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giovedì 13 agosto 2020
ASFALTI BRIANZA VA CHIUSA!
ASFALTI BRIANZA - GRAZIE DELLE RASSICURAZIONI MA LE EMISSIONI RESTANO FUORI SOGLIA E CANCEROGENE
CQSASD
CQSASD
mercoledì 12 agosto 2020
COMUNICATO STAMPA DEL COMITATO DI QUARTIERE S.ALBINO E SAN DAMIANO A PROPOSITO DEI MONITORAGGI FATTI DA ARPA PRESSO ASFALTI BRIANZA
COMUNICATO STAMPA DEL
COMITATO DI QUARTIERE S.ALBINO E SAN DAMIANO A PROPOSITO DEI MONITORAGGI FATTI
DA ARPA PRESSO ASFALTI BRIANZA
Dal 2014 i cittadini
lamentano forte inquinamento. Dal 2016 avanzano dubbi rispetto alla
cancerogenicità delle emissioni.
Da Novembre 2017 il
Comune di Concorezzo organizza un tavolo cui partecipano l’Azienda e tutti gli
Enti di controllo per “concertare” con Asfalti Brianza interventi risolutivi.
Nel 2018 Asfalti
Brianza presenta una relazione di parte che è costretta a riconoscere che (almeno
nel raggio di 500 m., dice lei) le emissioni sono nocive e potenzialmente cancerogene.
Ad agosto 2019 il
Sindaco Capitanio consente con propria ordinanza la sostituzione del
bruciatore. L’inquinamento esplode.
La Procura della
Repubblica indaga su una gestione illegale dei rifiuti e il 25/9/2019 sequestra
l’azienda.
A novembre 2019 la
Procura concede una ripresa ridotta della produzione per consentire lo
smaltimento della montagna di fresato illegalmente stoccata. Riprende l’inquinamento
e la Prefettura organizza un proprio tavolo chiedendo in particolare ad ARPA e
ad ATS (sempre presenti ma senza alcun risultato ai tavoli di Concorezzo) di
presentare finalmente un piano di monitoraggio.
Il 30/6/2020, unico
giorno di controllo delle emissioni al camino con impianto “quasi” a regime
(così dice ARPA) su 14 rilevamenti effettuati per ben 9 volte le emissioni superano
le soglie definite dall’AUA (l’Autorizzazione unica ambientale il cui mancato
rispetto impone la sospensione dell’attività). In particolare la principale sostanza
in eccesso è il benzene, sostanza cancerogena che può causare vari linfomi ecc. (vedi in proposito la perizia commissionata dal Comune di Concorezzo). ARPA ovviamente segnala l'anomalia alla
Procura della Repubblica che dispone immediatamente un nuovo sequestro (22/7/2020).
La Provincia (altro
convitato di pietra dei 3 anni di tavoli concorezzesi) a questo punto non può
che sospendere l’AUA ma rilancia ancora un salvagente a questa Azienda
perennemente fuori regola. Asfalti Brianza, decreta la Provincia, potrà fare
nuove fantasiose proposte entro il 14 Agosto 2020 (come ha già fatto un anno fa
con esiti disastrosi).
Insomma ARPA in giorno
solo ha fatto quanto ripetiamo da un anno: controllo al camino con impianto (quasi)
a massimo regime e subito sono emerse le irregolarità nell’abbattimento delle
emissioni gassose e cancerogene che hanno portato al nuovo sequestro. Inoltre
ARPA ha definito nuovi e più rigidi protocolli per le emissioni qualora l’Azienda dovesse
riprendere l’attività.
Ora il Sindaco
Capitanio e gran parte della stampa ci ripetono quotidianamente che ARPA avrebbe
rassicurato tutti sulla salubrità dell’aria. Si tratta di una grande
mistificazione in perfetta sintonia con questi sei anni di vergognosi rimpalli
di responsabilità, omissioni, tentennamenti e accondiscendenza nei confronti
dell’Azienda sempre inadempiente.
