SEGUI GLI AGGIORNAMENTI AUTOMATICI

LEGGI NELLE COLONNE DEL BLOG GLI AGGIORNAMENTI QUOTIDIANI SU MONZA; SU NEWS NAZIONALI E INTERNAZIONALI; SU ECOLOGIA E TUTELA AMBIENTE; SU EDUCAZIONE, LAVORO SOCIALE, CULTURA. Il meglio di un' edicola a tua disposizione! In fondo ad ogni prima pagina di aggiornamenti clicca su "altri" per vederli tutti.

giovedì 27 gennaio 2022

martedì 11 gennaio 2022

RICORSI CEM DI VIALE INDUSTRIE: LA LEGGE OFFRE SEMPRE APPIGLI ALLE AZIENDE, MAI AI CITTADINI

Tutti sanno che CEM fu autorizzato, su area agricola (!), fuori da ogni norma, dall'ex Assessore Antonicelli, poi finito in carcere per scambio di voti con la camorra.  E che per anni ha reso invivibile l'esistenza di molti abitanti di San Damiano. L'Amministrazione monzese (precedente e attuale) per moltissimi anni non seppe intervenire con fermezza anche perché obiettivamente la farraginosità delle norme e delle istituzioni italiane interessate spesso è più funzionale a chi si muove ai limiti o fuori la legge rispetto a chi deve o vuole tutelare la salute dei cittadini. Gli organi di controllo, come disse lo stesso Vicesindaco Villa in consiglio comunale nel 2019 (vedi file sotto che ricostruisce l'intera vicenda) non fecero un granché e le numerose anomalie emerse negli anni non hanno prodotto interventi sanzionatori seri. A fine 2020 finalmente l'Amministrazione monzese ha preso una posizione ferma. Non così la Provincia che ancora una volta oltre alla suddetta inadeguatezza sul piano dei controlli mostra una fastidiosa disponibilità al rinvio di ogni decisione.

Confidiamo nella magistratura la quale deve porre fine ad uno dei tanti casi di violazione del diritto alla salute dei cittadini.

CQSASD    


https://comitatoquartieresantalbino.blogspot.com/search/label/%23CEMSTORIA





lunedì 10 gennaio 2022

Sant'Albino e San Damiano - "Pista di pattinaggio" : si scivola sulla ciclopedonale di Viale Industrie

Nostro commento: veleno sotto e ghiaccio sopra. Cominciano anche ad evidenziarsi i danni legati all'usura. All'attenzione dell'"assessore alle piccole cose" (😔) 

CQSASD


Lo segnala Sabrina Corona nel suo video: 

https://www.facebook.com/100001164780374/videos/461705698684047/


-------------------------------


lo riprende Monzatoday

 CRONACA SANT'ALBINO

"Pista di pattinaggio" in periferia: si scivola sulla ciclopedonale

Non è stato messo il sale e di prima mattina pedoni e ciclisti rischiano di cadere

leggi tutto qui: https://www.monzatoday.it/cronaca/pista-ciclopedonale-ghiaccio-scivola.html

ANCHE A SANT'ALBINO DISAGIO GIOVANILE E VANDALISMO

Certo la questione giovanile non può essere liquidata in modo superficiale. Troppe le componenti da analizzare in un ragionamento serio. Di certo però una amministrazione che non offre mai nulla ai giovani (no biblioteca, no cultura, no centri di aggregazione giovanile, no sale per musica, danza, cinema o teatro ecc.) ha le sue grosse responsabilità. Responsabilità da cui non sono esenti neppure le agenzie educative del territorio (Scuole e oratorio) e in qualche misura tutti noi adulti che non ci attiviamo a sufficienza per contrastare questo fenomeno.   

«Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore».

Queste sono parole di Peppino Impastato, che nella sua città natale, Cinisi, ha lottato contro Cosa Nostra fino all’assassinio, il 9 maggio 1978. Lo uccisero alla vigilia delle elezioni, Peppino si era candidato come consigliere comunale.



L' IMPERMEABILIZZAZIONE DI SUOLO LIBERO HA UN COSTO CHE LE AMMINISTRAZIONI DEVONO METTERE IN BILANCIO!




 Articolo importante pubblicato da "Brianza centrale". le evidenziazioni sono nostre 

Un appello agli amministratori sensibili.

