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giovedì 23 dicembre 2021

LE CENTRALINE ARPA SUPERANO I LIMITI DI PM10 DENTRO IL PARCO! FIGURIAMOCI COSA SI RESPIRA ATTORNO A VIALE DELLE INDUSTRIE?! VOGLIAMO UNA CENTRALINA IN ZONA

Chiediamo il posizionamento di una centralina ARPA in prossimità della rotonda a fagiolo! Oltretutto alle code abituali in Viale Industrie ora si aggiunge la coda per fare il tampone che raggiunge l'Eurospin! Chi ha pensato tale soluzione non si era interrogato prima sugli effetti? 

CQSASD


Cosa Succede In Città ... Di Monza

Dunque, a Monza ci sono 2 CENTRALINE fisse ARPA per il rilevamenti dell'aria, una all'interno del Parco, l'altra in Via Machiavelli posizione molto poco significativa secondo me per posizionarla, poiché la strada è abbastanza lontana dalle principali arterie stradali della nostra città. Ma tant'è. Oggi mi accorgo che il comune mette questo avviso. Ora se tanto mi da tanto nelle principali arterie stradali i livelli di inquinanti saranno molto ma molto più importanti. Ma perché non posizionare le centraline in posti più opportuni, Viale delle Industrie per esempio?!?
P.S. Nei prossimi anni quando ci saranno molte più auto, poiché con la nuova variante del PGT ci saranno molte più case e quindi persone, i livelli di inquinamento dove arriveranno?!?!?


DATI ALLA CENTRALINA DI VIA MACHIAVELLI

DATI ALLA CENTRALINA DEL PARCO





Contenuti di approfondimento

dal sito di "Cittadini per l'aria"

https://www.cittadiniperlaria.org/informati/


In questa sezione troverai studi scientifici, ricerche e informazioni utili sui danni degli inquinanti e sull’impatto di questi sulla salute di adulti e bambini.




ed ecco la comunicazione del Comune
















Potrebbe essere un'immagine raffigurante ‎il seguente testo "‎حلے COMUNE D1 MONZA 20 dicembre 2021 Da martedì 21 dicembre 2021, peril superamento dei limiti dei valori di PM 10 per 4 giorni consecutivi registrati da ARPA, entrano in vigore le misure temporanee di primo livello peril per contrasto all'inquinamento. Le limitazioni riguardano: il traffico veicolare (autovetture diesel fino alla classe euro 4, dalle 8.30 alle 18.30) riscaldamento domestico l'agricoltura il divieto ass di combusti AIUTACI A MIGLIORARE‎"‎

lunedì 20 dicembre 2021

LA GIUNTA CANCELLA LE CICLABILI PROMESSE










Ma presto, in vista delle prossime elezioni ci aspettiamo nuove mirabolanti promesse...per restare in sella.

CQSASD


🔴 Dopo aver letto questo post del Sindaco Dario Allevi avevamo addirittura esultato. Sembrava che tanti sforzi fossero serviti a iniziare la strada verso un cambiamento della mobilità cittadina.
La realtà invece ci ha disilluso. Di nuovo.

𝐃𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐜𝐨𝐫𝐬𝐢𝐞 𝐜𝐢𝐜𝐥𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐦𝐞𝐬𝐬𝐞 𝐞 𝐬𝐛𝐚𝐧𝐝𝐢𝐞𝐫𝐚𝐭𝐞 𝐬𝐮𝐢 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐥𝐢 𝐧𝐨𝐧 𝐫𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐧𝐮𝐥𝐥𝐚.

La giunta comunale ha fatto marcia indietro su tutta la linea, nascondendosi dietro dubbie questioni tecniche e, cosa ancor più grave, 𝐧𝐨𝐧 𝐜𝐞𝐫𝐜𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐚𝐥𝐜𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐨𝐥𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐚𝐥𝐭𝐞𝐫𝐧𝐚𝐭𝐢𝐯𝐚.❌

Le corsie ciclabili introdotte durante la pandemia sono uno strumento semplice ed economico per introdurre percorsi ciclabili e rendere le nostre città a misura d'uomo.

