Gentile lettrice, gentile lettore,
è passato quasi un anno da quando ti ho scritto la prima volta per raccontarti i soprusi subiti da tanti cittadini fin dal 2014, a fronte dei fumi prodotti da un asfaltificio sito a Concorezzo, al confine con Monza.
Solo pochi giorni fa siamo entrati in possesso di una relazione tecnica prodotta da ATS a fronte di un'esplicita richiesta della Prefettura. L'aria circostante lo stabilimento è risultata gravemente inquinata, con un indice di rischio cancerogeno oltre trenta volte il limite di accettabilità. Il rischio tossicologico, d'altra parte, è risultato quasi quaranta volte più alto dei limiti previsti, con ricadute potenzialmente molto significative sull'apparato respiratorio.
E' bene sia chiaro un punto. L'esito delle analisi di ATS pareva scontato a chiunque avesse avuto la serietà di esaminare con attenzione le relazioni tecniche prodotte dall'azienda e dai suoi consulenti, oltre che la letteratura disponibile sull'argomento. Allo stesso tempo, è bene ricordare come il risultato di queste analisi sia stato conseguito in un periodo di regime ridotto della produzione, imposto dall'intervento della Procura nell'autunno del 2019. E' ragionevole supporre che analisi svolte in precedenza avrebbero da subito mostrato una situazione ancora più grave, ed è questo un motivo di ulteriori preoccupazioni.
Preferisco non commentare a lungo l'irresponsabilità, la superficialità e l'inadeguatezza di chi ha per anni sottovalutato la situazione, ignorando sistematicamente le denunce delle tante persone coinvolte. Siamo stati accusati di fare terrorismo, di giocare con le paure e le preoccupazioni dei cittadini, di alimentare sospetti infondati. Con noi, sono stati accusati i comitati organizzatisi per fronteggiare una situazione divenuta insostenibile, primo tra tutti il Comitato di S. Albino, a cui va il mio ringraziamento e la mia vicinanza.
Oggi la relazione di ATS ci consegna uno scenario critico, che la politica avrebbe dovuto prevenire. Spero tu possa trovare il tempo e la pazienza di seguire i prossimi sviluppi di questa vicenda. Per maggiori informazioni e per visionare la documentazione (compresa la relazione ATS), ti prego di cliccare
QUI. Altre informazioni, giorno per giorno, saranno condivise anche sui canali social de La Rondine (ad esempio
QUI).
Continueremo ad adoperarci affinché si arrivi all'unica soluzione nell'interesse dei cittadini: la chiusura definitiva di questo stabilimento.
Mi rendo conto di come una lettera di questo tipo possa turbare il lettore o la lettrice, dipingendo uno scenario da cui preferiremmo tutti tenerci alla larga. Eppure credo che l'impegno civico debba sostanziarsi in messaggi chiari e trasparenti, nel rispetto di chi subisce ingiustizie e chiede parole di verità.
Un saluto
Francesco Facciuto