzabili su cui esortiamo l’attuale giunta ad essere più
coraggiosa e ad investire ulteriori risorse certe. 3 esempi su tutti:
1,6 milioni di investimenti per il rinnovo dell’infrastruttura
tecnologica relativa ai sistemi informativi cui sia aggiungono altri 250
mila euro per l’aggiornamento dei software; 500 mila euro di intervento
per l’efficientamento energetico di edifici pubblici sono un buon
segnale. Solo la metà hanno però carattere certo. Speriamo che sia solo
l’inizio visto che quest’anno abbiamo preso tutti insieme l’impegno di
aderire al patto di sindaci con l’approvazione del PAES. E infine
segnaliamo il recupero/restauro della scuola Ex Borsa di via Boccaccio
(nella speranza che regione e provincia facciano la loro parte). Ancora
troppi soldi vengono impegnati secondo noi, per rifare male le strade e
mettere pezze a lavori mal fatti nel passato oppure per la realizzazione
di inutili svincoli, sottopassi e rotonde per andare sempre meglio in
macchina. Troppo timidi gli interventi per sostenere la mobilitò dolce e
sostenibile, la realizzazione e manutenzione di piste ciclabili e di
riduzione del traffico privato che rappresenta la vera bestia nera della
città. Infine, con rammarico constatiamo che due opere inutili e
dannose, già previste per il 2014, sono state riprogrammate per il 2015:
il parcheggio interrato di piazza Citterio e il forno crematorio presso
il cimitero centrale. E a questo proposito chiediamo se tutte le
risorse investite per i cari estinti in questo periodo storico non siano
un filino esagerate quando i vivi e vegeti hanno tutte queste
difficoltà. Detto con tutto il rispetto parlando.
10) Le società
partecipate sono spesso il luogo dove si annidano sprechi di denaro
pubblico e vanno costantemente monitorate perché i loro bilanci, a fine
anno, vengono consolidati con quelli del comune. Cominciamo da
Brianzacque che gestisce il servizio idrico e l’anno scorso ha
incorporato, contro il nostro parere, l’ALSI, cioè il nostro acquedotto.
Per il 2014 ci aspettiamo di vedere maturare i frutti del “nuovo
corso”. Al momento, siamo ancor lontani da una vera svolta rispetto al
passato. La società è stata ancora di recente indirettamente coinvolta
in scandali e inchieste giudiziarie. Il problema centrale delle puzze
del Depuratore di San Rocco non è ancora definitivamente risolto, così
come non sono chiari i dettagli del progetto di adeguamento, a quale
versione della variante siamo giunti, dove e come verranno reperite le
risorse per i necessari investimenti. La gestione delle acque riflette
quella dell’amministrazione ed è tutt’altro che limpida. E’ ancora
pendente un ricorso al TAR Lombardia presentato dal Comitato Beni Comuni
MB e da alcuni consiglieri dl M5S. La sentenza è attesa per
quest’autunno. L’oggetto del contendere è proprio l’affidamento del SII
in Brianza, il processo di razionalizzazione e se questo sia avvenuto
legittimamente e in conformità all’esito del referendum del giugno 2011.
Sempre in tema di trasparenza stiamo approfondendo la vicenda della
cartella esattoriale da 230 mila euro pagata con soldi pubblici perché
siamo insoddisfatti della risposta della società. TPM merita un capitolo
a parte. Ci sono almeno due aspetti che ci preoccupano. Il primo è lo
stipendio del direttore generale, non in linea con gli standard attuali
del comune. Il secondo è la consulenza per il progetto del parcheggio
interrato del nuovo ospedale san Gerardo che non si farà. Su questi temi
richiediamo attenzione e raccomandiamo interventi per evitare ulteriori
sprechi. La vicenda di Scenaperta è purtroppo ancora aperta e
nonostante la messa in liquidazione resta il buco da 1 milione di euro
da coprire e la questione del teatro Manzoni non è affatto risolta con
l’affidamento alla scuola Borsa. Non conosciamo lo stato della
liquidazione di Brianzafiere, mentre abbiamo visto l’inversione di rotta
su Monza Crea Valore. Già messa in liquidazione dal consiglio comunale
nel 2013, la società è stata resuscitata in funzione di expo 2015 anche
in questo caso con nostro parere negativo. ACSM AGAM è la gallina dalle
uova d’oro del comune, mentre FARMACOM ha risentito probabilmente degli
interventi dell’anno scorso.
Potrei continuare ma credo di essermi spiegato. Stay tuned...