È quindi ormai chiaro che 𝐥𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐨𝐧𝐭à 𝐩𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐚 è 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐢 𝐟𝐚𝐯𝐨𝐫𝐢𝐫𝐞 𝐚𝐧𝐜𝐨𝐫𝐚 𝐮𝐧𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐭𝐚 𝐥'𝐚𝐮𝐭𝐨, 𝐢𝐥 𝐭𝐫𝐚𝐟𝐟𝐢𝐜𝐨 𝐞 𝐥'𝐢𝐧𝐪𝐮𝐢𝐧𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨. 



NEL NUOVO CONSIGLIO PROVINCIALE DI MB TRE PERSONE CHE CI HANNO SOSTENUTO FORTEMENTE NELLA VICENDA ASFALTI BRIANZA!

Salutiamo con soddisfazione tre eletti al nuovo Consiglio Provinciale:





Simone Sironi, sindaco di Agrate che a luglio 2019 fu il primo a fare un esposto per le emissioni dell'azienda e che poi ha continuato con impegno chiedendo verità e fermezza.




Francesco Facciuto che con la sua lista civica "La Rondine" di Concorezzo ha avuto un ruolo insostituibile a sostegno della nostra battaglia.







Egidio Riva che in Consiglio comunale a Monza è sempre stato attento alle nostre richieste e ci ha supportato sia nella battaglia contro Asfalti Brianza che nella vicenda del CEM di Viale Industrie.






Tre persone oneste e molto preparate su cui sappiamo di  poter contare anche in futuro.

  

Ps: qualcuno obbietterà subito che si tratta di tre esponenti della lista di centrosinistra e che in tale modo "facciamo politica". Ma purtroppo a "fare politica" sono altri. Coloro che stanno dentro le Istituzioni (a Concorezzo e in Provincia) da 15 anni e non hanno mai mosso un dito quando le emissioni di AB ci soffocavano o coloro che (vedi liste varie di Brugherio) per primi hanno alzato la voce contro AB quando i fumi arrivavano a casa loro e poi sono  scomparsi...Ricordiamo a tutti che una nostra lettera di denuncia fu sottoscritta (col contributo essenziale di Egidio Riva) da una cinquantina di consiglieri comunali (di Brugherio, Monza, Agrate e Concorezzo), di consiglieri provinciali e regionali. Ebbene solo tre erano del centrodestra. Evidentemente la malafede e l'opportunismo di molti politici non si arrestano neppure di fronte alla tutela della salute di tutti i cittadini.  

leggi qui gli esiti delle elezioni:

https://www.provincia.mb.it/novita/archivio/Election-Day-Province-eletto-il-nuovo-Consiglio-provinciale/

domenica 19 dicembre 2021

EVVIVA! A DIFESA DELLA POLITICA PULITA! FRANCESCO FACCIUTO ELETTO CONSIGLIERE PROVINCIALE

 

Francesco Facciuto e La Rondine di Concorezzo hanno abbracciato con totale abnegazione la nostra battaglia contro l'inquinamento prodotto da Asfalti Brianza e per la tutela dei loro concittadini concorezzesi. Ci hanno guadagnato solo fatica, ore di studio delle carte, stress, accuse ingiuste.  L'elezione di Facciuto ci rincuora soprattutto perché la politica, terra di facile conquista per gli arrivisti e gli opportunisti, merita invece più persone competenti, generose ed oneste come Francesco.