CQSASD





DOMENICA 9 GENNAIO 2022

Salviamo il paesaggio: "Quanto costa rinunciare a un ettaro o a un metro quadrato di suolo libero, impermeabilizzandolo?"


 

A cura del Forum nazionale “SALVIAMO IL PAESAGGIO – DIFENDIAMO I TERRITORI”

 

Il suolo: se lo tuteli sarai più ricco, se lo consumi sarai più povero. Al via una nuova campagna del Forum nazionale Salviamo il Paesaggio, che invita tutte e tutti le/i cittadine/i a richiedere a qualche consigliere del proprio Comune di presentare una specifica Mozione per un “Corretto calcolo in bilancio dei costi derivanti da consumo di suolo”.

Quanto costa a una comunità rinunciare a un ettaro – o anche solo a un metro quadrato – di suolo libero, impermeabilizzandolo? E’ una domanda che i ricercatori dell’ISPRA si sono ripetutamente posti, giungendo a calcolarlo e renderlo noto nell’annuale Rapporto sul consumo di suolo.

Non soltanto il costo in termini ecosistemici causato dalla
perdita di suolo libero (che già dovrebbe essere più che sufficiente per indurre politiche di arresto del consumo di suolo e di sostegno al riuso/recupero del patrimonio edilizio inutilizzato esistente, attraverso una norma nazionale da anni evocata eppure mai seriamente discussa), ma anche il costo medio subito sotto il profilo economico: 100.000,00 euro/anno per ciascun ettaro di suolo impermeabilizzato, ovvero una media di 10 euro/anno per ogni metro quadrato.

Una cifra importante, un costo rilevante che se venisse calcolato nei bilanci di ogni Comune italiano renderebbe palese il danno – anche economico/finanziario – patito dalle nostre comunità.

 

 

Istruzioni per l’uso

Sono passati oltre dieci anni da quando si svolse (il 29 ottobre 2011 a Cassinetta di Lugagnano – MI), la prima assemblea pubblica del Forum SALVIAMO IL PAESAGGIO – DIFENDIAMO I TERRITORI, nato con l’obiettivo di giungere a una norma di legge nazionale per contrastare il consumo di suolo e, contemporaneamente, sensibilizzare gli amministratori pubblici e i cittadini sull’importanza della tutela del suolo libero per salvaguardare la nostra stessa esistenza. Da allora il Forum ha avviato campagne non soltanto di denuncia e informazione presso la collettività e le amministrazioni, ma anche di raccolta dati reali, presso gli oltre 8.000 Comuni italiani, relativamente alla quantità di suolo libero ancora disponibile, del numero di alloggi, capannoni e altri fabbricati inutilizzati, dell’andamento demografico, ecc. Tutto nell’ottica di dimostrare inconfutabilmente come fosse venuto il momento di AZZERARE IL CONSUMO DI SUOLO (non di “rallentarlo”, obiettivo di periodiche nuove proposte legislative, statali e locali, dettate soprattutto da necessità propagandistiche elettorali…), nell’ottica di non costruire più nulla, se non sull’esistente, quindi non consumare più alcun terreno libero e utilizzare soltanto quelli già impermeabilizzati, parallelamente al recupero e riuso dell’esistente.

 



La nostra
campagna “Censimento del Cemento” ha evidenziato la scarsa conoscenza, da parte di molti nostri amministratori, riguardo al già avvenuto “sfruttamento” del proprio territorio e alle previsioni edificatorie rese possibili da piani regolatori obsoleti (poiché fondati su dati demografici e conseguenti previsioni di necessità insediative ormai completamente mutate negli anni), fortemente bisognosi di approfondita rivisitazione. 