ARPA ci spiega anche che
dal 18 dicembre 2019 al 16 giugno 2020 ha posizionato dei campionatori passivi in
un’area piuttosto vasta e ha usato (due sole volte) il famoso "naso elettronico". Ma era un periodo di produzione ferma o ridotta, di
lockdown ecc. Scelta che abbiamo subito criticato e che ovviamente non poteva dare alcun risultato
probante. Lo avevamo ampiamente preannunciato. ARPA ora si lancia addirittura in
una dichiarazione apodittica dicendo che “si evidenzia che i dati risultano
allineati a quelli rilevati durante la campagna di monitoraggio svolta in viale
Libertà a Monza tra il 2017 e il 2018 - in un periodo di piena operatività
dell'impianto - su richiesta dell'amministrazione comunale”. A parte che i voli pindarici non fanno parte del bagaglio corrente dello scienziato ribadiamo che in
mezzo, tra le altre cose, c’è stato lo spaventoso inquinamento dell’estate 2019
e, per dirne solo una, il cambiamento di bruciatore che ha ora una portata 4
volte superiore.
Ci permettiamo ora di
commentare quanto ARPA aggiunge in calce:
“Le attività di Arpa hanno visto l'impegno significativo
di 11 persone tra tecnici e dirigenti, 1896 ore di campionamento per il
monitoraggio della qualità dell'aria, 672 ore di campionamento all'emissione,
18 sopralluoghi in azienda, 113.068 dati acquisiti di COVT (composti organici
volatici totali) e 120.960 dati di concentrazioni di inquinanti
"gassosi" (CO, NOx, SO2, CH4), oltre a quelli per la
caratterizzazione fluidodinamica dell'emissione”.
E il commento è: ma se
è bastato (come da noi sempre richiesto) un solo giorno di controllo al camino
con impianto “quasi” a regime (il 30/6/2020) per rilevare emissioni gassose e
cancerogene fuori norma tanto che la Procura ha sequestrato di nuovo l’Azienda
perché avete buttato inutilmente tanto impegno e tanti soldi dei contribuenti?
E perché sminuite
tanto questi vostri risultati definendoli en passant “delle criticità” ed
invece enfatizzate la buona qualità dell’aria circostante? A noi cittadini non
ce ne può fregar di meno che l’aria di Via Giovanni delle Bande Nere a Sant’Albino
non sia dissimile da quella di Viale Marche a Milano. A noi (e a quanto pare
anche alla Procura di Monza) interessa che avete scritto nella vostra relazione che dal
camino di Asfalti Brianza esce roba cancerogena non adeguatamente abbattuta.
la Provincia risponde ad Asfalti Brianza - 12/8/2020
martedì 11 agosto 2020
LA RELAZIONE ARPA (MAL)RACCONTATA DAL SINDACO CAPITANIO
Per ora cerchiamo di difendere i contenuti della Relazione ARPA. Ci attendiamo che per salvaguardare la propria professionalità ARPA spenda due parole contro la "vulgata" di Capitanio che mette sotto silenzio gli allarmanti risultati della rilevazione al camino del 30/6/2020. Altrimenti ce ne faremo una ragione perché dopo sei anni di silenzi non rimarremmo certo sorpresi.
ASFALTI BRIANZA - RELAZIONE ARPA - NON CRITICHIAMO LA RELAZIONE MA L'USO SCORRETTO CHE NE FA IL SINDACO CAPITANIO
lunedì 10 agosto 2020
ASFALTI BRIANZA - I CITTADINI SCHIACCIATI NELLA MORSA DI UNA PROPRIETA' "SPREGIUDICATA" E DI AMMINISTRAZIONI INCLINI ALLA "CONCERTAZIONE"
La stessa proprietà galleggia da decenni su questo pantano. Ora rilancia arrogante rifiutando lo smaltimento e chiedendo di usare il fresato!
Ma in fondo ha ragione se negli anni le Istituzioni le han lasciato sviluppare un senso di impunità. Basti pensare che anche al tavolo del Prefetto messo in piedi per ovviare ai danni prodotti dall'azienda alla popolazione, i cittadini stessi non possono partecipare neppure come uditori mentre l'azienda, che dovrebbe esserne esclusa, viene invitata e presenzia con proprietario, consulente tecnico e addirittura coi propri legali. Una vera e propria intimidazione tollerata dalle autorita'.