Il Comitato di quartiere S. Albino e San Damiano.     















ed ecco l'annuncio de "La Rondine", lista civica di Concorezzo

COMPLIMENTI FRANCESCO, SIAMO TUTTI FIERI DI TE!
Il nostro Francesco Facciuto è da poco stato eletto consigliere della Provincia di Monza e della Brianza. Per il rinnovo del Consiglio Provinciale hanno votato i consiglieri e i sindaci dei 55 comuni della Provincia, quasi 900 amministratori della cosa pubblica.
Non abbiamo dubbi. Francesco lavorerà per il bene del nostro territorio, con la passione, la correttezza e l'indipendenza di pensiero che un numero sempre crescente di cittadini conosce e apprezza.
In questi anni abbiamo imparato bene quanto la Provincia sia impattante sulla vita dei cittadini. Pensiamo al caso di Asfalti Brianza, di cui ci siamo occupati con tutte le nostre energie. Oppure, giusto per citare alcuni esempi, guardiamo ai temi del consumo di suolo, dell'urbanizzazione scriteriata, del trasporto spesso inefficiente, della gestione non ottimale dei rifiuti, dei servizi alla persona non sempre garantiti al meglio. Potremmo continuare a lungo e ci torneremo.
Ma oggi, vogliamo limitarci a ribadire una cosa sola. Francesco, siamo tutti fieri di te!





sabato 18 dicembre 2021

IL COMUNE DI MONZA FA MARCIA INDIETRO: NIENTE CICLABILI E ZONA 30

In perfetta coerenza con tutto il resto...

CQSASD 

COMICI A MONZA: CICLABILI E ZONA 30? ERA SOLO UNA BATTUTA. 

LEGGI QUI:

 https://www.bikeitalia.it/2021/12/15/monza-fa-marcia-indietro-niente-ciclabili-ne-zona-30/#:~:text=Il%20Comune%20di%20Monza%20fa,2021%20ha%20revocato%20quella%20n.

Ecomafia 2021 – Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia (Legambiente)

16/11/2021


·         














·       Nel 2020, anno nero segnato dalla pandemia, nonostante la flessione dei controlli effettuati (-17%) i reati ambientali toccano quota 34.867 (+0,6% rispetto al 2019), con una media di 4 ogni ora. Cresce l’impatto nelle regioni a tradizionale presenza mafiosa (46,6% del totale) e aumentano sia le persone denunciate (+12%) che gli arresti (+14,2%)

 

Ambiente sotto attacco:

codice rosso per boschi e fauna. 4.233 i reati relativi agli incendi boschivi (+8,1%). 8.193 quelli contro gli animali, poco meno di uno ogni ora. Illeciti in calo ma più arresti (+15,2%) nel ciclo dei rifiuti e più persone denunciate in quello del cemento (+23,1%)

Ci riserviamo di presentare 10 proposte per rendere più efficace l’azione dello Stato: “Fondamentale non abbassare la guardia contro gli ecocriminali, completare e rafforzare il sistema normativo e alzare il livello qualitativo dei controlli pubblici ambientali in tutta Italia, a partire dal Centro-Sud, soprattutto ora che il Paese spenderà le ingenti risorse pubbliche previste dal PNRR”

 Parte la campagna di raccolta fondi per sostenere noi e gli avvocati dei Centri di azione giuridica per chiedere giustizia nei processi penali e nei ricorsi amministrativi

(Info e tabelle su noecomafia.it –  Video scheda >>  https://mega.nz/file/ooYQzT4I#_Txc7S0wzx4Tj1Vt3s1YPSnEQLds7y8llnEHrfQHck8 – Video commento >> clicca qui)