 

[Leggi: Censimento del cemento: in Brianza solo 7 comuni rispondono all'appello]


La situazione attuale è ben descritta dall’ultimo Rapporto sul consumo di suolo dell’ISPRA, di cui citiamo testualmente alcune righe: “La copertura artificiale del suolo è ormai arrivata a estendersi per oltre 21 000 chilometri quadrati, pari al 7,11% del territorio nazionale (era il 7,02% nel 2015, il 6,76% nel 2006), rispetto alla media UE del 4,2%. Le conseguenze sono anche economiche e i “costi nascosti”, dovuti alla perdita dei servizi ecosistemici che il suolo non è più in grado di fornire a causa della crescente impermeabilizzazione e artificializzazione degli ultimi otto anni, sono stimati in oltre tre miliardi di euro l’anno (che vanno ad aggiungersi ai costi fissi accumulati negli anni precedenti, ndr). Valori che sono attesi in aumento nell’immediato futuro e che potrebbero erodere in maniera significativa, per esempio, le risorse disponibili grazie al programma Next Generation EU. Si può stimare, infatti, che se fosse confermato il trend attuale e, quindi, la crescita dei valori economici dei servizi ecosistemici persi, il costo cumulato complessivo, tra il 2012 e il 2030, arriverebbe quasi ai 100 miliardi di euro, praticamente la metà dell’intero PNRR”.

 



Negli ultimi tempi, la necessità della “ripartenza post-pandemica” sta moltiplicando freneticamente i casi di “nuovi progetti” (ovviamente “indispensabili” e “irrinunciabili” per molti amministratori pubblici), sull’onda di un’allarmante deregulation, carica di “recovery fund”…! Progetti di nuovi insediamenti produttivi/logistici/commerciali, con creazione di nuovi posti di lavoro (non importa quanti, basta che siano almeno una manciata, e non serve fare alcuna analisi per vedere se e quanti nuovi disoccupati il progetto potrà causare, per dare a qualcuno quel che togli a qualcun’ altro…) e tanto, tanto consumo di suolo, naturalmente libero, perché costa meno costruire su quel tipo di suolo… Inutile dire che in regimi di “emergenza”, procedure arcaiche, certamente arzigogolate (ma spesso salvifiche…!) come le Valutazioni di Impatto Ambientale, sono bandite da qualsiasi lista prescrittiva…!

E senza dimenticare il potenziale incremento di consumo di suolo annuo derivante dall’applicazione del Pnrr-Pniec (Piano nazionale integrato per l’energia e il clima), che potrebbe mettere “a terra” in meno di sei anni circa 15 GigaWatt (12 dal Piano con l’opzione “Power-up” e tre con misure ad hoc). Per questi soli 15 GigaWatt di solare potrebbero essere necessari tra i 10 e i 18mila ettari di suolo (agricolo) e complessivamente è stimabile un aumento del 50% del consumo di suolo annuale.

E, allora, dato che chi ci amministra pare voler sentire solo da questo orecchio “economico”, raccontiamogli, in poche righe, con pochissimi numeri ricavati dalle indicazioni dell’ISPRA e del prof. Paolo Pileri (uno dei massimi esperti italiani in materia di “consumo di suolo”, docente di urbanistica presso il Politecnico di Milano e, tra l’altro, membro del Comitato Scientifico del Rapporto sul consumo di suolo della stessa ISPRA), quanto costa rinunciare a un ettaro di suolo libero, impermeabilizzandolo.

 



Le cifre

ISPRA stima un costo annuale medio per la perdita dei servizi ecosistemici compreso tra:

  • 66.000 e 81.000€ a ettaro, per il flusso di servizio che il suolo non sarà più in grado di assicurare;
  • tra 23.000 e 28.000€ a ettaro, per lo stock di risorsa perduta.
  • Complessivamente, quindi, tra 89.000 e 109.000€ l’anno per ciascun ettaro di terreno libero che viene impermeabilizzato.

Facciamo allora presentare (da un consigliere di opposizione amico, ad esempio) al nostro Comune una mozione volta a deliberare l’arresto totale e immediato del consumo di suolo libero in quel Comune, inserendo in bilancio il costo finanziario causato dal consumo di suolo: 100.000,00 euro per ciascun ettaro di suolo impermeabilizzato, ovvero una media di 10 euro per ogni metro quadrato, da inserire come costo fisso annuale nei bilanci/bilanci sociali/bilanci di sostenibilità/bilanci ambientali comunali, a partire dall’annualità in cui il nuovo consumo di suolo sia stato accertato.

Ricordiamo che i principali servizi ecosistemici che il suolo naturale garantisce riguardano: stoccaggio e sequestro di carbonio, qualità degli habitat, produzione agricola, produzione di legname, impollinazione, regolazione del microclima, rimozione di particolato e ozono, protezione dall’erosione, regolazione del regime idrologico, disponibilità di acqua, purificazione dell’acqua.