Ma è un storia vecchia, già vista
- QUI SOTTO VI DIAMO QUALCHE LINK AD ARTICOLI DI STAMPA CHE SI SONO OCCUPATI DI QUESTI PROPRIETARI E DELLE LORO "ATTIVITA'".
- PIU' SOTTO LINK AD ARTICOLI DI CONCOREZZO.ORG IN CUI PIU' DI UN ANNO FA I SINDACI CONCOREZZO, UN SEDICENTE COMITATO AMBIENTALISTA (https://www.facebook.com/comitato.concorezzo/) E PRESUNTI TECNICI DA LORO INGAGGIATI PARTORIVANO UNA MIRABOLANTE "SOLUZIONE FINALE" DELL'INQUINAMENTO. PROMESSE POI PENOSAMENTE ABORTITE CHE ORA L'AZIENDA REITERA CON NUOVI CONSULENTI (IL COMITATO INTANTO SI E' SQUAGLIATO ANCHE SE UNA SUPERSTITE HA MERITATO L'ELEZIONE IN CONSIGLIO COMUNALE NELLE FILE DELLA LEGA) .
leggi qui:
https://selsegrate.wordpress.com/2014/02/07/le-verita-nascoste/
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https://milano.repubblica.it/cronaca/2012/03/13/news/inchiesta_sugli_appalti_sospetti_per_la_manutenzione_delle_strade-31428688/
Ora i pm Paola Pirotta e Grazia Pradella indagano sui reati ambientali commessi dalla Lucchini Artoni. Su loro input, a fine febbraio la guardia di finanza ha sequestrato un cantiere da 30mila metri quadrati a Segrate, in un terreno nel quale è prevista la nascita del più grande centro commerciale d’Europa: lì la Lucchini Artoni, secondo l’accusa, smaltiva rifiuti speciali pericolosi, in prevalenza fresato d’asfalto. In quell’occasione i finanzieri hanno acquisito documenti anche negli uffici del comune di Milano, per capire quali siano gli appalti gestiti da quest’azienda, al centro
già di altre inchieste giudiziarie, e in passato colpita da un’interdittiva chiesta dalla Direzione investigativa antimafia e poi ritirata dalla Prefettura dopo che l’azienda aveva dimostrato di aver troncato i rapporti con le imprese in odore di ‘ndrangheta alle quali subappaltava.
L’azienda — il cui patron, Giancarlo Bianchi, Ambrogino d’oro 2008, numerosi precedenti per violazione delle leggi urbanistiche e ambientali, è stato condannato in ottobre a quattro mesi, pena condonata, per aver fatto parte del 'cartello' — continua a ottenere cospicui finanziamenti da parte del Comune per i lavori che svolge. L’ultimo è di pochi giorni fa: 286mila euro come ultima rata d’acconto per un appalto per «interventi di manutenzione straordinaria su pavimentazioni in conglomerato bituminoso», bandito nel 2010 per un importo di 624mila euro, lievitato a 1.020mila euro con le integrazioni. Altre gare — per un importo iniziale di circa otto milioni — sono state vinte tra il 2010 e il 2011. Poi ci sono gli appalti concessi alla Edil Bianchi, impresa che fa capo alla stessa famiglia, al punto che una sentenza del Tar del 2003, confermata poi dal Consiglio di Stato, parla di «collegamento sostanziale» fra le due imprese. Il primo marzo alla Edil Bianchi è stato aggiudicato un appalto, con ribasso del 45,9 per cento, dall’importo iniziale di 5 milioni.
Mentre i pm cercano di ricostruire l’attività delle due società — coinvolte anche nell’inchiesta sui veleni di Santa Giulia — in Comune scatta l’allarme sul business dell’asfalto. Rizzo aveva già presentato a dicembre un’interrogazione, firmata anche dalla consigliera Anita Sonego, su un’altra azienda del settore, la Locatelli, coinvolta nell’inchiesta sulle mazzette al vice presidente del consiglio regionale Franco Nicoli Cristiani, del Pdl. Il timore è che anche sulle strade milanesi possa essere finito materiale tossico, come si sospetta sia accaduto in quell’indagine.