Nel 2020, anno nero segnato dalla pandemia Covid-19, l’Ecomafia non conosce lockdown e pause, né risparmia l’ambiente. A fotografare la situazione è il nuovo rapporto Ecomafia 2021, realizzato  con il sostegno di COBAT E NOVAMONT e edito da Edizioni Ambiente. In Italia nel 2020 sono 34.867 i reati ambientali accertati (+0,6% rispetto al 2019), alla media di oltre 95 reati al giorno, 4 ogni ora. Aumentano le persone denunciate: 33.620 (+12% rispetto al 2019), le ordinanze di custodia cautelare eseguite 329 (+14,2%), i sequestri effettuati 11.427 (+25,4%), ma cala il numero complessivo dei controlli passati da 1.694.093 del 2019 a 1.415.907 del 2020, con una flessione del 17% rispetto al 2019. Sempre alta l’incidenza dei reati ambientali accertati nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (ossia Sicilia, Campania, Puglia e Calabria), esattamente 16.262, il 46,6% del totale nazionale, con 134 arresti, nel 2019 erano stati “soltanto” 86. Il mercato illegale è di 10,4 miliardi di euro (- 0,9% sul 2019). Crescono gli investimenti a rischio: 11,2 miliardi di euro (+2,6 sul 2019). Nella classifica regionale, Campania, Sicilia, Puglia sono le regioni più colpite da illeciti ambientali. Al quarto posto quest’anno sale il Lazio con 3.082 reati, con un incremento del 14,5% sul 2019, superando così la Calabria. La Lombardia resta la regione con il maggior numeri di arresti.  Preoccupante anche il numero dei comuni commissariati per ecomafia sino a oggi, ben 32, dei quali 11 sono stati sciolti nei primi nove mesi del 2021.

Un quadro nel complesso preoccupante, se si considera che una parte molto significativa degli illeciti analizzati nel rapporto Ecomafia ha a che fare con la violazione di normative connesse ad attività delle imprese, che pure hanno dovuto subire, in diversi settori, la sospensione delle produzioni, causata, appunto, dai lockdown. A confermare la pressione sostanzialmente inalterata dell’eco-criminalità nel nostro paese è anche l’applicazione dei delitti contro l’ambiente, introdotti nel Codice penale dalla legge 68 del 2015: 883 i procedimenti aperti (in leggera flessione rispetto al 2019, quando erano stati 894), con 2.314 soggetti denunciati e 824 arresti. E il numero più alto di procedimenti, ben 477, ha riguardato il delitto di inquinamento ambientale. Nota positiva: il numero crescente di Procure che hanno risposto all’appello del ministero per monitorare l’applicazione della legge 68: è stato superato l’88% degli uffici competenti (l’anno precedente l’80%), la percentuale più alta di sempre, segno evidente di una sensibilità crescente verso i crimini ambientali anche all’interno dell’ordinamento giudiziario.

Il rapporto Ecomafia, presentato oggi in conferenza stampa a Roma, ha analizzato i dati frutto dell’intensa attività svolta da forze dell’ordine, Capitanerie di porto, magistratura, insieme al lavoro del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente nato dalla sinergia tra Ispra e Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente e dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli. A questi dati, se ne affianca uno emblematico, quello del Global Witness: in un mondo quasi paralizzato dalla pandemia sono state uccise 227 persone, dalla Colombia alle Filippine, dal Brasile alla Repubblica Democratica del Congo, a causa del loro impegno nella difesa della natura, contro le deforestazioni, le attività estrattive e lo sfruttamento selvaggio delle risorse idriche. Non sono mai state così tante dal 2012, primo anno di pubblicazione del report sugli ambientalisti uccisi nel mondo. A loro è dedicato questo rapporto Ecomafia 2021 che per noi è anche l’occasione per ricordare a Parlamento e Governo l’urgenza e l’importanza di completare e rafforzare il quadro normativo e aumentare i controlli.