 



Per concretezza, ecco in particolare tre validi motivi (scientifici) per giustificare un’attenzione così rigorosa e severa nella salvaguardia del suolo:

  • Ogni ettaro di terreno fertile assorbe circa 90 tonnellate di carbonio: se cementificassimo quel terreno, la CO2 si libererebbe nell’atmosfera …e non tornerebbe più sottoterra, accelerando ulteriormente l’inquinamento delle nostre città!
  • Ogni ettaro di terreno fertile è in grado di drenare 3.750.000 litri d’acqua: in questo particolare momento, a fronte di precipitazioni atmosferiche di portata e frequenza sempre maggiori e di lunghi periodi sempre più siccitosi, il nostro suolo, oltre a drenare l’acqua piovana (contribuendo a contenere gli effetti di possibili inondazioni e alluvioni), ne conserva quanto basta per alimentare ciò che in esso vive e si sviluppa.
  • Ogni ettaro di terreno fertile, coltivato, può sfamare 6 persone per un anno: stiamo parlando, in piccolo, di “sovranità alimentare”, cioè della possibilità di provvedere autonomamente all’alimentazione della propria famiglia, limitando quindi la nostra dipendenza dal sistema e, inoltre, controllando direttamente in buona misura la salubrità del cibo che assumiamo.


Tre dati più che sufficienti per affermare che il suolo è uno dei principali fornitori di servizi ecosistemici sul quale possiamo contare, per di più a costo zero!

Quindi, cari Amministratori pubblici, facciamo finta che non ci abbiate mai pensato seriamente, ma dato che il suolo è così prezioso e utile, sarebbe non solo criminale ma anche antieconomico impermeabilizzarlo. E anziché continuare a ricercare risorse finanziarie per nuovi investimenti, vi suggeriamo di considerare come massima fonte la limitazione dei danni futuri all’ambiente …e al bilancio comunale, imparando a trattare con la massima cura e a salvaguardare il più fantastico fornitore di servizi…a costo zero, che esista al mondo!

Qui potete scaricare il pdf della Mozione da presentare ai Consiglieri del vostro Comune. 

 

Per ulteriori delucidazioni e approfondimenti: Massimo Mortarino (Comitato torinese del Forum SALVIAMO IL PAESAGGIO) – Tel. 339/7953173 – E-mail: mmortarino@libero.it


domenica 9 gennaio 2022

PNRR : ASFALTIFICI, SMALTIMENTO RIFIUTI E CRIMINALITA' ORGANIZZATA SI PREPARANO ALL' INCASSO (con qualche nota storica sulla vicenda Asfalti Brianza)











Voi pensavate che la gran parte dei soldi in arrivo finiranno in sanità, ricerca, università, scuola ecc? Illusi! Lo stupefacente articolo di Luca Telese che alleghiamo per primo precisa che dei 24 miliardi di euro del PNRR ben 4 verranno destinati alle strade. Nel contempo ci fa intendere che tutte le cautele rispetto all'utilizzo del fresato sono in qualche modo un retaggio di una visione anacronistica. Ora tutta la quantità immensa di scarti delle industrie e delle produzioni più pericolose verranno miracolosamente trasformati in moneta sonante da "additivi di nuova generazione". Una narrazione che di certo piacerà ai produttori e ai politici più spregiudicati e sicuramente alla criminalità organizzata.

Sotto alleghiamo invece un articolo che descrive bene la realtà: chilometri e chilometri di strade "foderate" di scarti cancerogeni; centinaia di inchieste aperte in tutta la penisola. Articolo che accende anche uno spot sul business dell'eco green e di analoghi prodotti che promettono di sostituire l'asfalto con "conglomerati cementizi" e con altre "mescole" di varia origine (compreso utilizzo di pneumatici dismessi). Tematica che ci richiama pure qualche riflessione sulla vicenda Asfalti Brianza. 