L’assessore ai lavori pubblici, Lucia Castellano, elenca i nove appalti assegnati all’impresa dal 1999 a oggi, ma assicura: «Gli appalti hanno riguardato lavorazioni sugli strati superficiali». E comunque, aggiunge, le verifiche ci sono già. Risposta che non piace a Rizzo — «È insufficiente» — che ripropone la questione per la Lucchini Artoni: «Quali controlli ci sono, da parte dell’amministrazione, per evitare che il “fresato” delle strade del nostro Comune, dopo un riciclo, torni nelle nostre strade come prodotto “nuovo” e naturalmente come tale pagato?».
Nel frattempo, anche Gentili chiede lumi all’Amsa su «appalti per sei lotti per il servizio neve dei prossimi tre anni» affidati alla Edil Bianchi e alla Lucchini Artoni. E cita, oltre ai cattivi precedenti — per esempio la condanna di Vincenzo Bianchi a un’ammenda da 22mila euro per la terra da scavo del cantiere GaribaldiRepubblica smaltita nel parco Sud — anche l’allarme lanciato dal pm Pirotta nel luglio del 2010, in commissione ecomafie, sui vecchi rapporti di subappalto tra le due imprese e alcuni padroncini calabresi. L’Amsa risponde: la certificazione antimafia è ok. Ma chiede chiarimenti per i nuovi casi giudiziari. «Non possiamo parlare, ci sono indagini in corso», fanno sapere dalla Lucchini Artoni. E l’assessore Castellano giura: «Decisioni non ne abbiamo ancora prese. Ma stiamo vigilando con la massima attenzione».
(13 marzo 2012)© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ora i pm Paola Pirotta e Grazia Pradella indagano sui reati ambientali commessi dalla Lucchini Artoni. Su loro input, a fine febbraio la guardia di finanza ha sequestrato un cantiere da 30mila metri quadrati a Segrate, in un terreno nel quale è prevista la nascita del più grande centro commerciale d’Europa: lì la Lucchini Artoni, secondo l’accusa, smaltiva rifiuti speciali pericolosi, in prevalenza fresato d’asfalto. In quell’occasione i finanzieri hanno acquisito documenti anche negli uffici del comune di Milano, per capire quali siano gli appalti gestiti da quest’azienda, al centro
L’azienda — il cui patron, Giancarlo Bianchi, Ambrogino d’oro 2008, numerosi precedenti per violazione delle leggi urbanistiche e ambientali, è stato condannato in ottobre a quattro mesi, pena condonata, per aver fatto parte del 'cartello' — continua a ottenere cospicui finanziamenti da parte del Comune per i lavori che svolge. L’ultimo è di pochi giorni fa: 286mila euro come ultima rata d’acconto per un appalto per «interventi di manutenzione straordinaria su pavimentazioni in conglomerato bituminoso», bandito nel 2010 per un importo di 624mila euro, lievitato a 1.020mila euro con le integrazioni. Altre gare — per un importo iniziale di circa otto milioni — sono state vinte tra il 2010 e il 2011. Poi ci sono gli appalti concessi alla Edil Bianchi, impresa che fa capo alla stessa famiglia, al punto che una sentenza del Tar del 2003, confermata poi dal Consiglio di Stato, parla di «collegamento sostanziale» fra le due imprese. Il primo marzo alla Edil Bianchi è stato aggiudicato un appalto, con ribasso del 45,9 per cento, dall’importo iniziale di 5 milioni.
Mentre i pm cercano di ricostruire l’attività delle due società — coinvolte anche nell’inchiesta sui veleni di Santa Giulia — in Comune scatta l’allarme sul business dell’asfalto. Rizzo aveva già presentato a dicembre un’interrogazione, firmata anche dalla consigliera Anita Sonego, su un’altra azienda del settore, la Locatelli, coinvolta nell’inchiesta sulle mazzette al vice presidente del consiglio regionale Franco Nicoli Cristiani, del Pdl. Il timore è che anche sulle strade milanesi possa essere finito materiale tossico, come si sospetta sia accaduto in quell’indagine.