“Non si deve assolutamente abbassare la guardia contro i ladri di futuro – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – a maggior ragione in un momento storico in cui dovremo spendere ingenti risorse pubbliche previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Va scongiurato in ogni modo il rischio di infiltrazioni ecomafiose nei cantieri per la realizzazione di opere ferroviarie e portuali, impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e di riciclo dei rifiuti, depuratori, interventi di rigenerazione urbana, infrastrutture digitali, solo per fare qualche esempio delle opere che servono alla transizione ecologica del paese. Il lavoro di repressione ha avuto un’impennata grazie ai delitti contro l’ambiente, che siamo riusciti a far inserire nel Codice penale nel 2015, dopo 21 anni di lavoro incessante. Ora è fondamentale un deciso cambio di passo che porti a completare il sistema normativo inserendo i delitti ambientali e di incendio boschivo tra i reati per cui è possibile, vista la loro particolare gravità e complessità, prorogare i termini di improcedibilità previsti dalla riforma della giustizia, approvata dal Parlamento. Va aggiornato il Codice penale inserendo tra i delitti anche le agromafie, il traffico di opere d’arte e di reperti archeologici e il racket degli animali. È poi fondamentale – continua Ciafani – alzare il livello qualitativo dei controlli pubblici ambientali in tutta Italia, a partire dal Centro-Sud. Servono nuove risorse finalizzate all’aumento del personale per le valutazioni e le ispezioni e all’acquisto della strumentazione innovativa per effettuare i monitoraggi. Si deve procedere speditamente all’approvazione dei decreti attuativi della legge 132 del 2016, che ha istituito il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente”.

 

Attacco all’ambiente: 

Nel 2020 in Italia è codice rosso per boschi e fauna. Sono 4.233 i reati relativi agli incendi boschivi (+8,1% rispetto al 2019). 8.193 gli illeciti contro gli animali, poco meno di uno ogni ora. Da soli, i reati contro la fauna rappresentano il 23,5% del totale dei reati ambientali, con 6.792 persone denunciate, oltre 18 al giorno, 5.327 sequestri effettuati e 33 arresti. Numeri sicuramente in difetto rispetto alla realtà, sia per l’esiguità dei controlli effettivi (principalmente nelle aree interne e naturali), sia, soprattutto, per la scarsa efficacia del sistema sanzionatorio, ancora privo di delitti adeguati alla gravità dei fatti. La flessione più significativa, probabilmente riconducibile ai periodi di chiusura di molte attività produttive durante i lockdown, è quella relativa al ciclo dei rifiuti, che in termini di illeciti accertati registra un -12,7% rispetto al 2019, ma più arresti (+15,2%). Reati in leggera flessione anche nel ciclo del cemento (-0,8%), con una crescita, però, delle persone denunciate (13.083, con un +23,1% rispetto al 2019). Le inchieste sviluppate contro i traffici organizzati di rifiuti (quelli più gravi, sanzionati ai sensi dell’articolo 452-quaterdecies del Codice penale) non hanno subito flessioni: sono state 27 nel 2020, in crescita rispetto al 2019, a cui se ne devono aggiungere altre 23 registrate da Legambiente dal 1° gennaio al 15 settembre di quest’anno. Dati che si riflettono anche sul valore complessivo del fatturato illegale, stimato da Legambiente nel 2020 in 10,4 miliardi di euro (-09 sul 2019), mentre aumenta quello sugli investimenti a rischio nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, dagli appalti alla gestione dei rifiuti urbani, che ha toccato quota 11,2 miliardi di euro.

Gli abbattimenti degli abusi edilizi, infine, sono al palo: dal 2004 al 2021 emesse 57.250 ordinanze di demolizione, ma ne sono state eseguite solo il 32,9%, con significative differenze tra Nord e Sud. La Puglia ha il record negativo con il 4%.

 

Archeomafie: 

aumentano i controlli (11.801, una media di 32 al giorno, con una crescita, rispetto all’anno precedente, del 32%) e diminuiscono i furti (-18%), le persone denunciate e gli arresti. Il Lazio, con il 14,7% del totale nazionale, è la regione dove si registra il maggior numero di furti, seguita da Puglia (11,6%), Toscana (10,6%) e Campania, con il 9%.