Ora è ben noto che anche l'attuale proprietà di Asfalti Brianza, ora impegnata in un ricorso al TAR con cui lamenta comportamenti illegittimi da parte delle istituzioni, ha avuto varie vicissitudini legate ad inchieste relative allo smaltimento illegittimo di rifiuti. Lo stesso sequestro messo in atto dalla Procura della Repubblica di Monza a settembre 2019 e tuttora vigente aveva due motivazioni: illecita gestione dei rifiuti e violazione delle norme sulle emissioni

Un capitolo rimasto sempre in ombra è invece quello che riguarda il Tavolo istituito (Novembre 2017) presso il Comune di Concorezzo su richiesta anche del Vice Sindaco Villa di Monza per dare risposta ad anni di lamentele da parte dei cittadini. Tale tavolo, anziché imporre all'azienda tempi e procedure previste dalle norme vigenti si trasformò per un lungo periodo (fino alla esplosione di un inquinamento spaventoso nell'estate del 2019, che tolse di mezzo ogni possibile dubbio) in un tavolo "di concertazione". In tale tavolo due tecnici produttori di un conglomerato bituminoso denominato "Ecodren", proposero di convertire Asfalti Brianza alla produzione di tale materiale. Ovviamente AB non ci pensava nemmeno lontanamente ma le cose andarono molto per le lunghe a tutto danno della salute dei cittadini, esposti inutilmente per quasi due ulteriori anni ad emissioni che poi ATS ha certificato essere nocive:

- 30/6/2020: controllo al camino che evidenzia emissioni di benzene, cancerogeno, oltre il limite tollerabile in ben 9 verifiche su 14. 

- verifiche sulla qualità dell'aria a marzo 2020 (i cui esiti furono comunicati da ATS con un anno di ritardo!) : rischio tossicologico 40 volte superiore alla legge e rischio cancerogeno 30 volte superiore al limite tollerabile).  

I due esperti di cui sopra furono "proposti" al tavolo da un "consulente" (che nel proprio profilo Linkedin si autodefiniva come "Procacciatore d'affari") facente parte di un "Comitato Tutela terra, acqua e aria" di Concorezzo che all'esplodere dell''inquinamento dell'estate 2019 fece perdere le proprie tracce per ricomparire solo a febbraio 2020 come organizzatore di un convegno per la promozione dell'ecodren a Vimercate   https://comitatoquartieresantalbino.blogspot.com/2020/02/a-proposito-di-asfalti-brianza-e-di.html

Sarebbe interessante chiarire meglio i contorni di questa vicenda che vede ambientalisti preoccupati (fin dal 2016) per la salute dei cittadini sedersi per due anni a concertare con questa singolare proprietà un percorso virtuoso suggerito da imprenditori (che il Comune ha sempre accettato ai tavoli senza che avessero alcuna nomina definita) proposti da un membro del comitato ambientalista concorezzese che però è anche "procacciatore d'affari". Vicenda che come detto si conclude con la "evaporazione" del Comitato ambientalista concorezzese ma che in qualche modo ne premia un esponente con la elezione a consigliere comunale per la Lega grazie proprio alla "battaglia" (?) contro AB. Va beh, la realtà spesso è sorprendente! 

CQSASD  


vedi qui l'articolo di Luca Telese (non un gran ché)


























E questa sotto è la vera verità!


















venerdì 7 gennaio 2022

7-1-2022 - CONTINUANO LE CODE IN VIALE INDUSTRIE A MONZA (CHE VA ASSOLUTAMENTE INTERRATO) (e qualcuno dovrebbe dimettersi)




7/1/2022 ore 10.54 - video di Lorenzo Citterio, cittadino santalbinese. Si noti anche lo schieramento quotidiano di decine di vigili e uomini delle forze dell'ordine sottratte a compiti assai più importanti.  Viale delle Industrie era già prima una emergenza per traffico ed inquinamento con un passaggio di auto non sostenibile neppure da un'autostrada, una rotonda progettata in modo del tutto sbagliato i cui difetti sono stati "corretti" da un semaforo che produce lunghe code in quartiere e code chilometriche sul viale. 
La scellerata scelta del centro tamponi è solo la ciliegina sulla torta! Il bello è che ora alla rotonda si crea un nodo inestricabile di autoveicoli perfino quando l'unico traffico verso nord è quello delle auto per i tamponi!

Viale Industrie va assolutamente interrato alla rotonda del cimitero! Con gli oneri di tutto quello che la Giunta Allevi si accinge a costruire grazie alla propria variante al PGT non mancheranno di certo i soldi!

-CQSASD