L’assessore ai lavori pubblici, Lucia Castellano, elenca i nove appalti assegnati all’impresa dal 1999 a oggi, ma assicura: «Gli appalti hanno riguardato lavorazioni sugli strati superficiali». E comunque, aggiunge, le verifiche ci sono già. Risposta che non piace a Rizzo — «È insufficiente» — che ripropone la questione per la Lucchini Artoni: «Quali controlli ci sono, da parte dell’amministrazione, per evitare che il “fresato” delle strade del nostro Comune, dopo un riciclo, torni nelle nostre strade come prodotto “nuovo” e naturalmente come tale pagato?».
Nel frattempo, anche Gentili chiede lumi all’Amsa su «appalti per sei lotti per il servizio neve dei prossimi tre anni» affidati alla Edil Bianchi e alla Lucchini Artoni. E cita, oltre ai cattivi precedenti — per esempio la condanna di Vincenzo Bianchi a un’ammenda da 22mila euro per la terra da scavo del cantiere GaribaldiRepubblica smaltita nel parco Sud — anche l’allarme lanciato dal pm Pirotta nel luglio del 2010, in commissione ecomafie, sui vecchi rapporti di subappalto tra le due imprese e alcuni padroncini calabresi. L’Amsa risponde: la certificazione antimafia è ok. Ma chiede chiarimenti per i nuovi casi giudiziari. «Non possiamo parlare, ci sono indagini in corso», fanno sapere dalla Lucchini Artoni. E l’assessore Castellano giura: «Decisioni non ne abbiamo ancora prese. Ma stiamo vigilando con la massima attenzione».
https://www.ilgiorno.it/martesana/cronaca/2012/05/21/716329-lucchini_condannato_presidente.shtml
Milano, 21 maggio 2012 - Situazione complicata per Vincenzo Bianchi, presidente della Lucchini Artoni, il bitumificio delle polemiche di Segrate. L'imprenditore è stato condannato a un anno e due mesi di reclusione e al risarcimento di Comune di Milano, Provincia, Regione e Autostrade per l'Italia per aver sversato rifiuti in una discarica abusiva in un'area milanese di proprietà di Autostrade.
https://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Economia/Lucchini-Artoni-tribunale-Milano-condanna-Vincenzo-Bianchi-mesi/21-05-2012/1-A_001591024.shtml
Lucchini-Artoni: tribunale Milano condanna Vincenzo Bianchi a 14 mesi
18:54 In processo per trasporto illecito rifiuti speciali Milano, 21 mag - Vincenzo Bianci, rappresentante legale della Lucchini Artoni, e'stato condannato a una pena di un anno e due mesi di reclusione dalla quarta sezione del tribunale di Milano. Bianchi era imputato in processo per trasporto illecito di rifiuti speciali non pericolosi e gestione di discarica abusiva in merito a un appalto per la stazione ferroviaria di Rogoredo, nell'agosto del 2008. Il tribunale, in composizione monocratica, ha condannato alla stessa pena (14 mesi) anche Alessandro Viol e Giorgio Mauri, della societa' appaltatrice Bonciani. La pena e' stata sospesa ed e' stata decisa la non menzione. Per le parti civili e' stato stabilito il risarcimento del danno: una provvisionale di 20mila euro per Autostrade per l'Italia spa, proprietaria del terreno sul quale sarebbe stato interrato il materiale, 7.500 euro per ciascun imputato per il Comune di Milano e 5mil euro ciascuno rispettivamente per Provincia di Milano e Regione Lombardia. Fla- 21-05-12 18:54:42 (0319) 5
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e questi sono i sedicenti tecnici e ambientalisti che l'anno scorso hanno concordato con Sindaco di Concorezzo e proprietà di Asfalti Brianza mirabolanti soluzioni. Il bello che dal 2017 all'estate scorsa ci siamo fidati ciecamente di questa gente! Poi per fortuna abbiamo dovuto aprire gli occhi.