 

Agromafia: 

in un anno caratterizzato dalla diminuzione dei controlli (-10,8%), che ha sicuramente inciso, vista la tipologia delle attività da svolgere sul campo, sulla riduzione dei reati e degli illeciti amministrativi (-37%) fa da contraltare il primo posto per numero di infrazioni accertate relativo alle importazioni di prodotti alimentari, ben 8.786, seguito da quello sui prodotti ittici in generale (6.844 reati commessi), che è anche quello dove è stato svolto il maggior numero di controlli, con oltre 106mila ispezioni. Nel corso del 2020, infine, sono stati 293 i reati di caporalato accertati, ossia 0,80 al giorno, sabato e domenica compresi, 254 le denunce penali e amministrative presentate e 43 gli arresti.

 

Shopper fuori legge: 

nel 2020, secondo i dati dell’Osservatorio di Assobioplastiche, un quarto delle borse di plastica consumate in Italia non sarebbero ancora a norma. Nello stesso anno, nonostante le restrizioni dovute al COVID-19 e i mercati per buona parte del tempo chiusi o ridimensionati, sono finite sotto sequestro più di 15 tonnellate di shopper prodotte con materiali non rispondenti ai requisiti di legge.

 

Commercio illegale dei cosiddetti F-gas,

ossia i gas refrigeranti più utilizzati nel mercato, non pericolosi per l’ozono come i gas Cfc, da tempo ormai al bando, ma lo stesso dannosi per il loro effetto serra. Solo nell’ambito di due operazioni, svolte entrambe nel mese di febbraio 2021 dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli, la prima a Varese, la seconda a Milano, sono state intercettate oltre 14,5 tonnellate di F-gas provenienti dalla Turchia ma prodotti in Cina. Secondo gli investigatori, l’Italia sarebbe al centro dei flussi illegali di gas refrigeranti introdotti in Europa, provenienti soprattutto dai corridoi dell’Est.

“I dati del Rapporto Ecomafia – dichiara Enrico Fontana, responsabile osservatorio ambiente e legalità di Legambiente – confermano l’urgenza di completare il quadro normativo a tutela dello straordinario patrimonio ambientale e culturale del nostro paese, della salute dei cittadini e della buona economia e di rimediare quanto prima a due errori: quello commesso dal governo e dal Parlamento nell’approvazione della riforma del Codice penale, avvenuta a settembre del 2021, a causa della quale, nonostante i forti appelli lanciati a più riprese da Legambiente, Libera, WWF, Greenpeace e Focsiv, scatterà la tagliola dell’improcedibilità per i delitti contro l’ambiente, per i quali deve invece essere garantito tutto il tempo necessario per fare giustizia; l’interpretazione restrittiva da parte del ministero dell’Interno della norma che introduce il potere sostitutivo dei prefetti di fronte all’inadempienza dei comuni, che emettono ma non eseguono ordinanze di demolizione di immobili abusivi, la cui applicazione riguarderebbe solo le ordinanze di demolizione emesse dopo l’approvazione della legge 120/2020, il cosiddetto decreto Semplificazioni entrato in vigore il 15 settembre del 2020”.

 

Le nostre proposte

Per questo tra le 10 proposte che proponiamo, chiediamo: di inserire, come primo provvedimento utile, i delitti ambientali previsti dal titolo VI-bis del Codice Penale e il delitto di incendio boschivo tra quelli per cui non scatta l’improcedibilità; approvare delle leggi contro agromafie e saccheggio del patrimonio culturale, archeologico e artistico e introduzione nel Codice penale dei delitti contro gli animali; ripristinare, se necessario con una modifica legislativa, la corretta attuazione da parte delle prefetture di quanto previsto dall’articolo 10-bis della legge 120/2020, che ne stabilisce il potere sostitutivo in tutti i casi, anche antecedenti all’approvazione della norma, di mancata esecuzione da parte dei comuni delle ordinanze di demolizione di immobili abusivi; inasprire le sanzioni previste contro i traffici illegali di rifiuti; emanare i decreti attuativi della legge 132/2016 che ha istituito il Sistema Nazionale per la protezione per l’ambiente; garantire l’accesso gratuito alla giustizia da parte delle associazioni, come Legambiente, iscritte nel Registro unico nazionale del Terzo settore e impegnate di fronte a qualsiasi autorità giudiziaria in qualsiasi grado di giudizio nel perseguimento dei propri fini statutari.

Il Rapporto Ecomafia 2021 si può acquistare nelle migliori librerie, nei principali bookstore online, o direttamente sul sito shop.edizioniambiente.it — Info su noecomafia.it

 

Siamo da sempre in prima linea contro le mafie che distruggono l’ambiente. Denunce, dossier, testimonianze. Tra il 2020 e il 2021 gli avvocati dei Centri di Azione giuridica sono stati impegnati in 40 procedimenti penali di particolare gravità dove ci siamo costituiti parte civile e 40 cause di grande rilievo, tra ricorsi ai Tar e al Consiglio di Stato.

Sostieni l’associazione con una donazione:  http://sostieni.legambiente.it/noecomafia

 

SUL NUOVO REGOLAMENTO LE CONSULTE CHIEDONO UNA PROROGA

 



LUNEDì 20/12 - FLASHMOB IN PIAZZA TRENTO - PARTECIPIAMO!

 Noi ci saremo


CQSASD





martedì 14 dicembre 2021

QUALCUNO CONTROLLA I RIFIUTI DI ASFALTI BRIANZA?

A partire dal sequestro del settembre 2019 Asfalti Brianza non può più produrre asfalto ma neppure trattare rifiuti (né acquisirli né venderli). La Provincia ha perfino cancellato AB dal registro delle aziende autorizzate a tali lavorazioni. Fin da allora Asfalti Brianza è tenuta a caratterizzare ogni singolo metro cubo di materiale accumulato, cioè a descrivere di che tipo di rifiuto si tratta, da dove viene, quando è entrato, con quale bolla d' accompagnamento, con quale camion è entrato ecc. ecc. Questo perché a suo tempo non ha fornito alcuno di questi dati obbligatori per legge e fino a non molti anni fa il fresato recuperato dalle strade era soprattutto "fresato di catrame", molto cancerogeno. In questi due anni la "montagna" di (presunto) fresato che superava di una trentina di volte il consentito ha subito un po' di restayling. Da due anni registriamo un certo lavorio di spostamento  qua e là per lo stabilimento. Ora la domanda è: visto che ad Asfalti Brianza è vietato trattare rifiuti e sarebbe consentito solo lo smaltimento ma secondo i canoni di legge (conferimento tracciabile ed oneroso ad appositi siti autorizzati) qualcuno ha verificato nei due anni i quantitativi in giacenza? E se risultasse uscito del materiale (come parrebbe ipotizzabile guardando l'attuale montagna) qualcuno ha verificato che sia stato caratterizzato, registrato e conferito in modo tracciabile e secondo i canoni di legge?

Oltretutto sappiamo che all'interno dello Stabilimento di Concorezzo continua ad operare la ditta Wu Bau, secondo il magistrato Mascarino collegabile alla stessa proprietà di  AB. (vedi qui: https://sinistrapergallarate.files.wordpress.com/2019/05/mascarino_-29-aprile-20191-1.pdf)

Confidiamo sempre nella Procura della Repubblica di Monza che ha deciso i sequestri. Ma speriamo che anche le altre istituzioni in gioco (Comune di Concorezzo, Provincia, ARPA e ATS) abbiano vigilato almeno per amor proprio, visto le pesanti accuse di violazioni del diritto avanzate contro di loro dai legali palermitani di AB negli atti del ricorso presentato al TAR dall'Azienda di Concorezzo.

CQSASD


video del dicembre 2021: si ammassa presunto fresato presso il muro degli uffici 






   idem:







video del febbraio 2021 girato nello stesso luogo: il fresato non c'è.


    

PRETE A S. ALBINO E S. DAMIANO - DON ZOIA: "SIAMO IN FIDUCIOSA ATTESA"

Intanto continuiamo a segnalare a Don Zoia la insostenibile situazione del marciapiede di fronte alla Chiesa di S. Albino.




lunedì 13 dicembre 2021

S.ALBINO E SAN DAMIANO - IN VIALE INDUSTRIE UN TRAFFICO INSOSTENIBILE ANCHE PER UNA AUTOSTRADA

Sospettavamo già di abitare a ridosso di una tangenziale. Varie fonti giornalistiche parlavamo di un flusso di auto in Viale industrie pari a 30.000 veicoli al giorno. Altri parlavano di varie migliaia di  veicoli l'ora nelle ore di punta.

Ora, analizzando i documenti relativi alla autorizzazione rilasciata ad AUDI per costruire la propria esposizione troviamo dei dati inoppugnabili (del 2018). Ebbene nelle ore di punta Viale Industrie, in corrispondenza di Sant'Albino, vedrebbe transitare ogni ora più di 4.000 veicoli oltre ad un altro migliaio in Via Pompei e Ercolano (a nord del nostro quartiere).

Ebbene analizzando un documento di studio relativo alla tangenziale est di Milano (v. sotto) vediamo che tale flusso non sarebbe sostenibile neppure per una autostrada!  

Cogliamo l'occasione per rispondere a qualche commento riportato sui social rispetto alla nostra richiesta di interramento. Inutile ricordare che un simile passaggio d'auto ha effetti devastanti sulla salute, specie di piccoli e anziani. Basterebbe questa considerazione per zittire coloro che ne fanno una questione di costi. Per varie opere inutili (o dannose) i soldi immancabilmente si trovano. Anche all'obiezione rispetto ai tempi di un lavoro simile  si potrebbe rispondere che sarebbe opportuno ricorrere ad aziende serie anziché inseguire sempre il massimo ribasso che è criterio premiante per le imprese della malavita organizzata. 

E' chiaro che non miriamo ad interrare l'intero Viale. Basterebbe eliminare il tappo costituito dalla "rotonda a fagiolo". Da subito dicemmo che non funzionava. Avevamo proposto di disegnare due rotonde distanziate, l'una in corrispondenza dell'uscita da San Damiano e l'altra all'uscita da Sant'Albino. Ciò avrebbe costretto anche il flusso principale ad entrare in vera una rotonda anziché sfrecciare dritto per dritto come succede ora. Avevamo chiesto di lasciare aperta la via privilegiata che prima consentiva di girare verso lo stadio e che permetteva di alleggerire di molto la fila in uscita dal quartiere e imponeva al flusso principale un rallentamento e maggior cautela. Non ci hanno mai ascoltato e poi...ci han dovuto mettere un semaforo. Che quando è in funzione crea code infinite e smog e quando è spento costringe i santalbinesi ad una roulette russa per tentare di "andare a Monza".

Poi non abbiamo bisogno di prediche sul fatto che occorre una visione più ampia. Non venite a dire a noi che occorrerebbe una revisione complessiva di tutte le principali arterie che avvelenano la nostra area. Lo diciamo da anni. Come da anni chiediamo 400 metri di ciclabile che congiunga la ciclabile Villoresi a quella di Via Adda. Da anni chiediamo che Via Adda venga liberata dal traffico pesante. Da anni protestiamo per il ridicolo servizio  pubblico di cui "gode" il quartiere e auspichiamo che finalmente la metropolitana da Cologno Nord arrivi a Vimercate (visto che il prolungamento della Lilla fino all'Ospedale di Monza a noi non cambierà nulla: ci metteremo sempre un'ora per arrivare   con i mezzi all'ospedale). Intanto però l'interramento (o la modifica) della "rotonda a fagiolo" è un intervento necessario a tutelare la salute dei nostri bambini.

CQSASD